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Il sole a quell'ora picchiava incredibilmente. Era quasi l'una del pomeriggio e Kia stava cominciando quasi a pentirsi di aver voluto a tutti i costi quel Ferragosto al mare: aveva caldissimo e per di più era da sola, perché tutta la sua comitiva di amici aveva preferito andarsene a godersi un po' di aria fresca in montagna.
L'ombrellone non serviva più a granché, da quando aveva deciso di abbronzarsi come non mai, quindi sarebbe stato inutile portarselo dietro.
Decise di andare a farsi un bel bagno. Entrò in acqua quasi subito, dando appena alla sua pelle delle gambe il tempo di abituarsi alla nuova temperatura, decisamente di molto inferiore.
I suoi capezzoli ebbero una pronta reazione, che la imbarazzarono alquanto soprattutto quando, con la coda dell'occhio, si accorse di un uomo seduto sul bagnasciuga che la stava osservando. Si impose di non dargli molta importanza. La sensazione dell'acqua fresca sulla pelle le dava sensazioni stupende, brividi profondi simili a quelli dell'eccitazione. Ma forse quella era un po' eccitazione… non dimentichiamoci che un uomo stava osservando in ogni dettaglio il suo corpo non statuario, ma proporzionato e ben fatto.
La muscolatura soda ma non pronunciata, i seni piccoli ma deliziosi, i capezzoli all'insù, il sedere ampio e ben equipaggiato, davano nel complesso alla sua figura un aspetto molto invitante: agli occhi di chi la esaminava, Kia appariva sempre come carne fresca da desiderare, amare e godere.
Lei era consapevole di tutto ciò e spesso, come in questo momento, sfruttava le sue qualità per sentirsi al centro dell'attenzione.
Quando si sentì stanca di nuotare, si avviò verso la riva a piccole bracciate. Gli ultimi metri li percorse camminando lentamente, e fu in questi frangenti che si rese conto che il suo ammiratore non era un uomo, bensì un ragazzo. La scoperta la lascio un po' delusa, l'idea di esser desiderata da un uomo era molto più eccitante.
Non voleva essere molto sfacciata, quindi smise di guardarlo non appena ebbe fotografato nella mente le sue caratteristiche più evidenti: moro, corporatura piuttosto esile ma pettorali ben definiti, carnagione dorata dall'abbronzatura, labbra carnose. Delle cose che lei guardava per prime in un ragazzo, solo una non riuscì a vederne: il suo sguardo, coperto completamente dagli occhiali da sole. Il che, se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, avvolgeva il ragazzo in un alone di mistero.
Tornò a sdraiarsi sul suo telo-mare, sentendosi spogliata dallo sguardo indagatore del bel "Mister X", come lei stessa intanto aveva cominciato a chiamarlo tra sé e sé.
Mister X ora sorrideva. "Chissà cosa avrà tanto da divertirsi" pensò Kia, non negando a se stessa che le sarebbe piaciuto scoprirlo. Forse non era poi tanto male farsi guardare da un ragazzo… non l'aveva visto bene nei dettagli, ma non sembrava da buttar via.
Mentre questa situazione procedeva senza sbloccarsi, Kia avvertì un fremito tra le gambe… lo sforzo fatto per nuotare aveva svegliato i suoi muscoli vaginali, e ora lei non sapeva se quella sensazione di umido sulla sua rosa era dovuta all'acqua salata che inzuppava il costume, oppure ad un altro mare di natura molto diversa che lei conosceva bene.
Dio, come sperava che lui non si accorgesse di quello che le stava passando per la testa… se solo si fosse accorto degli involontari piccoli movimenti ondulatori del suo bacino… che figura ci avrebbe fatto? Sarebbe morta di vergogna al solo pensiero che qualcuno potesse pensarla una piccola puttanella…
Un'ombra sul suo viso, vista da dietro le palpebre chiuse, la fece sobbalzare. Si mise a sedere di scatto, spalancò gli occhi ma non riuscì a veder nulla se non una sagoma scura che le si era seduta accanto. Maledetto sole! Oggi aveva proprio deciso di farle la guerra, in ogni modo.
Si stropicciò gli occhi e finalmente riconobbe il suo Mister X.
"Ciao" disse la voce che le sembrò conosciuta. "Ti va di fare due chiacchiere? O devo pensare che quel rossore sulle tue guance sia dovuto alla mia bellezza e non al sole?".
Kia sentì le proprie guance sull'orlo di un incendio, perché in realtà era la sua presenza in un momento così poco opportuno ad imbarazzarla.
"No, no… siediti pure… ho proprio voglia di chiacchierare con qualcuno. I miei amici oggi mi hanno abbandonata al mi destino". Prese una bottiglia d'acqua, ne versò due bicchieri offrendone uno alla sua nuova conquista e chiese, ora sicura di sé: "Come ti chiami?".
La risata di Mister X la spiazzò. La stava prendendo in giro! Dio, che stupida… c'era cascata in pieno! Lei e la sua mania d'esser ammirata… pensare che già stava cominciando a fantasticarci su!
"Scusami… forse c'è stato un piccolo malinteso…" disse timorosa. "Io non so…". Ma la risata non accennava a placarsi, anzi sembrava proseguire con molto divertimento del simpaticone che la stava emettendo.
"Kia!! Ma davvero non mi hai riconosciuto? Io credevo che fingessi!". La mente di Kia era ora nel pallone totale. Ma chi era in realtà Mister X? Finalmente si tolse gli occhiali.
"Kia… sono Stefano! Abbiamo chattato per mesi e neppure mi riconosci?" disse lui, un po' dispiaciuto.
Possibile che fosse davvero Stefano, il suo Stefano? Quante volte aveva sognato di incontrarlo ed il destino sempre ad ostacolarla… e quando finalmente lui le stava davanti, lei neanche lo riconosceva? Il suo cuore era ora nel bel mezzo di una tempesta di sentimenti: sorpresa, piacere, emozione, imbarazzo, ed ancora quella strana voglia…
"Oddio Stefano, dimmi che non sto sognando!" balbettò. Stefano le regalò uno dei suoi magnifici sorrisi. "Vuoi che ti tiri un pizzicotto? Altrimenti potresti semplicemente toccarmi…" disse con il suo solito fare ammiccante. "Scemo, smettila…" disse Kia. "Non sapevo più che pensare… davvero non ti avevo riconosciuto".
Kia si sentiva sempre più confusa. Quante serate in chat a dire sempre "Scemo smettila" ad ogni sua avance… fino a quella sera che l'avevano fatto, senza sapere perché, avevano fatto l'amore nella realtà virtuale, si erano chiusi in un mondo tutto loro, e probabilmente a modo loro si erano amati. Quanta confusione tra di loro dopo quella volta… ma nonostante tutto l'avevano rifatto, ancora e ancora. Alla fine, per gli strani casi della vita, si erano persi, ognuno per la sua strada, s'erano detti, e da quel giorno nemmeno più un e-mail.
Ma adesso che erano vicini, era come se non si fossero mai detti addio. Stefano disse: "Kia, ti ricordi quella volta in riva al mare…" alludendo a quando, virtualmente, avevano affittato un pedalò per fare l'amore. Ma Kia si era già alzata, dirigendosi verso il locale dove affittano pedalò.
Li per lì Stefano rimase incredulo, ma dopo pochi minuti Kia lo chiamò per prendere il suo posto ai pedali, sulla barchetta già in acqua, ed egli la raggiunse.
Il mare era calmissimo, in poco più di dieci minuti furono al largo, lontani da occhi indiscreti, e smisero di pedalare.
"Ste, ti spiacerebbe spalmarmi un po' di crema?" disse Kia ormai decisa ad andare fino in fondo. A Stefano sembrava di vivere un qualcosa di già vissuto, era successo proprio così in chat, solo che stavolta non aveva nulla a che vedere con la realtà virtuale… ed era proprio questa l'intenzione di Kia.
Finalmente lui, che fino ad allora era rimasto titubante, passò all'azione. Prese il tubetto di crema, ne versò un poco sulla propria mano e cominciò a spalmarla sulla schiena di Kia, che cominciava ad avvertire qualche brivido. Ma le carezze si fecero via via sempre più audaci, fino a spingersi anche al di sotto dei bordi del costume.
Kia cominciò a gemere. Il suo bikini oramai asciutto cominciava a bagnarsi nuovamente. Il suo Ste si era finalmente svegliato, ed aveva già levato via il pezzo di sopra. La sua lingua sui capezzoli irti era più rovente del sole, eppure la riempiva di brividi. Kia stava scoprendo che adorava guardarlo mentre le baciava i seni; mille volte l'aveva sognato, ma questo era uno dei pochi casi in cui La realtà supera i sogni. Intanto le mani di lei correvano a verificare se lui davvero la desiderasse così tanto e trovarono il suo pene talmente duro che Kia stentò a crederci: lui era già pronto a prenderla.
Lei però voleva che quel momento dei preliminari non finisse mai, così prese nuovamente l'iniziativa. Chiese a Stefano di darle la Coca che lei aveva comprato al bar prima di affittare il pedalò. Lui dapprima non capì, ma poi vide che lei, dopo averne bevuto qualche sorso, si passò la lingua sulla labbra più volte ed in maniera molto sensuale, poi da dentro il bicchiere prese in bocca il cubetto di ghiaccio più grande. L'eccitazione di Stefano era alle stelle, se solo si fosse sfiorato avrebbe avuto un orgasmo selvaggio che non sarebbe riuscito a controllare. Kia continuava la sua performance: afferrato il cubetto con le dita della mano destra, se lo passò prima sui seni, soffermandosi sui capezzoli, poi dentro il suo slip molto ridotto. Stefano la aiutò prima a scostarlo, poi a toglierlo definitivamente. Le sue mani quasi tremavano per l'emozione di scoprire quello che Kia aveva in mente, quando la vide infilare parte di quel cubetto dentro la sua rosa non più segreta e nascosta, mentre sul viso le si dipingeva un'espressione di forte godimento. Stefano tolse il proprio costume e disse: "Kia, ti prego… ti voglio adesso".
Ma lei lo guardò, lo fece voltare verso di sé e si chinò tra le sue gambe, riempiendosi le narici del suo forte odore maschio. Quella verga la stava guardando, seppur con un solo occhio, ma Kia capiva che la stava supplicando di farla godere. Allora prese l'altro cubetto dal bicchiere, visto che del primo ne erano rimaste solo poche gocce, e tenendolo tra le labbra, glielo passò sui testicoli. Sentì e vide il suo piacere aumentare, così gettò via il ghiaccio e cominciò a leccare il suo Stefano dove l'aveva bagnato. Lavorò molto di lingua, adorava farlo, addirittura scese fino al suo ano, poi risalì e si soffermò sul glande. Poi lo prese tutto in bocca.
Stefano aveva però capito la sua tattica, quindi quando si accorse che stava per venire, si ritrasse dalla bocca di lei, le spalancò le gambe e cominciò a penetrarla con la lingua. Il suo respiro caldo, il suo saperci fare di lingua ed anche l'esplodere dei suoi nuovi sentimenti, fecero avere a Kia il suo primo orgasmo vaginale. Dopo lui la penetrò, i preliminari erano finiti e l'amò con infinita dolcezza e con tanta passione. Aiutati anche dal movimento ondulatorio del pedalò, Kia e Ste intrapresero un lungo viaggio che li portò all'appagamento dei sensi e del cuore. Trascorsero due ore ad amarsi su quel pedalò, regalandosi infiniti ed inenarrabili orgasmi.
Poi tornarono sulla terraferma e andarono a casa di lui. Trascorsero il resto della giornata insieme: com'era bello amarsi e sapere che ora stavano insieme a tutti gli effetti… non se l'erano detto, ma entrambi lo sapevano, lo sentivano dentro, nel cuore, ed era davvero un'emozione tutta nuova, tanto che stentavano a crederci. E come per dimostrarsi meglio a vicenda che era tutto vero, quella stessa sera, dopo cena, fecero l'amore tante altre volte, sul letto, sulla scrivania, appoggiati ad una parete…
E pensare che la prima sera che si erano incontrati in chat e casualmente lui le aveva rivolto un messaggio diretto, lei usciva da una grande delusione sentimentale e non credeva più all'amore, e lui invece le aveva confidato da subito di non riuscire ad innamorarsi.

 

 

 

 

 

 

           

 

 

         

Mi è capitato di tutto nell'estate 1997 , ma la cosa più sorprendente e sensuale che ricordo e stato un mese di vacanza in Trentino con due amici. I due amici erano per l'esattezza una coppia, lui conosciuto durante il mio periodo d lavoro come bagnino un anno prima, lei solo qualche mese prima della nostra partenza per la montagna.
Loris questi era il nome di lui, aveva all'epoca 19 anni, ma ne mostrava decisamente molti di più, a causa de suo atteggiamento maturo e responsabile. Lei si chiamava Sabrina , aveva all'incirca trent'anni e un matrimonio fallito alle spalle. Loris e Sabrina, rappresentavano per me un'enigma. Non riuscivo a capire come due persone potessero stare sempre così attaccate ed andare perfettamente d'accordo. Erano l'uno la proiezione dell'altro, sempre in sintonia nelle scelte e in tutto il resto. In quel periodo, il mio pessimismo nei confrronti dei rapporti di coppia era alla massima espressione, fuggivo da tutto quello che potesse rappresentare una qualsiasi forma di legame stabile.
Una mattina di sole partimmo, io, Loris, Sabrina e il loro piccolo e stupido cane. Vennero loro a prendermi sotto casa, caricammo le mie valige e via. Durante tutto il viaggio mi tocco tenere in braccio il cagnolino che si agitava di contnuo. A testimonianza di quanto me ne fregasse poco di quell'animale, nemmeno ricordo più il suo nome. IL programma del viaggio prevedeva una sosta a casa della nonna di Loris, vista la sua vicinanza con il parco divertimenti di Gardaland. Arrivammo poco prima dell'ora di pranzo, portammo le valige in casa e li scoprì che avremmo dormito tutti e tre in un letto. Per Loris non rappresentava un problema il fatto che ci fossi anche io nel letto, si trattava solo di una notte e poi così avremmo risparmiato fatica inutile a sua nonna. Passato quasi tutto il pomeriggio in giro, decidemmo di fermarci a mangiare in una pizzeria del posto. Trovammo un posticino carino con tavolini anche all'esterno, condizione indispensabile per chi come noi, viaggia con un amico pulcioso a presso.
Durante la cena parlammo un po' di tutto e spesso ricadendo sull'argomento della mia vita sentimentale, Sabrina cercava di farmi sentire un po' in colpa. Sosteneva che il mio comportamento in amore non avrebbe dato buoni frutti e che in fondo una relazione stabile, è quello che cercano tutti.
Ma mentre mi diceva queste cose, fissandomi era come se volesse dire altro. Arrivai addirittura ad immaginarmi , che dalle sue labbra uscisse una richiesta: "leccamela".
Sabrina non era bellissima, ma sensuale si, e soprattutto aveva trent'anni. Sono sempre stato convinto che per una donna, i trent'anni siano un'età stupenda., sia dal punto di vista sessuale e sia anche dal rapporto con il proprio fascino.
Finimmo di mangiare e decidemmo di tornare dalla nonna di Loris e magari provare a dormire, il giorno dopo infatti, avremmo dovuto "ucciderci " con le montagne russe di Gardaland. Arrivati a casa salutammo il cagnolino, chiudemmo la porta e ci spogliammo per andare a letto. Chiaramente Sabrina si cambio in bagno, per poi raggiungerci vestita solo di una maglietta bianca ed un paio di pantaloncini.
Passarono almeno due ore nel buio totale, l'atmosfera era rotta solo dal rumore del respiro pesante di Loris che dormiva. In questa mia forma di insonnia, sentivo spesso Sabrina muoversi, non trovare una posizione giusta e per un po' di tempo, la pelle della sua coscia e la mia mano, rimasero a contatto.
Capii presto che non dormivo, perché la presenza di lei così vicina mi eccitava a tal punto, da provocarmi un'erezione. Guardai la sveglia, e mi accorsi che erano già le tre di notte. Io non dormivo, Sabrina non dormiva, solo Loris continuava con quel suo respiro simile ad un russare fastidioso. No so spiegarmi dove trovai il coraggio, ma lo feci. Comincia con la punta delle dita, ad accarezzare la pelle delle cosce di Sabrina . la sfioravo con una delicatezza che mai avrei pensato di avere. Il mio dito sfiorava le sue curve, evitando di toccare i suoi "punti deboli". Lei restava immobile, non mi disse di smettere, ma la sentii stringere forte il cuscino. Mentre toccavo Sabrina, il cuore mi batteva all'impazzata, mi sembrava così assurdo, con lui li a pochi centimetri. Il più era fatto, non avevo nessuna risposta da parte di lei, ma sentivo di poterlo fare. Mi abbassai delicatamente fino ad arrivare, con la mia faccia, vicinissimo alla sua schiena. Le sollevai delicatamente la maglietta da dietro, scoprendole un po' la schiena. Mi venne naturale cominciare a leccarla lungo la colonna vertebrale. Lei ebbe un sobbalzo che fece quasi svegliare Loris, ma scampato il pericolo mi fece continuare. La leccavo come se fosse il mio cibo preferito. Potevo sentire l'odore della sua pelle ed il calore del suo corpo aumentare di intensità.
Non potevo più frenare le mie mani, dovevo entrare in quei pantaloncini e sentire le sue forme. Feci scivolare una delle mani, lungo una sua coscia, mentre con l'altra le tenevo su la maglia. Cominciai poi a risalirle la gamba fino a raggiungere l'orlo del pantaloncino. Le mie dita si fecero strada sollevandolo fino a poter sentire le sue natiche. Tra le mie di gambe invece, un cazzo gonfio di eccitazione cercava di farsi sentire. Cominciai ad accarezzarle insistentemente il culo, e sentii Sabrina girarsi a pancia in giù. Da questa posizione per me era più facile arrivare a toccare i suoi buchi. La pelle di Sabrina era incredibilmente liscia e le mani mi tremavano fortissimo. Mi succhiai un dito fino a riempirlo di saliva, e poi ritornai a cercare il suo corpo. Passando dall'orlo dei pantaloncini, riuscivo ad accarezzargli le labbra della figa. Il cuore mi batteva così forte, che temevo potesse sentirlo anche Loris nel sonno. Le mie dita continuavano a girare e rigirare sulla figa di Sabrina , mischiando la mia saliva con i suoi umori umidi. Anche lei cominciava a non farcela più, me ne accorsi da come muoveva impercettibilmente ma continuamente il culo verso l'alto. Era un chiaro invito ad infilargliele fino in fondo. Io sudavo dall'eccitazione e lei continuava a stringere con un braccio il cuscino, e con l'altro come se niente fosse, abbracciava il suo ragazzo. Mentre masturbavo Sabrina, sentivo che il mio cazzo ormai pieno, perdeva un po' di liquido dalla punta. Ero certo che se lei lo avesse anche solo sfiorato, l'avrei riempita di sperma. Sabrina fece l'impensabile, si girò verso di me, dando così le spalle a Loris. Era lì di fronte a me, e il buoi era diventato quasi una penombra. Potevo vedere parte del suo viso, e non dimenticherò mai la sua espressione in quell'assurdo momento. Si mise di fronte a me e alzo la maglia fino a scoprirsi il seno. Io non potei fare altro che toccarglielo con le stesse dita che le infilavo dentro. Sentivo i suoi capezzoli indurirsi ed il suo prosperoso seno tutto per me. Lei allungò un braccio, mi prese per i capelli e mi attacco la bocca ad uno dei suoi capezzoli. Comincia a succhiali come non avevo mai fatto con nessuna, e lei si lascio andare a qualche sussurrato gemito. Cominciò a cercare il mio cazzo, prima mi tocco il pacco e poi sentii le sue unghie entrarmi nei boxer. Pensavo di non resistere, di non riuscire a trattenere tutta quella eccitazione. Sabrina cominciò a stringerlo quasi come, se volesse sentirlo pulsare, mentre io con la faccia tra le sue tette, mi ubriacavo della sua pelle. Improvvisamente si avvicinò al mio orecchio per dirmi: "adesso mi fotti stronzo". Era un ordine il suo, o almeno suonava così, come una punizione per averla eccitata. Si girò di nuovo verso Loris, dandomi ancora una volta le spalle, ma questa volta avvicinò il culo verso di me. Con una mano si abbassò i pantaloncini e subito dopo cercò di attaccarsi a me. Era fatta ormai, lei era li con i pantaloncini abbassati fino alle ginocchia e mi chiedeva di infilarlo.
Mi abbassai anche io i boxer, poi cercai con la punta del cazzo, la sua figa umida. Era come l'incontro di due amanti che si sentono, si corteggiano, ma non riescono a toccarsi. Sentivo la punta dl mio cazzo strusciare sulla pelle di Sabrina, quando il caldo e l'umido della sua figa mi costrinsero ad entrare. Sabrina era diversa dalle altre donne con le quali ero stato, me ne accorsi subito. Sentivo la sua figa diversa da quelle delle mie coetanee, più vogliosa e più esperta. Era una sensazione strana, come se riuscissi ad accarezzarla tutta, ma allo stesso tempo come se non finisse mai.
Non durai tanto, l'eccitazione e la mai giovane età non mi permisero di controllarmi. Appena Sabrina senti che il mio cazzo era pronto a venire, lo tiro fuori con due dita e fece si che gli venissi in mano. Fu una cosa strana, lei non ebbe nessun orgasmo quella sera, ma nonostante tutto si dedico a l mio cazzo con amorevole cura. Lo mosse per farmi venire, lasciò che le riempissi la mano e parte del polso di sperma, e poi per qualche minuto continuo a ad accarezzarmelo.
Alla fine di tutto non potevamo svegliare Loris per andare a lavarci, ci rivestimmo e lei avvicinandomi la mano piena di sperma alla bocca mi disse: " ora leccalo tutto e dopo dormi stronzo!". Credo che non dimenticherò mai i miei amici Loris e Sabrina.


 

 

 

           

 

 

 

Siamo una coppia molto affiatata che ama giocare con il sesso in tutte le sue normali sfaccettature… quando eravamo fidanzati amavamo incontrarci per fare tanto sesso in luoghi atipici e amavamo il rischio di essere visti da qualcuno mentre eravamo intenti nelle nostre performance amorose.
Lei sapeva essere dolce ed affettuosa, era ed è pulita fuori, la classica brava ragazza, ma dentro si sentiva troia e non lo dava a vedere.
Questo infatti lo potevo notare solo io, poiché quando facevamo sesso lei partiva come un treno, si lasciava andare presto, ci metteva poco a bagnarsi la fichetta, la dovevo frenare, era un ciclone che una volta messo in moto perdeva il senso dell’orientamento sino alla massima eccitazione.
La fantasia non ci mancava e ne facevamo uso mettendo a frutto le nostre idee sul sesso, ma questo potrà essere oggetto di altre storie.
Dopo esserci sposati però, come molti sapranno, subentra una fase di accomodamento che ti porta a vedere il proprio letto matrimoniale come la naturale alcova dei propri desideri reconditi e ha giocoforza portato ad un allentamento dell’attività sessuale.
Ma è alla fine dell’estate scorsa che è successo qualcosa che mi è rimasto impresso nella mente e che merita di essere raccontato.
In Settembre abbiamo deciso di prenderci un weekend tutto per noi, di fuggire un po’ dalla città, abbiamo prenotato una notte in un albergo vicino al mare, un albergo che avevamo già visto e  visto anche il periodo, ci poteva aiutare a dare sfogo a tutte le nostre fantasie sino a quel momento un po’ represse.
Fu così che io e Luana ci preparammo dapprima mentalmente ad un fine settimana di sesso. Fu lei che come ogni volta che trascorrevamo delle vacanze fuori città preparò la valigia non dicendomi cosa ci aveva messo dentro.
Dovendo fare pochi km per raggiungere la nostra meta indossammo entrambi i costumi sotto l’abbigliamento da mare, Luana però studiò come non mai alcuni dettagli che mi fecero già effetto: indossò un vestitino leggero, azzurro  come i suoi occhi e completamente abbottonato davanti, sotto però lei reggiseno e mutandine (quindi in partenza abbastanza castigata!) con l’intento di cambiarsi una volta arrivati, ai piedi indossò un paio di sabot con tacco alto, cosa già inusuale per lei, infine per me l’effetto sorpresa, una cavigliera d’argento al piede destro, oggetto che per me fa tanto porca.
Entrammo in macchina e ci avviammo, ma dopo pochi km ci assalì una grande eccitazione, forse pensando già a quello che ci aspettava, durante la guida iniziai come avevamo fatto altre volte a sfiorarla, le toccai il viso, le sfiorai con le dita la bocca poi, mentre a lei saliva l’eccitazione ed il calore del corpo, le infilai un dito in bocca che lei succhio mimando una scena da sesso orale,  le sbottonai leggermente il vestitino all’altezza del seno a me più vicino, entrai con la mano e toccai il capezzolo già turgido, quindi le sfiorai le cosce che allargò prontamente mentre mugolava dal piacere che le procuravo.
Mentre continuavo a toccarle le cosce le davo della porca, della puttana in calore, le dicevo che era una troia succhiacazzi che non aspettava altro che farselo infilare, lei gemeva e ripeteva che si era una troia in calore, una porca senza ritegno che si fa sbattere in qualunque momento, sempre pronta a ricevere un bel cazzo…
Non riuscivo ancora a capacitarmi come potesse essersi trasformata da moglie perbene ad amante infoiata.. ma non smisi e nonostante le peripezie della guida continuai l’opera dicendole che per dimostrarmi che era una vera porca doveva togliersi le mutandine…
Accolse la mia proposta, ormai in preda all’eccitazione, si piegò leggermente, si fece sfilare le mutandine del costume attraverso le sottili gambe…e con un gesto di sfida le posò sul cruscotto della macchina, come a far vedere a chi ci affiancava che lei sotto  non portava niente…
Mi sentivo come un burattinaio, avevo in mano i fili del gioco e decisi di sfruttare al meglio l’occasione che mi si era presentata…iniziai a dirigerla, a dire cosa doveva fare.
Le feci alzare il vestito da sotto il sedere in maniera tale da poggiare il suo culo sulla pelle calda del sedile, poi le dissi che doveva aprire ancora di più le cosce in  quando sorpassavamo i camion per poter meglio mostrare i peli fradici della sua fica.
In realtà lo fece solo una volta, poi presa dal rimorso tornò in sé e rifiutò le successive volte…ma ancora invidio quel camionista che ha avuto la fortuna di vederle il pelo infoiato mentre le mutandine erano in bellavista sul cruscotto!
Eravamo però oramai entrambi partiti per il nostro gioco…continuai a darle delle indicazioni, a dirle frasi sconce e contemporaneamente le toccavo con le dita la fica…la penetravo dolcemente e lei, sempre oscenamente a gambe aperte…
Le presi poi le dita odoranti di fica e gliele feci leccare dicendole che era l’odore di una troia…

 

 

Snia11_it@yahoo.it

 

La volta in cui mi accorsi di provare non rabbia o gelosia ma piacere fu quando, al mare, mia moglie prese il sole in topless. Eravamo su una spiaggia laziale allora poco frequentata ed in un orario durante il quale la spiaggia è quasi deserta. Fu per queste ragioni, probabilmente, che mia moglie trovò il "coraggio" di togliersi il pezzo di sopra. La cosa non provocò particolare emozione a nessuno dei due perché quasi nessuno passava e perché comunque per la maggior parte del tempo rimase stesa a pancia in sotto. Fu verso la fine della giornata che acadde il piccolo fatto che tanto dovette cambiare la nostra vita erotica: mia moglie si alzò in piedi e prese a pettinarsi in riva al mare, tendendo così il suo corpo, le tette belle al vento, quando passarono, intenti a far due chiacchiere, tre ragazzi.
Non fecero molto per nascondere il fatto che se la rimirassero ben bene, anzi un sorrisetto più che voglioso comparve sulla bocca di tutti tre, che continuando a camminare non si fecero compunque scrupolo di girarsi ancora un paio di volte per guardarla meglio. La cosa, immediatamente, mi provocò una fitta di gelosia e rabbia notevole ma, una frazione di secondo dopo, riconobbi la classica scossa dell'eccitazione erotica. Ci misi un po' a realizzare esattamente che cosa significasse questo: godevo se qualcuno guardava mia moglie. Soprattutto se la guardava cogliendola nuda o seminuda.
Improvvisamente tutto l'erotismo praticato fino ad allora con mia moglie mi sembrò un gradino, o più, in basso come qualità di queste nuove sensazioni che stavo provando. Iniziai allora una sottile ma massiccia opera di convincimento nei confronti di mia moglie perché passasse ad un abbigliamento un po' più "moderno", come lo definivo allora.
Qualche settimana dopo, circa un mese e mezzo, mi si presenta una nuova, insperata situazione: ritrovo, dopo anni che ci eravamo persi di vista, un amico che nel frattempo s'è trasferito in un'altra regione (noi siamo di Roma) aprendo un negozio di abbigliamento femminile! Il mio cervello comincia, mentre io e il mio amico ci diciamo le solite banalità tipiche di questo tipo di incontri, a mettersi in moto congegnando un piano che deve portare me e mia moglie al negozio di questo tipo, che mi ispira fiducia, è carino ma non finto, è simpatico ma non banale, e lì poi inventarsi qualcosa. E' così che, parlando e riparlando, gli propongo, e lui non si rifiuta, di andarlo a trovare, di domenica così non abbiamo problemi, nel suo negozio in modo da consentire a mia moglie di vedere che cosa ha. La domenica fatidica inizia benissimo: senza che io dica nulla a mia moglie, lei, forse ispirata dalla bella giornata di fine ottobre, fredda ma solare, si veste esattamente come piace a me! Calze autoreggenti, minigonna (tranquilla, niente di mozzafiato), camicetta bianca ma, soprattutto, un intimo violetto chiaro trasparente. Come imbocchiamo l'autostrada mi fermo a fare il pieno e subito il primo segno che quella sarebbe stata una giornata incredibile. Succede che mentre la pompa sta lì che eroga benzina, il ragazzo si mette a pulire il lunotto anteriore (un classico! ma chi lo sapeva allora?) e che mentre pulisce, con sapiente "nonchalance", guarda all'interno dell'auto in direzione di mia moglie.
Con un brivido di piacere realizzo che mia moglie ha le cosce notevolmente scoperte, non solo: le ha leggermente, molto leggermente, divaricate. E che proprio in quel momento compie un mezzo giro su stessa per prendere il giornale dal sedile di dietro, allargando ancor più le cosce. Scendo dall'auto, eccitato come un torello e con la stessa nonchalance del benzinaio, passo davanti alla macchina e ammiro lo stesso panorama: mia moglie, con il visetto tranquillo della persona più innocente del mondo, il giornale in mano, le cosce nudissime, la gonna bella tirata su, i bordini delle mutandine violette trasparenti. E il benzinaio lì che rimirava tutto.
Sentii il cazzo che immediatamente andava a mille. Ma non era finita: il tizio, con gli occhi, fece un segno al suo collega perché venisse a dare un'occhiata. Ed eccoli lì, bravissimi a far finta di guardare da un'altra parte e a parlare fra di loro, mentre occhieggiavano verso le cosce aperte di mia moglie. Pagai, rimontai in macchina, diviso a metà tra l'eccitazione di quelli che avevano goduto quella vista di mia moglie e la consapevolezza di quello che stavano pensando di me. Guidai per qualche minuto con la testa in fiamme, riguardandomi mentalmente fotogramma per fotogramma quello che era successo, cercando di immaginare i commenti dei due sulle cosce e le mutandine di mia moglie. Chissà se erano riusciti a vedere la fica? Non riuscii a trattenermi e le chiesi:
"Ma ti sei accorta di quello che è successo?"
"No, che è successo?" rispose lei, tradendo con il viso il fatto di sapere benissimo che cosa era successo.
"E' successo che quei due t'hanno guardato ben bene perché avevi le cosce scoperte. E quando sono sceso mi sono accorto che ti si vedevano pure le mutande!"
"Non me ne sono accorta", continuò a mentire, "comunque, vuol dire che la loro giornata di lavoro oggi sarà stata un po' più piacevole".
Inutile dire che questa risposta contribuì ulteriormente, se ce ne fosse stato bisogno, a far andare il mio cazzo sulla luna.
Non vedevo l'ora di arrivare dal mio amico. E infatti la giornata non era neanche cominciata...

Ormai avevo la testa solo su quello che era successo: i due ragazzi che compiaciuti guardavano tra le cosce mia moglie rimirandosi le mutandine violetto trasparente. E infatti mentre guidavo, gli occhi continuamente mi andavano sulle sue gambe, belle, nude, offerte ad ogni sguardo. E fu qualche chilometro dopo che un altro episodio venne a contrassegnare quella giornata. Sorpassato un camion, il guidatore prese a lampeggiare e a suonare il clacson. Lì per lì pensai di avere qualche problema all'auto o qualcosa di simile ma neanche il tempo di realizzare e già il camion era scomparso dallo specchietto retrovisore. Qualche minuto dopo, però, ecco un altro camion: mi appresto a superarlo, mi accosto e noto che il tipo alla guida era notevolmente spostato sul bordo del finestrino guradando ansiosamente un po' fuori un po' nello specchietto retrovisore posto fuori dalla cabina. E allora realizzo!
Loro, i camionisti, dall'alto del loro mezzo si gustano tutta la scena delle donne in minigonna sedute vicino al guidatore o al posto di guida! E chissà quante ne vedono, quante situazioni! Rallento, resto qualche minuto affiancato al camion, mia moglie ha la gonna cortissima tirata un bel po' lungo le cosce, c'è questo colore delle sue gambe tutte esposte fuori che acceca, lei ha un sorrisino sulle labbra che mi manda scemo, il camionista guarda dentro la nostra auto, ha la faccia mezza infoiata e mezza compiaciuta, suona il clacson, lo sorpasso e lui comincia a suonare. Io e mia moglie ridiamo, ci piace questo gioco, sento una complicità mai provata. Abbiamo scoperto quant'è eccitante fare i maiali anche fuori dalla nostra camera da letto. Non ci diciamo nulla ma è come se ci fossimo rivelati un sacco di cose. Ma ecco che dietro un curvone, siamo costretti a rallentare prima e a procedere a passo d'uomo poi. Ci sono dei lavori, l'autostrada è semiparalizzata, si procede lentissimamente su due sole corsie. E allora trascorriamo altri minuti di grande godimento. Siamo costretti a stare affiancati a parecchi camion, adesso, e non possiamo superarli. Tutti i camionisti, uno dopo l'altro, si sporgono dai finestrini, guardano tranquillamente dentro la nostra auto, molti dicono qualcosa che non capiamo ma intuiamo benissimo, mi accorgo che hanno il microfono del CB in mano, sicuramente si stanno passando la voce, chissà che cosa si staranno dicendo, qualcosa tipo "Sulla Punto bianca targata Roma c'è una bella fica con le cosce di fuori, se si fa attenzione le si vede anche il pelo...". Muoio dall'eccitazione, guardo mia moglie, entrambi stiamo godendo da matti quella situazione. Allungo una mano, apro due bottoni della camicetta di mia moglie, lei fa finta di opporsi, poi mi lascia fare, adesso ha le cosce completamente scoperte, io gliele accarezzo e scopro definitivamente le sue mutandine trasparenti, ha la camicetta aperta, le si vedono le coppe violette del reggiseno. Ci sono tanti camionisti che se la gustano. Difficilmente scorderò questo momento. Ancora adesso, a due anni di distanza, quando ci penso mi monta un'eccitazione pazzesca. E dovevamo ancora arrivare dal mio amico...
Notevolmente eccitati da quanto era successo lungo l'autostrada, giungemmo a destinazione. Massimo era già lì che ci attendeva davanti al suo negozio, chiuso per turno. Dopo un caffè, che servì a far prendere loro confidenza, entrammo e subito mia moglie cominciò a guardare i tanti capi femminili appesi lungo le pareti. I primi che provò furono abbastanza "normali", ma ad un certo punto io scelsi un vestitino bianco che mi sembrava più sexy del normale. E infatti, quando uscì dal camerino era praticamente nuda, con solo le mutandine, visto che si era liberata del reggiseno e il vestitino bianco era completamente trasparente. Da quel momento indossò, uno dopo l'altro, tutti vestiti scollati, cortissimi, dalle ampie maniche, e la visione del suo corpo, delle sue tette, del suo bel culetto inguainato dentro le mutandine trasparenti color violetto riempì per tutto il pomeriggio gli occhi miei e del mio amico. Per non parlare delle tante carezze con cui le nostre mani sfiorarono e toccarono i suoi fianchi, le sue cosce, i suoi seni, con la scusa di dover "aggiustare" qui e là una camicetta, una gonna o un vestito.
Andammo via tutti e tre notevolmente eccitati, e più di una volta lungo la strada del ritorno la mia mano risalì lungo le cosce di mia moglie fino ad insinuarsi sotto le mutandine riassaporando mentalmente le due ore trascorse durante le quali si era divertita a fare la puttanella nel chiuso di un negozio con due uomini. Uno dei due vestiti che comprammo tornò utile già il week-end successivo, durante il quale facemmo una gita ad Orvieto. Come molte e molti di voi sapranno, nella cittadina umbra uno dei principali monumenti è il cosiddetto pozzo dei desideri, per scendere all'interno del quale occorre percorrere un ampia scala che dà sul pozzo vero e proprio. Bene, il vestito che mia moglie indossava quel giorno era bianco, molto ma molto corto, notevolmente scollato. Mentre scendevamo le scale, mia moglie si affacciò a guardare in giù, mentre io rimanevo un po' all'interno per trovare un buon punto luce e scattare qualche foto. Nel momento in cui si affaccia, il suo vestito, da dietro, le risale fino al culo, mettendo in mostra le sue mutandine bianche e lasciandole le cosce completamente scoperte. Proprio in quel momento sopraggiunge un gruppetto di ragazzi, solo due si accorgono di mia moglie e gli occhi quasi schizzano loro fuori. Io sento immediatamente la classica frustata dell'eccitazione erotica, mi avvicino a lei mentre i due ragazzi si sono spostati di lato e mi accorgo che adesso mia moglie sta offrendo loro anche la visione completa delle tette belle libere sotto il vestito mentre si sporge a guardare in giù. Continuiamo il nostro giro, questo gioco è sempre più bello, ma molto doveva ancora succedere nei mesi a venire...
Ormai avevamo definitivamente capito che eravamo entrati in un gioco erotico completamente nuovo: a me faceva impazzire
dall'eccitazione se qualcuno guardava mia moglie, se le guardava le cosce, se i benzinai o i camionisti sbirciavano tra le sue gambe ammirando il pelo sotto le mutandine "distrattamante" esposte, se occasionali passanti le vedevano il seno lasciato scoperto dalla camicetta o dal vestito. A mia moglie piaceva sapere che io ero eccitato perché un camionista o un benzinaio la stava guardando tra le cosce ma soprattutto, scoperta la sua vera natura di puttana, piaceva essere guardata e rimirata dai maschi. Così, ogni volta che dovevamo fare benzina, si preparava, mentre arrivavo al distributore si tirava su ben bene la minigonna in modo da far vedere tutto ben bene, oppure quando ci ritrovavamo negli ingorghi del raccordo anulare di Roma, ci accostavamo ai camion in modo da offrire ai camionisti la comoda visione di lei placidamente seduta con le cosce scoperte, con il reggicalze bene in vista, intenta a mettersi comoda e mostrare mutandine e fica.
Poi andare al mare significava non solo prendere il sole ma anche mostrarla con le tette di fuori, in tanga, per la gioia di tutti quelli che passano e ripassano davanti le ragazze in topless, alcuni facendo finta di niente, altri guardando ostentamente con un sorriso malizioso sulla bocca. Poi, un giorno, per motivi di lavoro, conobbi un ragazzo che, di mestiere, faceva il fotografo! Quale migliore occasione per un altro giochetto, pensai immediatamente! Per farla breve, organizzai, con la scusa della curiosità di far fotografare mia moglie da un professionista, una mattinata alla Borghesiana, durante la quale per un'oretta buona lui si
limitò a fare foto di tutti i tipi ma neanche una un po'... osè. Mia moglie aveva indossato, per l'occasione, un completino giacca e
gonna (corta ma non troppo) sotto i quali aveva messo un reggiseno bianco traforato e un paio di mutandine bianche molto intriganti ma non da porca.
E così dopo un po' di questo tran tran normale, proposi qualche scatto con me e mia moglie insieme: fatte due, tre foto delle solite, presi a baciare mia moglie, sempre più "calorosamente", fino a sbottonarle la giacca mettendo in  mostra il reggiseno, che le sbottonai subito tirandole fuori le tette e cominciando ad accarezzargliele e a baciarle, sotto lo sguardo esterrefato del fotografo. Il rumore di un trattore che si avvicinava sempre più ci fece ricomporre, ma un altro piccolo tabù era stato infranto...
Ormai molte cose erano successe e cambiate: fu così che contattai tramite fermoposta il lui di una coppia che su una rivista di annunci erotici cercava altri mariti con cui guardare le foto delle rispettive mogli. Ci incontrammo e ammirammo le nostre maialine nelle varie pose che avevamo scattato loro e, vista la reciproca simpatia, decidemmo di organizzare qualcosa per coinvolgere le nostre lei.
Dopo una prima conoscenza a quattro attorno ad una birra, durante la quale le due mogliettine si trovarono simpatiche, l'occasione ci venne data dalla notte di San Silvestro, che decidemmo di festeggiare insieme a casa loro. Io e Nico eravamo d'accordo che avremmo fatto di tutto perché la serata decollasse dai panettoni a qualcosa di eroticamente interessante...
La serata trascorse assai piacevolmente e più di una volta le chiacchiere e gli scherzi scivolarono su doppi sensi e apprezzamenti sull'abbigliamento delle nostre mogliettine: mia moglie aveva un tailleur blu scuro la cui gonna era cortissima, sotto la quale indossava un paio di mutandine trasparenti e calze tenute su dal reggicalze. Elisa indossava pure lei una minigonna ma sopra aveva una maglia il cui collo era talmente largo che quando si abbassava la visione delle sue tette era semi-totale. Poco dopo la mezzanotte, colpo di genio di Nico: facciamo un gioco con le carte e chi perde si sottopone ad una penitenza?
Sì, come i ragazzini, ma la variazione sul tema non è propriamente adolescenziale... Le due mogliettine, maiale, ci stanno e così iniziamo. Le prime penitenze sono soft ma non meno intriganti: camicette sbottonate, gonne sfilate, carezze sulle cosce... Verso le due del mattino decido di alzare il livello e, non appena mia moglie perde, decreto che la penitenza che le spetta è quella di andare per 5 minuti da sola in camera da letto al buio con me e Nico. Superato un primo momento di (finto) imbarazzo, entriamo in camera da letto, Elisa resta fuori con l'orologio, ci ritroviamo io, Nico e mia moglie dentro la stanza.
Nico spegne la luce, nella penombra vediamo chiaramente le figure di ognuno. Mia moglie fa una risatina nervosa, poi io l'abbraccio mentre Nico, un po' nervoso e molto eccitato, gira dietro. Io comincio a baciare mia moglie e intanto le metto mani sulle tette, poi comincio a sbottonarle la camicetta, le tiro fuori i seni, Nico da dietro ha iniziato a palparle il culo. Lei è stretta tra noi, ha un uomo davanti che le appoggia il cazzo sulla fica e le succhia le tette e un altro che le ha appoggiato il cazzo sul culo, poi le alza la gonna e infila le mani sotto le mutandine. Anch'io le infilo le mani sotto le mutandine e le infilo le dita nella fica, anche Nico vuole toccarle la fica, ci scontriamo con le dita sulla fica di mia moglie, e intanto l'abbiamo mezza denudata, lei comincia a gemere. "Ti piace, eh?", le dico. Lei non risponde, ma mugola come una troia e glielo dico: "Sei una troia, lo sai?". Intanto Nico da dietro le ha calato le mutandine, lei si è messa a pecorina e mi succhia il cazzo mentre Nico le slappa tutta la fica. In quel momento Elisa bussa alla porta: i cinque minuti sono finiti, apre e trova il marito che lecca la fica a mia moglie, e mia moglie che succhia come una invasata. "Che maiali!", esclama.
Nico si stacca da mia moglie, la raggiunge e le dice: "Ti dispiace non partecipare?" e comincia a toccarla e a spogliarla. Finiamo tutti e tre sul loro letto e scopiamo come poche altre volte nel passato. Ogni tanto le mie mani vanno sulle tette e sul culo di Elisa e così quelle di Nico su mia moglie. Alla fine veniamo sulle loro tette. Tornando a casa, alle 5 del mattino, sul Raccordo Anulare di Roma, penso a mia moglie che s'è fatta leccare la fica da un altro che l'ha pure toccata dappertutto.
Sono eccitatissimo.
 

 

 

 

           

 

 

Siamo una normale coppia felicemente sposata  ormai da qualche anno, vicina alla quarantina, con prole e con normalissime abitudini simili se non uguali alla grande maggioranza delle persone. Io sempre immerso nel mio lavoro oltre a  qualche hobby  più o meno occasionale, mia moglie mamma a tempo pieno ( decidemmo di comune accordo, anche se con sacrificio, che lei lasciasse il lavoro per dedicarsi completamente alla famiglia ), molto attenta a tutti i problemi e sempre pronta a sacrificare la sua giornata pur di seguire con la massima attenzione i figli e la casa. La nostra vita matrimoniale , preceduta da un lungo periodo di fidanzamento, è
stata sempre contrassegnata da un completo accordo sia per quanto riguarda le cose di tutti i giorni che per quanto concerne l’intesa sessuale . Anna , è questo il nome di mia moglie, pur ostentando un aspetto molto controllato, ha sempre avuto una grande attenzione nel vestire anche se, pur non avendo preclusioni, non ha mai oltrepassato certi limiti diciamo di normalita’. Di carattere non si puo’ sicuramente definire o lontanamente avvicinare a certe donne che trasudano ipocrisia da tutti i pori della pelle tanto che il suo aspetto è sempre sereno ed estroverso. Fisicamente è il tipo di donna affascinante ed , aggiungo io, molto sexy anche quando non vuole esserlo, è alta un metro e sessanta con un seno di terza misura ed un culetto che tende da sempre ad essere un pochino...abbondante, viso delicato con occhi scuri , capelli biondo cenere molto sottili ma mossi e labbra che sembrano disegnate dal più grande artista del mondo e per finire, le sue gambe....sempre inguainate da calze leggere e delicate e sorrette da scarpe snelle e rigorosamente con tacco alto.......insomma una donna molto affascinante ed attraente.
Amarsi è stata la costante di tutti questi anni che sono trascorsi anche per noi con alti e bassi ma sempre con un senso di rispetto reciproco che ci ha permesso di superare in ogni occasione gli ostacoli più difficili tanto da non sfiorare in nessuna occasione mai, la sempre temuta situazione di monotonia matrimoniale.
Ho dovuto necessariamente fare questa lunga premessa nella speranza di dare più risalto a cio’ che sto per raccontare, penso infatti che l’importanza di un accadimento stia non tanto nella quantita’ dello stesso ma nella qualita’ ed ancor di più nella situazione nel quale esso si sviluppa.
Una domenica di agosto di un paio di anni fa, fummo invitati da alcuni nostri amici ad una festa di comunione come tante se ne celebrano in quel periodo dalle nostre parti. Io non ero molto entusiasta della cosa ma , al contrario di me Anna aveva voluto curare ogni particolare come d’altronde è suo solito fare e siccome si trattava di dover andare in una cittadina distante un centinaio di
chilometri dalla nostra, mi aveva praticamente costretto gia’ dalla mattina al lavaggio dell’automobile mentre lei aveva pensato all’acquisto del regalo e all’abbigliamento .
Che quel pomeriggio sarebbe divenuto speciale lo si capì già’ mentre eravamo a casa poco prima della partenza infatti dopo essermi preparato a dovere ed in anticipo, come faccio di solito, rimasi in attesa che anche Anna si vestisse. La vidi uscire dal bagno nuda con la carnagione appena abbronzata ed accuratamente levigata e con la peluria del suo pube debitamente curata. Aveva spalmato il suo corpo con della crema pertanto non indossò nulla e si sedette davanti allo specchio per truccarsi. La vista di quelle gambe leggermente aperte e di quella schiena inarcata e protesa per meglio controllarare il suo viso mi crearono subito un piacevolissimo eccitamento tanto che , con diverse motivazioni, feci in modo di passare più volte in camera per poterla vedere il più possibile, finché arrivai a sedermi sul letto fingendo una improbabile conversazione. Dopo poco Anna terminò il suo trucco e si diresse verso il guardaroba da dove tirò fuori un completino intimo nuovo tutto di pizzo con slip abbastanza sgambati e reggiseno a balconcino di colore bianco , indosso’ i due indumenti con una calma che a me sembrò interminabile....era bellissima e molto attraente....dopo indosso’ un paio di scarpe chiare con tacco alto ed infine la sorpresa......dal guardaroba uscì il nuovo completo comperato per l’occasione...era chiaro, color verde acqua ed era formato da un abitino con spalline di forma semplice,
completato da una giacchina corta dello stesso colore. Anna indosso’ l’abito e subito mi resi conto che era ben accostato al suo corpo tanto da evidenziarne senza esitazioni le forme bellissime del seno e dei fianchi ma cosa decisamente più sensazionale era più corto di dieci o quindici centimentri rispetto alle sue abituali lunghezze al punto da scoprirle le gambe oltre la meta’ delle sue
cosce....... lei era assolutamente eccezionale ed attraente.
Uscimmo di casa ed io mi avviai verso l’automobile, Anna chiuse il portone e mi raggiunse poco dopo, apri’ la portiera e salendo ci rendemmo conto che per sedersi quell’abitino aveva bisogno di andare ancora un po più su’ scoprendole quasi completamente le gambe. Una volta partito iniziai a farle complimenti ed ogni tanto, non potendone fare a meno, a toccarle le gambe arrivando in più
occasioni a lambirle le mutandine che in più occasioni diventavano visibili senza troppo sforzo. Anna provo’ ad accavallare le gambe ma subito dopo desistette perche’, mi disse, l’abito le tirava troppo e poi scopriva troppo.....rimase cosi’ a gambe unite sedendosi un pochino di lato quasi a cercare di nascondersi solo che non esisteva posizione che la proteggesse adeguatamente.
Imboccai l’autostrada e dopo qualche chilometro ebbi la necessita’ di fermarmi per fare rifornimento nonché per un desiderio di caffe’....che mi assaliva già da qualche minuto.  Mentre arrivavo alla stazione di servizio invitai Anna a scendere con me per prendere qualcosa al bar ma lei mi disse che preferiva attendere in auto, così fermatomi, scesi e chiesi al benzinaio , un ragazzo
bruno che subito mi saluto’ molto cordialmente, di fare il pieno.
Mi diressi verso il bar che si trovava , come spesso accade negli autogrill, a dieci metri dalla pompa di benzina, entrai ed attesi che fosse pronto il caffé che avevo chiesto nel frattempo e mentre iniziai a berlo mi girai quasi a controllare, verso la mia auto sfruttando la vetrata del bar stesso.....vidi l’auto con dentro mia moglie e vidi il benzinaio che con molta solerzia stava nettando i vetri  non mostrando alcuna fretta di finire .
Non volevo credere ai miei occhi ma era proprio vero.......quel ragazzo stava decisamente sbirciando attraverso i vetri....lo si capiva benissimo......io Invece di reagire in qualche modo ( in altre occasioni molto meno palesi di questa avrei dato seguito con azioni non proprio ...razionali alla faccenda), rimasi letteralmente bloccato a guardare, con addosso una strana ma travolgente
eccitazione mai provata prima........cosa stava succedendo? Qualcuno guardava impunemente le cosce di mia moglie ed io ero li fermo a guardare?
Terminai di bere il caffe’ ed uscii incamminandomi verso la macchina, il ragazzo mi venne quasi incontro ed io estrassi i soldi dal mio portafogli facendo finta che nulla fosse successo e guardandomi bene dal far trasparire anche lontanamente che mi fossi accorto della scena. Salii in auto e con lo stesso silenzio di poco prima, misi in moto e partii.  Pur decisamente frastornato e
confuso, capii subito che Anna aveva cambiato umore e che qualcosa era successo, evitai però, per qualche minuto, di parlare anche perche’ non avevo l’idea precisa o le giuste parole per cominciare ma alla fine fu lei a rompere il silenzio chiedendomi se mi fossi accorto di quello che le era successo........avrei voluto per un momento dire di si ma non ne ebbi il coraggio e cosi’ risposi negativamente e le chiesi delucidazioni. Anna inizio’ a dirmi che il ragazzo della stazione di servizio con la scusa di pulire i vetri
dell’auto si era soffermato senza troppo riguardo a guardarle le cosce e che con sicura probabilita’ aveva potuto vedere , vista la posizione privilegiata, anche le mutandine ( preciso che mentre parlava la mia eccitazione era diventata quasi insopportabile ) aggiunse inoltre che il suo imbarazzo era stato ancor più forte vista la impossibilita’ di muoversi o cambiare posizione in quanto , secondo lei, le cose sarebbero peggiorate ed era per questi motivi che aveva, suo malgrado, deciso di rimanere con le gambe unite perche’, aggiunse, il cambiare posizione avrebbe alimentato probabilmente ulteriori sguardi indiscreti. Avrei potuto sopire in quel momento la discussione ma dalle mie labbra uscirono invece parole che avrebbero segnato per noi un nuovo quanto esaltante punto di partenza: infatti dissi ad Anna, con una semplicita’ quasi disarmante, che la cosa non mi sembrava poi cosi’ grave e che in qualche modo sarebbe stato difficile se non impossibile che un altro uomo non avesse notato quelle gambe che uscivano cosi’
imperiosamente da quell’abitino. La sua replica immediata fu quella di tentare ancora una volta di coprirsi meglio le gambe, poi invece mi disse se non era il caso di tornare indietro per indossare un altro capo meno....appariscente (mentre lo diceva tento’ anche di addossare la colpa della eccessiva cortezza dell’abito alla commessa del suo abituale negozio ), ma io, dopo averle messo
una mano sulla coscia , le dissi che tutto sommato poteva andare cosi’e che quell’abitino non mi sembrava poi cosi’ audace anche se in realta’ lo era e come, ma le mie parole sembrarono tranquillizzarla .
Continuai il viaggio guardando magneticamente le sue gambe e ripensando a quello che era successo, ero talmente frastornato che mi ritrovai nella sala dell’hotel dove eravamo stati invitati quasi senza accorgermene, ma fu proprio Anna a svegliarmi.... chiedendomi ancora una volta se stava bene o se era esagerata ed io , dopo averla guardata di nuovo come per controllarla, la esortai a godersi tranquillamente la festa senza problemi. Cio’ che temevo ma che desideravo ardentemente non tardo’ a verificarsi infatti mia moglie fu subito al centro dell’attenzione sia degli uomini che delle donne presenti , queste ultime con occhiate o complimenti diretti ma credo anche con commenti, gli uomini invece iniziarono a girarle attorno in vari modi cercando , vista la presenza delle loro rispettive donne, di godere il più possibile della sua vicinanza, un mio amico invece fece di più tanto che con la scusa di fare foto alla fidanzata, Anna era seduta in quel momento insieme a lei , fece quattro scatti alle due donne sedute spostandosi in diverse posizioni ( dopo qualche giorno ci fece dono solo di una delle quattro foto dicendomi che era l’unica e non sapendo certamente che io invece lo avevo visto , le altre tre io non le ho mai godute ma la mia mente le ha ben impresse come se fosse successo, tanto che diverse volte ho fantasticato del mio amico mentre si masturbava guardando le gambe di mia moglie ), poco dopo Anna fu invitata a ballare ......vi confesso di non aver dimenticato nulla di quel momento.....si trattava di un ritmo di mambo e lei che ama molto ballare, non resistette alla tentazione ma durante ...l’esibizione, per due volte scopri’ le gambe fino a mostrare , anche se per una frazione di secondo, le sue mutandine.
Oramai non riuscivo più a capire cosa mi passasse per la testa, mi sembrava tutto cosi’ strano, travolgente, avrei voluto essere geloso ma non mi riusciva, avrei desiderato Anna con un altro abito non cosi sexy come quello, ma al contempo desiderai che quel vestito fosse ancora più corto anzi ebbi la netta sensazione di desiderare che si spogliasse completamente li’....in mezzo alla
sala, donandosi in pasto a chi, di sicuro, avrebbe fatto qualunque cosa pur di vederla nuda............insomma una cosa era ormai certa.........avevo capito che il piacere che provavo nel vedere mia moglie così vestita in mezzo alla gente, altro non era che l’inizio di un nuovo rapporto tutto da scoprire insieme alla donna che amavo , mi rimaneva pero’ di capire cosa ne pensasse effettivamente lei. Il ritorno , a notte inoltrata, fu dominato dalla mia voglia di parlare con Anna , cosa di cui continuavo ad avere timore, e da una eccitazione che era insostenibile e che prese subito il sopravvento non appena saliti in auto infattti iniziai a toccarle le gambe tanto ammirate, a carezzarla, poi imboccata l’autostrada le chiesi di sfilare le mutandine per meglio poterla toccare, lei lo fece senza batter ciglio sollevandosi il vestito e rimanendo con il suo culo a contatto del sedile, ma io non ero ancora soddisfatto e cosi decisi ,
toccandole la schiena, di tirarle giu’ la chiusura a zip .....le scoprii le spalle e lasciai che l’abito cadesse sui fianchi quindi le dissi di togliersi il reggiseno.....rimase cosi’ nuda completamente con l’abito arrotolato sui fianchi......avrei voluto fermarmi e scoparla invece iniziai a masturbarla trovandola eccitata come poche volte era capitato; lei però spaventata dall’idea che qualcuno potesse vederla  decise di indossare la giacchina , questo permise a me di poterla avere nuda ma più disponibile e tranquilla.
Allargo’ le sue gambe lasciandosi masturbare in un modo talmente coinvolgente che dimenticai completamente il mio precedente desiderio di scoparla, mentre la toccavo lei prese a carezzarsi i seni ma poi all’improvviso si chino’ su di me e dopo avermi slacciato i pantaloni avolse il mio pene con un calore irripetibile.
Arrivammo a casa senza parlare minimamente delgli accadimenti di quella giornata e per diverso tempo ancora , quasi tre mesi,  ci fu tra di noi un silenzio completo come per dimenticare ma che invece si rivelò poi fatto per riflettere meglio....
.....avevamo bisogno di tempo.

 

 

           

 

 

 

 

Sto tornando a casa in moto, mentre piove. Non vedo l'ora di entrare in casa e cambiarmi i vestiti bagnata. A casa c'e' Tania che mi aspetta. E' giovedi, e mi aspetta un lungo fine settimana. Entro, bagnato fradicio. Tania mi saluta dalla cucina. Mi da un bacio veloce, non volendosi avvicinare a me bagnata e freddo come sono. Mi porge un asciugamano scusandosi "Mi spiace non sono potuta passare dalla lavanderia, oggi. Puoi metterti l'accapatoio." Io sorrido pensando che cosi' ci mettero' meno a spogliarmi, dopo. Tania continua a raccontarmi "Oggi io e Karen siamo andate a fare acquisti e abbiamo fatto tardi." "Va bene, " dico io "tanto non devo piu' uscire." Lei sembra esitante, come se avesse un pensiero che non mi vuole dire. "Cose c'e' " chiedo io. "Karen e' rimasta qui." mi dice sottovoce "e' nel salone." Lei e' una nostra cara amica, ma quando e' da noi, di solito rimane fino a molto tardi. Io avevo in mente di passare la serata con Tania vicino al caminetto, noi due soli. Se Karen rimaneva li, non avremmo certo potuto fare cosi'. Ritorno in salone salutando Karen. Lei scherza sul fatto che vuole essere sicura che io sia asciutto prima di baciarmi. Le sue labbra sono invitanti, piene e calde. Quando passo vicino a lei per sedermi sul divano, lei mi da uno schiaffo sul sedere, ridendo. Chiacchieriamo insieme per parecchio tempo di film e altro. Infine il discorso passa sugli appuntamenti e rapporti tra noi. Karen parla dei suoi ultimi uomini che ha avuto e scherza su come facevano l'amore. Questi discorsi mi stanno facendo eccitare, sotto l'accapatoio. Infine Karen chiede a Tania "Non avete caldo?" "Un po' " dice lei "ma sto bene" "Pero' io mi tolgo il maglione." dice Karen Si toglie il maglione e la camicia che porta sotto si alza insieme. Siccome non ha reggiseno io ammiro le sue tette sode. Lei si accorge quando si e' sfilata il maglione e si tira giu' la camicia e io faccio un commento sul suo seno. "Sei allegro?" dice Karen "Beh, hai dato un bello spettacolo, anche se e' durato troppo poco" Anche Tania ammira le sue tette come appaiono sotto la camicia quasi trasparente. Nota i capezzoli scuri che spingono contro la stoffa. Tania racconta come a me piacciano le tette grosse, specialmente i capezzoli grossi che si vedono attraverso i vestiti. Karen replica che a tutti gli uomini piacciono le tette grosse. "Non e' vero " dico io "a me piacciono le tue perche' sono ben fatte." Tania mi chiede se lei mi ha pagato per dire quello "Lo dico da esperto" rispondo "tutte le donne vorrebbero avere le tette grosse, come tutti gli uomini vorrebbero un cazzo grosso." Tania mormora qualcosa a Karen ed entrambe ridono. Si alzano a vanno davanti al caminetto. "Ok " dice Tania come un sfida "chi ha le tette piu' belle?" Insieme, le si sbottonano le camicette insieme, mostrando le tette. "Ummmm " dico "beh, non so, sono le tue piu' belle" Cerco di cambiare soggetto, perche' la mia eccitazione alla visione di quelle due fighe mezze nude, sta aumentando. Tania mi da un'occhiata, commentando che non sono stato onesto. Karen ritorna al sofa dopo essersi slacciata la camicia. Tania passa davanti a me, con le tette dondolanti e i capezzoli eretti. Si siede vicino a Karen. "Non volete coprirvi, ragazze?" chiedo nervosamente. "Fa caldo " dice Tania "perche' ti dispiace lo spettacolo?" e ridono tutte e due. Karen chiede a Tania se non si e' mai rasata i peli del pube per il costume da bagno. Parlano sul fatto di radersi per provarsi i costumi che hanno comprato. Io ho un'erezione tremenda sentendo i loro discorsi. Karen si alza e si slaccia la gonna, facendola scivolare a terra. Sotto non porta niente. Ora e' li, in piedi, tutta nuda, sorridente. "Ecco vedi come sono i miei peli" dice indicando la figa. Tania dice che io non vedo bene. Karen si siede e apre la gambe. "Vedi che ho ancora dei peli qui sotto". Io vedo la sua figa praticamente depilata e le labbra aperte. Vedo l'interno, decisamente bagnato. "Vorrei anch'io essere cosi'" dice Tania "vorresti aiutarmi?" mi chiede. Andiamo tutti verso il bagno, Tania in testa, mentre loro due ridono e fanno battute. Tania si spoglia e si siede sul bordo della vasca. Karen prende la schiuma e il rasoio. Noto che Tania ha i capezzoli ancora piu' turgidi e mi fissa tra le gambe, indovinando il mio cazzo enorme. Karen e' in piedi vicino a me. Io inizio il lavoro di depilatura di Tania. Karen mi apre l'accapatoio, facendolo svivolare in terra. Ora siamo tutti e tre nudi. Con la massima attenzione pulisco da tutti i peli la fregna pulsante. Come finisco sento il respirare pesante di Tania e le sue tette arrossite. Insieme laviamo via la schiuma con dell'acqua calda. Sento le labbra lisce e scivolose. I fianchi di Tania si agitano mentre anche Karen gliela accarezza. Appena Karen tocca il clitoride, Tania salta, ansimando. Poi si osserva allo specchio, ammirandosi, toccandosi. "Sei molto sensibile" dice Karen "Si molto di piu' cosi' " risponde "quasi venivo quandi mi hai toccato il clitoride" Karen prende la schiuma e sedendosi dove era prima Tania dice "Siccome siamo qui, perche' non mi togli anche questi ultimi riccioli?" Tania la fissa, incredula come me. Io la fisso nei suoi occhi marroni, luccicanti. Tania mi incita. Karen si china indietro, aprendosi le labbra. Tania l'aiuta a tenere tesa la pelle. Finisco notando che anche la sua figa e' bagnata, quasi gocciolante. La lavo con l'acqua come ho fatto con Tania. Quest'ultima prende dell'olio e lo versa nelle mani, passandole sulle labbra rasate di Karen. Io mi siedo vedendo che Tania estende il massaggio all'intera figa. Io faccio lo stesso con Tania. Ora le loro fighe sono lubrificate e ben bagnate, non solo dall'olio. Ritorniamo in salotto, loro mostrandosi le loro fregne rasate, ridendo. Scherzando improvvisano una sfilata. Karen fissa il mio cazzo. Tania si avvicina, ancheggiando, mi mette in faccia la figa, ritraendosi appena io mi avvicino. "Adesso tocca a te farti rasare quel bosco che hai sotto" dice mostrandomi un paio di forbici. Io mi sdraio e mi mette un asciugamano sotto. Inizia a tagliare i peli attorno alla mia asta dritta. Karen si siede vicino a me e osserva con attenzione. Io mi sento scoppiare il cazzo, ho voglia che qualcuna di queste due me lo prenda in bocca. Leggendomi nel pensiero, Tania mi prende l'asta e lo muove tra le labbra di Karen. Lo sento entrare nel calore delle sue labbra. Tania intanto continua a radermi. Poi si scambiano i ruoli, Karen mi taglia e Tania lo prende in bocca. Infine andiamo tutti insieme a fare la doccia. Ci insaponiamo a vicenda, e io aprofitto per toccarle insieme e loro non si tirano certo indietro. Le asciugo con attenzione, leccandole poi le fighe ora esposte. Ritorniamo infine in soggiorno, ridendo, eccitati. Tania mi accarezza, facendomi notare la delicatezza della pelle. Mi lecca le palle fino al cazzo e poi lo succhia fino alla cappella. Intanto Karen lavora alla figa di Tania, infilandole un dito dentro e facendo lo stesso con se stessa. Karen e' vicino a me e la raggiungo, leccandole la fessura gocciolante. Ora Tania sta pompando con la mia asta tutta in gola, mentre stimolo Karen che geme. Ma Tania ora reclama la mia lingua. Si scambiano posizione. Karen afferra il mio cazzo luccicante di saliva e lentamente lo infila fino in gola. La sua bocca e' ancora piu' calda di Tania. Tania si china permettendomi di raggiungerla con la lingua. La faccio svivolare sulle labbra, sul clitoride e poi dentro il buco gia' fradicio. Karen estrae il cazzo e apre le gambe, siedendosi sulla mia asta pulsante. Sento la figa fradicia succhiare il mio cazzo fino in fondo mentre lecco la fregna di Tania. Suggerisco di cambiare posizione. Tania si stende sul divano a gambe spalancate, Karen si siede sul bracciolo, sopra la testa di Tania. Io mi sdraio su Tania, infilandola in solo colpo fino in fondo tanto e' bagnata e facendola gridare si piacere. Alzando la testa posso leccare anche Karen, raccogliendo le gocce che escono da lei. Io sbatto Tania mentre lecco il clitoride di Karen. Tania da sotto alza una mano infilando un dito nel culo di Karen. Mi sento quasi venire con quelle due fighe. "No, non venire ancora " geme Tania Ma io infine vengo con una serie di spruzzi mentre sento che anche loro due vengono gridando. Ci riprendiamo e andiamo in camera da letto. Tania bacia me e poi Karen fa lo stesso. Poi loro due si baciano, con la lingua. Si toccano. Il mio cazzo si riprende alla vista di loro due. Si sdraiano e le loro gambe si intrecciano, facendo scivolare le fighe l'una contro l'altra. Tania dice a Karen "Voglio leccarti" "Si" geme l'altra. Tania lecca la tette di Karen, afferrendo i capezzoli tra i denti. Con la mano stimola il clitoride mentre Karen geme e si contorce sotto lei. Io da dietro tengo le mani di Karen sotto le mie ginocchia e lei inarca la schiena rovesciando la testa indietro, in un profondo gemito. Tania si sposta leccando le labbra della figa e passando poi al clitoride. Il tocco della lingua fa gridare Karen che aprendo la bocca mi afferra il cazzo per la cappella. Io prendo le tette di Karen con le mani, stringendo i capezzoli con due dita. Tania infila la lingua nella figa e insieme un dito nel buco del culo. Karen e' in delirio alle sensazioni unite sui capezzoli, sul clitoride e nel culo mentre mi succhia il cazzo. Karen sta per venire quando Tania si ferma e anch'io mi fermo. Karen mi lascia andare il cazzo e ansimando dice "Fatemi venire. Voglio venire. Laccamela." Tania si alza e mi raggiunge baciandomi sendosi sulla faccia di Karen cha la lecca. Poi ritorna alla figa di Karen e io riprendo la mia azione sui suoi capezzoli non dimenticandomi di infilare il cazzo nella bocca avida. Con pochi colpi di lingua Karen inizia a gridare agitando i fianchi e strusciandosi sulla faccia di Tania dl clitoride fino al culo. Io le strizzo con violenza i capezzoli, duri e lunghi, tenednole le braccia bloccate. Il primo orgasmo la fa gridare di piacere, un urlo che viene soffocate dal mio cazzo. I suoni fanno vibrare la mia asta fino alle palle. Tania ed io non smettiamo le stimolazioni, facendole raggiungere il secondo ed il terzo, ancora piu' potente orgasmo. Ora vengo anch'io, riempiendole la bocca di sborra. Karen ai miei spruzzi ha un'altro orgasmo che le fa aprire la bocca. Il mio cazzo scivola fuori ancora spruzzando e ripempiedole la faccia e le tette di sperma. Tania la raggiunge leccandole la faccia e leccandomi il cazzo gocciolante. Ora e' la volta di Tania che chiede a Karen di farla venire. Ripetiamo la scena mettendo Tania di sotto e Karen che la lecca tra le gambe. Io mi siedo sopra Tania come prima ma Tania mi ordina "Mettiti dietri di lei e scopala mentre mi lecca." Io mi alzo e mi metto dietro a Karen e la accarezzo, lei gemendo. Tania e' sdraiata a 69 con Karen. Tania ripete "Dai infilaglielo dentro. Scopala". Io afferro i capezzoli di Karen, enormi, tra il pollice e l'indice, stringendoli. Infilo il mio cazzo di nuovo duro nella figa piu' che fradicia di Karen. Entra in solo colpo facendola gemere tra le labbra della figa di Tania. Io la martello mentre stringo i capezzoli e lei lecca il clitoride. Tania intianto lecca il mio cazzo da sotto mentre entra ed esce. "Scopami daiii Scopami Fammi venire" grida Karen. Tania da sotto cambia, passando a leccare le mie palle e il clitoride di Karen, anche lei gemendo "Scopala, falla venire" Quasi insieme io e Karen veniamo. Sento la figa pulsare e contrarsi mentre io la riempio con una serie di spruzzi. Le nostre grida si confondono. Karen mentre viene chiude i denti sul clitoride di Tania, facendola venire anche lei. Lo sperma che esce dalla figa di Karen, insieme ai suoi succhi scivolano sul viso di Tania, sulle tette fino allo stomaco. Tania prende il mio cazzo dalla figa, facendo uscire un rigagnolo di sborra su di lei. Mi prende in bocca il cazzo mezzo duro e con pochi colpi sulla cappello mi fa venire di nuovo nella sua bocca. Ci stendiamo tutti insieme, distrutti, accarezzandoci e baciandoci. Abbiamo ripetuto in seguito queste prestazioni, sempre noi tre, con molte varianti. Loro due sono diventate amiche piu' che mai, perdendo ogni inibizione appena ci spogliamo. I nostri incontri si sono fatti piu' frequenti e tutti abbiamo imparato a vestirci in modo molto sexy per i nostri incontri.

 

           

 

 

Come tanti mariti ho scoperto che mostrare la mia amata moglie mi eccita da impazzire. E come tanti mariti tutto è iniziato per caso, poichè non mi sarei mai sognato di indurre mia moglie a esibirsi davanti a degli sconosciuti, primo perchè sono molto geloso, secondo perchè la mia compagna è molto riservata e di mentalità un pò bigotta. Ciò premesso ci tengo a dire che mia moglie è una bella donna sulla trentina , alta con un gran bel sedere, di quelli che fanno girare gli uomini. Il nostro rapporto è ottimo, c'è un'intesa a letto perfetta ma non era ancora completa, come se mancasse qualcosa. Io non osavo chiedere cose strane, anche perchè come ho già detto ero molto geloso.Tutto è iniziato un giorno d'estate, una giornata assolata e calda.Quella mattina mia moglie decise di fare un pò di giardinaggio,e munitasi di attrezzi iniziò la sua opera di pulizia delle erbacce. L'abbigliamento era però fuori luogo, aveva un vestitino estivo molto leggero che arrivava alle caviglie senza abbottonatura in vita. In poco tempo si accorse che piegandosi in avanti strisciava nella terra sporcandolo, io naturalmente mi limitavo a guardare e a commentare con battute di spirito, seduto poco distante.Con un gesto che non mi sarei mai aspettato si tirò su il vestito legandolo all'altezza della coscia poco sotto le mutandine,quasi a darmi una risposta alle battute dispirito che continuvo a fargli. In breve mi accorsi che quando si piegava a novanta gradi, come usano fare le donne , quel poco di stoffa che gli copriva il sedere, si alzava lasciando intravedere le mutandine.Già quella fu una scena per me fu molto eccitante e non riuscivo staccare gli occhi da quel culo che rimaneva quasi del tutto scoperto, poichè le mutndine erano entrate notevolmente nel solco delle natiche.
Il mio sguardo si dissolse da quella piacevole immagine, quando mia moglie cambiò posizione e si spostò un metro più in là, anch'io cambiai orizzonte e allora mi accorsi che poco distante c'era un muratore che stava lavorando nella casa accanto alla nostra.Notai che si era fermato per guardare mia moglie nonostante la mia presenza, cambiai posizione, mi alzai e mi portai in linea tra lei e il muratore per accertarmi che non riscisse a vedere nulla. Con mio disappunto invece lo spettacolo che mi si presentò fù ancora migliore di prima, adesso si vedeva molto bene anche il pelo della figa poichè nel muoversi aveva allargato le gambe, notai anche che il lavoratore era in una posizione privilegiata al primo piano. Stavo per richiamare mia moglie a ricomporsi ma mi trattenevo come se il guardone occasionale fossi io: guardavo l'uomo che non riusciva a staccare gli occhi dal culo di mia moglie e notai che si stofinava vistosamente la mano sui pantaloni. Provai allora una sensazione mai avuta, un misto di gelosia e di eccitamento, guardavo il culo della mia dolce mogliettina con mezza figa di fuori e quell'uomo che se avesse avuto l'opportunità certamente le avrebbe fatto un bel servizio. Confesso che mi venne molto duro e dovetti interrompere quella situazione perchè ebbi paura delle conseguenze, solo dopo qualche ora riuscii a mettere a fuoco quello che era accaduto. La sera non vidi l'ora di andare a letto per poter fare l'amore, non riuscii a trattenermi e le dissi quello che era successo la mattina, mia moglie fu per mio stupore interessata alla storia e anche eccitata, mi disse "hai visto che c'è altra gente interessata al mio culo..." quella fù la goccia che fece traboccare il cazzo, e venni.
Nei giorni seguenti pensavo a quell'episodio e mi eccitavo puntualmente, scoprii allora un nuovo lato dell'erotismo a cui non avevo mai pensato prima, con mia moglie facevo cadere l'argomento spesso su quell'episodio provocandola che non ci sarebbe mai riuscita a farlo volutamente.Lei non sopporta di perdere, ed io lo so, e alla prima occasione me lo dimostrò, fu tornando dal mare che colse l'opportunità. Mi fermai a fare benzina e notai lei un pò tesa, dissi al benzinaio di fare benzina, e mi accorsi con la coda dell'occhio che appena l'uomo si allontanò lei si sfilò lo slip in un attimo, rimanendo con la figa bene in vista. Come consuetudine quando c'è una donna in macchina ti puliscono sempre il vetro, e senza ritegno non esitò a far vedere il pelo al fortunato, mi eccitai tantissimo pareva non finire mai quel momento, guardavo l'uomo che non si perdeva un pelo, e mia moglie che ormai aveva allargato le gambe mostrando sicuramente lo spacco della figa.Andando via notai lei un pò in imbarazzo e le dissi che era stata molto brava e che mi era piaciuto molto, mi ringraziò e mi disse che con un pò di coraggio in più lo avrebbe anche rifatto, se mi avesse fatto piacere. Non disdegnò di dirmi che un pò di eccitazione l'aveva provata anche lei, e quel giorno scoprimmo di essere affiatati anche in questo.

 

 

 

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