Dialoghi sul commercio dei grani.

di Ferdinando Galiani


Il commercio del grano di una nazione è strettamente legato all' ubicazione della provincia fertile di grano; ogni minimo cambiamento, come la costruzione di un canale, un nuovo porto ed altro ancora, possono far cambiare l' intero sistema di un grande impero, relativamente al commercio del grano. Se consideriamo due nazioni ugualmente fertili, ugalmente popolate, uguali in tutto tranne che nella dislocazione fisica delle loro province fertili all' interno del regno, i due governi dovranno seguire due sistemi opposti. In un regno non tutte le province sono fertili di grano, quindi quelle fertili dovranno nutrire le altre. Perciò, se la provincia coltivata a grano è nel mezzo del regno, bisogna incoraggiare l' esportazione, se essa è di confine proibirla o modificarla. Questo perchè il grano che deve essere esportato da una provincia centrale del regno, come la Castiglia in Spagna, prima di arrivare ai porti dovrà necessariamente attraversare l' intero paese, e se qualcuna delle province attraversate è in periodo di carestia, il grano si fermerà dove troverà la richiesta e sarà venduto ad un prezzo alto. Nessuno si rifiuterà di vendere il grano ad un buon prezzo all' interno del proprio regno, piuttosto che cercare una fortuna incerta fuori dai confini. Si consideri ora il principio secondo il quale l' alto prezzo del grano non danneggia nè le manifatture nè gli artigiani, poichè nonostante essi paghino il pane più caro, è anche vero che i fittavoli e gli agricoltori avendo venduto meglio il loro grano ed essendo più ricchi, daranno più lavoro e opere. Ciò è in gran parte falso, infatti è meglio arricchire direttamente l' operaio ed egli farà fiorire l' agricoltura. Inoltre il fittavolo non spende in proporzione al proprio arricchimento e la vita semplice di campagna non lo spinge a grandi spese, così egli tenderà ad accumulare denaro e risparmiare. L' artigiano al contrario vive in città e tutto ciò che guadagna lo consuma, lo spende, dando in tal modo più movimento al denaro, alle merci, alle manifatture. In fatto di legislazione di grani, il grano può essere considerato come un prodotto del suolo, e da questo punto di vista facente parte del commercio e della legislatura economica, ma esso deve anche essere considarato come materia di prima necessità nell' ordine civile della società, quindi appartenente alla politica e alla ragione di Stato. 


Gli autori sono: Marco Anelli, Giorgio Tito Baroero, Benedetto Callea, Flavio Grosso, Gianfranco Licari, Luca Tordella.