Liberismo o Laissez-faire (=lasciate fare), in economia, politica di non intervento dello stato nelle attività economiche private. È la dottrina che ravvisa negli elementi tipici del capitalismo – il perseguimento del proprio tornaconto, la concorrenza e le preferenze dei consumatori – le forze trainanti dello sviluppo economico. Nacque alla fine del XVIII secolo come forma di protesta nei confronti della politica di tassazione e controllo delle attività commerciali nota come mercantilismo. Nell'Europa occidentale del XVIII secolo si credeva che l'ordine economico naturale, se lasciato libero da regole e interventi, sarebbe stato in grado di generare il massimo benessere per tutti. I primi economisti francesi, definiti fisiocratici, svilupparono la teoria del laissez-faire quale politica di non-intervento nella sfera dell'attività privata. La teoria fu fatta propria dall'economista scozzese Adam Smith, che giudicava il benessere individuale più importante del potere nazionale. Nella sua opera, Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776), auspicò una politica di libero scambio che lasciasse agire la "mano invisibile" della concorrenza quale regolatrice dell'economia.

Gli autori sono: Marco Anelli, Giorgio Tito Baroero, Benedetto Callea, Flavio Grosso, Gianfranco Licari, Luca Tordella.