Rebirthing ed Eutonia

Quando si guarda un oggetto esso ci appare dal lato in cui lo vediamo, allo stesso modo, 

quando pensiamo ad una cosa la concepiamo in un solo contesto per volta.

 

 

"Niente è giusto o sbagliato, ma è il pensiero che lo rende tale!"

(Skeakespeare)  

 

 

"Chi ti può procurare felicità sei proprio tu con la tua capacità di riconoscerla 

e renderla efficace.

 Impara ad essere grato a te stesso per incominciare ad amarti. 

Solo così potrai amare anche gli altri"

 

 

Rebirthing

Il Rebirthing è una tecnica che insegna ad usare il respiro connesso e consapevole per risolvere i problemi emotivi, l'Eutonia è una ginnastica dolce e lenta, che fa prendere consapevolezza del proprio corpo.

Entrambe le tecniche partono dal presupposto che al momento della nascita il bambino registra nelle sue cellule tutte le emozioni dell'evento e tutto ciò lo accompagnerà per tutta la vita e quello che rimane come blocco energetico viene rivissuto sotto varie forme nel corso della crescita, applicando le due tecniche si impara a riconoscere e accettare questi blocchi lasciandoli andare.

Entrambe hanno lo stesso scopo: risolvere, integrando, quanto di negativo è rimasto impresso nel corpo e nello spirito sia al momento della nascita che durante il percorso di vita.

Il Rebirthing fa entrare in uno stato di consapevolezza profondo per permettere di lasciar andare i blocchi emotivi che irritano. Viene insegnato in 12 sedute a cadenza settimanale, secondo 5 elementi base, che sono illustrati durante il percorso, che si possono sintetizzare in: respiro, rilassamento, consapevolezza del presente, integrazione, sollievo.

L'Eutonia dona una nuova percezione del proprio corpo e permette, con l'esercizio, di muoversi e agire armoniosamente in ogni circostanza, diventando dapprima i direttori d'orchestra della propria vita per poi esserne i compositori. Sono insegnati i principi di base e si può applicare ogni giorno.

Entrambe le tecniche sono nate negli anni '70: il Rebirthing in California per iniziativa di Leonard Orr seguito, nell'ampliamento, da Jim Leonard e Phil Laut e l'Eutonia in Danimarca per iniziativa di Gerda Alexander e diffusa in Italia negli anni ’60 da Medy Obolensky.

 

 

I cambiamenti non si verificano cercando di costringere te stesso a cambiare,

bensì diventando consapevole di ciò che non sta funzionando.

 

EUTONIA

Gerda Alexander, ideatrice dell'Eutonia, è un'educatrice danese, professoressa di educazione ritmica che, per creare questo suo metodo di rilassamento si è ispirata più particolarmente a quello di educazione ritmica di Dalcroze.

Con l'Eutonia si ricerca il movimento più naturale possibile o il più spontaneo. Si tratta di una vera e propria postura pedagogica, che utilizza la coscienza per osservare, in un primo tempo la sensibilità tattile e poi quella percettiva del proprio corpo.

Il paziente è stimolato a osservare il suo corpo: lo scheletro, gli organi, la pelle, è invitato a muoverlo in modo passivo o dinamico e a osservare "il fuori" attraverso il "dentro", prendendo coscienza della superficie terrestre, dei materiali, dello spazio.

Si tratta di integrare lo schema corporale con il vissuto corporale prendendo coscienza della propria ipotonia e ipertonia, sia nella decontrazione che nella contrazione muscolare e delle modificazioni che questi movimenti provocano sulla personalità anche con l’aiuto del respiro continuo e connesso della tecnica di Rebirthing.

Mady Obolensky coreografa ed insegnante la tecnica agli artisti, ha portato l'Eutonia in Italia negli anni '60.

La decontrazione è l'esercizio principale per 'allargare, aprire, permettere di essere' alle nostre facoltà sepolte, dimenticate, non usate (per conoscere il divino).

Quando si è 'fuori' ci si dimentica di come si sta bene quando si è di nuovo 'dentro'. È un arricchimento e un'apertura molto grande.

L'Eutonia offre sbocchi innumerevoli, come i motivi che animano l'individuo e il risultato fondamentale di un lavoro in questa direzione conduce verso un tono armonioso, il “sciolto e naturale”, che dovrebbe essere comune a tutti gli uomini.

Questa tecnica conduce alla strada di una nuova consapevolezza, perché ci si esercita giocando, imitando i giocolieri e gli equilibristi, ci sono esperimenti in rapporto ad oggetti (bastoni, palloni, palline da tennis, sacchetti di legumi, corde) con i quali si crea un rapporto fra il sè e l'esterno, fra una "realtà" caotica e un diverso modo di affrontarla, per scoprire le varie modalità di realizzare un progetto 'difficile' nel modo più semplice. Si scoprono gli elementi essenziali della propria individualità che affiorano in maniera del tutto spontanea.

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