<< Quando finiremo la nostra strada,
Dio ci manchera' ? >>

La potenza di questo concetto ,
fu' sufficiente a drenare
l'inerzia del moto del viaggiatore celeste,
egli si trovo' appesantito da questa spirale dove per uscire
ci sarebbe voluto un meccanismo di risoluzione geniale
ma allo stesso tempo non troppo artificiale.

Il figlio del dolore, si tormentava,
cadde in contraddizione e alla fine sviluppo' il primo
metodo per la soluzione del santo quesito :

1 : Andare alla ricerca del proprio nome
2 : Scontrarsi frontalmente con i propri principi
per confermarne la provenienza
( visto che spesso accettiamo o acquisiamo dei valori
senza salire in superfice )
3: Sapere utilizzare le risorse opportune senza indebolirsi troppo.

Grazie a una sorta di presentimento,
il dolore, seguiva suo figlio,
anche se non era sicuro di cio' che intravedeva
per sommi capi,
ma in ogni caso
tutto cio' sarebbe bastato a potere intervenire in tempo,
in caso di un sovraccarico percettivo.

E qui inizia il viaggio dentro al viaggio
e la ramificazione del percorso ( un maledetto e improvviso rallentamento )
poteva portare con se'
altre soste casuali, e allora la prima cosa che
il figlio del dolore si preoccupo' di fare,
fu' quella di dimostrarsi freddo e impassibile
a cio' che in principio lo turbava,
in seguito si sarebbe riusciti a
scavalcare le stalle addizionali
senza il respiro affannoso
proprio di chi e' sottomira.
E infine ecco,
una voce amica
si avvicina e si fa' riconoscere,
ma subito muore, e lascia il caratere
della mancanza
prima ancora di contribuire al solstizio del figlio del
dolore.

Una porta con un'altra iscrizione ambigua
si presento davanti al tempio del silenzio
che conteneva
il segreto del nome del figlio del dolore.