Istituto di Scuola media sezione di
Gallicchio Via Martiri d'Ungheria,3 85010 Gallicchio tel
0971752083
Classe III G anno scolastico 2002/2003
Progetto "Conoscenza e valorizzazione del
tuo paese"
Docente di lettere: Ins. Domenica Vita
Alunni : Balzano Filippo Balzano Gianluigi Balzano
Luigi Durante Antonia Giordano Alessio Montano Domenico Montemurro
Gabriele Natalina Giammarco Robilotta Cristian Sinisgalli
Davide Sinisgalli Giovanni Sinisgalli Massimiliano Vicino
Francesco Vilella Lucia
collaboratori: ins.Francesco Lotito ins.Francesco Ricciardi
ultima modifica: 14.05.2004
Scuola media Gallicchio
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Via
D'Annunzio
Gabriele
D'Annunzio : Gabriele
D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863,studiò lettere a Roma senza
completare gli studi,ma conducendo una vita sfrenata,con avventure
sentimentali alla ricerca di piaceri raffinati. Scoppiata la I
Guerra mondiale Fu tra i primi e uno dei grandi interventisti più
accesi e all'entrata in guerra combatte onorosamente. Dopo più di
un anno dovette abbandonare per l'intervento del governo italiano.
Morì a Gordano sul Garda nel 1938 nella villa il Vittoriale.
Gabriele D'Annunzio
nasce a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia borghese, che vive
grazie alla ricca eredità dello zio Antonio D'annunzio. Compie gli
studi liceali nel collegio Cicognini di Prato, distinguendosi sia
per la sua condotta indisciplinata che per il suo accanimento nello
studio unito ad una forte smania di primeggiare. Già negli anni di
collegio, con la sua prima raccolta poetica Primo vere,
pubblicata a spese del padre, ottiene un precoce successo, in
seguito al quale inizia a collaborare ai giornali letterari
dell'epoca. Nel 1881, iscrittosi alla facoltà di Lettere, si
trasferisce a Roma, dove, senza portare a termine gli studi
universitari, conduce una vita sontuosa, ricca di amori e avventure.
In breve tempo, collaborando a diversi periodici, sfruttando il
mercato librario e giornalistico e orchestrando intorno alle sue
opere spettacolari iniziative pubblicitarie, il giovane D'Annunzio
diviene figura di primo piano della vita culturale e mondana romana.Dopo il successo di Canto
novo e di Terra vergine (1882), nel 1883 ha grande
risonanza la fuga ed il matrimonio con la duchessina Maria
Hardouin di Gallese, unione da cui nasceranno tre figli, ma che a
causa dei suoi continui tradimenti, durerà solo fino al 1890.
Compone i versi dell' Intermezzo di rime ('83), la cui «inverecondia»
scatena un'accesa polemica; mentre nel 1886 esce la raccolta Isaotta
Guttadàuro ed altre poesie, poi divisa in due parti L'Isottèo
e La Chimera (1890). Ricco di risvolti autobiografici è il
suo primo romanzo Il
piacere (1889), che si colloca al vertice di questa
mondana ed estetizzante giovinezza romana. Nel 1891 assediato dai
creditori si allontana da Roma e si trasferisce insieme all'amico
pittore Francesco Paolo Michetti a Napoli, dove, collaborando ai
giornali locali trascorre due anni di «splendida miseria». La
principessa Maria Gravina Cruyllas abbandona il marito e va a
vivere con il poeta, dal quale ha una figlia. Alla fine del 1893
D'Annunzio è costretto a lasciare, a causa delle difficoltà
economiche, anche Napoli.Ritorna, con la
Gravina e la figlioletta, in Abruzzo, ospite ancora del Michetti.
Nel 1894 pubblica, dopo le raccolte poetiche Le elegie romane
('92) e Il poema paradisiaco ('93) e dopo i romanzi Giovanni
Episcopo ('91) e L'innocente
('92), il suo nuovo romanzo Il trionfo della morte. I suoi
testi inoltre cominciano a circolare anche fuori d'Italia. Nel
1895 esce La vergine delle rocce, il romanzo in cui si
affaccia la teoria del superuomo, che dominerà tutta la sua
produzione successiva. Inizia una relazione con l'attrice Eleonora
Duse, descritta successivamente nel romanzo «veneziano» Il
Fuoco (1900); e avvia una fitta produzione teatrale: Sogno
d'un mattino di primavera ('97), Sogno d'un tramonto
d'autunno, La città morta ('98), La Gioconda
('99), Francesca da Rimini (1901), La figlia di Jorio
(1903). Nel '97 viene eletto deputato, ma nel 1900, opponendosi al
ministero Pelloux, abbandona la Destra e si unisce all'estrema
Sinistra (in seguito non verrà più rieletto). Nel '98 mette fine
al suo legame con la Gravina, da cui ha avuto un altro figlio. Si
stabilisce a Settignano, nei pressi di Firenze, nella villa detta
La Capponcina, dove vive lussuosamente prima assieme alla Duse, e
poi con il suo nuovo amore Alessandra di Rudinì. Intanto escono Le
novelle della Pescara (1902) e i primi tre libri delle Laudi
(1903). Il 1906 è l'anno dell'amore per la contessa Giuseppina
Mancini. Nel 1910 pubblica il romanzo Forse
che sì, forse che no, e per sfuggire ai creditori,
convinto dalla nuova amante Nathalie de Goloubeff, si rifugia in
Francia.Vive allora tra
Parigi e una villa nelle Lande, ad Arcachon, partecipando alla
vita mondana della belle époque internazionale. Compone
opere in francese; al «Corriere della Sera» fa pervenire le
prose Le faville del maglio; scrive la tragedia lirica La
Parisina, musicata da Mascagni, e anche sceneggiature
cinematografiche, come quella per il film Cabiria (1914).
Nel 1912, a celebrazione della guerra di Libia, esce il quarto
libro delle Laudi. Nel 1915, nell'imminenza dello scoppio della
prima guerra mondiale, torna in Italia. Riacquista un ruolo di
primo piano, tenendo accesi discorsi interventistici, e traducendo
nella realtà il mito letterario di una vita inimitabile,
partecipa a varie e ardite imprese belliche, ampiamente
autocelebrate. Durante un incidente aereo viene ferito ad un
occhio. A Venezia, costretto a una lunga convalescenza, scrive il Notturno,
edito nel 1921.Nonostante la
perdita dell'occhio destro, diviene eroe nazionale partecipando a
celebri imprese, quali la beffa di Buccari e il volo nel cielo di
Vienna. Alla fine della guerra, conducendo una violenta battaglia
per l'annessione dell'Italia all'Istria e alla Dalmazia, alla
testa di un gruppo di legionari nel 1919 marcia su Fiume e occupa
la città, instaurandovi una singolare repubblica, la Reggenza
italiana del Carnaro, che il governo Giolitti farà cadere nel
1920. Negli anni dell'avvento del fascismo, nutrendo una certa
diffidenza verso Mussolini e il suo partito, si ritira, celebrato
come eroe nazionale, presso Gardone, sul lago di Garda, nella
villa di Cargnacco, trasformato poi nel museo-mausoleo del
Vittoriale degli Italiani. Qui, pressochè in solitudine,
nonostante gli onori tributatigli dal regime, raccogliendo le
reliquie della sua gloriosa vita, il vecchio esteta trascorre una
malinconica vecchiaia sino alla morte avvenuta il I° marzo 1938.
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