Piazza
Papa Giovanni XXIII
Giovanni XXIII, succeduto a Pio XII ,"il Papa buono" .
"PACEM IN TERRIS"
LETTERA ENCICLICA
DI SUA SANTITA' GIOVANNI XXIII
1. La
Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi,
può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto
dell’ordine stabilito da Dio.I progressi delle scienze e le
invenzioni della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze
che compongono l’universo, regni un ordine stupendo; e attestano
pure la grandezza dell’uomo, che scopre tale ordine e crea gli
strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo
servizio. 2.
Ma i progressi scientifici e le invenzioni tecniche manifestano
innanzitutto la grandezza infinita di Dio che ha creato l’universo
e l’uomo. Ha creato l’universo, profondendo in esso tesori di
sapienza e di bontà, come esclama il Salmista: "O Signore, Dio
nostro, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!" (Sal
8,1). "Quanto sono grandi le opere tue, o Signore! Tu hai fatto
ogni cosa con sapienza"; (Sal 104,24) e ha creato l’uomo
intelligente e libero, a sua immagine e somiglianza, (cf. Gen 1,26)
costituendolo signore dell’universo: "Hai fatto l’uomo -
esclama ancora il Salmista - per poco inferiore agli angeli, lo hai
coronato di gloria e di onore; e lo hai costituito sopra le opere
delle tue mani. Hai posto tutte le cose sotto i suoi piedi" (Sal
8,5-6). 3.
Con l’ordine mirabile dell’universo continua a fare stridente
contrasto il disordine che regna tra gli esseri umani e tra i
popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che
per mezzo della forza.Sennonché il Creatore ha scolpito l’ordine
anche nell’essere degli uomini: ordine che la coscienza rivela e
ingiunge perentoriamente di seguire: "Essi mostrano scritta nei
loro cuori l’opera della legge, testimone la loro coscienza"
(Rm 2,15). Del resto come potrebbe essere diversamente? Ogni opera
di Dio è pure un riflesso della sua infinita sapienza: riflesso
tanto più luminoso quanto più l’opera è posta in alto nella
scala delle perfezioni (cf. Sal 18,8-11). 4.
Una deviazione, nella quale si incorre spesso, sta nel fatto che si
ritiene di poter regolare i rapporti di convivenza tra gli esseri
umani e le rispettive comunità politiche con le stesse leggi che
sono proprie delle forze e degli elementi irrazionali di cui risulta
l’universo; quando invece le leggi con cui vanno regolati gli
accennati rapporti sono di natura diversa, e vanno cercate là dove
Dio le ha scritte, cioè nella natura umana.Sono quelle, infatti, le
leggi che indicano chiaramente come gli uomini devono regolare i
loro vicendevoli rapporti nella convivenza; e come vanno regolati i
rapporti fra i cittadini e le pubbliche autorità all’interno
delle singole comunità politiche; come pure i rapporti fra le
stesse comunità politiche; e quelli fra le singole persone e le
comunità politiche da una parte, e dall’altra la comunità
mondiale, la cui creazione oggi è urgentemente reclamata dalle
esigenze del bene comune universale. 5.
In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il
principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata
di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di
diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e
simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono
perciò universali, inviolabili, inalienabili (cf. Radiomessaggio
natalizio di Pio XII, 1942).Che se poi si considera la dignità
della persona umana alla luce della rivelazione divina, allora essa
apparirà incomparabilmente più grande, poiché gli uomini sono
stati redenti dal sangue di Gesù Cristo, e con la grazia sono
divenuti figli e amici di Dio e costituiti eredi della gloria
eterna. 6.
Ogni essere umano ha il diritto all’esistenza, all’integrità
fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso
tenore di vita, specialmente per quanto riguarda l’alimentazione,
il vestiario, l’abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi
sociali necessari; ed ha quindi il diritto alla sicurezza in caso di
malattia, di invalidità, di vedovanza, di vecchiaia, di
disoccupazione, e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di
sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà (cf. enc.
Divini Redemptoris di Pio XI). 7.
Ogni essere umano ha il diritto al rispetto della sua persona; alla
buona riputazione; alla libertà nella ricerca del vero, nella
manifestazione del pensiero e nella sua diffusione, nel coltivare
l’arte, entro i limiti consentiti dall’ordine morale e dal bene
comune; e ha il diritto all’obiettività nella informazione.
8. Ognuno ha il diritto
di onorare Dio secondo il dettame della retta coscienza; e quindi il
diritto al culto di Dio privato e pubblico. Infatti, come afferma
con chiarezza Lattanzio: "Siamo stati creati allo scopo di
rendere a Dio creatore il giusto onore che gli è dovuto, di
riconoscere lui solo e di seguirlo. Questo è il vincolo di pietà
che a lui ci stringe e a lui ci lega, e dal quale deriva il nome
stesso di religione" (Divinae institutionis, lib. IV, c. 28, 2
PL, 6,535). Ed il nostro predecessore di i. m. Leone XIII cosi si
esprime: "Questa libertà vera e degna dei figli di Dio, che
mantiene alta la dignità dell’uomo, è più forte di qualunque
violenza ed ingiuria, e la Chiesa la reclamò e l’ebbe carissima
ognora. Siffatta libertà rivendicarono con intrepida costanza gli
apostoli, la sancirono con gli scritti gli apologisti, la
consacrarono gran numero di martiri col proprio sangue" (Enc.
Libertas praestantissimum di Leone XIII)....................
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