Via
Silone
Ignazio
Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli, nasce a Pescina, in
provincia dell'Aquila, il 1° maggio del 1900, figlio di una
tessitrice e di un piccolo proprietario terriero. Qualche anno dopo
la morte del padre (1910), egli perde anche un fratello per i
postumi di un incidente e la madre nel terremoto che nel gennaio del
1915 distrugge gran parte della Marsica. Rimasto senza genitori e
senza casa, va ad abitare con la nonna paterna e col fratello più
giovane, Romolo, «nel quartiere più povero e disprezzato» del
paese, dove comincia a frequentare la baracca della Lega dei
contadini.Nel frattempo riprende gli studi classici interrotti a
causa del terremoto. La nonna lo affida al collegio Pio X di Roma,
da cui però, in seguito a un tentativo di fuga, viene espulso.
Successivamente, per diretto interessamento di don Luigi Orione
passa in un convitto di San Remo e poi di Reggio Calabria.Nel
periodo della prima guerra mondiale, precisamente nel 1917, lascia
definitivamente la scuola. Prende parte alle proteste contro
l'entrata in guerra dell'Italia e viene processato e condannato al
pagamento di un'ammenda, per aver capeggiato una violenta
manifestazione contro una baracca dei carabinieri di Pescina.Certamente
tra i 17 e i 18 anni, si trasferisce a Roma, ove s'immerge del tutto
nella lotta politica. Tra il 1919 e il 1921 affronta con vivo
entusiasmo i nuovi impegni: la segreteria dell'Unione socialista
romana, la redazione dell'«Avanti!» e la direzione de «L'Avanguardia»,
il settimanale dei giovani socialisti. Nel 1921 partecipa alla
fondazione del Partito Comunista Italiano come rappresentante della
Gioventù Socialista. Probabilmente a metà del 1922 si trasferisce
a Trieste come redattore del quotidiano «Il Lavoratore».La
collaborazione con «Il Lavoratore» non si protrae oltre il mese di
gennaio del 1923, probabilmente a causa delle grandi difficoltà con
cui il giornale, perseguitato e ripetutamente sequestrato dalla
polizia fascista, è costretto a uscire. Agli inizi di gennaio del
1923, Silone espatria clandestinamente e raggiunge prima Berlino e
poi la Spagna. Tra il 1921 e il 1927, infatti, quale membro della
direzione del Partito Comunista, Ignazio Silone compie varie
missioni sia in Russia sia in diversi Paesi d'Europa, subendo tra
l'altro il carcere in Spagna e in Francia, con l'accusa di
sovversivismo.Nel maggio del 1927 si reca insieme con Togliatti a
Mosca, dove partecipa a una riunione dell'Esecutivo
dell'Internazionale comunista, presieduta da Stalin. D'accordo con
Togliatti, Silone si oppone all'espulsione di Trotzki e Zinovieff.In
questi anni comincia a profilarsi la crisi che in seguito lo condurrà
a staccarsi totalmente dal comunismo. Mentre progressivamente si
rende conto degli oscuri intrighi della politica staliniana e prende
atto di «ambiguità e reticenze» dei suoi compagni di partito di
fronte all'Esecutivo di Mosca, si rifugia prima in Francia e poi in
Svizzera, dove svolge un'intensa attività come responsabile
dell'Ufficio Stampa e propaganda. Dopo la guerra assume un ruolo
politico attivo come deputato socialista alla costituente e
diviene direttone dell'AVANTI . Il
22 agosto del 1978, dopo una lunga malattia, Ignazio Silone muore in
una clinica di Ginevra. Viene sepolto a Pescina, «ai piedi del
vecchio campanile di San Bernardo», secondo il desiderio espresso
nelle sue disposizioni testamentarie.
|