ARTERIOSCLEROSI

Endotelio 

 

 

 

 

 


La parola chiave dell'arteriosclerosi è "endotelio", la sottile e delicata pellicola che riveste la parete interna dei vasi sanguigni ed è a diretto contatto con il flusso ematico.
  E' grazie alle sue caratteristiche che il sangue resta fluido e non coagula come quando fuoriesce da una ferita. L'arteriosclerosi ha inizio quando l'endotelio viene, in qualche modo, danneggiato. Accade, allora, che i grassi contenuti nel sangue s'infiltrano tra l'endotelio e lo strato sottostante e, nello stesso tempo, l'endotelio perde la capacità di mantenere fluido il sangue. Così, alcune sostanze presenti nel sangue cominciano a depositarsi in quel punto e danno l'avvio al processo che porterà alla formazione della "placca", che è un indurimento circoscritto della parete del vaso. Una volta formatasi, la placca tende ad accrescersi all'interno del vaso e a restringerne progressivamente il calibro, riducendo, di conseguenza, l'apporto di sangue, ossigeno e sostanze indispensabili alla vita di quei tessuti che l'arteria deve nutrire. Può accadere inoltre, che una placca, se particolarmente molle, si rompa ed i suoi frammenti "embolizzino", cioè, trasportati dal sangue, vanno a chiudere i piccoli vasi situati più lontano.

L'estensione della malattia arteriosclerotica può essere molto varia, da poche e isolate placche, sino alle forme più gravi, nelle quali tutto l'endotelio è in pratica sostituito da placche irregolari e la parete arteriosa divenuta dura, perde la sua naturale elasticità.

Perché si formano le placche?

Le vere cause dell'arteriosclerosi non sono del tutto chiare. Sappiamo tuttavia che ci sono dei fattori che aumentano il rischio di contrarre la malattia.

1.

L'età avanzata ed il sesso maschile.Le donne ne sono colpite in misura minore e solo dopo la menopausa.

2.

La familiarità; cioè l'aver parenti prossimi che hanno sofferto della malattia aterosclerotica in età precoce (nei maschi <55 anni, nelle femmine <65 anni)

3.

La dieta ricca di grassi, specie d'origine animale.

4.

Il fumo di sigaretta.

5.

Livelli elevati di Trigliceridi e Colesterolo.

6.

La scarsa attività fisica.

7.

L'eccessivo consumo d'alcool.

8.

L'obesità.

9.

Il diabete.

10.

L'aumento della pressione arteriosa.

11.

L'essere esposto a frequenti "stress".

 

 

Tutti questi fattori sono, come si dice con termine medico, "indipendenti", agiscono cioè autonomamente l'uno dall'altro e, perciò, quando sono presenti più fattori, i loro effetti si sommano ed il rischio aumenta in proporzione.

Quali sono i sintomi dell'arteriosclerosi?

L'arteriosclerosi non dà alcun disturbo. La malattia evolve in modo silente e dà segno di sé solo quando si verificano le complicanze. Queste sono causate da una notevole riduzione del flusso di sangue, per l'accrescimento della placca che finisce per occupare gran parte del vaso, o dalla sua frammentazione ed "embolizzazione" o dalla "trombosi", cioè dall'improvvisa coagulazione del sangue in corrispondenza di una placca, che determina l'improvvisa l'occlusione dell'arteria.

Le placche

Quando questi fatti accadono, il flusso di sangue e d'ossigeno ai tessuti, si riduce in modo drammatico. Questa condizione si chiama ischemia ed è causa di dolore intenso ed altri gravi conseguenze che dipendono dalle arterie interessate:

Se sono interessate le arterie che nutrono il cuore, si parla di malattia coronaria, che provoca dolore toracico (angina) e l’infarto.

Se ad essere interessate sono le arterie che nutrono il cervello, si può avere un attacco ischemico transitorio (TIA) o un ictus vero e proprio con paralisi persistenti.

Quando sono colpite le arterie che irrorano gli arti inferiori, si ha un dolore intermittente alle gambe durante la marcia che può aggravarsi sino alla gangrena delle gambe.

Va detto, però, che tutte le arterie possono ammalarsi: quelle che irrorano i reni, l'intestino, e molte altre ancora.

L'arteriosclerosi può essere curata.

La prevenzione

Non c'è alcun dubbio che il migliore strumento di difesa che abbiamo contro l'arteriosclerosi sia la prevenzione, poiché una volta che la malattia si è stabilita, al più possiamo tentare di rallentarne l'evoluzione. Gli studi per far regredire le placche sono stati coronati da scarsi successi, anche se abbiamo avuto, in questi pazienti, buoni risultati nel ridurre l'incidenza delle complicanze, come l'infarto e l'ictus cerebrale.

Sfortunatamente non possiamo fare niente per modificare la nostra familiarità, l'età ed il sesso, ma molto si può fare per cambiare il nostro modo di vivere.
Le persone che non fumano, fanno attività fisica, mantengono il peso ideale, tengono sotto controllo la pressione, il tasso di colesterolo nel sangue e la glicemia, hanno un numero molto minore d'eventi cardiovascolari sfavorevoli.

Smettere di fumare riduce rapidamente il rischio d'infarto o ictus. Dopo un anno dall'interruzione del vizio del fumo il rischio è uguale a quello di chi non ha mai fumato. Fare attività fisica lo riduce del 45% e mantenere un peso-forma del 55%. Abbassare il colesterolo fa calare il rischio d'eventi vascolari del 2% per ogni punto di colesterolo in meno. Le raccomandazioni nazionali sono di tenerlo sotto i 200 mg/dl.

Il colesterolo è una sostanza grassa che circola nel sangue trasportata da particolari proteine. Di questi le più importanti sono le LDL e le HDL. Quando le LDL sono in eccesso, il rischio è alto. Al contrario, quando le HDL, il cosiddetto colesterolo buono, sono abbondanti, il rischio vascolare si abbassa perché queste hanno la funzione di "ripulire" le arterie: si caricano del colesterolo in eccesso presente nel sangue e lo trasportano al fegato dove è eliminato (vedi: metabolismo dei lipidi).
Alcuni individui, specie gli obesi, presentano un aumento spiccato dei trigliceridi, un altro tipo di grassi che circola nel sangue. Anche questi grassi possono contribuire all'arteriosclerosi.
Il miglior modo per ridurre il livello di colesterolo nel sangue è di preferire cibi a basso contenuto di grassi, soprattutto di quelli cosiddetti saturi. A tal fine occorre preferire la frutta, i vegetali, e i cibi contenenti cereali interi ad alto contenuto d'amido e fibre ed evitare i grassi d'origine animale.
Una dieta corretta rappresenta, perciò, il modo migliore per tenere sotto controllo il colesterolo, i trigliceridi, la glicemia e la pressione del sangue.

I farmaci.

La terapia farmacologica dell'eccesso di grassi nel sangue deve essere un complemento e non un sostituto della dieta, del controllo del peso e dell'esercizio fisico.
In altre parole, la terapia farmacologica va riservata ai pazienti che rimangono ad alto rischio pur avendo attuato tutti gli sforzi per normalizzare i livelli dei grassi mediante l'intervento dietetico e altri cambiamenti dello stile di vita. Non bisogna dimenticare, infatti, che i farmaci possono avere effetti avversi, anche in considerazione del fatto che il trattamento, di solito, deve essere continuato per tutta la vita, cosa che comporta, oltre tutto, costi elevati.
Poiché il colesterolo gioca un ruolo importante nella malattia arteriosclerotica la disponibilità di farmaci in grado di abbassare il livello di colesterolo nel sangue ci ha dato un'arma molto efficace per contrastare l'evoluzione dell'arteriosclerosi e, persino, per tentare di far rimpicciolire le placche.

Le statine (simvastatina, pravastatina, lovastatina, fluvastatina) sono molto efficaci nel rimuovere l'eccesso di colesterolo e trigliceridi dal sangue e, inoltre, aumentano il tasso di colesterolo buono.

I fibrati (clofibrato, gemfibrozil, benzafibrato, simfibrato, fenofibrato) sono farmaci, molto efficaci nel rimuovere l'eccesso di trigliceridi dal sangue e possono essere utilizzati, anche, in associazione con altri farmaci nel trattamento delle "dislipidemie miste", cioè di quelle condizioni in cui c'è un aumento sia dei trigliceridi sia del colesterolo. Il loro impiego in associazione alle statine deve essere considerato con molta prudenza per il pericolo di rabdomiolisi, cioè di danni ai muscoli.

Le resine (colestiramina, colestipolum, probucolo) sono sostanze che abbassano i livelli di colesterolo perché si legano ad esso nell'intestino, riducendone l'assorbimento. Si assumono assieme agli alimenti e non sono assorbite dall'organismo.

L'acido nicotinico o niacina è un derivato vitaminico ed è il farmaco di prima scelta per rimuovere l'eccesso di trigliceridi nel sangue.

Gli antiossidanti bloccano i radicali liberi ed impediscono l'ossidazione del colesterolo LDL, che ha un ruolo fondamentale nella formazione della placca.

Gli acidi grassi insaturi hanno un'azione antiaterosclerotica, antinfiammatoria ed antitrombotica. Gli studi hanno dimostrato che una dieta a base di pesce e d'acidi grassi polinsaturi omega-3 è associata ad un ridotto rischio d'infarto. Lo studio delle diete della popolazione eschimese e occidentale ha messo in evidenza che il consumo d'acidi grassi essenziali Omega-3 permette di rimuovere il colesterolo in eccesso e ridurre i livelli ematici di trigliceridi.

L'aspirina, infine, somministrata per lunghi periodi a piccole dosi giornaliere, riduce la capacità delle piastrine di aggregarsi tra loro, riducendo il rischio di una trombosi su placca. L'aspirina è ampiamente usata per prevenire infarto e ictus.

E' chiaro, tuttavia, che la maggior parte delle persone non avrà alcuna necessità di ricorrere ad una terapia farmacologica, se si sforzerà di seguire quelle misure di prevenzione che, da sole, consentono di mantenerci in salute ed in piena forma.