COSA SI FUMA
Le sostanze che si
aspirano dalle sigarette sono parecchie e ognuna di queste causa danni più o
meno gravi al nostro organismo.
Il tabacco e il fumo, un
po' di storia ...
E' una pianta originaria del Sud
America, importata in Europa in tempi antichi, probabilmente nel periodo delle
prime spedizioni spagnole nel Nuovo Mondo. Alla stessa famiglia appartengono
anche piante di uso comune come il pomodoro, la patata, il peperone e la
melanzana. All'inizio del XVI secolo, periodo in cui il tabacco venne
introdotto in Spagna e in Portogallo, veniva considerato una pianta con potere
medicinale e il concetto rimase inalterato nel corso degli anni, fino a quando
non si incominciarono a conoscere i suoi effetti pericolosi per la salute.
In un primo tempo si fumava la pipa, in seguito il sigaro e nella seconda metà
dell'ottocento arrivò la sigaretta che si afferma in modo definitivo in Europa.
Per lunghi anni non si valutarono gli effetti del tabagismo, anzi se ne
lodavano gli effetti benefici e medicinali e solo lentamente, verso la fine del
seicento, si incominciò a considerare il fumo come un pericolo per la salute
delle persone.
Occorse molto tempo per stabilire il reale danno procurato dalle sigarette e
dai suoi componenti, anche perché i sintomi immediati come la tosse e
l'espettorato vennero inizialmente sottovalutati e poco considerati, ma
purtroppo i riscontri della reale pericolosità aumentarono con il tempo fino ad
arrivare ad avere i primi dati scientifici e seri, per esempio quelli sul
rapporto esistente tra il fumo e il cancro ai polmoni. Molti studi sono stati
fatti in seguito sul tabacco, mirati tutti a conoscere a fondo la sostanza e i
suoi componenti per poter capire meglio gli effetti nel tempo.
Cosa c'è nel fumo
Per le sigarette vengono utilizzate
le foglie del tabacco essiccate e trattate con diversi additivi aromatici che
ne migliorano il sapore; oggi si utilizzano miscele composte da diversi tipi di
tabacco e da altri ingredienti tenuti nascosti dai produttori. Quando il fumatore "tira", inspira direttamente il fumo
prodotto dal tabacco che brucia, il quale agisce su labbra, cavità orale, gola,
trachea; inoltre bisogna considerare il fumo prodotto dalla trasformazione
della sigaretta in brace che, attraverso il naso, raggiunge anch'esso la
trachea dove si concentrano i due tipi di fumo. Dalla
combustione del tabacco e della carta che lo avvolge si sviluppa un fumo
contenente 4.000 sostanze diverse delle quali 40 considerate cancerogene.
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Il fumo contiene sostanze irritanti come l'acido cianidrico, l'acroleina, la formaldeide, l'ammoniaca, il monossido di carbonio e l'acido prussico, immediatamente dannose per l'apparato respiratorio. La loro azione si esplica specialmente sulla mucosa di rivestimento dei bronchi e particolarmente su quelle cellule provviste di ciglia deputate alla pulizia che impediscono l'entrata nel polmone alle polveri, ai germi e alle sostanze tossiche in genere. Vengono così ostacolati i meccanismi di difesa dei polmoni, si favoriscono infezioni perché gli organi sono più esposti e indeboliti; se l'azione irritante continua, viene alterato anche il normale processo di rinnovamento cellulare dei polmoni. La continua azione irritante del fumo finisce per provocare la tosse, un'eccessiva secrezione di muco e, con il passare del tempo, anche patologie come la bronchite cronica e l'enfisema polmonare. Il primo sintomo di questi effetti dannosi sono proprio la tosse e il catarro che il fumatore accusa preferibilmente al mattino. |
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Il fumo delle sigarette contiene anche 24 metalli tra i quali il cadmio che nel sangue dei fumatori è da 3 a 4 volte superiore rispetto ai non fumatori. |
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Altra presenza pericolosa è quella rappresentata dal benzolo, che nuoce specialmente agli organi emopoietici e può essere quindi causa di leucemie. |
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Altro costituente della parte corpuscolata è il catrame, composto a sua volta da centinaia di sostanze di sicuro effetto cancerogeno sull'apparato respiratorio, sul cavo orale, sulla gola e sulle corde vocali; tra le sostanze, comprese sotto il nome di catrame, le più pericolose sono il benzopirene e gli idrocarburi aromatici capaci di attraversare la placenta e di causare effetti tossici cumulativi. Immediato risultato del catrame è il colore giallo dei denti, il gusto di amaro in bocca e l'irritazione alle vie respiratorie. |
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Il monossido di carbonio (CO) si sprigiona dalla sigaretta accesa e viene immesso nei polmoni con la respirazione, "bloccando" l'emoglobina del sangue in una percentuale persino del 15% nel forte fumatore, riducendo la possibilità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti: la capacità del monossido di carbonio di legare l'emoglobina è infatti 325 volte superiore a quella dell'ossigeno. Il risultato di questo è che i tessuti sono parzialmente privati di ossigeno e il cuore deve lavorare con un impegno maggiore; si ha una degenerazione adiposa dei vasi e la loro calcificazione, la pelle invecchia precocemente, i capelli sono più deboli e il rendimento fisico cala. |
Il filtro della sigaretta
può parzialmente ridurre la quantità delle sostanze che arrivano nelle vie
respiratorie, ma certo non è in grado do eliminarle: gli esperti raccomandano
infatti di fumare la sigarette fino a un massimo di 2/3 perché le prime
boccate sono meno dannose grazie al fatto che il filtro e il tabacco assorbono
la nicotina e il catrame. Nella parte finale della sigaretta il tabacco, che
viene inalato e fumato, è così saturo di nicotina e di altri composti chimici
da inondare le pareti polmonari con catrame liquido in una quantità tale da
causare secrezioni maggiori che quelle avute durante il fumo degli altri 2/3 di
sigaretta.
La nicotina
Sicuramente l'elemento che
maggiormente determina assuefazione e che fa del fumo una delle
tossicodipendenze più pericolose è la nicotina contenuta nella sigaretta: è un
forte alcaloide naturale presente nelle foglie del tabacco con una percentuale
di concentrazione compresa tra 2 e 8%, quantità questa non particolarmente
tossica anche grazie al fatto che la sostanza viene eliminata rapidamente dal
fegato.
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Dopo l'effetto eccitante iniziale, provocato dal rilascio di altri
neurotrasmettitori, come ad esempio l'adrenalina, che danno come una sferzata alla mente e al corpo fornendo l'impressione
di un potenziamento fisico e mentale, subentra un secondo momento di
depressione che spinge ad accendere nuovamente una sigaretta e ad aumentare la
dose di fumo per mantenere costante il livello di nicotina nell'organismo:
questo crea la dipendenza da nicotina. Il fumatore accanito, infatti,
arriva ad accendere una sigaretta ogni 15/30 minuti, perché proprio questo è il
lasso di tempo occorrente per eliminare la dose di nicotina di una sigaretta.
La nicotina è anche responsabile della diminuzione dello stimolo della fame e
del calo ponderale che spesso si determina nei fumatori .
Il problema della
dipendenza diventa molto grave quando si vuole smettere di fumare, perché in
questo caso si manifesta una vera crisi di astinenza con una
sintomatologia caratterizzata da voglia irrefrenabile di fumare, irritabilità,
aumento dell'appetito e difficoltà a dormire. Questi sintomi si manifestano
velocemente, dopo poche ore di sospensione dal fumo, raggiungono la massima
intensità nei giorni successivi e generalmente durano per circa 4 settimane. Il
rischio è l'instaurarsi di un circolo vizioso che inizia con la ricerca di
sensazioni piacevoli e stimolanti attraverso il fumo, mantenute tali
dall'effetto della nicotina e finisce con il consumo continuato ed eccessivo di
sigarette per riuscire ad annullare i sintomi di astinenza. La dipendenza da
nicotina non è molto dissimile da quella ottenuta con l'uso di altre droghe,
come la cocaina o le anfetamine: sembra che la nicotina abbia persino un
maggior potere di indurre alla dipendenza di quanto ne abbiano altre sostanze,
tanto che ultimamente è stata dichiarata droga a tutti gli effetti. La
dipendenza psicologica, variabile da un individuo all'altro, si aggiunge e
peggiora quella fisica.
I produttori di sigarette erano a conoscenza della capacità della nicotina di
generare dipendenza, ma hanno tenuto nascosti i dati delle loro ricerche con
molta attenzione, perciò oggi si pensa che la scelta di non informare l'utente
sui rischi fosse stimolata proprio da questa proprietà della sostanza che ha reso
dipendenti dal fumo e quindi compratori di sigarette milioni di persone. Dal
1990 esistono leggi che regolano il contenuto di nicotina e ne limitano in 1,2
mg. la quantità massima possibile per sigaretta.