IL GINOCCHIO |
TRAUMATOLOGIA DELLO SCI
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Femore, tibia e rotula sono le tre ossa che formano lo
scheletro dell'articolazione del ginocchio la cui complessità anatomica è
direttamente proporzionale alla complessità dei movimenti che esso compie.
All'interno del ginocchio, interposti tra tibia e femore, esistono i menischi,
strutture elastiche con funzione ammortizzatrice tra i due capi ossei; i legamenti
crociati, anteriore e posteriore, si tendono tra il femore e la tibia con
la funzione di stabilizzare i due capi ossei evitando lo
"slittamento" di uno rispetto all'altro durante il movimento.
All'esterno dell'articolazione, ma intimamente connessi con la capsula
articolare, vi sono i legamenti collaterali, mediale e laterale, tesi
dal femore alla tibia con la funzione di "contenere" il ginocchio nei
movimenti di lateralità. La rotula a sua volta, nei movimenti di scorrimento
durante la flesso estensione è mantenuta in sede anche dall'azione dei
legamenti alari, mediale e laterale, che corrono rispettivamente dal margine
interno della rotula al femore e dal margine esterno rotuleo al femore.
Ognuna di queste strutture,
da sola od associata ad altre, può venire interessata da un trauma da sci.
Le superfici articolari di rotula tibia e femore, in una caduta od in uno
scontro con altro sciatore, possono riportare una contusione alla superficie
articolare, con lesione della cartilagine articolare (frattura o microfrattura
condrale).
La patologia che ne segue è solitamente assai fastidiosa, per il dolore al
carico, e frustrante poiché viene difficilmente riconosciuta.
Lesioni al menisco, soprattutto il mediale, sono evenienze tutt'altro che rare
nello sciatore e solitamente provocate da un movimento di flessione del
ginocchio associato a rotazione del piede indotto dal gesto atletico o da un
malfunzionamento degli attacchi durante una caduta.
La terapia delle
lacerazioni meniscali è chirurgica.
In base al tipo di lesione meniscale verrà praticata la sutura della lesione
o l'asportazione della parte meniscale lesionata. Solitamente
l'intervento viene praticato in artroscopia, ovvero mediante strumenti che
consentono al chirurgo di esplorare ed agire all'interno dell'articolazione
mediante piccole incisioni cutanee che fungono da "porte di ingresso"
nel ginocchio alla telecamera ed agli attrezzi chirurgici.
La ripresa, in caso di semplice lesione meniscale in
individuo in buone condizioni, è mediamente di 6-8 settimane avendo cura di
eseguire un corretto programma fisiokinesiterapico nel post operatorio.
La lesione dei legamenti crociati, più frequentemente l'anteriore, si verifica
quando l'articolazione viene sollecitata in modo abnorme tendendo il legamento
o in iperestensione di ginocchio o in flessione-torsione dello stesso con
pulsione anteriore o posteriore della tibia rispetto al femore.
La lesione dei crociati viene classificata in diversi gradi in base alla
gravità di compromissione delle fibre legamentose; solitamente proposta in caso
di rottura totale o di grave insufficienza legamentosa, la ricostruzione chirurgica
del legamento può essere eseguita con diverse metodiche in base alle
convinzioni ed esperienza del chirurgo. I tempi di recupero all'attività fisica
sono usualmente di 10-12 settimane.
Il legamento collaterale mediale, la cui funzione meccanica è la
stabilizzazione del ginocchio al suo lato "interno" durante il
movimento, viene solitamente leso per una spinta laterale al ginocchio con
piede fisso a terra. E' il caso dello sciatore che cade in avanti senza che si
sgancino gli sci finendo a terra in posizione "a rana". Come per il
crociato la terapia è guidata dal grado di compromissione dei fasci
legamentosi, riservando la terapia cruenta alle rottura completa del legamento.
La ripresa, dopo terapia chirurgica, è sovrapponibile a quella del crociato.
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Distorsione di 1° grado |
Distorsione di 2° grado |
Distorsione di 3° grado |