INFLUENZA "SOSIA" |
Influenze e Sindromi
parainfluenzali (influenze sosia)
La sindrome Parainfluenzale è una
malattia infettiva, come la comune influenza, che colpisce l’apparato
respiratorio con sintomi simili ad essa, ma con eziologia diversa.
L’agente
infettante può essere un virus, ma di genere diverso. I virus sono
responsabili del 50 % circa delle infezioni respiratorie acute. Il virus
influenzale appartiene alla famiglia degli Ortomixovirus, mentre i virus
parainfluenzali appartengono ad una famiglia diversa, quella dei Paramixovirus.
Esistono diversi tipi di virus parainfluenzali che si possono distinguere
sierologicamente ed entrambi provocano infezioni del tratto respiratorio che
assomigliano al comune raffreddore o all’influenza. Negli adulti danno sintomi
più blandi e confinate al tratto respiratorio superiore, come nel caso del
comune raffreddore. Sono invece più gravi nei bambini piccoli, perché
colpiscono anche il tratto respiratorio inferiore (cioè l’infezione può
diffondersi al polmone), la cui manifestazione più pericolosa è la
laringo-tracheo-bronchite acuta con grave ostruzione delle vie respiratorie.
Tra i virus parainfluenzali ricordiamo il Virus Respiratorio
Sinciziale, che segnaliamo perché nei neonati è la causa più importante di
gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore. Non esistono attualmente
vaccini contro i virus parainfluenzali.
L’apparato
respiratorio viene però colpito anche da altre famiglie di virus (adenovirus,
picornavirus, coronavirus, reovirus, herpesvirus), da batteri e altri
microorganismi, come la Clamidia e il Micoplasma. Questi ultimi, sebbene siano
in grado di provocare dei sintomi simil-influenzali, in genere si sovrappongono
alle infezioni virali provocando polmoniti, soprattutto in pazienti
immunodepressi (cioè in pazienti con una particolare suscettibilità a prendere
infezioni, ad esempio a causa di patologie croniche). Tutti i virus si
propagano per via aerea ed è facile quindi la trasmissione in ambienti chiusi.
L'Influenza.
L’influenza
viene provocata da tre virus influenzali: A, B, C (quest’ultimo raramente
colpisce l’uomo) e dalle loro varianti. La caratteristica che contraddistingue
i virus influenzale è la loro instabilità genetica con conseguenti variazioni.
L’influenza ha normalmente un andamento benigno e la malattia tende a
risolversi spontaneamente con il riposo. In alcuni casi, per anziani e persone
affette da patologie croniche, può diventare pericolosa fino ad essere causa di
morte, perciò per questi soggetti si consiglia la vaccinazione.
L’
Organizzazione Mondiale della Sanità monitorizza la circolazione dei virus per
isolare e prevedere annualmente il tipo di ceppo virale e preparare in tal modo
il vaccino, che a tuttora viene considerato il migliore strumento per fare
prevenzione (efficacia pari al 70 %).
Quali sono le categorie
a rischio?
Come già
detto nelle sindromi parainfluenzali, tutte le persone affette da
patologie croniche, in particolare dell’apparato respiratorio come gli asmatici
e i bronchitici cronici, sono categorie a rischio per le importanti
ripercussioni che l'infezione virale può avere sull'organismo (ad esempio la
crisi d'asma che richiede un trattamento d'urgenza). Gli anziani sono
considerati una categoria a rischio non tanto per la suscettibilità
all'infezione virale, ma per le possibili complicazioni. Ricordo che
per anziano si intende una persona di età superiore a 65 anni.
L’influenza,
come tutte le infezioni respiratorie acute, provoca un grande numero di
affezioni che comprendono il raffreddore, la faringite, la laringite, la
tracheite, la bronchite e la polmonite. Però la sindrome influenzale compare
durante il periodo invernale, ha una evoluzione tendenzialmente benigna e che
nell’arco di una settimana si risolve, ad eccezione delle categorie sopra
menzionate. La diagnosi di certezza, comunque, può essere fatta solo
identificando il virus in laboratorio. Il virus può essere isolato mediante
tamponi faringei o mediante l’esame dell’escreato o dell’espettorato. Ciò non
viene comunemente eseguito per l’alto costo; d'altra parte questa ricerca
risulterebbe, a livello pratico, inutile in quanto tutte le infezioni
virali si curano con farmaci sintomatici, cioè farmaci che limitano i sintomi
ma non agiscono direttamente sui virus. Esistono delle sostanze che agiscono
contro il virus A (in Italia è presente solo l’Amantadina), ma la loro
efficacia è limitata per la presenza di ceppi virali resistenti.
La diagnosi
E' sempre clinica e si basa
sulla presenza di alcuni disturbi:
|
febbre
superiore a 38 gradi centigradi |
|
malessere
generalizzato, con dolori osteoarticolari, molta stanchezza, diminuzione
dell’appetito |
|
vari
sintomi respiratori come il comune raffreddore, la tosse stizzosa, mal di
gola |
E’
necessario un periodo di convalescenza di circa una settimana prima di
ritornare in perfetta forma fisica. Come ho detto per le sindromi
parainfluenzali, i neonati e i bambini possono essere colpiti in maniera
diversa e più importante.
Dal
mese di Ottobre si parla dell’arrivo dell’influenza di quest’anno. Il virus
responsabile è stato finora isolato in Gran Bretagna, Belgio, e Francia. Il
nuovo vaccino conterrà tre ceppi di virus : A/MOSCA/10/99 (H3N2), A/NUOVA
CALEDONIA/20/99 (H1N1), B/BEIJING/184/93. Si consiglia di vaccinarsi entro
il mese di Dicembre.
Terapie e misure
preventive.
Si
ricordano ancora che la terapia contro tutte le infezioni virali, sia che si
tratti di virus dell'influenza che virus parainfluenzali, consiste nel riposo,
dando tempo all’organismo di rispondere naturalmente. Se queste infezioni
vengono trascurate, come nel caso di un paziente che continua a lavorare,
l’organismo rischia di indebolirsi con sovrapposizione di altre malattie
infettive, sia di natura virale che batteriche.
Si
ricordano come misure preventive quelle di areare l’ambiente, di mantenere
delle temperature non superiori ai 25 gradi centigradi, perché ciò secca le vie
respiratorie, di umidificare l’ambiente e di eliminare abitudini dannose
per le vie respiratorie come il fumo. Può essere un valido aiuto assumere la
vitamina C, preferibilmente attraverso gli alimenti come la spremuta di agrumi.
Farmaci Antivirali
Si è gia parlato dell'Amantadina, farmaco antivirale
che agisce solo sull’influenza di tipo A, in uso negli Stati Uniti già dal
1966. Questo farmaco può avere effetti indesiderati a carico del sistema
nervoso centrale e dell’apparato gastrointestinale. Se ne sconsiglia l’uso in
pazienti che abbiano sofferto di attacchi epilettici per la possibilità di
attacchi concomitanti.
Richiede un aggiustamento della posologia in pazienti
affetti da insufficienza renale. Infine si è segnalata resistenza virale, cioè
si selezionano ceppi di virus più difficili da trattare.
Recentemente sono stati selezionati dei farmaci antivirali
che agiscono sia contro l’influenza di tipo A che di tipo B. Queste molecole si
chiamano Zanamivir e Oseltamivir fosfato. Lo Zanamivir è presente
in commercio sotto forma di preparato inalatorio perché è attivo solo se
somministrato in sede locale. L’Oseltamivir può essere somministrato per via
orale, cioè per bocca, ma può dare disturbi gastrointestinali (nausea, vomito).
Entrambi possono creare ceppi virali resistenti. La loro sicurezza non è stata
ancora verificata nelle donne in gravidanza. Sono farmaci costosi.
Quando è indicata una
terapia con questi farmaci?
Può
essere di aiuto nei pazienti, anche se già vaccinati, che comunque abbiano
contratto l’infezione virale. Il trattamento deve iniziare entro due giorni
dall’infezione, in questo modo si riducono i sintomi e la durata della
malattia. E’ dimostrato ridotta anche la frequenza delle sovrainfezioni
batteriche. Gli antivirali risultano inutili se assunti nella fase tardiva
dell’influenza.