MALATTIE DELLA TIROIDE

 

 

I° Parte - Anatomia e funzionalità

 

 

> II° Parte -

 

 

III° Parte - Ipertiroidismo

 

 

IV° Parte - Tiroiditi

L’ipotiroidismo è una condizione morbosa causata da una carenza di ormoni tiroidei con conseguente rallentamento del metabolismo.

Cause

Ipotiroidismo primario. Il difetto interessa unicamente la tiroide, rappresenta la causa più frequente di ipotiroidismo (fino al 95% dei casi).

Può essere:

Congenito. Alla nascita è presente una ridotta massa del tessuto tiroideo, che è comunque in grado di produrre una certa quantità di ormoni. Per questo motivo i sintomi si possono manifestare solo nell’adolescenza o nella vita adulta. Le conseguenze dell’ipotiroidismo sono più gravi quanto più precocemente si manifestano, in quanto il rallentamento metabolico provoca alterazioni, anche permanenti, dello sviluppo somatico e psichico. Durante la vita fetale e neonatale la carenza degli ormoni tiroidei provoca un ritardo dello sviluppo del sistema nervoso centrale, con danni che divengono irreversibili se non viene instaurata immediatamente una terapia ormonale sostitutiva.

Conseguente a processi autoimmuni. E’ la forma più comune di ipotiroidismo primario, l’organismo in seguito ad un’infezione della tiroide (ad esempio la tiroidite di Hashimoto) produce degli anticorpi contro il proprio tessuto tiroideo. La tiroide diventa fibrotica e ha un volume ridotto, la funzione di sintesi è compromessa.

Iatrogeno, cioè post-terapeutico. E’ meno frequente e consiste in una riduzione del tessuto tiroideo conseguente ad interventi chirurgici alla tiroide o a terapia radiante con radioiodio, utilizzata nell’ipertiroidismo.

Elemento comune a queste tre condizioni è la presenza di ridotto tessuto tiroideo.
 

Conseguente ad alterata sintesi degli ormoni tiroidei.
Ciò può avvenire in seguito a:
alterazioni delle proteine necessarie ai processi biochimici di sintesi;
carenza di iodio, ma anche somministrazione prolungata e in dosi elevate dello stesso
   iodio, somministrazione prolungata di farmaci che interagiscono con gli ormoni tiroidei
   (ad esempio l’amiodarone e i sali di litio).

Ipotiroidismo secondario. Rappresenta circa il 5 % dei casi.
In questo caso il difetto interessa quelle strutture presenti nel cervello, che regolano la quota circolante di ormoni tiroidei.
L’ipotalamo e l’ipofisi producono in maniera insufficiente rispettivamente l’ormone TRH e l’ormone TSH , con conseguente ridotto stimolo alla produzione degli ormoni tiroidei (lesione dell’ipotalamo o dell’ipofisi).

Sintomi

La caratteristica dell’ipotiroidismo è la lenta insorgenza ed evoluzione del quadro clinico. Spesso sono i parenti che si accorgono del caratteristico rallentamento dell’attività fisica e psichica del paziente. Il paziente parla più lentamente, ha riduzione della memoria, può essere depresso.

I sintomi costantemente presenti sono:

stanchezza

intolleranza al freddo

sonnolenza

stipsi ostinata

aumento di peso

IpotiroidismoIn alcune forme più gravi si ha la cosiddetta facies mixedematosa, che consiste in gonfiore del volto ed è dovuto principalmente ad un aumento del liquido interstiziale nei tessuti cutanei. Il mixedema è un edema duro che può colpire anche la bocca con conseguente ingrossamento, e le corde vocali con conseguente alterazioni della voce che diventa roca.
A livello della cute e annessi si ricordi ancora la possibilità di avere perdita di capelli e pelle secca. E’ spesso presente ipercarotenemia, particolarmente rilevabile nelle palme delle mani e nelle piante dei piedi, dove si ha una colorazione giallastra della cute.
Può essere presente gozzo, se la causa è dovuta ad un’alterata sintesi degli ormoni tiroidei, ad esempio per carenza di iodio. In alcuni pazienti il gozzo può dare disturbi locali da compressione, specialmente se ha estensione retrostenale. In questo caso si può avere compressione e spostamento della trachea o dell’esofago, il paziente lamenta difficoltà ad ingerire cibi solidi.

Possono venire colpiti anche organi importanti come il cuore con cardiomegalia (ingrossamento del cuore) e bradicardia (rallentamento della frequenza cardiaca). Si può avere alterazioni dell’apparato genitale, con diminuzione della libido nell’uomo e nella donna, ed alterazioni del ciclo mestruale. Per quanto riguarda l’apparato scheletrico e muscolare, alcuni pazienti possono lamentare stanchezza muscolare, mentre si hanno alterazioni importanti dello scheletro se l’ipotiroidismo insorge nel periodo dell’infanzia.

Coma mixedematoso

E’ una grave condizione clinica che compare raramente, rappresenta eccezionalmente lo stadio finale di un ipotiroidismo, insorge più frequentemente in seguito a prolungata esposizione al freddo, infezioni e traumi, oppure in seguito all’ingestione di farmaci sedativi. I sintomi sono rallentata frequenza cardiaca, ipotermia (temperatura corporea inferiore ai 34 °C), sonnolenza progressiva sino al coma.

Diagnosi

I sintomi non sono sufficienti a fare diagnosi, ma si deve ricorrere al dosaggio degli ormoni tiroidei.
Agli esami di laboratorio vengono dosate le frazioni libere degli ormoni tiroidei, FT3 e FT4, che risulteranno ridotti, e la tireotropina, TSH, che invece sarà elevata. L’asse ipotalamo-ipofisario compensa la ridotta produzione degli ormoni tiroidei aumentando la produzione di TSH ipofisaria.
Nei pazienti in cui si ha riscontro di ridotta FT4 e normale o basso TSH, si deve ricercare un ipotiroidismo secondario con interessamento quindi dell’ipotalamo e dell’ipofisari. In questo caso vengono fatti dei test più complicati, uno dei quali è il Test al TRH, dove viene iniettato del TRH e quindi misurata l’aumento del TSH.
E’ utile dosare gli anticorpi antitiroidei (antitireoglobulina ed antiperossidasi) per la ricerca di un interessamento autoimmunitario, come avviene nelle tiroiditi.
Nell’ipotiroidismo è costante il rilievo di ipercolesterolemia. E’ anche utile fare un esame emocromocitometrico in quanto può essere presente anemia (riduzione dei valori di emoglobina).

Terapia

Viene somministrata una preparazione sintetica di tiroxina (il cui nome commerciale è Eutirox). La terapia è cronica e permette al paziente di condurre una vita normale. La dose ottimale per ciascun paziente deve essere stabilita in base a criteri clinici ed alla determinazione dei livelli di TSH nel sangue. La sospensione del farmaco è pericolosa per la sopravvivenza.