CLASSIFICAZIONE STELLARE
Analizzando la luce stellare si può vedere come questa,
attraversando un prisma, venga rifratta nello spettro, ossia nell'insieme delle
componenti della luce di diversa lunghezza d'onda, le quali forniscono
praticamente delle informazioni riguardo alla struttura ed alla composizione
delle stelle.
Come criterio di classificazione si usano allora le caratteristiche
spettrali, e quindi la temperatura ed il colore, che portarono alla prima
suddivisione delle stelle, ad opera di A.Secchi, in 4 gruppi
fondamentali. Successivamente agli inizi del '900 fù introdotto invece un nuovo
sistema con la creazione di 6 gruppi principali (tipi o classi
spettrali), indicati da lettere dell'alfabeto. Esistendo tuttavia delle
stelle che presentano delle caratteristiche che ne impediscono la piena
classificazione nelle classi precedenti, sono state create delle ulteriori 10
sottoclassi che vengono indicate con i numeri da 0 a 9.
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Le caratteristiche stellari sono state sintetizzate inoltre in un
grafico da due scienziati, che da loro prende il nome di diagramma di
Hertzsprung-Russel. In esso, inserendo sull'asse delle ordinate i dati
relativi alla magnitudine assoluta, e su quello delle ascisse quelli relativi
alla temperatura, si notano cinque gruppi che contraddistinguono le varie tappe
dell'evoluzione stellare: supergiganti, giganti, nane bianche,
nane rosse ed infine la sequenza principale, che comprende il numero
piu' alto di corpi stellari, compreso il Sole.
STELLE DOPPIE (BINARIE)
Anche
le stelle, come i pianeti e tutti gli altri corpi celesti, sono soggette alla
legge di gravitazione universale, e perciò due (o piu' nei casi di sistemi
stellari multipli) di esse possono attrarsi e muoversi, secondo orbite
ellittiche, attorno ad un comune centro di massa. Generalmente sono di tre tipi:
ad
eclissi -
quando, a seconda dell'inclinazione del loro piano orbitale rispetto alla
linea di visuale dalla Terra, danno vita a periodici fenomeni di
occultazione che si riflettono sulla luminosità complessiva del sistema;
spettroscopiche - se a causa della distanza che li separa dalla Terra non sono nettamente distinguibili, ed in tal caso saranno rivelate dallo spostamento delle loro righe spettrali dovute all'effetto doppler;
visuali - quando le due componenti sono risolvibili mediante uno strumento ottico;
prospettiche - stelle che sono viste vicino solo per un effetto di proiezione, mentre che in realtà si trovano a distanze diverse.
STELLE
VARIABILI
Sono
considerate tali, quelle stelle che variano la loro luminosità periodicamente,
in maniera piu' o meno regolare, a causa di variazioni delle caratteristiche
geometriche del sistema orbitante (fenomeni di eclissi) o delle proprietà
fisiche del corpo stellare (contrazioni e decontrazioni). Delle prime
abbiamo già detto, mentre generalmente possiamo notare che le stelle variabili
si distinguono in:
Fra le variabili irregolari vi sono anche quelle stelle che
espellono materia, causando così un improvviso e breve aumento della loro
luminosità. Sono le novae e le supernovae.
Le prime sono quasi sempre doppie strette, ossia stelle orbitanti a
breve distanza, che a causa delle reciproche interazioni gravitazionali
provocano un flusso continuo di materia da una stella verso l'altra. Il
risultato è che ad un certo punto una di esse espellerà tutta la materia
acquisita, provocando quindi un temporaneo aumento della luminosità.
Nelle supernovae invece l'evento, ancora
piu' devastante, essendo caratteristico dei corpi stellari di grandi dimensioni,
segna la loro stessa fine per autodistruzione. Il nucleo infatti, dopo aver
esaurito ormai tutto il combustile, crolla su se stesso per effetto delle
immense forze gravitazionali, reagendo con una immane esplosione che causa
effetti disastrosi nelle stesse vicinanze della stella. Vengono emesse infatti
grandi quantità di radiazioni che provocano un aumento di luminosità di oltre
un milione di volte i valori normali.
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