CIELO
- L'OSSERVAZIONE DELLA VOLTA CELESTE
Lo studio dell'astronomia parte necessariamente dall'analisi di
quella immensa cupola che ci sovrasta e che viene chiamata anche cielo,
firmamento o piu' generalmente volta celeste. Osservarla, e saperne decifrare le
caratteristiche, sono i primi passi da compiere per esaminare ogni singolo
aspetto dell'universo.
Tutto ciò sembrerebbe comunque un'impresa ardua e riservata solo a
coloro che fortunati possessori di costosi telescopi, riescono a scandagliare
ogni suo piu' recondito segreto grazie all'ausilio dei loro strumenti. Ma se
questo è vero per gli oggetti del cielo profondo, non lo è altrettanto per
iniziare a conoscere i fenomeni ed i corpi celesti più comuni e le relazioni
che questi hanno con la nostra vita di tutti i giorni. Basta pensare che gli
astronomi dell'antichità riuscirono in questo intento esclusivamente con
l'ausilio di un solo strumento: l'occhio.
Iniziando dunque l'osservazione le prime cose che balzano agli
occhi sono quelle miriadi di puntini, piu' o meno luminosi, sparsi per tutta la
volta celeste senza un preciso ordine, senza un qualsiasi nesso logico. Eppure
basta aguzzare un pò la vista, ed ecco come d'incanto apparire quelle figure ai
quali gli antichi hanno dato il nome di costellazioni.
Un'ampia distesa stellata dunque che, ad un esame poco più
approfondito e prolungato nel tempo, rivela anche la diretta conseguenza dei
moti di rotazione e di rivoluzione del nostro pianeta, ovvero quella lenta e
periodica variazione nel corso del breve (notte) e lungo periodo (anno) che ci
permette nell'arco di un'intera orbita attorno al Sole di inquadrare ed
osservare l'intero scenario celeste.
Tutte le stelle allora, apparentemente ferme ed immutabili tanto da
meritarsi l'appellativo di fisse, verranno trascinate in direzione da Est
verso Ovest da una rotazione (moto apparente del cielo), contraria a
quella della Terra ed imperniata attorno all'asse celeste, che le farà
descrivere delle traiettorie circolari che risulteranno essere parallele fra
loro e concentriche ai poli celesti (le intersezioni dell'asse con la
sfera).
Il cielo è però osservabile da un qualsiasi punto della
superficie terrestre solo per metà. Le traiettorie stellari appariranno allora
come due semicerchi, situati uno sopra e l'altro sotto l'orizzonte, per cui i
punti di massima e minima altezza del loro percorso diurno saranno
rispettivamente chiamati culminazione superiore e culminazione
inferiore.
Fanno eccezione le cosiddette stelle circumpolari che,
descrivendo dei cerchi completi attorno ai poli, non sorgono e non tramontano
mai, rimanendo sempre al di sopra dell'orizzonte fra il polo celeste visibile e
quel cerchio, distante dallo stesso polo di un angolo pari alla latitudine
geografica del posto d'osservazione, e che perciò viene chiamato cerchio di
perpetua apparizione. Viceversa, quelle distanti lo stesso angolo dall'altro
polo celeste, quello invisibile, perchè sotto l'orizzonte, saranno occultate da
quest'ultimo e delimitate dal cerchio di perpetua occultazione.
Risulta dunque evidente come l'altezza dei poli celesti sia legata
alla latitudine del luogo d'osservazione. Infatti, tanto piu' ci si allontana o
ci si avvicina all'equatore, e dunque tanto piu' cresce o diminuisce la
latitudine, di altrettanto essi si alzeranno o si abbasseranno nel cielo.
Conseguentemente si verificherà anche che:
Al contrario delle stelle, praticamente incastonate sullo sfondo
celeste, i pianeti variano continuamente la loro posizione muovendosi da Ovest
verso Est (moto diretto), per fermarsi (stazione), invertire la
direzione (moto retrogrado) e tornare poi a seguire il senso normale.
Queste loro particolari traiettorie, fatte di curve ed anelli, li rendono quindi
spesso protagonisti di interessanti fenomeni (le congiunzioni) e di una
vera e propria danza celeste dove il palcoscenico è rappresentato dallo zodiaco,
quella fascia concentrica all'eclittica (la proiezione del piano orbitale
della Terra) entro cui si muovono anche il Sole e la Luna.
Approfondendo ancora di più l'osservazione appariranno tuttavia
anche altri corpi, comete, asteroidi, meteoroidi, anche se essendo lo spazio
talmente esteso, tutto quello che noi riusciremo a distinguere, sia ad occhio
nudo, che con l'ausilio degli strumenti ottici, sarà sempre solo una minima
parte della sua immensità. Basta pensare che la stella piu' vicina, Proxima
Centauri, distante 4 anni luce, appare come un minuscolo puntino, per non
parlare di nebulose, ammassi stellari e galassie che occupando spazi sempre più
remoti divengono praticamente invisibili ad occhio nudo.
Ecco allora quell'involucro, il cielo, che separa la Terra dal
resto dello spazio esterno, che in sostanza può essere paragonato ad una
finestra sull'universo dalla quale possiamo vedere ed ascoltare (radioastronomia)
tutti i fenomeni e corpi celesti visibili. Non avendo però nessun riscontro
nella realtà, esso è solo una mera astrazione fisica, frutto dell'atmosfera
terrestre, che diffondendo la luce solare gli conferisce di giorno il classico
colore azzurro.
COORDINATE:
Quando il
campo di osservazione si allarga alla galassia si usa spesso un sistema di
coordinate con riferimenti propri di essa: l'equatore galattico
(inclinato di circa 62°41' dall'equatore celeste) ed i poli galattici.
Importanti sono il punto di centro galattico (A.R.17h42m30s Dec.-28°55'18")
che è situato nella costellazione del Sagittario ed i cerchi massimi
passanti per i poli galattici.
COORDINATE:
LONGITUDINE
GALATTICA - Misurata sull'equatore della galassia in senso antiorario (verso
Est) a partire dal punto di centro fino all'intersezione dello stesso
equatore con il cerchio massimo passante per il punto in questione. E' compresa
fra 0 e 360°.
LATITUDINE
GALATTICA - Tracciata su cerchi massimi, a partire dall'equatore galattico
verso i poli, è compresa fra 0 e 90° e si conta positivamente verso il Nord e
negativamente verso il Sud galattico.
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