NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

Maggio 1997

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3 maggio 1997

MODELLO RENAULT, SOLO LICENZIAMENTI

Dopo Vilvoorde, la Renault ci riprova. Si profila un nuovo piano di ristrutturazione: l'azienda avrebbe intenzione di sopprimere altri 2764 posti di lavoro.

MODELLO VOLKSWAGEN: ASSUNZIONI CON PAGA RIDOTTA

D'accordo con il sindacato di categoria, la Volkswagen ha deciso di assumere 400 nuovi operai nello stabilimento di Emdem con una paga del 10% inferiore a quella degli altri lavoratori. Naturalmente a parità di condizioni di lavoro. Il contratto durerà da 6 a 18 mesi. Ricordiamo che il 40% del fatturato del gruppo tedesco è realizzato fuori della Germania, principalmente in America Latina.

 

6 maggio 1997

ZANUSSI, CONFLITTO SULL'ORARIO

Alla Zanussi di Mel da un anno si lavora anche di notte. E l'occupazione cala. L'introduzione del lavoro notturno nello stabilimento bellunese di frigoriferi, imposto da sindacati e azienda dopo un lungo braccio di ferro con gli operai, non ha evitato i licenziamenti e il trasferimento delle lavorazioni. Ha peggiorato, in compenso, la vita delle persone e deteriorato il rapporto con il sindacato. Nel sistema di regole imposto dalla Zanussi, il lavoratore non è più un cittadino ma un suddito dell'impresa e del profitto.
Questa è una situazione che si riscontra non solo a Mel, ma anche in altri stabilimenti del gruppo Zanussi: provvedimenti disciplinari per gli scioperi a Porcia, dai referendum sugli orari considerati non validi dalla direzione aziendale alla verticalizzazione dei rapporti con i sindacati. L'ultimo episodio, in ordine di tempo è avvenuto a Susegana: qui nove operaie del reparto montaggio frigoriferi hanno ricevuto lettere di contestazione disciplinare per non aver aderito all'invito aziendale allo straordinario. Tale rifiuto al lavoro straordinario - e per di più notturno - è stato considerato dall'azienda come un "abbandono del posto di lavoro".
In un volantino, le lavoratrici ricordano che "l'orario 6x6x3 è già pesante e dannoso per la salute" e che "un ulteriore prolungamento dall'una all'una e trenta peggiora le condizioni di lavoro".

FRANCIA: CAMIONISTI, RIPARTE LA LOTTA

In Francia i camionisti e gli autisti di autobus delle compagnie private e di alcune società municipali sono di nuovo in sciopero.
Su indicazione della Cgt e di Fo riparte la protesta che nel novembre scorso aveva paralizzato la Francia, ma ottenuto anche tanta solidarietà dalle masse popolari.
La prima giornata della protesta è stata funestata da un gravissimo incidente a Saint Vincent de Paul: un sindacalista di 41 anni di Force Ouvriere - Didier Pinson - era salito sul predellino di un camion che non aveva intenzione di fermarsi per parlare con l'autista, ma poi è caduto, ed è stato schiacciato dal mezzo.
I camionisti protestano perchè gli accordi del novembre scorso non sono stati rispettati. I camionisti erano riusciti ad ottenere la pensione a 55 anni e un premio di produttività, una riorganizzazione dell'orario di lavoro, con il pagamento non solo delle ore di guida ma anche di quelle trascorse aspettando il carico/scarico delle merci. Ma nulla è stato fatto: le aziende non hanno dato seguito al contratto firmato.

PACCHETTO TREU: MANIFESTA LO SLAI COBAS

Mara Malavenda, deputato ex-cobas di Pomigliano, spiega che, ai 230 emendamenti già presentati, se ne aggiungeranno 1800 preparati dal gruppo "Cobas per l'autorganizzazione".
Lo Slai-Cobas, che definisce il patto sul lavoro "un nuovo caporalato", denuncia la liberalizzazione dei licenziamenti, lo straordinario selvaggio e la precarizzazione totale del rapporto di lavoro. Oggi a Roma manifestazione alle 10,30 a Montecitorio e alle 14,30 al ministero del lavoro. Partecipano delegazioni da Pomigliano, Arese, Giugliano, Napoli, Taranto, Napoli e Lecce.

 
7 maggio 1997

TREU: LIBERTA' DI LICENZIARE

Il pacchetto Treu, il provvedimento sulla flessibilizzazione dell'occupazione (lavoro interinale, contratti a termine ecc.) perderà per strada una norma di tutela dei lavoratori in caso di licenziamento, cosa che ben si attaglia al pacchetto stesso.
Infatti, come richiesto dalla CONFINDUSTRIA, sarà abrogato l'onere della prova, ossia la cosiddetta "giusta causa", per i padroni che licenziano.
L'abrogazione di questa garanzia a difesa dei lavoratori è stata fatta dagli zeloti difensori del capitale della Sinistra Democratica, come esito di una operazione concordata tra governo e maggioranza. Dalle destre e dal padronato venivano ulteriori richieste negative, quelle di abrogare alcuni vincoli per il lavoro in affitto - il caporalato del 2000 - e per abrogare l'abbassamento dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali (i padroni non si arrendono neppure all'evidenza che l'orario è di fatto da anni sotto le 40 ore), che pregiudica l'utilizzo più "libero" del lavoratore da parte del padrone nello straordinario. Infatti essendo oggi l'orario fissato ufficialmente a 48 ore settimanali, è possibile far scattare lo straordinario solo dopo la 48ma ora, indipendentemente dal fatto che se ne lavorino 40 o 38. Sono tutti soldi che i padroni ora risparmiano.

 
8 maggio 1997

BUS, RINVIATO LO SCIOPERO: COBAS E CNL SOTTO TIRO

I sindacati di base spostano lo sciopero al 23 maggio, giorno in cui una manifestazione nazionale si concluderà sotto la sede della Federtrasporti a Roma. A far slittare l'agitazione sono state le decisioni della direzione dell'Atac sull'inchiesta relativa al blocco dell'8 aprile. I 5 autisti "portavoce" dell'assemblea che proclamò lo sciopero senza preavviso verranno reintegrati nel servizio. L'Atac, con un gioco delle tre carte di cui non è ancora noto il ragionamento, ha individuato altri 11 lavoratori - considerati "promotori" - ai quali vuole applicare una retrocessione di categoria.
La magistratura, inoltre, ha aperto la sua inchiesta per "interruzione di pubblico servizio".
Come mai faccia più clamore l'interruzione in quel giorno di sciopero rispetto all'interruzione, organizzata e premeditata, di tutti i giorni, dovuti ad una gestione a fini di profitto anzichè di servizio pubblico, è cosa che la Magistratura si guarda bene dall'indagare.
La manifestazione del 23, spiega Vincenzo Loi, dirigente CNL, verterà sul "no" all'ipotesi d'accordo tra Federtrasporti e sindacati confederali. Che prevede, secondo la CNL, "aumento dei carichi di lavoro, flessibilità delle prestazioni, stravolgimento della struttura del salario, lavoro precario", la mancata tutela del posto di guida come "posto di lavoro" ecc.
I confederali dimostrano sempre più la propria politica aziendale, rivendicando perfino le denucie presentate alla magistratura, costruite ad arte sul ricatto ai lavoratori, in vista di 400 nuove assunzioni. La pretestuosa accusa alla CNL di non aver "firmato" lo sciopero, non tiene conto che fu l'assemblea della notte tra il 7 e l'8 a non volere che l'azione fosse rivendicata da sigle sindacali.

MANTOVA: OPERAIA DI 40 ANNI MUORE SCHIACCIATA DA UNA PRESSA

Lavorava da 20 anni in quella fabbrica. Ieri ci è morta. La fabbrica è la Lama Plast di Castiglione delle Stiviere (MN), che assembla componenti per automobili (subfornitura Fiat). La fabbrica è scarsamente sindacalizzata, per quel rapporto di ricatto che il padrone attua sui dipendenti quando sono pochi e quasi tutte donne. Sono state rispettate le norme di sicurezza? C'è il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza?

 
10 maggio 1997

 

LA PHILIPS CHIUDE MONZA

Lacrime e soddisfazione si sono mescolate nelle assemblee di ieri alla Philips di Monza. I delegati hanno illustrato ai lavoratori l'accordo sottoscritto nella notte all'Assolombarda. E' un buon accordo: per la prima volta in Italia la globalizzazione è costretta a pagare un costo sociale. Lo stabilimento monzese chiuderà a fine giugno, la produzione di video sarà trasferita in Polonia, dove la forza lavoro costa meno.
Philips paga però 50 miliardi, che serviranno a ricollocare in altri posti di lavoro o ad accompagnare alla pensione i 490 dipendenti. Questi 50 miliardi devono essere pagati comunque, indipendentemente dalla realizzazione del progetto di reindustrializzazione dell'area.
325 lavoratori saranno assorbiti dalle aziende che si insedieranno nell'area ex-Philips, 45 trasferiti all'interno del gruppo, 75 assunti da aziende incentivate dalla Philips, 57 in mobilità fino alla pensione. L'impressione dei lavoratori è di essere riusciti "a strappare il più possibile".

ZANUSSI

La zanussi disdice per la seconda volta in pochi mesi tutti gli accordi aziendali in materia di informazione, consultazione e contrattazione. Secondo la direzione la responsabilità sarebbe dei sindacati, della FIOM in particolare, che non accettano acriticamente "un regolamento di partecipazione", che prevede magistrature interne e che annulla il ruolo della RSU. La Zanussi parla di "via italiana alla cogestione": ossia aumento delle ore di lavoro, straordinari, turni massacranti, tutto con l'accettazione dei sindacati.

 

13 maggio 1997

PACCHETTO TREU

La camera dei deputati, senza peraltro molta fatica, si appresta a votare l'insieme di norme che deregolamentano il lavoro, note come "Pacchetto Treu". Mara Malavenda, deputato del Gruppo Misto ed ex operaia dell'Alfa aveva posto una pregiudiziale di incostituzionalità sulla base dell'art. 20, che è stato cancellato dal pacchetto. Si tratta della norma che prevedeva per le imprese l'onere della prova nei licenziamenti collettivi dei lavoratori in affitto.
Maggioranza e opposizione - esclusa Rifondazione - si sono trovate d'accordo per abrogarla.
Va ricordato che con questo insieme di articoli si introducono ulteriori parcellizzazioni nella classe lavoratrice (contratti d'area, salari d'ingresso) e ulteriori limitazioni alle garanzie (appunto la facile licenziabilità, lavoro in affitto ecc.).

METALMECCANICI: COMPARTO ARTIGIANO SENZA CONTRATTO

Sono state indette 8 ore di sciopero il 30 maggio a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale per il comparto metalmeccanico/artigiano. La trattativa, che interessa circa 400.000 lavoratori, dura da 14 mesi.
Le associazioni artigiane puntano alla messa in discussione dello stesso contratto nazionale.

RENAULT

Si fermano per 24 ore oggi i lavoratori di Vilvoorde, la fabbrica belga che il gruppo francese vuole chiudere entro il31 luglio, licenziando 3.100 operai.

 
15 maggio 1997

ISTAT

L'Italia si sta integrando nell'Europa... a suon di flessibilità per i lavoratori tutti: "ma emergono dubbi sulla sostenibilità [del modello] in una prospettiva di più intensa integrazione internazionale". Il rallentamento produttivo assume una marcata caratterizzazione, con segnali preoccupanti di crisi nel settore manifatturiero, che è sempre quello in cui il capitale si valorizza di più. Le imprese piccole e medie sfruttano la forte variabilità - in negativo - del costo del lavoro, per cui per la sopravvivenza di queste è importante "solo il mantenimento di un elevato differenziale salariale negativo". Le imprese ritengono che un fattore ritenuto principale responsabile della poca incisività sulla disoccupazione di massa "è la rigidità della regolamentazione del rapporto di lavoro".
Nulla di più falso, dice l'Istat. Perchè le imprese hanno utilizzato ampiamente i margini di flessibilità esistenti al loro interno riorganizzando mansioni e linee produttive e variando le ore lavorate. Hanno fatto ricorso agli straordinari, alla cassa integrazione, al lavoro notturno. Il risultato è che nelle grandi imprese industriali l'aumento di produzione nel biennio '94-'95 è stato ottenuto, pur con meno occupati e una stabilità delle ore lavorate, con "un rilevante aumento della produttività del lavoro e degli impianti".
L'Italia è ai vertici dell'UE per l'incidenza del lavoro a turni e in media europea per il lavoro notturno.
Per aggirare poi la rigidità normativa in molti settori sono stati utilizzati spazi di flessibilità esterna, quali il decentramento produttivo, i rapporti di lavoro parasubordinati, il lavoro irregolare. Il capitale, insomma, non si ferma certo davanti alle "regole".

PALERMO: MUOIONO 3 OPERAI

Verranno ricordati perchè morti in un incidente stradale: non perchè vittime della disorganizzazione, della mancanza di volontà politica degli amministratori, che da 10 anni costringe centinaia di comuni siciliani a dirottare i propri rifiuti urbani in discariche sempre più lontane e sempre più piene.

 
16 maggio 1997

EUROPA DEI POVERI... MA UNITA

Il sistema statistico dell'Unione Europea, mese per mese, aggiorna sulle cifre essenziali dei 15.
L'ultima analisi comparata della distribuzione dei redditi nei paesi membri mette in luce due dati.

1) la fascia dei cittadini europei sotto la soglia di povertà aumenta, raggiungendo ora il 17% - circa 57 milioni di persone.

2) i sistemi di welfare - accusati di imporre un onere insostenibile sulla spesa pubblica - in effetti assolvono al compito di ridurre povertà e diseguaglianza.

D'altra parte, a che altro dovrebbe servire la spesa pubblica, quale altro "onere" dovrebbe avere, se non di sollevare da condizioni estreme in cui il capitalismo versa le persone, e contribuire a migliorare la vita di esseri umani che altrimenti sarebbero "scartati" dal sistema economico vigente? E' proprio l'assistenzialismo di cui ha bisogno il capitalismo per valorizzarsi a scapito della collettività. Tanto sono altri che pagano per le sue colpe.
Secondo la definizione europea è povero chi dispone di un reddito inferiore alla metà del reddito procapite di uno stato in quell'anno, inclusi sussidi, esclusa la copertura sanitaria. Eurostat dice che se si considera una divisione in "quintili" del reddito, il 20% più ricco dispone di 7 volte il reddito del 20% più povero (in USA è di 9 volte). Naturalmente i paesi con un più elevato livello di stato sociale hanno un tasso di povertà inferiore.
Il Portogallo ha il più alto tasso di povertà, la Danimarca il più basso. Un terzo di questi poveri lavorano, un terzo sono pensionati, il 13% disoccupati, il 19% "inattivi".

MONTALTO: OPERAI SENZA SALARIO

Per il terzo giorno consecutivo gli 80 operai dell'impresa COGEMI, senza salario da oltre tre mesi, hanno continuato nella loro protesta contro l'ENEL - appaltante - e le autorità. Gli operai hanno bloccato l'ingresso alla centrale. La COGEMI ha intanto comunicato ufficialmente la prossima apertura di un conto corrente presso una banca locale.

SULCIS: ANCORA ENEL...

Sale ancora la tensione negli impianti termoelettrici del Sulcis, dove i lavoratori hanno occupato la ciminiera più alta della centrale ENEL, mentre 200 operai ne stanno presidiando la base. E' fermo, così, l'unico dei tre gruppi oggi in funzione in quella zona della Sardegna. I lavoratori protestano perchè l'Enel ha disatteso tutti gli impegni che prevedevano la modifica, la ricostruzione e il rilancio dei 5 gruppi del Sulcis.

 
17 maggio 1997

FERROVIE: LICENZIAMENTI E AUMENTI

La Repubblica ha portato all'attenzione di tutti una indiscrezione, che non trova "padroni", circa il prossimo licenziamento di 30.000 ferrovieri e un aumento delle tariffe. I sindacati, sia quelli confederali che il COMU dei macchinisti, si sono detti sorpresi per 2 motivi.

Il primo è che debbano sapere di queste intenzioni dalla stampa anzichè dagli organi amministrativi delle Ferrovie.
Il secondo è che questo progetto, benchè sembri non trovare padrini, è perfettamente in linea con la direttiva Prodi. Contro cui erano stati nei mesi scorsi organizzati scioperi e proteste, che produssero il superamento di questo documento, tramite accordi firmati dalle Ferrovie e dai sindacati.
L'amministratore delegato Cimoli ha smentito tutto, dicendo che la cifra dei 30mila licenziati non è stata fatta in alcuna sede.

CONDANNATO RIVA

Il pretore del lavoro di Brescia ha nuovamente condannato il Gruppo Riva per comportamento antisindacale, in relazione alla vertenza della INSSE-cilindri. I lavoratori dello stabilimento - acquisito da Riva all'interno del pacchetto ex-Ilva - hanno già accumulato 160 ore di sciopero contro una gestione unilaterale degli orari di lavoro, con continue "comandate" per prestazioni di sabato e domenica, accompagnate da un atteggiamento antisindacale e da vere e proprie rappresaglie contro i delegati della RSU.
La INSSE ha usato più volte, in funzione antisindacale, gruppi di giovani lavoratori con contratto a termine, per farli lavorare nei week-end.
Lo scopo dell'azienda è di non dover rendere mai conto alle Rsu.

IMPRESE PULIZIE: 28 MESI SENZA CONTRATTO

Con gli appalti al ribasso si vuole risparmiare anche sull'igiene e la pulizia: così si ottiene di avere posti di lavoro sporchi, con parassiti - come alle Poste di Palermo - e di avere lavoratori sottopagati e ricattati, che fanno di tutto per mantenere il proprio posto di lavoro. Così può succedere che la ditta di pulimento di Montecitorio non paga i contributi ai propri dipendenti.
Di queste cose si discute all'assemblea dei sindacati di categoria delle imprese di pulimento.

I lavoratori e le lavoratrici sono da 28 mesi in attesa del contratto. I padroni attendono che venga rivisto, secondo i suggerimenti di Fossa, l'accordo del 23 luglio. Oggi sono disposti a concedere appena 78mila lire d'aumento più 20 mila di indennità per la vacanza contrattuale. L'inflazione reale ha già decurtato dell'8% il potere d'acquisto dei già magri salari. Sommandosi inflazione pregressa e programmata, l'incremento salariale dovrebbe aggirarsi sulle 260mila lire. I sindacati, anche sulla base della conclusione della vertenza metalmeccanica, non hanno mai posto come obiettivo questa cifra. Non sono però neppure disposti ad accettare questa elemosina.
Finora sono state fatte 50 ore di sciopero e due manifestazioni nazionali. I confederali ora parlano di indire lo sciopero ad oltranza.
Crediamo che però la lotta possa essere rafforzata solo se troverà l'appoggio anche materiale dei lavoratori che in qualche modo sono "utenti" di quelli delle imprese di pulimento. Sono essi che possono sostenerli nella lotta, per esempio scioperando perchè i servizi di pulizia non sono all'altezza della situazione, a causa dei pessimi contratti al ribasso.

 
21 maggio 1997

 

USTIONATO OPERAIO ACEA

Sergio Muratori, 42 anni, è rimasto ustionato in seguito allo scoppio di una cabina ad alta tensione, a Roma, dove era intervenuto per riparare un guasto. All'operaio sono state riscontrate ustioni di secondo e terzo grado sul 20% del corpo.

ALL'UNIONCAMERE SCIOPERO DI 24 ORE

Il personale dipendente dell'Unione italiana delle camere di commercio sciopererà oggi per l'intera giornata. A provocare lo stato di mobilitazione è stato il ritardo dell'amministrazione nell'avviare il tavole delle trattative per il rinnovo del contratto, che scadrà il 30 giugno.

FERROVIE: DIRITTI SUL BINARIO MORTO

La precettazione dei lavoratori aderenti a COMU (Macchinisti) e UCS (Capistazione) dà il via alla campagna contro il diritto di sciopero. Come nel caso dei lavoratori dell'ATAC di Roma, è l'Azienda che gioca sulla "confusione" provocata da uno sciopero, per coprire le inadempienze - di carattere quotidiano - che normalmente caratterizzano la gestione del trasporto su ferro.
Contro questa gestione "opportunistica", interviene anche il sottosegretario ai trasporti Soriero, che invita l'Azienda ad aprire la trattativa proprio sul nodo spinoso del "piano d'impresa".
Quel che si tenta di far passare sotto il polverone dell'emergenza, della precettazione, del caos, è un taglio di 160 chilometri/treno per le merci, di 11mila Km di treni locali e un taglio di 30mila ferrovieri - dopo il salasso di organico già praticato. La confusione è ampliata dai media, che si stanno muovendo nella direzione di richiedere la messa in discussione della legge 146, già molto restrittiva del diritto di sciopero. Si tace quindi delle quotidiane inefficienze, degli infortuni sul lavoro dovuti ai tagli al personale e alla sicurezza, per sputare parole grosse quando - per un giorno - lavoratori che si battono anche per eliminare queste negligenze delle Aziende, fanno sciopero.

ZANUSSI: IL FIELE DEI PADRONI

"Stavo facendo quello che ogni delegato dovrebbe fare: chiedere al capo il perchè di un aumento dei ritmi". Così Antonella Susana racconta l'episodio che ha determinato il suo licenziamento dalla Zanussi di Mel. Lo scorso 6 maggio le operaie dello stabilimento bellunese hanno trovato all'inizio del turno un'ordine di servizio aziendale appeso alle linee con cui venivano aumentati del 50% gli obiettivi produttivi giornalieri, con la conseguente intensificazione dei ritmi, in una fabbrica in cui si viaggia al ritmo di 15-18 secondi a pezzo.
La delegata, chiamata dalle sue colleghe, ha strappato il foglietto e l'ha portato nell'ufficio del capo in attesa del suo arrivo (i capi arrivano sempre con comodo!), per chiedere spiegazioni. Per la Zanussi questa è stata una "insubordinazione", punibile con il licenziamento.
Alla Zanussi è in corso una battaglia sulla "partecipazione": un sistema di controllo che ha visto i sindacati consenzienti, e che permette un insieme di regole sanzionatorie - unilaterali - contro i trasgressori, accusati del reato "di lesa maestà", cioè di trasgredire all'ordine costituito nell'azienda. Non a caso l'accordo si chiama "Testo Unico": che fa pensare alla Pubblica Sicurezza!
Le RSU di Mel hanno iniziato le mobilitazioni contro il licenziamento della lavoratrice.

 
22 maggio 1997

GABBIE SALARIALI ALLA TEDESCA

Saranno presentati oggi a Berlino i provvedimenti varati dal governo per rilanciare la malconcia economia della Germania dell'Est (ma non si erano unite?). Investimenti per 5.700 miliardi di lire e l'obiettivo di costruire 100.000 posti di lavoro, soprattutto nell'edilizia. La leva che dovrebbe favorire questa ripresa è la flessibilizzazione dei contratti collettivi, insieme ad una riduzione del costo del lavoro, sancita da riduzioni salariali e aumenti dello sfruttamento.

VILVOORDE, ANCORA SCIOPERI

Un corteo speciale, quello fatto ieri dagli operai belgi della Renault: una lunga sfilata di Megane ha percorso la periferia di Bruxelles paralizzazndo il traffico. La Megane è la vettura prodotta dalla Renault a Vilvoorde, dai 3.100 dipendenti che l'azienda francese vuole licenziare.

 
23 maggio 1997

BANCARI: LAVORATORI IN ESUBERO

Tra Abi e sindacati non c'è ancora accordo sui 35.000 tagli di personale richiesti per ridurre il costo del lavoro. Il ministro Treu è ottimista, mentre la Banca di Roma, che ritiene di avere 4.200 esuberi, procede unilateralmente.

LA BURGO SI SVUOTA

Il supergruppo cartario Burgo chiede al sindacato 115 "esuberi". La fabbrica cartaria, certamente la più consistente in Italia, occupa attualmente 540 addetti: negli ultimi 3 anni ha attraversato un ciclo convulso di investimenti e ammodernamenti che l'hanno portata a perseguire una cura di "dimagrimento" del suo organico. In media gli stabilimenti cartari considerati "grandi" occupano 300 addetti.
La proposta della Burgo sembra non prestarsi a repliche. Due anni fa sono stati messi in mobilità 120 operai, attualmente ancora iscritti nelle apposite liste. Ora si aggiungono altre 115 unità. La ragione addotta dal Gruppo è nella scelta di spostare il taglio-carta nei contigui stabilimenti di Chieti e di Sora. Però, mentre la Burgo riduce il personale, crea problemi di gestione di quanti rimangono occupati. Lo stabilimento lavora a ciclo continuo da 20 anni, ma ora si è trovato nella situazione di non poter far godere le ferie al personale. L'organico è diventato talmente ridotto da irrigidirsi, mancando sostituti per le ferie.
La soluzione l'anno scorso è stata l'assunzione di una dozzina di "ragazzi-jolly": un parti time verticale, da utilizzare per 6 mesi.
Quindi la ristrutturazione, inevitabilmente, porta a licenziamenti, da una parte, e a carichi di lavoro maggiori per chi resta, dall'altra. Produce poi situazioni paradossali: si licenzia ma si deve assumere sia pure temporaneamente, per tappare le falle dei licenziamenti!

 
29 maggio 1997

 

AAA... OPERAIO AFFITASI

Il voto di ieri alla Camera introduce in Italia il lavoro in affitto, non più appannaggio di "caporali", ma pratica "legale". L'unica opposizione delle "sinistre" è sui vincoli "democratici".
Il primo obiettivo che traspare da questi 11 articoli è di far sparire "il prestatore d'opera", il lavoratore in quanto soggetto individuale (e per evoluzione collettivo, sociale) del rapporto di lavoro, cosa che aveva segnato il passaggio dal feudalesimo al capitalismo. Tra l'altro, a mostrare il carattere "generale" della legge interviene il fatto che le delimitazioni alle sole qualifiche alte del lavoro in affitto, non sono passate, bastando la vecchia legge.
Sperimentalmente si estende il lavoro in affitto all'edilizia e all'agricoltura: anche questa è una riprova della "generalità" del concetto di lavoro in affitto.
Questa normativa ha in sostanza uno schietto sapore ideologico: spezzare la rigidità della forza-lavoro a vantaggio del profitto.
Ricorda Pierre Carniti che in Francia, dove esiste da decenni, il lavoro interinale ha prodotto lo 0,2% di occupazione aggiuntiva.

MIRAFIORI NON CI STA

Il campanello d'allarme suona nelle assemblee, nelle riunioni. Nelle fabbriche torinesi c'è preoccupazioni per i provvedimenti sullo stato sociale che il governo annuncerà nelle prossime ore. C'è rabbia per le voci di nuovi tagli alle pensioni, alla sanità, alla cassa integrazione.
E c'è qualche timore che i sindacati cedano.

Dice un volantino della Quinta Lega FIOM di Mirafiori: "Lo stato sociale va riformato, ma le pensioni non devono essere tagliate, specialmente quelle di anzianità". Proprio queste pensioni che vengono viste con snobistico disgusto da parte della sinistra, sono l'ultima garanzia per i lavoratori di fabbrica, che vedono in esse la fine della fatica dopo 35 anni di catena di montaggio. A fronte di questo c'è l'erogazione da parte INPS e di altri enti di 534 miliardi in pensioni da 19 milioni mensili in su, quello che un operaio trova in busta paga nell'arco di un anno. Inoltre nulla è stato fatto per i lavori che la contro-riforma Dini definiva usuranti. Per cui quando si parla di 35 anni non si fa differenza tra fabbrica, insegnamento, pubblico impiego.
Dall'Alenia e dall'Iveco sono partire raccolte di firme contro eventuali tagli.

 
30 maggio 1997

40 ORE DI LAVORO

Tra le infamie del "pacchetto Treu" si aggira un elemento positivo, seppure ben arretrato rispetto alla realtà storico-sociale in cui viviamo: è l'art. 13, quello che stabilisce a 40 ore l'orario di lavoro settimanale massimo. E' stato un atto dovuto, visto che ufficialmente tutti contratti rientrano già nelle 40 ore. Con questo voto viene cancellata la legge precedente del 1923! Fino ad oggi, anche se l'orario contrattuale era inferiore alle 40 ore, il datore di lavoro poteva avvalersi della legge per pagare gli straordinari, facendole rientrare nelle 48 ore previste. Infatti era dalla 48esima ora che il padrone intendeva pagare lo straordinario maggiorato. L'approvazione di questa norma ha scatenato le ire della Lega e del Polo, rendendo evidente il loro interesse economico, il loro legame con il padronato.