NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

Ottobre 1997

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"2 ottobre 1997"

 

FRANCIA: RIDUZIONE D'ORARIO?

Mentre il governo Jospin pensa ai modi per risolvere la crisi sociale provocata dalla crisi capitalistica, si chiede ai lavoratori quali tipi di sacrifici siano disposti a fare. C'è scetticismo sulla questione della riduzione d'orario. Un sano scetticismo, che qui da noi ancora non emerge. La maggior parte del campione sottoposto all'inchiesta, il 69%, pensa che le 35 ore saranno senza effetto sull'occupazione: pensano, non senza ragioni, che si finirà per fare la stessa quantità di lavoro in meno ore. È giusto che si pongano questo dubbio: è scopo del capitale farti lavorare in modo più concentrato possibile. e oggi esistono le condizioni perchè cio' avvenga. Per questo motivo la riduzione d'orario a parità di salario, in ambito capitalistico oggi non ha molto senso.
E non a caso i più scettici su questo sono proprio gli operai (75%): sanno bene che il ciclo tecnologico li spingerà al limite dello sforzo fisico. In altri settori lavorativi l'atteggiamento è diverso, come nel pubblico impiego, dove una riduzione d'orario - ulteriore! - non sarebbe accompagnata da un intensificarsi dei ritmi.
Invece il 75% è disposta a perdere il 5% del salario per avere mezza giornata in più di libertà: il sondaggio non è chiaro sul fatto che questa giornata sia settimanale o mensile o annuale.
Il 69% si oppone ad ogni alleggerimento della legislazione del lavoro, in particolare del diritto di licenziare.

FIAT

La Fiat sta rimandando a data da destinarsi l'assunzione definitiva dei mille giovani entrati in fabbrica grazie agli incentivi sulla rottamazione, che sono stati confermati fino a luglio prossimo.

ZANUSSI

È costata cara ai lavoratori della Zanussi la trattativa tra l'azienda e i sindacati, per evitare l'asta internazionale che rischia di scatenare una gara al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro tra i diversi stabilimenti Electrolux.
Risultato dell'accordo è il mantenimento di quasi tutti gli insediamenti produttivi - tranne Comina (PN) - in cambio di un aumento dei ritmi produttivi pari al 10%, per gli operai di Porcia (PN). Saranno inoltre ridefiniti tutti gli orari in chiave di maggiore flessibilità.
Quindi la Zanussi ha ottenuto con la trattativa cio' che aveva minacciato con l'asta: una riduzione dei costi e una maggiore intensificazione del lavoro. Inutile dire che i sindacati sono "soddisfatti": per loro, visto che le imprese si salvano solo riducendo il "costo del lavoro", le condizioni di lavoro delle persone che dicono di rappresentare non sono altro che una variabile dipendente, forse un po' fastidiosa.

 

"3 ottobre 1997"

 ITALIA: RIDUZIONE D'ORARIO?

Da noi non si chiede agli operai, ai dipendenti pubblici, o chicchessia cosa ne pensano della riduzione d'orario, da noi si fa tutto per il bene della patria...
Così il governo si sta preparando a vare le norme applicative di quanto contenuto nel "Pacchetto Treu". Una riduzione d'orario a parità di salario scambiato con il 10% di riduzione dei contributi pagati dalle aziende: la riduzione sarebbe finanziata dal Fondo ad hoc di 2400 miliardi (viene il sospetto che verrà finanziata dai prelievi fiscali dei lavoratori dipendenti, tanto per cambiare). Poi ci sono le proposte - geniali! - di salario e orario ridotti, per le aree di crisi.
C'è chi studia le variabili in campo: l'economista Cacace cerca la convenienza delle aziende nella riduzione d'orario. Se lo stato riducesse del 10% i contributi, ci sarebbe una diminuzione del 2,% del costo del lavoro. Se questo avvenisse a parità di salario, la perdita di produttività (passando da 39 a 35 ore), dovrebbe essere circa del 5%: il divario tra quel 2,3 e questo 5% dovrebbe essere colmata dalla flessibilità dell'orario annuale.
In sostanza, il cetriolo, come un boomerang, ritorna sempre verso l'operaio, che pagherà il 10% di riduzione di contributi con il fondo dei propri versamenti, e poi si sentirà chiedere di lavorare di più e più intensamente.

Bel guadagno!

 

"4 ottobre 1997"

 

LICENZIAMENTI

A Busto Arsizio, una impresa che confeziona pesce a mandato a casa 2 lavoratrici, dopo aver riscontrato lievi imperfezioni tecniche nel loro lavoro. Guarda caso erano delegate sindacali.
Siamo alla "SALMON COMPANY", che malgrado il nome è italiana, dove si confezionano salmone e gamberi: 2 giorni fa una operaia di 50 anni è stata licenziata perchè nella scatola di gamberi che aveva preparato mancavano 10 grammi di prodotto. Un'altra lavoratrice, di 47 anni, è stata sospesa il 3 ottobre sempre per una imperfezione del confezionamento. Le due lavoratrici subivano da mesi dure penalizzazioni. Perchè sono sindacaliste. La ditta è già stata condannata per aver usato il personale "usa e getta", fornito da una cooperativa illegale. Alla Salmon è prassi normale licenziare i lavoratori in prova. Usa e getta, appunto. I sindacati hanno indetto per il 6 ottobre un'ora di sciopero: ma il clima di ricatto sui 70 dipendenti non favorisce lo sciopero.

LICENZIAMENTI UPS

Il 4 ottobre si è svolto un presidio di lavoratori UPS davanti alla Fiera di Milano, dove è in corso lo SMAU. La protesta è contro gli otto licenziamenti decisi dall'azienda: a cui, secondo quest'ultima, ne seguiranno nei prossimi giorni altri 27. L'UPS sta cercando di riportare in Italia il clima americano, pensando che la situazione qui sia favorevole a sottosalari e flessibilità. È sperabile che si porti dietro dagli USA anche la sana ventata di lotte che ha piegato l'UPS americana ad agosto. Non si puo' importare solo cio' che fa comodo!

LICENZIAMENTI E DIRITTI SINDACALI

Gaetano Ventimiglia è al trentesimo giorno di sciopero della fame: il dirigente del SULTA (sindacato del trasporto aereo con tremila iscritti, sta protestando contro la mancata riassunzione di alcuni lavoratori, licenziati nel passaggio della gestione di Sigonella dalla Alisud alla Pae-Am, e per i diritti sindacali tolti al SULTA. La sua lotta, per quanto particolare, si riallaccia al tema più generale della lotta contro il decreto Bassanini, che riduce la rappresentatività sindacale al monopolio CGIL-CISL-UIL, penalizzando l'autorganizzazione e i sindacati veramente di base.

 

"5 ottobre 1997"

 

SINDACATI - GERMANIA

Il sindacato tedesco metalmeccanico, Ig Metal, ha detto basta alla moderazione salariale: visto che questa politica, comune a quasi tutti i grandi sindacati europei, non ha prodotto il miglioramento sostanziale delle condizioni di vita dei lavoratori, ne un aumento degli stessi, allora tanto vale non attenersi più ad essa.

RSU CONTRO I TAGLI ALLE PENSIONI

Mentre si preparano grandi, anche se purtroppo ancora separate, manifestazioni di lavoratori contro i tagli allo stato sociale (il 18 e il 25 ottobre a Roma) alcune strutture sindacali unitarie della toscana hanno indetto e svolto una mobilitazione a Firenze. Con lo slogan "D'ALEMA NON TOCCARE LE PENSIONI O FAI LA FINE DI BERLUSCONI", 5000 lavoratori di tutta la Toscana hanno manifestato la loro opposizione alle politiche governative.

POSTALI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE

I postelegrafonici aderenti a Rifondazione Comunista terranno il 7 ottobre una serie di presidi in varie città d'Italia contro lo smantellamento del servizio pubblico. Le poste sono solo uno dei passaggi dell'attuale politica privatizzatrice, che vede la svendita delle aziende pubbliche, le quali vengono prima rese inefficienti, smembrate per poterle far pagare di meno agli squali del capitale multinazionale in agguato. In tutto questo si sacrifica la qualità del servizio e le condizioni degli occupati, oltre a sancire una chiusura delle assunzioni, non garantendo neppure il turnover.

 

"7 ottobre 1997"

 

MAGNETI MARELLI

La M.M. è la più grande azienda dell'area di Bari (produce iniettori a benzina, con circa 1000 dipendenti). il 9 ottobre dovrebbero lasciare la fabbrica 22 giovani in contratto a termine, e altri 9 in formazione lavoro faranno la stessa fine alla scadenza del contratto. L'azienda, pronta ad usare tutti gli strumenti per trarre vantaggio dalla situazione di fame di lavoro e sempre minore tutela dei lavoratori, si prepara a richiedere un altro pacchetto di contratti formazione-lavoro.
Lavoratori usa e getta, quindi, alla M.M. Il sindacato ha bloccato gli straordinari, e sta per decidere lo sciopero. L'azione unilaterale dell'azienda disconosce un accordo sottoscritto col sindacato, che prevede il passaggio dei contratti a termine a contratti di formazione e poi di questi a tempo indeterminato.

GLI USA ANTILIBERISTI

Mentre gli europei - e non solo - indicano la strategia USA sull'occupazione come un esempio da seguire, e mentre i grilli parlanti del capitale invitano i lavoratori a piegarsi alla flessibilità, prendendo ad esempio i loro fratelli statunitensi, questi ultimi hanno da dire qualcosa che rompe con questa concezione mitica dell'organizzazione flessibile del lavoro.
La vittoria dei lavoratori dell'UPS, ad agosto, sta trainando altri settori. Si registrano così ancora successi nelle lotte dei lavoratori americani per ottenere contratti regolari, garanzie, aumenti di salario.

Anche i lavoratori religiosi e i tecnici della New York University, la più grande università privata USA, sono scesi in lotta ed hanno ottenuto il riconoscimento dei diritti sindacali, altra mancanza nei diritti in USA. Sempre a N. Y. hanno manifestato migliaia di ospedalieri, il 16 settembre, chiedendo il nuovo contratto, che estenda le protezioni sociali x i lavoratori. I dirigenti della sanità prevedono di tagliare ben 10mila posti. Ma nell'ambito delle mobilitazioni rientrano anche iniziative di solidarietà internazionalista: i portuali della West Coast, aderenti all'IL&WU (sindacato dei portuali) hanno bloccato i porti della costa del pacifico, dal Messico all'Alaska, aderendo l'8 settembre alla giornata internazionale di solidarietà con i "dockers" di Liverpool, in lotta ormai da 2 anni per la riassunzione e contro il precariato. Anche i Portuali USA devono affrontare dei problemi, che riguardano la privatizzazione e la precarizzazione del posto di lavoro. Insomma, dopo alcuni anni di relativa tranquillità per i padroni (la conflittualità c'è sempre in qualche forma) oggi le lotte riesplodono in USA, dirette contro quel sistema di "relazioni industriali" (leggi "di sfruttamento") che si vorrebbe instaurare da noi. Speriamo che i lavoratori da noi sappiano trarne forza.

 

"8 ottobre 1997"

 

BARILLA

Come peggiorano i rapporti tra padroni e lavoratori: alla Barilla di Foggia, dove per ovvi motivi di sicurezza è fatto divieto ai lavoratori di indossare catenine, braccialetti o simili accessori, è subentrato un altro - estetico? - elemento di selezione: il divieto di tatuaggio. Tale criterio di scelta è stato attuato nella selezione di 52 lavoratori. Secondo l'azienda, forse chi è tatuato è inaffidabile, così come i capelloni?

ORARIO

Più che una notizia, una curiosità, visto che viene da una parte interessata, ma che comunque si lega alle precedenti stime fatte in Francia, e pubblicate nei giorni scorsi, circa il non interesse dei lavoratori per una riduzione generalizzata dell'orario.
In Germania, secondo un sondaggio della Confindustria (Bdi), i lavoratori che hanno orario di 35 ore sono più stressati. Il perchè è semplice, e se lo dice la Confindustria c'è da crederci: lavorare 5 ore, oggi come oggi, significa fare in meno tempo, quindi sotto una pressione maggiore, la stessa mole di lavoro di prima. Questa considerazione in Francia veniva - preventivamente - dagli stessi lavoratori dell'industria, cui veniva chiesto se erano favorevoli o meno alle 35 ore.
In una società capitalistica, per di più in crisi strutturale, è evidente che una riduzione dell'orario in determinati settori produttivi, farà aumentare il carico di lavoro operaio.
Sempre dall'inchiesta tedesca, emerge infatti che in oltre il 50% dei casi, i padroni hanno aumentato il ricorso agli straordinari, come strumento di flessibilità per evitare nuove assunzioni.

COOP E IMMIGRATI

Dopo sette giorni di sciopero, i 46 lavoratori immigrati di Cernusco sul Naviglio (Milano) hanno raggiunto un accordo con la Cooperativa che ne affitta la fatica ad una azienda di riciclaggio dei rifiuti: il loro salario passerà da 7mila a 8 o 9 mila (a seconda dell'"anzianità") l'ora, e buste paga per tutti; e la promessa di ritirare le lettere di sospensione ai " capi" dello sciopero.

Tra i lavoratori in lotta c'è sfiducia alternata a soddisfazione: si è ottenuto poco, dicono alcuni, ma si ottenuto qualcosa e subito dicono altri. È chiaro che per le difficili condizioni di questi lavoratori, quello che si è ottenuto sembra oro, ma 8mila lire l'ora.....!

TESSILI SARDI

Il settore tessile- abbigliamento-calzaturiero sardo sembra trainare, ma il rischi, tipico del settore, è che si favorisca il lavoro nero. Secondo uno studio della Filta-CISL, alcune microindustrie, nate grazie alle commesse delle grandi società, non rispettano le normative e i contratti di lavoro.

FRANCIA

Stagione di lotte, che si apre con i ferrovieri, già protagonisti alla fine del '95 di una lunga lotta in difesa della previdenza sociale. Sciopereranno anche il metro' parigino, gli elettrici della compagnia Edf, e manifesteranno oltre a questi anche i metalmeccanici della Cfdt. Segnale di ripresa del movimento per i diritti dei lavoratori, contro la precarizzazione, la riduzione del salario sociale. Mobilitazioni che avvengono in concomitanza con la Conferenza tripartita sull'occupazione, i salari e l'orario di lavoro.

Obiettivo dei ferrovieri è l'immediata riduzione dell'orario a parità di salario e gli aumenti già stabiliti dai precedenti governi, ma mai concessi.

 

"9 ottobre 1997"

PIAGGIO

Piaggio guarda ad Aprilia: punta sul rcupero della produttività con l'incremento della flessibilità, con un piano di tagli da brivido, circa 1400 lavoratori sui 5300 in forza a Pontedera.
Dopo l'accordo del '95, invece delle assunzioni e degli investimenti era arrivata la cassaintegrazione, a causa degli errori di previsione fatti dai "manager". Alla presidenza della holding il 17 agosto scorso era approdato un fedelissimo di casa Agnelli, Alessandro Barberis.
Si guarda all'Aprilia, dicevamo, perchè questa azienda ha praticato una modifica della produzione, per cui bastano pochi lavoratori completamente flessibilizzati, senza pause, con carichi di lavoro da paura.
Ma la Piaggio, come tutte le imprese, fa pagare i propri errori gestionali ai lavoratori: 100 mila pezzi da smaltire. Ieri la prima ora di sciopero di tutti i turni con le assemblee con un clima preoccupato ma risoluto: tutti si dicono pronti a dare battaglia.

FRANCIA

Treni e metro in sciopero: i sindacati chiedono nuove assunzioni e riduzione dell'orario di lavoro. Lo sciopero di ieri intende esplicitamente pesare sul negoziato di venerdì, su orari di lavoro, salari, occupazione.

SAPONIFICIO DI CECCANO

Alcuni operai del saponificio Annunziata di Ceccano sono saliti ieri mattina sulla torre della fabbrica per richiamare l'attenzione delle autorità sulla vertenza che finora non presenta vie di sbocco. Un altro gruppo ha invece occupato l'aula consiliare dove una delegazione è stata ricevuta dal sindaco.
Sono 140 i lavoratori a rischio, a causa della crisi dell'azienda.

 

"12 ottobre 1997"

ENICHEM

400 lavoratori del polo chimico pugliese bloccano da giorni i cancelli degli stabilimenti. Sta per scadere la cassa integrazione, con cui, malgrado tutto, erano riusciti a tirare avanti. Il 25 ottobre, dalla C.I. i lavoratori potrebbero passare direttamente al licenziamento. Lo sciopero sta avvenendo nel silenzio generale. Domani i rappresentanti dei lavoratori saranno comunque a Roma per l'ennesimo tavola delle trattative. Il caso dell'Enichem non riguarda solo quei 400 lavoratori, ma rappresenta il modo attraverso cui si sfruttano gli uomini e i territori. Grandi impianti che accentrano attorno a se la vita di intere aree, e poi, senza investimenti, senza - quando è il caso - progetti di ristrutturazione, si chiude la baracca, senza preoccuparsi delle conseguenze. In funzione della chimica si sacrifico' l'agricoltura, e il turismo. Dopo che il territorio è stato distrutto, la direzione dell'azienda punta all'abbandono della struttura.

MAGNETI MARELLI

Da ieri il primo blocco di 31 lavoratori, assunti alla Magneti Marelli di Bari con contratti a termine e di formazione-lavoro, è fuori dall'azienda. Licenziamenti dovuti alla brusca contrazione dei volumi produttivi, dice la direzione. Altri lavoratori attendono la stessa sorte. Il sindacato per ora ha risposto con il blocco degli straordinari e un presidio ai cancelli, ma si attende che proclami lo sciopero: va detto che alcuni lavoratori criticano l'atteggiamento "inadeguato" del sindacato, che assume atteggiamenti che favoriscono la Magneti Marelli nell'assumere il controllo totale e libero dell'azienda.

 

"15 ottobre 1997"

ARTIGIANATO: LAVORATORI DIPENDENTI

Il 17 ottobre sciopereranno in tutta Italia i lavoratori dipendenti del settore artigiano, con una manifestazione nazionale a Vicenza. Si tratta di circa un milione di lavoratori, senza contratto, con il confronto frenato dal padronato, su temi quali la previdenza integrativa, le norme sull'apprendistato, le politiche industriali. Questi lavoratori si concentrano, infatti, soprattutto nel settore metalmeccanico, del tessile-abbigliamento e del legno. Si tratterà del primo sciopero generale della categoria.

LICENZIAMENTI

I cento dipendenti del "CALZATURIFICIO AQUILANO" hanno manifestato ieri contro i licenziamenti attuati dopo l'avvio della liquidazione dell'azienda. Dieci lavoratori si sono inctenati davanti ai cancelli del palazzo di giustizia dell'Aquila.

MOBILITÀ

L'azienda metalmeccanica CONFORTI SUD di Borgorose (Rieti) ha deciso di mettere in mobilità tutti i 6 dipendenti, perchè la direzione aziendale ha deciso la chiusura. Le RSU chiedono di reinvestire per la reindustrializzazione dello stabilimento, e al comune chiedono un progetto di lavori socialmente utili.

CANTIERI NAVALI DI PALERMO

Dopo l'annuncio della Fincantieri di scorporare dal gruppo lo stabilimento cittadino, è esplosa la rabbia dei lavoratori dei cantieri navali palermitani. Ieri c'è stata una manifestazione di mille operai e l'occupazione della stazione ferroviaria, e oggi se ne annuncia un'altra. Si prospetta una settimana rovente, come quella che nell'88 vide protagonisti questi stessi lavoratori in un braccio di ferro - vinto - sull'orario di lavoro.
La Fincantieri vuole affidare Palermo ad una Spa e metterlo sul mercato delle privatizzazioni.
Si è aperta dunque una vertenza, che i sindacati annunciano nazionale. Questo processo di privatizzazione avviene in un momento in cui la Fincantieri ha il 41% del mercato mondiale della costruzione di navi passeggere con commesse fino al 2005. A Palermo si aggiunge anche la vertenza della Keller, fabbrica per la costruzione di materiale rotabile, che dopo 2 anni di chiusura e 1 anno di amministrazione controllata, rischia di fermarsi nuovamente, licenziando altri 300 operai.

 

"18 ottobre 1997"

PRIVATIZZAZIONI

I dipendenti della Cit (compagnia turistica delle Ferrovie dello Stato) sono preoccupati per la privatizzazione della loro azienda, giunta alla fase di vendita del capitale sociale. Da tre giorni hanno proclamato lo stato di agitazione. L'acquirente delle agenzie già vendute, come la Sestante - il gruppo Tanzi - sta già provvedendo allo smembramento delle stesse.

ANSALDO

Nel timore di perdere il loro posto di lavoro, dopo che, ceduta alla Marital un ramo di attività, l'Ansaldo Energia ha deciso la cessione di un altro settore, i lavoratori dell'azienda di Legnano scendono in piazza, per 15 giorni. Da lunedì a turno circa 50 dipendenti abbandoneranno uffici e reparti per occupare la tenda installata in piazza Alberto da Giussano.

CONTRATTI ARTIGIANI

Per la terza volta in pochi mesi, 10mila lavoratori in attesa di contratto da quasi un anno, hanno scioperato e riempito Vicenza. Gli occupati del settore artigiano, per lo più metalmeccanico, ma anche tessile, sono circa 1 milione e 300mila. La manifestazione è stata convocata a Vicenza, perchè lì la Confartigianato è più forte e più carogna.
Se a volte la grande fabbrica è un inferno, nel mondo dell'artigianato sembra di fare un salto nel passato, con orari di lavoro interminabili, senza nessuna sicurezza. Questi lavoratori chiedono che venga riunificato il mondo del lavoro: una richiesta legittima, ma difficilmente interessante per forze politiche e sindacali che operano proprio per la divisione della classe lavoratrice.

LA PRODUTTIVITÀ ITALIANA

Un ora di lavoro italiano produce più che altrove: i profitti degli industriali, vanno quindi alle stelle. L'Italia infatti dopo Norvegia e Olanda è il paese tra i 29 dell'OCSE con il minor numero di ore annuali lavorate ma con la quota di Prodotto Interno Lordo per ora lavorata più alta dopo l'Olanda. Da noi un ora di lavoro risulta più produttiva che in Giappone (mito della produttività) o che negli USA.

SETRAL

È stato firmato un verbale di intesa tra sindacati e azienda per risolvere la vertenza Setral - industria metalmeccanica -, i cui operai erano da alcune settimane in agitazione per sollecitare delle modifiche al contratto di fabbrica. Ora l'assemblea dei lavoratori dovrà valutare l'accordo.

 

"19 ottobre 1997"

SINDACATI, PADRONI E PENSIONI

Stanno per riprendere a trattare, sindacati e governo, per quella che chiamano riforma dello stato sociale, detta altrimenti "eliminazione dello stato sociale oppure, nell'ottica sindacale confederale, limitazione del danno.
Le pensioni d'anzianità rappresentano un problema. Come risolverlo, senza pestare troppi calli? L'ipotesi allo studio è quella di un "contributo di solidarietà" per trovare i 1500 mld rimasti scoperti dopo l'accordo governo-PRC, che prima dovevano essere reperiti dalle pensioni di anzianità. In sostanza, di nuovo lavoratori e pensionati contribuiranno a pagare le pensioni che hanno già pagato! Questo perchè nessuno si sogna (bhè forse qualcuno lo sogna, ma si ferma lì) di far contribuire i padroni. I quali tuonano sempre contro le pensioni di anzianità, senza contraddizioni: vogliono tutto e subito. Basti pensare alla quotidiana richiesta di assistenza statale per scaricare i propri costi sulla collettività: le domande per la mobilità lunga, che permette di buttar fuori i lavoratori non più giovani usando soldi pubblici per farli sopravvivere fino alla pensione. Erano 3500 i "posti" in ballo per la mobilità lunga, entro il 20 ottobre. Ma le richieste erano 25 mila. E forse potrebbero raddoppiare, visto che è stato prorogato il termine. Costo: 63 mld l'anno.

CONTRO GOVERNO, PADRONI E SINDACATI CONFEDERALI

Ieri a Roma almeno 30mila lavoratori, pensionati e giovani hanno manifestato sotto gli striscioni dell'autorganizzazione sindacale. Contro la finanziaria che privilegia i padroni e le imprese, contro l'attacco allo stato sociale, contro la legge Bassanini che delega la rappresentanza sindacale ai soli confederali e ai sindacati gialli.
Di mira erano presi non solo il governo Prodi, i sindacati confederali che concordano in una politica antioperaia, i padroni che fanno il loro mestiere chiedendo sempre di più, ma anche Rifondazione comunista, (Macchè centrosinistra, macchè occupazione, da Bertinotti agli altri son tutti col padrone) colpevole di accettare continuamente politiche di tagli, di limare le contraddizioni, di scambiare il peggio col meno peggio, in realtà di introdurre - come col pacchetto Treu - elementi dannosi ai lavoratori, ai giovani.

 

"21 ottobre 1997"

MORTE D'APPALTO

Alla RIVA di Taranto muore un operaio di 29 anni che lavorava per una delle tante ditte d'appalto. A fare da scenario, lo stato di abbandono e degrado dei macchinari, l'assenza di manutenzione, i continui incidenti. Vito Portino è caduto da 15 metri, mentre sostituiva grondaie ad un capannone: non portava la cintura di sicurezza. Lavorava per conto della TECNOEDIL di Bari, una delle tante piccole aziende (4 - 5 dipendenti) che lavorano per l'ILVA. Gli operai delle officine generali si sono subito fermati alla notizia dell'incidente, mentre le segreterie FIOM-FIM-UILM hanno indetto uno sciopero per tutta la giornata del reparto in cui è avvenuto l'incidente. Si sciopera anche oggi dalle 7 alle 15.
Per i COBAS "il sistema dell'appalto ILVA è una forma di caporalato industriale sommerso, un sistema che è diventato regola con l'arrivo di Riva". Secondo l'INAIL nel '96 ci sono state 1.006.586 denunce di infortunio, che non tengono conto di tutto il sommerso, del lavoro nero, in cui, ameno che non ci scappi il morto, nulla viene denunciato. Crescono gli incidenti mortali: il lunedì è il giorno più a rischio per gli infortuni.

LOTTE SINDACALI

Dopo 46 giorni di sciopero della fame Gaetano Ventimiglia, il sindacalista del SULTA, è crollato. Domenica è stato trasportato in ambulanza all'ospedale di Catania. Ventimiglia si batte contro il licenziamento dei lavoratori ALISUD, ditta alla quale è subentrata la PAE-AM, per l'appalto dei servizi aeroportuali a Sigonella.

 

"22 ottobre 1997"

ORARI GIAPPONESI

Il Giappone ha un problema strutturale: consuma poco e la sua macchina produttiva è tutta orientata all'esportazione. La scarsità della domanda interna provoca squilibri strutturali, nonchè fastidiose polemiche con gli USA, che accusano il Giappone di non stimolare i consumi interni. Il fatto è che i giapponesi, con meno di due settimane di ferie l'anno e ritmi di lavoro che occupano tutta la giornata, non hanno tempo per comprare o spendere di più.

Per questo il governo liberale ha avuto l'idea di creare il lunedì festivo, senza toccare l'attuale sistema di ferie. In pratica, 4 delle 14 festività nazionali dovranno cadere sempre di lunedì. Così ci saranno 4 lunghi ponti settimanali in cui i giapponesi potranno dedicarsi all'arte capitalistica del consumo.

ELECTROLUX

L'Electrolux chiude una fabbrica in Svezia e trasferisce l'intera produzione di cucine per ristoranti a Vallenoncello (PN). I 190 dipendenti dello stabilimento svedese di Alingasas perderanno il lavoro. In questa località svedese ci sono già altri 1500 disoccupati. Sapranno i lavoratori italiani del gruppo esprimere solidarietà concreta ai loro compagni?

 

"24 ottobre 1997"

SQUADRETTE WEEKEND

Squadrette di giovani al posto degli straordinari alla Cornaglia di Beinasco (TO). Bypassando l'accordo con i sindacati, la ditta ha deciso di assumere 8 giovani con contratto part-time per farli lavorare solo il sabato e la domenica. La Cornaglia è una azienda dell'indotto auto che produce serbatoi e cofani: ultimamente due lavoratori, di cui uno immigrato avevano perso entrambi un braccio in un infortunio, imputabile, secondo il sindacato, agli alti ritmi di produzione e alle ore effettivamente lavorate, che vanno anche oltre le 10 al giorno.
Questi giovani vengono assunti per lavorare 16 ore tra sabato e domenica alle presse, lavorazione ad alto rischio, senza avere esperienza di tale lavoro. I sindacati avevano proposto un altra soluzione, come l'introduzione di un sabato lavorativo recuperabile. L'azienda ha rifiutato. Ieri c'è stata una assemblea dei lavoratori, seguita da mezz'ora di sciopero. Sabato ci sarà un presidio ai cancelli e il blocco degli straordinari.

ALCO PALMERA

I lavoratori della Alco-Palmera (inscatolamento tonno) hanno ripreso a presidiare gli stabilimenti, che da dicembre sono chiusi. La proprietà aziendale (la famiglia Palau) ha deciso il trasferimento della produzione in Sardegna. Il ministro del lavoro non ha autorizzato la cassa integrazione. Così i lavoratori hanno ricevuto in questi 10 mesi un anticipo pagato dalla ditta appozzando al TFR: ma a novembre questi pagamenti verranno interrotti.
Si prospetta uno sciopero della fame di alcuni lavoratori, ma il morale dei lavoratori è basso, viste le promesse non mantenute. Il sindacato si è sforzato finora di contenere la rabbia dei lavoratori, cosa in cui è maestro!
Ma gli operai, ormai oltre i 40 anni, stanno assistendo ad un altro pezzo della deindustrializzazione dell'area di Bari.

 

"28 ottobre 1997"

 

UNIONE dei LAVORATORI in MOBILITÀ

- C O M U N I C A T O -

Oggi, 27 ottobre 1997, i lavoratori in mobilità hanno occupato i binari della stazione ferroviaria (Napoli C.le) per protestare contro l'ostinata ed arrogante indifferenza che le istituzioni locali, regionali e nazionali, continuano a dimostrare di fronte alla questione del lavoro ed al dramma della disoccupazione. Sono anni, troppi anni, che i lavoratori in mobilità, così come i disoccupati, vengono presi in giro dai governi, dagli industriali e dai sindacati collaborazionisti; gli stessi sindacati che hanno abbandonato migliaia e migliaia di operai in mobilità, che per anni hanno lavorato in fabbriche e cantieri, ad un destino di miseria e disoccupazione. Siamo percio' stanchi dei giochetti politici e della demagogia delle varie forze politiche e sociali, forze che (tutte, nessuna esclusa) hanno come unico obiettivo NON quello di risolvere il grave problema della disoccupazione, ma quello di alimentare la guerra tra i poveri, aumentare la precarizzazione del lavoro e spingere verso il basso le condizioni di vita di occupati e disoccupati. Noi siamo, quindi, innanzitutto per l'unificazione delle lotte dei disoccupati, dei lavoratori in mobilità, dei lavoratori precari (come i L.S.U.) e dei lavoratori occupati (che subiscono anch'essi il ricatto della disoccupazione e della precarietà) e

C H I E D I A M O

1) la riapertura dei cantieri delle opere pubbliche ferme da anni

2) corsi di formazione FINALIZZATI

3) lavoro stabile e non precario PER TUTTI

4) in alternativa il salario di disoccupazione (perchè comunque dobbiamo campare!!!)

Napoli, 27/10/97 UNIONE dei LAVORATORI in MOBILITÀ

 

Solidarietà con i contadini egiziani

Da diversi mesi i contadini si stanno mobilitando in Egitto, da Alessandria a Assuan, contro l'ingiusta legge votata dal parlamento nel 1992 e di cui l'applicazione è prevista per il 1ottobre 1997. Questa legge rimette in discussione i diritti acquisiti che permettevano ai contadini di sopravvivere, dagli anni cinquanta-sessanta. L'utilizzo delle terre, stabilito allora, viene oggi cambiato un funzione delle decisioni arbitrarie dei proprietari. Il contratto di locazione, che era un contratto a durata illimitata, trasferibile agli eredi, non sarà più tale. Di fatto si tratta di riorganizzare la produzione agricola in funzione delle esigenze del mercato mondiale. Lo scopo dell'operazione è quello di creare una produzione destinata all'esportazione verso i mercati occidentali di banane arance e noci. È l'applicazione della politica liberista dettata dal FMI per sottomettere le scelte agricole dell'Egitto alla logica di un mercato selvaggio. Per i contadini cio' significherà il ritorno alla condizione precaria di braccianti agricoli. Assemblee, manifestazioni e coordinamenti hanno luogo nei villaggi e nella capitale in vista di una marcia nazionale per impedire l'espulsione dei contadini dalle loro terre e dalle loro case. La prima reazione del potere è stata molto violenta, oltre 900contadini e 16 militanti di sinistra sono stati arrestati e 15contadini sono stati uccisi durante scontri con la polizia. Il governo non esita a ricorrere alla tortura per colpire la mobilitazione dei contadini in lotta. Si prepara a imporre questa legge ingiusta con una repressione sanguinosa. L'esercito assedia già alcuni villaggi e i contadini non hanno altra scelta che resistere. È necessario che un largo movimento di solidarietà si organizzi per imporre l'abrogazione di questa legge disumana che rischia di distruggere la vita di 4.000.000 di contadini coinvolti.

Per contatti: Collettivo d'informazione e di solidarietà con i contadini egiziani c/o Hosny-Sud 23, rue de la Mare 75020 Paris T_l: 0144 6212 00 fax:01 44621234

 

"29 ottobre 1997"

LAVORO MINORE

Una campagna contro l'uso del lavoro minorile, sfruttato soprattutto nel sud-est asiatico e in Cina, e in particolare contro l'acquisto di articoli per bambini "marchiati" Chicco, sembra - con i padroni il dubbio è sempre legittimo - aver dato qualche frutto. Il gruppo Artsana si è infatti impegnato a garantire condizioni di lavoro "occidentali": nessun "baby lavoratore", adeguati servizi igienici, macchinari sicuri, spazi pasto, orari di lavoro non "schiavistici".
Il "codice di condotta" è il risultato di un accordo siglato dal gruppo industriale con i sindacati di categoria, ed è la prima volta a livello internazionale. Naturalmente questo riguarderà le aziende "marchiate" Artsana e Chicco: ma tutto il mondo del lavoro sommerso si adeguerà a tale accordo? E i prodotti non di marca, non faranno un balzo in avanti perchè le condizioni di lavoro infernale permettono prezzi più bassi? E si incentiverà, così, l'acquisto di prodotti economici non perchè frutto di un sistema socio economico che risparmia, perchè senza profitto, ma perchè frutto del supersfruttamento capitalistico.
Insomma: i lavoratori non possono certo disdegnare un accordo, frutto anche di lotte e di pressioni, che migliorerà le loro condizioni di vita e di lavoro, ma certo deve restar chiaro che "difetto è nel capitalismo stesso, la soluzione nella sua abolizione".

LE IMPRESE AL SUD

I dati della Unioncamere evidenziano un saldo attivo nella crescita delle aziende: 16.646 in più, per un totale di 4.251.202 imprese. A tirare secondo questi dati, è il Sud, che ha registrato il maggior numero di iscrizioni per il secondo trimestre consecutivo. Quali sono le condizioni che hanno indotto a queste nuove iscrizioni che, tra l'altro, risultano anche essere l'ufficializzazione di parte del sommerso, o per lo meno di imprese che non necessitavano di registrazione?
Il pacchetto Treu ha assicurato talune condizioni di favore ai padroni meridionali: come i contratti d'area, salari più bassi per il Sud, sgravi fiscali ecc.
Il presidente della Unioncamere afferma: "Diventa più decisivo assicurare condizioni meno sfavorevoli: dai servizi della pubblica amministrazione a quelli più tradizionali". Appunto: il capitalismo ha sempre più bisogno dello stato, altro che liberismo. Il liberismo è solo a senso unico, ossia deprezzare la forza lavoro, assicurarsene i servigi al minor prezzo, mentre lo stato deve farsi carico di tutto le altre spese.

 

"30 ottobre 1997"

CINA LIBERISTA

La Cina precede, utilizzando il suo sistema di regime, i governi capitalistici occidentali nell'instaurazione di quelle norme atte a dispiegare al massimo la concorrenza di un dato territorio. Un esperienza che sarà certo di "stimolo" ai capitalisti nostrani, nelle loro puntate sui "contratti d'area" e i "patti territoriali". Infatti ad Honk Hong la "legislatura provvisoria", organo di governo imposto dal passaggio alla Cina, ha votato l'abrogazione di due leggi sui diritti sindacali, strappate dai lavoratori di Honk Hong al precedente governo e al padronato.

Lo scopo non è solo una applicazione repressiva del dominio cinese, come i soliti anticomunisti potrebbero pensare (vedendo il pericolo rosso laddove non c'è), ma ha una funzione precisa nella concorrenzialità del territorio di Honk Hong in ambito di economia capitalistica. In sostanza i cinesi fanno quello che altrove viene tentato ma non riesce per diverse situazioni istituzionali.
I diretti interessati, lavoratori, sindacalisti attivisti democratici, hanno protestato fin dentro la sede del consiglio legislativo, da cui sono stati allontanati dalla polizia (qualcosa ricorda la protesta contro il decreto liberticida Bassanini il 29 settembre scorso). Con enormi bandiere rosse hanno gridato slogan per le libertà sindacali.
Quello che il governo cinese sta facendo in questa fase non è "per il socialismo" ma per il "liberismo capitalista". Con buona pace di quanti ancora lo prendono ad esempio - negativo! - di come un governo "comunista" si comporta. E non vedono la sintonia fra gli atti di questo governo e quelli dei paesi anche formalmente capitalistici.

PIAGGIO

L'azienda Piaggio è in crisi e naturalmente chi deve pagare sono i lavoratori. La concorrenza spietata intercapitalistica ha tolto alla Piaggio il primato dello scooter nel mondo e in casa propria: a ciò si aggiungono la scarsa capitalizzazione dell'azienda, annosi problemi di efficienza, errori di previsioni e strategie, la flessibilizzazione che non ha introdotto l'efficienza sperata. All'inizio del '95 la Piaggio viaggiava sulla cresta dell'onda, con il 45% del mercato europeo. Ma in due anni la musica è cambiata: oltre 100mila mezzi in magazzino, cassa integrazione , poi l'annuncio degli esuberi - 1460 lavoratori su 5000 addetti . Questo nonostante i mercati in espansione e i provvedimenti governativi per la rottamazione. L'obiettivo dell'azienda è incrementare la produttività del 16% - che è la differenza valutata con i competitori (che agiscono con altri rapporti di forza verso la classe operaia, con maggiore sfruttamento) - e ridurre il personale, flessibilizzare il restante. In Italia - che rappresenta il 50% del mercato europeo del settore - ci sono 31 marchi che commercializzano scooter e ciclomotori, con 125 modelli, di cui solo 20 Piaggio e Gilera. Questo è l'argomento Piaggio per introdurre questi elementi di attacco alla condizione operaia. Il punto di riferimento per Piaggio è l'Aprilia: motori comprati dalla Minarelli, componentistica esterna, 600 addetti, che si triplicano in alta stagione, con flessibilità totale (pause ridotte a 24 minuti contro i 50 della Piaggio).
Di contro ci sono i colossi giapponesi, come Honda. E il fallimento dell'entrata nel mercato cinese.

ENICHEM

A Manfredonia l'Enichem avvia la mobilità, in vista della dismissione "silenziosa" della fabbrica pugliese. Sono 210 i lavoratori interessati. I sindacati contestano all'Enichem di aver sfruttato e inquinato il territorio e ora di mollare tutto e tutti, senza porre rimedio ai danni provocati.

OLIVETTI

L'Olivetti avrebbe altri 1650 esuberi, distribuiti tra varie consociate e la holding. Questo è quanto è stato riferito da Roberto Colaninno ai sindacati il 28 ottobre.