

 
La
P.A.I. Polizia dell'Africa Orientale
Per mantenere la sicurezza e l'ordine
pubblico nei territori dell'Africa italiana, dopo la loro conquista nel
1936, sempre sotto rischio di rivolte e di incursioni da parte di nativi
ribelli, non bastava l'Arma dei Carabinieri Reali impegnata nel
presidiare le zone in cui si svolgeva una vita pacifica e quelle
soggette a vaste operazioni di "Polizia Coloniale". I presidi dei
Carabinieri si basavano su stazioni CC.RR., spesso soggette a grandi
distanze tra di loro, dove i Carabinieri indigeni chiamati zaptiè (che
deriva da turco "gendarme") svolgevano il loro lavoro istituzionale
comandati da sottoufficiali Italiani dell'Arma.
Visto che i problemi della situazione
politica generale erano ben lungi dal risolversi, fu creato un corpo di
polizia che svolgesse nelle colonie dell'impero, le funzioni che il
Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza, svolgeva in Italia.
Dopo 55 giorni dalla proclamazione
dell'impero Mussolini proclamò l'istituzione del Corpo di polizia
Coloniale, con cui intendeva risolvere i problemi della convivenza tra
le popolazioni dei coloni e quelle native. Infatti molti combattenti si
erano congedati per stabilirsi nei territori conquistati, dove fecero
venire le loro famiglie, inoltre l'Africa italiana rappresentava una
sorta di "terra promessa" dovuta anche alla propaganda del regime per
favorirne la sua conquista. Il corpo era alle dipendenze del Ministero
delle Colonie diventato poi Ministero dell'Africa Italiana. Il corpo
inizialmente creato per lavorare esclusivamente nei territori orientali
dell'impero, cioè la Somalia Italiana e l'Etiopia, fu successivamente
destinato a tutti i territori coloniali e assunse la nuova denominazione
di "Polizia dell'africa Italiana".
Il Regolamento Organico, emanato il 10
Giugno 1937 con regio Decreto 1211 (del Ministro dell'Africa Italiana
Alessandro Lessona), all'art. 1 cita: " Il Corpo della Polizia Coloniale
assicura l'ordine e la sicurezza dell'Africa Italiana e costituisce una
forza per assicurare la difesa delle istituzioni e del territorio e per
salvaguardare la sanità fisica e morale delle popolazioni; salvaguarda
l'integrità dei confini, assicura l'osservanza alle leggi, ai
regolamenti, alle ordinanze delle autorità, il rispetto alle religioni e
ai costumi, la tutela del lavoro e della proprietà, la sicurezza e
l'incolumità alle persone, presta soccorso negli infortuni pubblici e
privati dirigendone l'opera e i mezzi." Notare il fatto che il
regolamento non pone alcuna distinzione tra le popolazioni native a
Italiane come non riporta nessuna riserva mentale o discriminazione
razziale. L'articolo 2 recita: " Il corpo della Polizia Coloniale è
organizzato militarmente fa parte delle forze armate dello stato e
dipende dal Ministero dell'Africa italiana." L'articolo creava una forza
armata, ma era alle dipendenze di un Ministero civile, è la prima volta
che un ministero civile dirige una forza armata.
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Il corpo era un organismo
civile con forti caratteristiche militari. L'articolo 3 dice: " Le
funzioni di polizia civile le disimpegna ovunque esplicando i seguenti
compiti: A) Polizia Politica: ordine pubblico, associazioni e riunioni,
stranieri, polizia dei confini, delle vie di comunicazione e dei
trasporti; esecuzione dei provvedimenti speciali del governo; assistenza e
scorte. B) polizia giudiziaria C) polizia amministrativa. I compiti della
P.A.I. sono uguali a quelle degli Agenti di Pubblica sicurezza in Italia,
ma sono adattati alla situazione locale dei territori coloniali, la
conferma di questo arriva dall'articolo 4: " I dipendenti della P.A.I.
hanno le funzioni, le prerogative , le qualifiche e le facoltà degli
ufficiali e degli agenti della pubblica sicurezza dipendenti dal Ministero
dell'Interno".
I dubbi derivati dall'istituzione di questo
corpo erano derivati dal fatto che la prima volta un corpo di polizia
civile era armato e ciò oltre alle invidie degli appartenenti alla P.A.I.
non erano poche le ostilità e le incomprensioni delle altre forze armate
verso questo corpo. A queste divergenze pose fine il Duce che dopo Lessona
era diventato pure Ministro dell'africa Italiana; Mussolini scrisse
semplicemente "Stato militare" e la questione fu chiusa.
La P.A.I. mantenne la pubblica sicurezza per
tutto il territorio coloniale, fino al giorno dell'armistizio, dove non fu
sciolta ma partecipò alla lotta per la liberalizzazione dell'Italia
dall'esercito tedesco e collaborò con le altre forze dell'ordine per
mantenere l'ordine pubblico nel paese, fino alla fine della seconda guerra
mondiale, quando fu sciolta.
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