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Aulauso dè Themali o della Riservatezza.

Lo conobbi, com’era logico, per lettera. Era la primavera del ’90. Dè Themali aveva allora 57 anni e si sentiva vecchio (d’altronde, lui asseriva che lo fosse diventato il 13 Febbraio 1969. Stava spiegando chimica in IIIC. Una ragazza, in prima fila, gli lanciava sguardi adoranti, ma lui era il professore e non era corretto: troppa differenza di età e di  ruolo…). Io stavo leggendo “L’ile  aux trente cercueils”: lui se ne trasse spunto per farmi una lunga lezione su Leblanc, Lupin, il Druido, le monstrueux Vorskij. Lo trovai molto divertente con quel nome così dannunziano e non gli volli scrivere…per sei anni. Era un uomo affascinante e complesso per il quale gli aggettivi si sprecano. Misterioso, machiavellico, terribile, fragile, emotivo, malvagio, eccentrico. Su alcuni, tutti quelli che lo hanno conosciuto, sono d’accordo. Era riservato. Odiava parlare della sua famiglia, dell’infanzia felice a Trieste (dove era nato  da un’agiata famiglia borghese nel gennaio del 33, il nonno materno avvocato, i genitori giovani, belli, innamorati) dell’adolescenza spezzata dalla guerra – che lo segnò come Levi-, dall’esilio forzato e dalla dispersione della famiglia. Con il tempo, lui che era nato in una villa sul mare, si inserì nella provinciale Perugia, nella severa e mistica Umbria, terra di S. Francesco, cui si sentì sempre legato nel rifiuto di ogni lusso, di ogni eccesso e futilità consumistica.

Era frugale nel mangiare (diceva “Io sono un cattivo gustaio”,con l’eccezione per i tre, quattro caffè al giorno, specie al mattino), odiava il vino (“ è per carrettieri”) e gli alcolici (e non amava nemmeno “i duri” americani, quelli sempre “drunk”) non fumava che qualche sigaro, ogni tanto. Era un conservatore. Odiava la moda, la griffe, la televisione, il computer, il telefonino, perché diceva “ Io sono nato in un mondo e ci voglio morire”.

Era meticoloso ed abitudinario. La sua giornata era scandita da un preciso rituale. Sveglia alle sette in punto, alle otto all’Istituto Tecnico per Geometri, “la sua seconda casa”, poi all’una e mezzo a casa, pranzo e via tutto il pomeriggio a leggere, a scrivere,cena alle otto, a letto alle nove. “Il segreto della salute-sosteneva- è coricarsi presto e alzarsi presto”.

Scriveva dappertutto, in modo quasi maniacale. Prendeva appunti, annotava abbozzi, idee su pezzetti di carta, scontrini, fogli pubblicitari. Era elitario, persino snob, anche se non l’avrebbe ammesso mai. Lo era nella scelta dei pochi amici, tutti uomini di grande cultura, nell’ideale femminile (“donne alte, eleganti, dalle lunghe gambe”), nei gusti letterari.

Implacabile con i forti, si commuoveva per i malati, i poveri, gli esclusi. Era un solitario. Non partecipò mai alla vita politica, se non quindicenne in occasione del Referendum del 1946. Niente cinema (l’ultimo film negli Anni ’70, “Il papocchio”, perché anticlericale), niente teatri, concerti, serate danzanti, spiagge  affollate, giochi di società, mondanità varie.

Viaggiava moltissimo, da solo. Ogni estate, con lo zaino in spalla, soleva visitare in lungo e in largo, a piedi, in treno, in autobus, un Paese d’Europa o dell’adorato Medio Oriente.

E, da solo, ha affrontato la morte.

Giuseppina La Ciura

questo articolo é già apparso sul n 41 di Foglio Giallo.

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 “ In ogni uomo convivono almeno due uomini e quello vero è l’altro”

                                                                       Jorge Luis Borges

I Romanzi di Aulauso dè Themali

( Trieste, 18/1/1933 - Perugia, 22/11/2001)

Dè Themali è stato uno scrittore “lento”. Costruiva, con infinita pazienza, i suoi romanzi nei luoghi, quieti pomeriggi perugini, dopo le ore di insegnamento, nel silenzio del suo studio appartato, tra migliaia di libri.

Sono tutti romanzi polizieschi ad eccezione di “Palazzo Comunale”, un violento pamphlet anticomunista scritto la spinta emotiva dei fatti di Trieste del 1953. Solo due di questi polizieschi sono stati pubblicati, gli altri respinti dagli editori. Uno è rimasto incompiuto.

Dare loro una datazione certa è difficile, se non impossibile. Per questo, nel fare una breve sintesi mi sono servita dell’ordine fornito dall’Autore al prof. Pirani per il  Dizionario bibliografico del Giallo”.

1) “ Un vetro rotto” Inedito.

E’ il primo poliziesco e quello in cui appare, per la prima volta, Gastone Vittori, autista di piazza a Firenze, detective per hobby e “alter ego” dell’Autore.

Un adolescente solitario e sgraziato è affascinante da una misteriosa donna che abita in una casa dai vetri polverosi. Un giorno, tornando da scuola, ne infrange uno con un sasso …. Inizia, così, una storia perturbante ed ossessiva dagli accenti fortemente autobiografici e psicoanalitici..

2) “I Ritorni” Jan Jagler Firenze, 1961

Sette uomini diversissimi tra di loro ( tra cui un certo Marco Negri da Perugia) scompaiono misteriosamente nell’Italia del secondo dopoguerra e, altrettanto misteriosamente., dopo molti anni, ricompaiono. Ritornano distrutti nel fisico e nella mente. Li accomuna un dilagante senso di terrore. Ben presto, vengono minacciati. Si attenta alla loro vita. Poi, viene assassinato un importante industriale milanese…. Aiutati dal professore fiorentino Dario Zobromilli” uomo noiosissimo e matematico di valore”, Gastone e Lucienne Vittori affrontano da par loro l’intricatissimo Affaire.

3) “Tra parentesi “ Inedito

Un misterioso avvelenatore stermina, in paese del Sud della Francia negli anni di Vichy, i membri maschi di un’eminente famiglia aristocratica, i Motterie, minata dall’odio e dagli intrighi. Il commissario Hécrètoux, pur impegnandosi allo spasimo, tanto da finire come il suo collega il durrenmattiano Mattai, non riesce a scoprire il colpevole. Saranno il vecchio Fabio e Gastone Vittori a risolvere il caso. (E Vittori troverà il Lucienne, “la fanciulla dagli occhi di vecchia” la donna della sua vita).

4) “Il Demone Occulto” Inedito.

Dè Themali, laureatosi nel febbraio del 1956 in Farmacia, rimase per diversi anni – “i più felici” della sua vita – all’Università di Perugina quale assistente volontario. Da quella esperienza, prese spunto per questo romanzo dall’atmosfera cupa, sinistra, dostoevskiana ambientato nei laboratori di Chimica Farmaceutica. Mentre il Direttore dell’Istituto si trova in Germania per un seminario, uno spietato assassino colpisce più volte con efferata violenza. Vittori rischia il fallimento tra una folla di personaggi ambigui dal passato oscuro e dalla mente disturbata.

5) “Il figlio fantasma” Inedito.

Il protagonista è Daniele Querciaquadrata, già apparso come semplice studente “Il Demone Occulto”. Sono passati molti anni. Ora è laureato, sposato con una ragazza americana e vive e lavora a New York. La sua vita serena è sconvolta dalla scoperta di un bambino misterioso fuori della porta di casa. E’ l’inizio di una serie di fatti strani, inquietanti, sempre sul filo del soprannaturale. La conclusione è semplice (ed amara). L’America di dè Themali (dove non fu mai) ricorda quella di Tito A. Spagnol, specie di “L’unghia del leone”.

6) “La donna a cui mancavano due dita” Inedito.

Nelle campagne di Bastia Umbra, siamo negli Anni della Guerra Fredda e dei primi esperimenti spaziali, cade un piccolo aereo. Il pilota di incerta nazionalità si salva, ma, avendo perso la memoria di sé, viene ricoverato nel Manicomio di Perugia, dove, nonostante il prodigarsi di medici ed infermieri, sotto gli occhi di un misterioso ragazzo, muore poco tempo dopo, invocando in tedesco “la donna a cui mancavano due dita”. Del caso si interessano i Servizi Segreti, ma sarà Gastone Vittori, con l’aiuto della moglie Lucienne, a risolverlo. Tra la folla di personaggi spicca la sgradevole figura di Edmea Guido, un’attrice “bruna, formosa e truccata” prototipo delle “maggiorate”  in voga negli Anni 50.

7) “La verità su Fleuroy” Inedito.

A Montmartre, in un appartamento cupo, dalle pareti colme di libri e dossier polverosi, vive, accudito da misteriose “segretarie”, un uomo senza gambe. E’ Fleuroy, l’antico aiutante del commissario Hècrètoux. Il mistero della sua vita affonda le sue radici in un paesino dei Vosgi, nel terribile inverno del ‘44, Fleuroy era là a caccia del capitano Vauban, eroe della Resistenza o traditore della Patria, uomo o fantasma, “uno, nessuno, centomila” .Indimenticabili alcuni personaggi come la vedova Vauban e la prostituta Raab.

8) “Una bambina malata” Inedito.

Nel Luglio del ’79, Dè Themali andò in vacanza in Calabria e rimase colpito dalla “luce e varietà dei paesaggi”. Decise, così, di ambientarvi la storia di Angela Asse, una mite impiegata di Bolzano, che sogna di trascorrere una bella estate a S. Simone allo Ionio, in provincia di Cosenza. Ha preso in affitto una stanza presso le signorine Adelaide, Adele e Ada Arcaroli. Sono “donne anziane, vestite di nero, con un fazzoletto in testa”. Con loro vive una bambina pallida, gracile, che, spesso, soffre di terribili emicranie. La loro casa al 17 è vecchia, triste, inquietante. Di notte, Angela Asse sente strani rumori, voci maschili, nenie lamentose, presenze soprannaturali… Poco dopo, muore misteriosamente il tabaccaio del paese. Angela si sente in pericolo…

9) “I passeggeri dell’autobus” Inedito.

Dé Themali amava moltissimo Todd Downing e il suo “Il terribile viaggio”. E volle, quindi, cimentarsi in un romanzo, che si svolgesse on the road. Scelse l’autobus, perché lo trovava congeniale al suo modus di viaggiare. Sostituì i cieli e i paesaggi del Mexico con quelli dell’amata Umbria e gli esotici personaggi con quelli suoi, bizzarri, dai cognomi difficili e dal passato oscuro. Ne viene fuori un romanzo fluviale – 800 pagine – in cui il delitto è solo un pretesto narrativo.

10) “Sorelle” Inedito.

La famiglia Vittori, una sarta di Sacra Famiglia, aspetta l’arrivo di un altro bambino, quando due avvenimenti vengono a turbarne la serenità. Scompare in modo misterioso l’inquilino del piano di sopra e arrivano l’una dall’America – la settantenne Silvana – e l’altra da Latina  -  la 17 enne Rialdide – due donne che si proclamano entrambe sorelle di Vittori. Una storia inquietante, ricca di elementi autobiografici (tratti dalla vita scolastica dell’Autore), dal ritmo discontinuo e con una soluzione a sorpresa.

11) “Per amore dell’ultima goccia d’inchiostro” Inedito.

Bolzano 1961. In una città atterrita e diffidente a causa degli attentati  terroristici degli indipendentisti sudtirolesi, arrivano per seguire un corso estivo di Chimica, Latini e Carli, due giovani neolaureati. Uno scherzo goliardico nell’Istituto che li ospita insieme con decine di altri studenti anche stranieri fa da antefatto alla morte violenta di Cremera, un corsista dall’ambigua identità. In  un’atmosfera alla Ambler, il giovane Carli ha la sua iniziazione alla vita e all’amore con una delle poche femmes fatales spuntata dalla penna di Dè Themali, la francesina Acht dagli eterni occhiali neri.

*12) “Il delitto sull’autobus”

Questo romanzo iniziato da Angelo Guacci e portato a termine da Dè Themali uscì a puntate su “L’Acerba” tra il Maggio e il Settembre del 1990.

13) “Arrigo” Incompiuto.

Appassionato lettore e studioso di Dante, nel 1990, Dè Themali decise di scrivere un Giallo in cui un professore di Lettere viene ucciso in cattedra, mentre spiega in classe un canto di “La Divina Commedia”. A questo romanzo, rimasto incompiuto, scritto a penna rossa su fogli di carta e battuto faticosamente a macchina (Dè Themali, a causa del diabete, vedeva pochissimo), si è dedicato fino alla morte, sempre terrorizzato che gli “si spuntasse la penna”.

 Giuseppina La Ciura

questo articolo é già apparso sul n 41 di Foglio Giallo.

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* Non mi è stato possibile reperire i numeri di “L’Acerba” in cui è apparso il romanzo sopraccitato. Ringrazio vivamente la prof. Serena Cesari Guacci per la Sua gentilezza e squisita disponibilità in tutto degne del Suo non dimenticato Padre.




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