



LE LEGGI DEL GIALLO
Troppo spesso sento
dire che il genere poliziesco è un tipo di letteratura popolare di serie
B, e troppo spesso devo ammettere che è vero, così come è vero che la
letteratura in genere è quasi sempre di serie C. Se analizziamo i libri
più venduti in Italia, ci accorgiamo che tra il 2003 ed il 2004, nelle
prime posizioni vi sono i libri di barzellette di calciatori famosi
oppure volumetti scritti dai comici televisivi del momento.
Allora si potrebbe
dire, che esistono libri buoni e libri cattivi, insomma che non è un
problema di genere, ma di qualità, in realtà tutto ci crolla addosso di
fronte ai nostri preconcetti, perché gli uomini sono tendenzialmente
stupidi, nella loro massiccia maggioranza, senza contare classe sociale
o nazionalità, dobbiamo ammettere che noi uomini siamo degli emeriti
cretini, a cui piace l’aspetto facile della letteratura, è anche ovvio
che molti che leggeranno queste righe penseranno di far parte di quella
minoranza di lettori saggi, e forse sarà anche vero, ma allora chi è che
compra certi libri, mentre quelli più difficili restano negli scaffali ?
Le leggi che regolano
la letteratura spesso ampliano i loro problemi quando si tratta di
irrompere nel genere poliziesco, a troppi lettori piace leggere un
giallo scritto da uno scrittore straniero e i poveri scrittori italiani
ristagnavano nell’ipocrita realtà di rimanere ignorati, poi sono venuti
fuori un paio di nomi, che hanno risollevato i bilanci di qualche
piccola casa editrice, ma qualche critico ancora si domanda se
riusciranno ad entrare nel mondo dei classici.
Raramente un ottimo
giallo è anche un ottimo libro, perché quando lo è, allora non si può o
forse non si deve più considerare un poliziesco, ma esclusivamente un
romanzo degno di essere letto.
Riccardo Affinati