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JOHANN GOTTLIEB FICHTE Fichte è il primo filosofo dell’idealismo; è un sostenitore del principio che la realtà è la manifestazione dell’infinito (principio che è reale e formale) che crea la materia, la pone e la plasma. Nella dottrina della scienza, Fichte propone una metascienza e in-dividua l’essenza della realtà: il suo fondamento: è l’attività teoretica e pratica dell’uomo. Tre principi fondamentali stanno alla base di tutto: i romantici spezzano il legame fenomeno - noumeno: o tutto è noumeno o tutto è manifestazione di un principio ideale, infinito: (primo principio della dottrina della scienza). La nostra scienza funziona in base al principio di identità e contraddizione: per poter dire a = a, è necessario che ci sia un principio che l’ha formato: questo io è nel tempo, e il principio io = io ren-de possibile il formarsi della scienza: il principio del mondo è dinamico, crea dentro se stesso una serie di effetti: l’io illimitato oppone a sé un non io limitato, perché un prin-cipio assoluto solo, un soggetto senza oggetto non avrebbe senso: perciò, ha bisogno di un principio che gli si contrapponga e che ne esalti la superiorità. L’io infinito si auto-contrae e si manifesta sotto forma di non - io. Se l’io è pura libertà, e attività, il non io rappresenta necessità. La Natura viene svalutata da Fichte,che sostiene che, se non fosse stata creata non ci sarebbe, perché la Natura è positiva , è dipendente, non è cosciente, non ha la libertà di determinarsi. L’io divisibile oppone a sé un non io divisibile. Dentro di sé l’io infinito si contrae e genera molteplicità di io empirici che si trovano a interagire con il mondo: ma è empirico = sottoposto a corruzione: IO infinito = IO ? IO infinito => NON IO IO infinito => IO empirico Ogni volta che l’Infinito risulta vincitore, lo risulta più di prima, perché ha più coscienza: questi tre principi stanno tra di loro in un rapporto dialettico: sintesi degli opposti e lotta dialettica, alternanza di dialogo tra due principi che si sintetizzano e van-no intesi in modo logico, non in modo cronologico; introducono l’attività teoretica e quella pratica. L’attività teoretica è la conoscenza dal non io all’io empirico, la rappresentazione di un’idea esterna in idea; la conoscenza è un’idea che rimbalza all’infinito: è possibile conoscere l’Infinito, con un percorso a ritroso che parte dall’io empirico per arrivare all’io Infinito. 1° grado, sensazione (l’io empirico sente l’oggetto come qualcosa fuori di sé, che gli si contrappone) 2° grado intuizione (è la collocazione di quell’oggetto) 3° grado intelletto (categorie) 4° grado giudizio (produzione di un concetto) 5° grado ragione (massimo grado della conoscenza possibile in cui questo og-getto mi appare come l’opera di un essere infinito) Attività morale. Arriva dall’io empirico all’IO ? attraverso il non io: l’io ? rappresenta la meta ideale dell’io finito. Per coltivare questa aspirazione, l’Io infinito deve liberarsi di tutto ciò che lo limita, cioè delle leggi naturali, della materia, e degli istinti egoistici che sono alla base della Natura. Il romantico ritiene di essere un eletto: l’io empirico comprende che la Natura esiste soltanto se prodotta dall’infinito, ma la sua dignità va superata per riaffermare la potenza dell’infinito nella sua. Da un punto di vista politico lo sforzo di infinitizzazione deve avvenire in modo sociale. La politica per Fichte Il pensiero politico di Fichte è diviso in un primo periodo che segue la rivoluzione Francese: la prospettiva di Fichte è lo stato liberale di origine contrattualistica, con una venatura di socialismo. C’è una serie di diritti ma non c’è comunismo, perché c’è la proprietà: il fine è autonomizzare il più possibile la comunità degli individui, in modo tale da renderli così liberi e razionali, che siano capaci di scegliere da soli. Lo Stato è di tipo commerciale e chiuso, uno Stato socialista e autarchico: oltre ai diritti classici di natura, lo Stato deve intervenire massicciamente negli interessi economici. Lo Stato, che invece si delinea nel pensiero Fichtiano dopo l’invasione della Prussia da parte della Francia, è uno Stato caratterizzato dall’autarchia: lo stato basta a sé stesso, è diviso in tre classi sociali: 1) produttori della ricchezza (agricoltori) 2) trasformatori della ricchezza (artigiani, operai, imprenditori) 3) diffusori della ricchezza (commercianti, funzionari, insegnanti). Lo Stato deve organizzare queste classi per evitare sbilanciamenti. È necessaria un’azione educativa che abbia come fine la libertà dei popoli ed evitare in futuro situa-zioni come l’invasione della Germania, e se c’è un popolo votato a questo destino è proprio il popolo tedesco, che ha un primato spirituale nei confronti degli altri popoli: è l’unico ad aver conservato intatto dalle origini il proprio idioma. |
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