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IMMANUEL KANT Kant è un filosofo illuminista, nasce a Königsberg; la madre riveste per lui unruolo molto importante che, a quanto sostiene, gli insegna il primo germe di bene. È il quarto di 11 figli, ma con i fratelli non ha un gran rapporto. Viene mandato al collegium Friedericianum, dove si dimostra subito critico nei confronti della religione, per quanto riguarda le forme esteriori ed esagerate del culto: ha un concetto intimistico della fede, le preghiere forzate sono, per lui, inutili. Diventa bibliotecario, poi docente di logica e metafisica all’università; i suoi interessi sono prevalentemente scientifici: pubblica molte opere sulla Terra, sul moto, sulla quiete e sulla teoria dei venti (scritti pre – critici). La sua prima opera importante, scritta nel 1781 è la “Critica della Ragion Pura”, dove fa il punto sulla conoscenza (2° edizione). Il 1788 è l’anno della pubblicazione della “Critica della Ragion Pratica”. Nel CRP si chiede cosa si può conoscere, è uno scritto teoretico , nella CRPr si occupa di come si debba agire nella pratica . Nel 1790 scrive “Critica del giudizio”. 1793 – 1797: sono gli anni della censura prussiana e del terrore francese: perciò riceve un severo ammonimento soprattutto per le sue opere a tema religioso, dalle quali traspariva troppo l’ideale illuministico; scrive inoltre il libro “Per la pace perpetua”, intesa come pace fra gli stati e le nazioni. Muore malato nel 1804, di lui si parla come di una persona calma, mite, riflessiva. L’indirizzo filosofico di Kant si chiama criticismo, dal verboKrino: Analizzare, scomporre un problema in parti elementari per studiarle meglio (Cartesio) e Giudicare, e cioè emanare sentenze. Il suo principio sta nel criticare e verificare la legittimità delle pretese avanzate dalla ragione umana nel campo delle conoscenza: critica della ragione con la ragione stessa; bisogna studiare la ragione per vedere qual è il suo limite. Il criticismo indica la dottrina di Kant nei capisaldi che possono essere così ricapitolati: 1) Impostazione critica del problema filosofico, e pertanto, la condanna della metafisica come sfera di problemi che sono al di là della ragione umana 2) Determinazione del compito della filosofia come riflessione sulla scienza, e, in generale, sulle attività umane, allo scopo di determinare le condizioni che ne garantiscono la validità. Criticismo: analisi della ragione umana, e fondazione della legittimità delle pretese che essa avanza nell’ambito variegato dell’esperienza umana. La domanda che segue questi ragionamenti è questa: cosa dobbiamo fare per dire che la conoscenza è scienza? È necessario che un concetto sia universalmente approvato; il nome è convenzionale, il concetto no. La ragione è una struttura a priori nata per unificare l’esperienza. Il criticismo è detto anche filosofia del limite, ermeneutica della finitudine o teoria dell’interpretazione. Lo scopo della filosofia di Kant è andare a individuare il limite all’interno del quale la conoscenza è valida. Mediatore tra empirismo e razionalismo, Kant vuol dare alla sua filosofia una visione finita dell’esistenza, delimitata all’interno di un ambito preciso, perciò nega la potenza e l’onniscienza umana e studia il problema della conoscenza come è stato affrontato in passato. Razionalismo (Cartesio): Per Cartesio si poteva giungere alla conoscenza del mondo sensibile, attraverso l’idea di Dio per mezzo del cogito, dell’autocoscienza. Secondo lui la ragione umana aveva il potere di conoscere tutto, nel campo della realtà sensibile e nel campo metafisico. Conoscenza = rappresentazione. Come si fa ad avere la certezza di qualcosa? Cogito, ergo sum, autocoscienza, sentire di sentire = avere delle idee. Punto debole: il pensiero corrspode all'essere? Empirismo: (Hobbes, Locke e Hume) Conoscenza, = avere sensazioni, percezioni, ma le idee che posso avere non sono certe. La certezza c’è solo nel momento attuale della percezione. Punto debole: scetticismo Sintesi Kantiana: Kant opera una vera e propria rivoluzione copernicana: come Copernico aveva invertito il rapporto tra Terra e Sole, così Kant inverte il rapporto tra oggetto e soggetto della conoscenza. Anziché pensare che le nostre strutture mentali umane si adattino alla natura, bisogna pensare che la natura si modella sulle strutture umane. La conoscenza parte dall’oggetto, ma al centro del sistema conoscitivo c’è un soggetto che organizza i dati dell’esperienza sensibile attraverso strutture a priori dunque tutto inizia dall’esperienza (empirismo), ma non tutto deriva dall’esperienza (razionalismo) la ragione è modellata con strutture a priori universali e necessarie. La conoscenza ha l'aspetto passivo (sensibilità, esperienza) e quello attivo: Unificazione degli elementi sensibili (razionalità) La conoscenza è fenomenica (posso conoscere solo quello che mi appare), non noumenica . Le nostre conoscenze senza la sensibilità sarebbero vuote: la sensibilità ci dà gli oggetti immediatamente con la conoscenza intuitiva (immediata): l’intelletto unifica i dati dell’esperienza in concetti: è già una facoltà mediata, è una forma di conoscenza discorsiva. Però questo meccanismo funziona solo se limito le mansioni dell’intelletto ad unificare l’esperienza; se pretende di arrivare alla conoscenza di Dio (di cui non si può avere esperienza), non va più bene. La ragione è la facoltà umana che tende a proseguire il processo di unificazione della realtà, ma commette l’errore di uscire dall’esperienza. La ragione unifica i concetti in teorie, il prodotto della ragione nelle idee. |
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