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Psicologia razionale Il concetto di anima, con il progredire della scienza è diventato sinonimo di mente: la psicologia razionale pretende di giungere ad una conoscenza effettiva dell’Io, senza ricorrere all’esperienza, così, con il puro pensiero o ragionamento, attribuisce all’anima caratteristiche quali la sostanzialità, la semplicità, l’immutabilità, l’immortalità. Alla base di queste pretese c’è per Kant un errore logico che chiama paralogismo. Ovvero un sillogismo errato nella sua struttura, nella sua impostazione, perché il sillogismo è basato su due premesse: una premessa maggiore (a) e una premessa minore (b); dalla sintesi delle due deve derivare una conclusione. Il sillogismo funziona se le premesse sono vere, se i due termini a e b sono uniti da un termine intermedio c che è comune ad entrambi, se il termine intermedio non è univoco, non ha sempre lo stesso significato, ma è equivoco, o si presta a più interpretazioni, quindi a e b non sono più uniti, ma il sillogismo si scinde in due e più sillogismi, uno per ogni significato del termine, quindi il sillogismo non dimostra più nulla. Esempio di sillogismo: a) Tutti gli uomini sono animali razionali b) Socrate è un uomo c) Uomo Conclusione: Socrate è un animale razionale Esempio di paralogismo: a) Socrate è Ateniese b) Socrate è brutto c) Ateniese Conclusione errata: tutti gli Ateniesi sono brutti Per l’anima si viene a creare un paralogismo : a) Ciò che può essere pensato solo come soggetto esiste come tutto ed è sostanza tangibile b) Un essere pensante può essere pensato solo come soggetto Conclusione errata: l’essere pensante esiste come sostanza, cioè come anima errore: si attribuisce sostanzialità dunque esistenza reale a ciò che è solo formale. Cosmologia razionale Si occupa dell’idea di mondo, ovvero la totalità dei fenomeni esterni: la sua tesi è questa: se è dato un fenomeno condizionato (qualunque cosa che esista nella realtà di cui noi possiamo fare esperienza), è data anche la serie delle sue condizioni come un oggetto conoscibile. Si scambia per fenomeno ciò che non può essere un oggetto di esperienza, ovvero il mondo esterno inteso come insieme di tutti i fenomeni. La totalità dell’esperienza, non è mai un’esperienza, si conosce la verità solo sotto aspetti particolari, possiamo solo pensare ad un’idea che comprende in sé teoricamente tutti i fenomeni possibili, ma assolutamente non possiamo conoscerla. La cosmologia, dunque, cade nelle antinomie della ragione, ovvero conflitti della ragione con se stessa, contraddizioni insolubili, perché in esse, sia le tesi, sia le antitesi, sono sorrette da ragionamenti rigorosi, ma non si basano sull’esperienza. Tesi e antitesi potrebbero essere entrambe vere o entrambe false, ma non è possibile propendere per le une o per le altre perché manca il controllo empirico. Tesi: Il mondo ha un inizio nel tempo e un limite spaziale Antitesi: Il mondo è eterno e infinito Tesi: Nel mondo ogni sostanza consta di parti semplici e indivisibili Antitesi: Il mondo è composto da elementi divisibili all’infinito Tesi: Oltre alla causalità naturale, nel mondo esiste una causalità libera (possibilità di scegliere l’azione da compiere, il comportamento da tenere) Antitesi: Esiste solo un principio di Causa - effetto Tesi: esiste un essere assolutamente necessario Antitesi: Ogni realtà è solo contingente Kant dice che le prime antinomie sono false sia nella tesi sia nell’antitesi, perché non si più avere davanti l’oggetto mondo e individuarne le caratteristiche. Le altre due poterebbero essere vere, però il problema è che le tesi fanno riferimento al campo noumenico, mentre le antitesi si riferiscono al mondo fenomenico. Il conflitto deriva dall’applicare la categoria di totalità ai fenomeni che invece si danno solo individualmente. La soluzione è dire che il mondo nella sua totalità non è oggetto conoscibile. |
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