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JOHN LOCKE Locke è il primo grande empirista moderno, nasce nel 1632 e muore nel 1704; si occupa dei temi della conoscenza e del tema politico e, pur vivendo in pieno Seicento, la sua mentalità riflette già un po’ quello che sarà il pensiero illuminista. Al tempo, in Inghilterra c’erano due principali scuole, Oxford e Cambridge, che interpretavano i due orientamenti filosofici dell’isola: a Cambridge corrispondeva un orientamento neoplatonico, dato che cercava di conciliare Ragione e Fede, mentre Oxford aveva un indirizzo più aristotelico, dato che valutava maggiormente l’aspetto scientifico della realtà escludendo il sovrasensibile dalla sua ricerca; così, come Cambridge cercava di fare una sintesi tra i due mondi, Oxford si occupava della scienza come fonte del processo conoscitivo. Se Locke è empirista significa che il punto di partenza della nostra conoscenza è dato dall’esperienza, intesa come insieme delle sensazioni ricevute: l’Uomo nasce tabula rasa . La ragione interviene sul materiale fornito dalle sensazioni per ordinarle e dar loro una forma. Un empirista puro fa fatica ad esistere: l’esperienza è importante ma la ragione deve elaborare le conoscenze fornite dall’esperienza stessa. |
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