La tematica politica
Anche Locke riflette nel suo pensiero le grandi trasformazioni politiche e sociali dell’Inghilterra del tempo: le opere di riferimento sono i due trattati sul governo; il primo trattato è dedicato alle polemiche con un autore di nome Filmer che avevascritto “Il patriarca”; la sua tesi era quella di difendere una concezione assolutistica del potere che sarebbe stato tramandato direttamente da Dio ad Adamo e poi trasmesso per via ereditaria di padre in figlio. Filmer difende la concezione assolutistica del potere: come c’è un solo Dio, così ci dev’essere un solo sovrano.
Ma Locke si oppone a questa tesi perché è convinto che lo Stato, e dunque un’autorità politica sia un potere reciproco stipulato dagli uomini in modo razionale. Il secondo trattato parla della nascita dello Stato: anche Locke parte dall’ipotesi dello stato di Natura, che però differisce da quello d Hobbes perché l’individuo non ha un generico ius in omnia, non possiede il diritto su tutto, ma possiede i tre diritti fondamentali: il diritto alla vita, quello alla libertà e quello alla proprietà, che terminano dove iniziano quelli altrui.
Locke ha una visione antropologica positiva: lo stato di natura non è uno stato di disordine e caos perenne, ma è uno stato di pace ed armonia, è uno stato in cui a ciascuno spetta la propria parte secondo un disegno ordinato e razionale. Il problema è che manca un giudice che dirima le controversie e garantisca il rispetto di questa legge naturale. In alcune situazioni in cui gli individui entrano in conflitto, accade che i singoli si facciano giustizia da sé, ma così facendo, la giustizia non sarebbe uguale per tutti. Il passaggio avviene così: i singoli individui si accordano e si decidono a rinunciare non a tutto i loro diritto naturale, bensì al diritto di farsi giustizia da sé, e affida questo compito ad un sovrano; così, gli individui, prima formano il pactum societatis e diventano popolo, poi trasferiscono a maggioranza il diritto di governare ad un sovrano che ha un compito negativo, cioè deve solo controllare che tutti rispettino i diritti degli altri. Se però il sovrano si comporta da despota, la popolazione è autorizzata a fargli una resistenza armata (con reverenza). Hobbes dice che ci si può ribellare solo se il sovrano non rispetta il diritto alla vita, Locke, invece, se non rispetta anche uno solo dei tre diritti fondamentali dell’uomo. Cambia la nozione di libertà: nel primo caso dello stato sociale, si può fare ciò che la legge permette; nel secondo, tutto ciò che la legge non vieta. È importante per Locke che il potere sovrano non sia assoluto né indivisibile, anzi, Locke sostiene la separazione dei poteri perché attraverso si essa è possibile un controllo costante di uno sull’altro, per evitare dispotismi, concetto sostenuto da Montesquieu. Il potere legislativo è affidato alle due camere (alta e bassa); quella alta di nomina regia o ereditaria, quella bassa eletta fra la popolazione, in base al censo. La legge viene proposta dalla camera bassa, che la passa a quella alta che la può approvare o respingere, e dopodiché la passa al sovrano che decide come applicarla. Il sovrano ha anche il potere federativo, che è diplomatico e il potere di prerogativa, che è sempre del re ed è il potere di decidere negli stati di emergenza. La camera alta ha un ruolo importante perché funge da raccordo fra la camera bassa che si occupa del popolo e il sovrano.