Il manuale del piccolo profeta.
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  Gli abitanti di Ninive: gli Yazidis.

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Uno speciale ringraziamento a     che ospita questa pagina.

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 Scritto dal 15/04/95 al 19/06/95, rivisto nel Maggio 96.

La civiltà assira subì una distruzione così totale, culminata con la conquista di Ninive da parte dell'esercito babilonese di Nabucodonosor nell'anno 612 A.C. tale da cancellarne ogni ricordo e ogni traccia nella memoria delle generazioni successive.
Si è ritenuto infatti, per lunghissimo tempo che Ninive e il suo regno fosse solo il frutto di fantasie e di antiche leggende, e questo proprio a causa della sua subitanea, improvvisa e totale rovina.
Se ne deve il ritrovamento dei resti al Layard che nel secolo scorso, intorno al 1850, compì degli scavi nei pressi della città di Mossul (allora turca, oggi irachena), rinvenendone l'intero perimetro e riportandone alla luce resti di antichi palazzi dei sovrani e di templi dedicati a deità ninivitiche.

Durante la sua permanenza nella città di Mosul intorno all'anno 1840, il Layard, fu invitato tramite un Cawal, ovvero un prete, da Sheikh Nasr a presenziare ad una particolare cerimonia che si sarebbe tenuta in quel periodo dell'anno dalla comunità Yezidis.

La cerimonia consisteva nel pellegrinaggio alla tomba di Sheikh Adi, il loro grande santo.
A dir la verità il Layard usa un altro termine al posto di "comunità", egli usa il termine "setta".
La setta Yezidis era, all'epoca, conosciuta ed odiata nella regione medio orientale sia da Cristiani che da Musulmani poiché conosciuta come professante il culto dell'adorazione del diavolo.
Il Layard, incuriosito, accettò l'invito e fu così che poté lasciarcene una testimonianza diretta, forse la prima di un occidentale "infiltrato".

Traduco direttamente dall'inglese:

"Lasciai Mosul, accompagnato da Hodja Toma (Nota : suo amico)... e dal prete mandato da Sheikh Nasr. Sulla via si unirono a noi alcuni Yezidis, che, come noi, si stavano dirigendo verso il luogo dell'incontro. Passammo la notte in un piccolo villaggio vicino a Khorsabad, e raggiungemmo Baadri nel primo mattino. Questo villaggio, la residenza di Sheikh Nasr, il religioso, e di Hussein Bey, capo politico degli Yezidis , è costruito ai piedi della linea di alture che attraversai nel mio viaggio precedente verso le Montagne Caldee, e a circa cinque miglia a nord di Ain Sifni." (pag.92)

"... (Nota : Hussein Bey) il capo aveva circa diciotto anni di età, ed era uno dei giovani più di bell'aspetto che abbia mai visto. I suoi lineamenti erano regolari e delicati, i suoi occhi splendenti e i suoi riccioli del nero più profondo."

"Gli Yezidis erano alcuni anni fa una tribù molto potente. I loro principali capisaldi erano nel distretto che stavo adesso visitando, e nel Jebel Sinjar, una montagna solitaria che sorge nel centro del deserto mesopotamico a Ovest di Mosul. L'ultimo capo indipendente degli Yezidis fu Ali Bey, il padre di Hussein Bey, ... il Bey di Rowandiz venne in conflitto con l'odiosa setta degli Yezidis ... Ali Bey ... venne sconfitto, e cadde nelle mani del capo dei Rowandiz, che lo mise a morte. Gli abitanti dello Sheikhan (Nota : è una regione) fuggirono verso Mosul. Era primavera e il fiume aveva allagato gli argini distruggendo il ponte di barche. Alcuni riuscirono ad attraversarlo ma un vasto gruppo di uomini, donne e bambini furono lasciati sul lato opposto e si radunarono sull'altura di Kouyounjik. Il Bey di Rowandiz li inseguì  e li sterminò indiscriminatamente, il popolo di Mosul, dalle loro terrazze, assistette all'assassinio di quei fuggitivi sfortunati che gridavano verso di loro invano in cerca di aiuto, Cristiani e Mussulmani gioivano per lo sterminio di quella setta odiosa e infedele e nessun braccio si levò in loro difesa. Hussein Bey, portato via dalla madre sulle montagne sfuggì allo sterminio generale. Egli venne poi cresciuto con cura dagli Yezidis, e fin dalla sua infanzia educato ad essere il loro capo."

Poche parole di una crudezza raccapricciante.

Il termine "Bey" è sinonimo di capo, condottiero.
Prosegue il Layard :

"La tomba di Sheikh Adi è in una stretta valle, o piuttosto, burrone, che ha solo un'uscita, poiché le rocce si innalzano precipitosamente da tutti i lati ... l'interno è diviso in tre compartimenti principali, una grande sala divisa nel centro da una fila di colonne e archi e avente nel lato superiore una vasca alimentata da una abbondante sorgente che scaturisce dalla roccia, e due stanze più piccole dov'è la tomba del santo e di alcuni personaggi inferiori. L'acqua della cisterna è rispettata con venerazione particolare, ed è creduto che derivi dal pozzo sacro di Zemzem. In essa vengono battezzati i bambini, ed è usata per altri sacri scopi. ... Sullo stipite della porta d'ingresso è inciso il capitolo del Corano chiamato -L'Ayat el Courcil- . ...  Sull'architrave della porta d'ingresso vi sono rozzamente scolpiti un leone, un serpente, un'accetta, un uomo e una cresta (Nota : di gallo? La parola -comb- in inglese significa anche -pettine-). Il serpente è particolarmente cospicuo. Sebbene sospettassi che queste figure fossero emblematiche non ho potuto ottenere altre spiegazioni da Sheikh Nasr, sennonché esse furono scolpite da muratori cristiani che avevano riparato la tomba alcuni anni prima, come ornamenti suggeriti dalla loro mera fantasia. Avevo osservato l'accetta e la cresta scolpite su molte rocce dell'edificio, ma fui assicurato che erano solo segni messi su richiesta di quelli che avevano fornito  denaro per la restaurazione dell'edificio, o che avevano partecipato ai lavori. "

Canzone.

"... Mentre stavo fissando questa scena straordinaria, il mormorio delle voci umane improvvisamente cessò , e una melodia solenne e melanconica si alzò dalla valle.
... Musica così patetica e così dolce che non avevo mai sentito prima in Oriente.. Le voci di uomini e donne erano mescolate in armonia con le delicate note di molti flauti. ... Una parte di questa melodia era chiamata : - Makam Azerat Esaù -, cioè - La canzone del Signore Gesù-. Era cantata dai Sheikhs, dai Cawals e dalle donne. Non potei coglierne le parole, né potei prevalere sui presenti affinché me le ripetessero. Erano in Arabo e siccome pochi degli Yezidis potevano parlare o pronunciare questa lingua, non erano intelleggibili, neanche alle orecchie esperte di Hodja Toma, che mi accompagnava.
I tamburi, che erano suonati simultaneamente, interrompevano ad intervalli la canzone dei preti. Come il ritmo aumentava irrompevano con più frequenza. Il canto gradualmente sfociò in una melodia vivace, che incrementava di ritmo, e si perse alla fine in una confusione di rumori. I tamburi erano percossi con straordinaria energia; i flauti rigurgitavano un rapido diluvio di note; le voci si elevavano ai loro acuti più alti; gli uomini da fuori si unirono al grido mentre le donne facevano risuonare le rocce al grido -Tahlehl -. I suonatori dando libero sfogo all'eccitamento gettarono i loro strumenti in aria, e torcevano fino al limite i loro arti in ogni sorta di contorsione, finché non cadevano esausti al suolo. Non ho mai sentito un urlo così spaventoso come quello che salì dalla valle. Era mezzanotte. ... "

Il Layard traduce le parole -Makam Azerat Esaù-  con  -La canzone del Signore Gesù-,
però afferma subito dopo di non essere riuscito a farsi ripetere alcuna parola di questa canzone.
Se questa canzone era tanto -sacra- o semplicemente di significato tanto sconosciuto al punto che nessuno volle o poté poi ripeterne le parole, come può aver fatto il Layard ad ottenerne la traduzione? E la traduzione che ci riporta è esatta?
-Esaù- è una parola foneticamente molto simile a -Gesù-, ma Esaù è anche uno specifico personaggio biblico che potrebbe anche avere molto a che fare con gli stessi Yezidis.

Vediamo chi era questo Esaù .
Egli era il primogenito di Isacco che per un piatto di minestra di lenticchie vendette il suo diritto alla primogenitura al suo fratello gemello Giacobbe, per il quale fatto si meritò l'appellativo di -Edom-, che vuol dire -di colore rosso-, dal colore della minesttra di lenticchie.  
"(Nota: Esaù) Disse a Giacobbe: "Lasciami mangiare un pò di questa minestra rossa, perché io sono sfinito" - Per questo fu chiamato Edom - (Nota: rosso)." (Genesi 25:30).

Il  Cristo è discendente di Giacobbe,
non di Esaù
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E' scritto : "... dice il Signore... ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù... (Nota: ... i figli di Esaù) ... Saranno chiamati Regione empia e Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre." (Malachia 1:2-4).

Gli Yezidis sono i discendenti di Esaù?
La canzone -Makam Azerat Esaù- è un sacro inno al loro progenitore Esaù?
Il Furlani nel suo articolo dal titolo : I misteriosi -adoratori del diavolo- nell'Alta Assiria, pubblicato nell'enciclopedia : Le meraviglie del passato, vol. I, pag. 491-502, ci riporta la stessa notizia fornitaci dal Layard.
Secondo il Furlani, il titolo di questa canzone sarebbe : -La canzone dell'angelo Gesù-.
Personalmente però, non ritengo verosimile che questa setta di adoratori del diavolo, (e se ci addentriamo più profondamente nel loro credo religioso appare più evidente), durante la loro funzione religiosa più sacra possano intonare un canto a colui che, in definitiva, non può essere considerato in altro modo che un pericoloso nemico, a meno che, l'intero canto non abbia sfumature più o meno spregiative nei confronti del Cristo. Inoltre, se fosse veramente un canto dedicato a Gesù sorgerebbe un problema di datazione perché in altro luogo è possibile far risalire questa melodia al 1000 avanti Cristo, epoca di Re Salomone, e di conseguenza se il canto fosse così antico non potrebbe trattarsi di Gesù (che nacque mille anni dopo).
Senza voler nulla togliere al Layard e al Furlani, resto dell'idea che il canto sia un inno rivolto ad Esaù, che ritengo sia il loro capostipite.

Voglio precisare, tuttavia, di non avere alcuna base, né archeologica, né biblica per poter asserire una cosa del genere, essa è in tutto e per tutto solo una specie di intuizione derivante dalla supposizione che il canto Yezida sia rivolto al personaggio biblico Esaù.

L'anello di congiunzione Yesidis-Esaù resta comunque difficile da trovare, poiché neppure gli Yezidis conoscono con sicurezza le loro origini, ma, come ci dice il Layard, ne hanno solo idee molto vaghe. Le ricerche in questo senso non raggiungono risultati certi, poiché per quanto lontano nel tempo sia possibile risalire pare che le loro origini si perdano nella classica -notte dei tempi-. Interessanti gli studi a tal proposito condotti dal Guidi Michelangelo, intorno agli anni '30.

A semplice titolo di curiosità riporterò un brano tratto da uno studio del Guidi, apparso in una sua pubblicazione del 1932 a titolo : "Origine dei Yazidi... ".
Da pag. 274 [ 9 ] : "Ma tra le credenze meglio documentate (Nota : Yazidiche) e che ci riportano ad un ambiente di concezioni imamitiche è quella del  Sufyani. Dopo il mutamento della dinastia, quando i Marwanidi ebbero soppiantato la dinastia di Mu'áwiyah, le speranze dei fedeli alla casa gloriosa, e tra di essi principalmente dei Kalbiti, furono sostenute con la promessa dell'eroe sufyanide, che doveva ristabilire la fortuna della famiglia. ... Da appena mezzo secolo - dice il Lammens - giaceva Mu'áwiyyah nella sua tomba di Bab es-Sagir e già la leggenda del Sufyani era formata. Questi doveva essere suscitato nella famiglia di Abù Sufyan (e più precisamente tra i discendenti di Halid ibn Yazid ) e far rivivere l'età dell'oro della Siria. ... Il Sufyani  vi diviene una specie di Anticristo, che precede il Mahdi e tenta di distruggere il genere di Maometto. ... Molti particolari circa questa credenza nel Sufyanide restano tuttavia all'oscuro. "

Quindi gli Yazidis aspetterebbero il loro eroe, il restauratore della loro potenza, che il Guidi paragona all'Anticristo.

Dov'è attualmente la roccaforte degli Yezidis ?
Secondo il Layard (siamo quindi nel 1840) la residenza di Sheik Nasr, capo religioso Yezida, e di Hussein Bey, capo politico, si trovava in Baadri, nella stessa città si trovava il loro simbolo religioso, il Melek Taous, ovvero un pavone in bronzo, che al Layard non fu consentito vedere (oggi, invece, se ne possono vedere le foto nell'articolo del Furlani sull'enciclopedia suddetta). Il loro -Libro Sacro- (più d'uno in realtà), sarebbe conservato o in Baazani, o in Baasheika, il Layard non poté vedere neppure quello, il Furlani, invece ce lo ha tradotto. Sempre secondo il Layard i distretti principali yezidi erano Baazani, Baasheika e Semil.

E adesso una circostanza coincidente: Baasheika e Baazani, due dei tre centri principali Yezidi, sorgono all'interno del perimetro dei tre giorni di cammino del profeta Giona,
quindi in Ninive .
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Le parole del profeta Nahum si ripropongono con forza :
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."Da te è uscito colui che trama
il male contro il Signore, il consigliere malvagio."

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In che modo gli Yezidis sono davvero -adoratori del diavolo-? Fanno messe sataniche?
Immolano giovani vergini? Evocano spiriti infernali o si danno, almeno, a orge bestiali? Niente di tutto questo. Essi sembrerebbero essere in tutto e per tutto gente normale.
Al contrario, una cosa ha rilevato in loro il Layard ; la gratitudine.
E qui, chi li avesse voluti per forza (e non certo io) mettere al bando e additarli tutti come bestie demoniache si trova alle corde. Cantano, danzano, ballano, sorridono, combattono anche, vengono sconfitti e risorgono, ma tutto, nella più completa normalità.
In cosa si manifesta, allora, la loro adorazione del diavolo?

In questo :

"Loro credevano che Satana fosse il capo della coorte angelica, adesso sofferente la punizione per la sua ribellione contro la volontà divina; ma ancora pieno di poteri e in attesa che gli vengano restituiti i suoi più alti possedimenti nella gerarchia celestiale. Egli deve essere conciliato e riverito, essi dicono, perché se adesso ha i mezzi per fare del male alla razza umana, egli avrà poi il potere di ricompensarli. Seguono dopo Satana, ma inferiori a lui in forza e saggezza sette arcangeli, che esercitano una grande influenza nel mondo; essi sono Gabrail, Michail, Raphail, Azrail, Dedrail, Azrapheel e Shemkeel. Cristo, secondo loro, era anch'esso un grande angelo che prese forma d'uomo. Egli non morì sulla croce ma ascese al cielo. Essi tengono il Vecchio Testamento in gran riverenza, e credono nella cosmogonia (Nota: la creazione dell'Universo ) della Genesi, nel Diluvio, e altri eventi registrati nella Bibbia.
Essi non rigettano il Nuovo Testamento né il Corano; ma li considerano meno intitolati alla loro venerazione. Tuttavia essi selezionano passi dall'ultimo per le loro tombe e luoghi santi. Essi guardano a Maometto come ad un profeta; così come per Abramo, e i patriarchi. Essi aspettano la seconda venuta di Cristo, insieme alla ri-apparizione dell'Imam Mehdi, dando credito alle favole musulmane riferite a lui."

Questa è effettivamente adorazione del diavolo, ed anche l'attesa del ritorno di Cristo non è indicativa, poiché tale attesa può avere due motivi, l'unirsi a Lui o il combatterlo.
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Ninive e il popolo Yazida
sono la culla e gli avi dell'Anticristo  ?
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Nessuna prova certa !
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