http://www.oocities.org/mapipro . Critica. . Uno speciale ringraziamento a . .
.. .Scritto dal 03/03/94, rivisto in Agosto 94, Febbraio 95 e Gennaio 96. . . Il libro di Daniele è il testo profetico più preciso ed inequivocabile di tutta la Bibbia. Non fa meraviglia quindi che sia oggetto di contestazione da parte di quella critica che vorrebbe sminuirne l'attendibilità e la veridicità. Tale critica, infatti, se ne serve per affermare che le
profezie
ivi contenute sono descritte con troppa precisione per essere davvero
considerate
profetiche. Essa conclude affermando, che in realtà il libro
è
stato scritto solo dopo che tali avvenimenti accaddero,
alcuni
secoli dopo la caduta dell'Impero Babilonese, periodo nel quale
invece
Daniele lo scrisse.
Tale critica sostiene quindi
Il dott. G. Bernini cita alcune non meglio
identificate fonti
le quali sarebbero concordi il che, naturalmente, Non sarebbe stato altro
E' con sgomento, costernazione e rabbia che ho dovuto rilevare un atteggiamento del genere proprio tra le pagine dell'introduzione di tale libro, introduzione e traduzione scritta dal succitato G. Bernini che appare nella Bibbia pubblicata nel 1983 dalle Edizioni Paoline (e successive). Egli dice a pag. 1389 : "Oggi gli studiosi concordano nel collocare Daniele nel II secolo A.C., perciò l'ambientazione in Babilonia e tutti i personaggi ... vanno intesi come -artificio letterario- o come residui di testi più antichi ". Io credo che il sole, la luna, le stelle, la terra, le acque, i mari e i cieli furono creati nel principio per la Parola di Dio, ed il sentir descrivere il libro di Daniele come un -artificio letterario-, mi fa ribollire ill sangue nelle vene.
In una bibbiucola di terz'ordine potrebbe apparire anche meno grave, ma che proprio le Edizioni Paoline si facciano portatrici di questa menzogna falsa, tendenziosa e velenosa, attentando al libro di Daniele, questo è troppo, questa è bestemmia ed eresia
Scorrendo tra le pagine dei miei appunti, libri, fotocopie e documenti, trovo la Bibbia delle Edizioni Paoline del 1964. Ne sfoglio le pagine fino ad arrivare all'introduzione del libro e leggo : "Daniele ... la sua attività si svolse per quasi tutto il secolo VI avanti Cristo, poiché l'ultima visione porta la data dell’anno III di Ciro (Nota: cioè il 536 a.C.)..." Sorge una domanda: come mai le Edizioni Paoline nel 1963 dicono una cosa, e venti anni dopo ne dicono un'altra diametralmente opposta?
Ad un lettore distratto questa svolta potrà anche
sembrare
una sciocchezza: "Si! Certo! Si pensava che fosse stato scritto in un
tal
periodo e invece -è stato scoperto- che è più
recente,
niente di male, dunque."
- Niente di male, dunque -? Bene! Lo vedremo tra poco, se c'è , il Male !
Ritornando alle due Bibbie edite entrambi dalle Edizioni
Paoline,
l'una, quella buona, del 1964, e l'altra, quella eretica, del 1983, ci
si chiede che cosa può essere mai avvenuto in questi venti anni
(che pur son pochi), perché si cambiasse così
drasticamente
di rotta. Perché nel 1964 il libro risulta essere di Daniele e
scritto
nel sesto secolo avanti Cristo, mentre invece nel 1983 per mano del
Bernini
diventa un "artifizio letterario che risente del
fenomeno della pseudonimia (cioè (Nota:
vuol essere preciso il Bernini,) il
presentare
personaggi sotto nomi fittizi o in epoca diversa da quella in cui sono
vissuti )" ?
Il Bernini, della cui scuola di pensiero di provenienza ci dilungheremo tra poco, assesta un doppio colpo mortale al libro di Daniele,
poiché: 1) da un lato ci falsa la datazione di scrittura (così le profezie non sono più profezie, ma semplici racconti storici di fatti già avvenuti), 2) dall'altro ci sottintende che l'autore
del libro,
per timore di rappresaglie verso la propria persona, cambia nome ai
personaggi
dei quali sta parlando, e ci lascia intuire che il povero profeta di
Dio
era atterrito dalla pur terribile figura del loro spietato persecutore.
Ma può la morte o il dolore
A Dio piacendo, ben venga morte e dolor pungente ma non per questo rinnegherà il suo scopo o, peggio ancora, nasconderà se stesso dietro il -fenomeno della pseudonimia- come invece sostiene il Bernini il quale, ritengo, dovrebbe ripassarsi i libri biblici e storici per capire a quali destini sono andati consapevolmente incontro i profeti di Dio, e senza neppure dover scomodare i profeti, a quali destini sono andati incontro i credenti -normali- durante le persecuzioni delle quali la storia passata, purtroppo, è piena (veda il Bernini il libro dei Maccabei). Il Bernini inoltre afferma:"Oggi gli
studiosi
concordano nel collocare Daniele nel secondo secolo A.C. ... "
il che invece è falso!
La Bibbia delle Edizioni Garzanti infatti ci dice : "...inoltre ci sembra infondato ogni dubbio sulla veracità dell'autore, e da escludere qualunque sospetto d'impostura". Quali sono dunque gli studiosi che : "...concordano
nel collocare Daniele nel secondo secolo avanti Cristo ..."
ai quali fa riferimento il Bernini?
E vediamola allora,
"Col suo dodicesimo libro,
Porfirio,
vuole scalzare il profeta Daniele. Sostiene infatti che l'autore non
è
colui che figura nell'intestazione, bensì un altra persona che
viveva
in Giudea al tempo di Antioco detto Epifane, e che pertanto Daniele
più
che aver predetto avvenimenti futuri non avrebbe fatto altro che
riferire
fatti già accaduti. Insomma, i fatti che riporta anteriori ad
Antioco
sarebbero di contenuto storico autentico, mentre le altre sue
congetture
costituirebbero un falso in quanto il futuro non lo conosceva."
Queste sono parole
(Fonte:Commento a Daniele, a cura di Silvano Cola,
Città Nuova
Editrice, 1966, pag. 23). Il Santo cita i nomi di altri Padri della Chiesa che presero decisamente posizione contro l'attività diffamatoria del Porfirio, il quale non si limitò all'esposizione di queste sue deliranti dottrine, ma fu anche prodigo di scritti, uno dei quali fu il trattato intitolato -Contro i cristiani-, che l'Harnack ha definito "l'opera più considerevole e colta che sia stata scritta nell'antichità contro il cristianesimo" (stessa fonte). Costantino emanò l'ordine che i suoi libri fossero bruciati, e così pure fecero Teodosio II e Valentiniano III, ma la zizzania, si sa, è dura a morire, ed evidentemente qualche cosa deve essere arrivato nelle mani del -nostro- Bernini che non ha trovato niente di meglio da fare che far stampare su una Bibbia delle edizioni Paoline tutto questo vomito. Complimenti, naturalmente, anche al direttore responsabile di tal Bibbia del 1983.
Si è forse così adempiuta la parola del profeta Isaia quando dice: Non si tocchino i profeti di Dio, e non si infami il nome
di Cristo,
neppure indirettamente, come invece ha fatto il Bernini. Non
sa, infatti, il
Bernini,
che il Cristo ha detto : Ma il Bernini ci dice che il libro è, adesso, come
già
presumibilmente era ai tempi di Cristo, un falso. Poveretto il Cristo!
Non sapeva che tutto il libro era un -artifizio letterario-? Eppure
Egli
cita proprio il libro di Daniele, e in che contesto? Leggetelo in
Matteo
24!
Il Cristo parla della fine dei tempi
Adesso: questa semplice citazione del Cristo sul libro di Daniele, non sarebbe già di per se stessa sufficiente a togliere ogni dubbio sull'autenticità del libro? Ma il Bernini ci dice che è un falso. San Cipriano da Cartagine gli risponderebbe in questo modo:
Adesso una domanda : -è pensabile che -uno- che cura la traduzione di un libro della Bibbia non sia al corrente di tutte le cose che ho appena esposto? - (Come le ho sapute io con facilittà, a maggior ragione deve averle sapute una persona colta e istruita come senza dubbio è il Bernini). No ! Non è pensabile. Il Bernini ne era perfettamente al corrente.
Se ne è al corrente significa che lo fa
consapevolmente! Può il risultato di quello che stava facendo essere sfuggito all'attenzione di quest' -uno-? No, non può essergli sfuggito. Egli sapeva perfettamente di attentare alla credibilità del libro di Daniele, come lo sapeva il Porfirio, il quale, compiacente, voleva fare la volontà del padre suo (Giovanni 8:44). Presumo che per il Bernini sia lo stesso. "Oggi gli studiosi concordano nel
collocare
Daniele nel II secolo secolo A.C. , perciò l'ambientazione in Babilonia e tutti i
personaggi
... vanno intesi come "artificio letterario" o come residui di testi
più
antichi". Conclusione: non esiste, né è mai esistito nessun falsario o inventore del libro di Daniele, perché il libro è stato scritto nell'epoca di Daniele (sesto secolo avanti Cristo), ed è una trascrizione delle visioni che Iddio mostrò al profeta, visioni che riguardavano il futuro, che in parte si sono già avverate e che in parte devono ancora avverarsi. LE PARTI DELLE PROFEZIE CHE DEVONO ANCORA AVVERARSI
RIGUARDANO IL
TEMPO DELLA FINE, L'AVVENTO DELL'ANTICRISTO E LA SUA DISTRUZIONE CHE
AVVERRA'
PER MEZZO DEL RITORNO, SU QUESTA TERRA, DEL CRISTO VIVENTE. Questo è il vero motivo del tentativo di discredito verso il profeta Daniele. Il Libro di Daniele collaborerà in modo determinante allo smascheramento del venente Anticristo, e interpretato correttamente farà -vedere la faccia- di colui che governerà il mondo. Questo è il timore di Satana per questo libro.
Satana sta cercando di coprire suo figlio, e ci tiene
così
tanto che ha iniziato la sua opera di distruzione della
veridicità del libro di
Daniele
millesettecento anni fa, per opera del suo adepto Porfirio,
opera di distruzione che i suoi
seguaci
di oggi stanno cercando di portare avanti. Si può non dare
Ma se Satana vuol proteggere il figlio, bisogna pur dire che tale padre non conosceva, né conosce tuttora quando sarà la fine di tutte queste cose, poiché solo l'Iddio Altissimo lo sa, come ci dice il Cristo: " Satana non sa quando avverranno, però sa che
avverranno, egli
sa che in un futuro più o meno prossimo GLI SARA' CONCESSO DI
PORRE,
SUL TRONO DEL MONDO, COLUI CHE LUI AVRA' PRESCELTO, cioè il
-nostro-
ANTICRISTO, perché ciò è già scritto. Il pensiero di Satana può essere così
riassunto : Il Libro di Daniele deve essere distrutto. L'uomo non deve credere a ciò che ha scritto il profeta. La mia via al potere passa per l'ignoranza del mondo. L'ignoranza lubrifica la mia via. Il libro di Daniele deve essere distrutto."
"Oggi gli studiosi concordano nel
collocare
Daniele nel II secolo secolo A.C. , perciò l'ambientazione in Babilonia e tutti i
personaggi
... vanno intesi come -artificio letterario- o come residui di testi più
antichi".
.
. ![]() . . . . |