Il manuale del piccolo profeta.
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Aggiornamento sul "Marchio".

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Uno speciale ringraziamento a     che ospita questa pagina.

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Scritto dal 25 al 29 Dicembre 1999.
 

Lunedì 13 dicembre 1999 ho avuto modo di seguire la popolare trasmissione televisiva "Maurizio Costanzo show" che era dedicata al mondo di Internet.

Tra gli ospiti era presente anche il prof. Kevin Warwick dell'università di Reading in Inghilterra.

Su di lui si è concentrata tutta la mia attenzione.

Non appena il dott. Costanzo ha dato la parola al prof. Warwick questi ha tirato fuori di tasca un oggetto cilindrico delle dimensioni di circa due-tre centimetri di lunghezza per meno di un centimetro di larghezza, vagamente somigliante ad un'elettrocalamita.

Il prof. Warwick ha spiegato il tipo di esperimento cui egli stesso si era sottoposto nei mesi passati. L'esperimento consisteva nell'impiantare nel braccio del professore questo oggetto che collegato con il suo sistema nervoso gli conferiva "poteri" interessanti.

"Poteri" molto semplici, in realtà, ma non per questo meno interessanti.

Attraverso questo oggetto il prof. Warwick riesce ad aprire le porte a distanza, accendere le luci di una stanza, accendere il computer e cose simili, il tutto con la sola forza del pensiero, e questo senza assolutamente tirare in ballo alcun potere soprannaturale.

Il concetto in definitiva è semplice e si può riassumere con queste poche e semplici parole.

La forza del pensiero è energia che si trasmette nel corpo umano attraverso il sistema nervoso. "Raccogliendo" dal corpo umano questa energia e trasmettendola ad un computer (già debitamente programmato alla ricezione di tali segnali) è possibile compiere semplici gesti a distanza.

Naturalmente la porta che si apre, il computer che si accende e cose simili sono collegate al computer e questo non è certo un miracolo, il "miracolo" (se di miracolo si può parlare) consiste invece nel riuscire tramite questo oggetto a catturare gli impulsi che attraversano il corpo umano tramite il sistema nervoso e a tradurli in segnali intelleggibili dal computer che poi a sua volta esegue il comando.

Esperimento portato felicemente a termine, cioè dai risultati positivi già raggiunti.

Il prof. Warwick non si ferma qui (e come potrebbe?).

Ha in progetto l'attuazione di un esperimento più audace dell'accendere e spengere una lampadina a distanza.

Egli ha dichiarato, infatti, che vuol costruire due di questi oggetti, certamente più perfezionati dell'attuale, che impianterà uno nel suo braccio e l'altro in quello di sua moglie.

Lo scopo è certo "nobile", cioè il "sentire materialmente" le varie sensazioni di sua moglie e di trasmetterle le sue, il tutto tramite computer.

Esempio pratico: il prof. Warwick sta insegnando all'Università, la moglie è presso l'azienda immobiliare dove lavora. Il prof. Warwick distrattamente si ferisce lievemente ad un dito ed anche sua moglie sente il dolore.
Se il prof. Warwick invece gioisce di un buon risultato ottenuto, anche la moglie sente la gioia del marito e viceversa.

Il tutto attraverso computer e tramite questo oggetto impiantato nelle loro braccia.

Alla preoccupata inquietudine derivante da questo esperimento lo stesso dott. Costanzo ha espresso le sue perplessità, immaginando quali inimmaginabili conseguenze potrebbero nascere da tale strabiliante scoperta.

Il prof. Warwick ha risposto goffamente portando questo esempio (riporto il concetto) :

"Attraverso questo oggetto io posso trasmettere un mio "stato di gioia" al computer e registrarlo. Quando mi sento triste mi "autoritrasmetto" questo stato di gioia che debella la mia tristezza e mi fa sentire felice. Sarebbe quindi un ottimo strumento contro la depressione".

Domanda che rivolgo al professore, e più in generale a tutti coloro che leggono queste righe: siamo sicuri che non sorgeranno "conflitti d'interesse", o meglio "conflitti di competenze" tra il sentimento di tristezza (vero) trasmesso dal cervello (vero) e il sentimento di gioia (falso) trasmesso dal cervello (elettronico, quindi falso) anche se queste registrazioni provengono dallo stesso cervello ma pur sempre emesse in altre occasioni?

Ma supponiamo pure che ciò sia possibile, se non subito almeno nel prossimo futuro.

Si tratta sempre di "depositare" in un computer le proprie sensazioni, ed io mi chiedo: che succede se mentre io sono felice il "solito qualcuno cattivo" pasticcia intenzionalmente con il computer e mi trasmette la sensazione di tristezza ?

E se verranno registrate anche le profonde sensazioni più inconsce ed istintive (quindi "bestiali") non ci sarà il rischio di condizionare completamente il portatore di tale oggetto?

Supponiamo infatti che mentre sono con i miei amici questo impulso mi sia trasmesso, non ci sarà il rischio che apparentemente senza motivo io possa scatenare una furia omicida proprio contro i miei amici, oppure contro mia moglie, contro i miei figli?

Ripeto: se verranno registrate anche le profonde sensazioni più inconsce ed istintive (quindi "bestiali") non ci sarà il rischio di condizionare completamente il portatore di tale oggetto?

Mi sorge un dubbio: ma non sarà per caso proprio questo l'obiettivo finale di tali esperimenti perseguito dai "soliti ignoti"?

Reading, università di Reading. In quale parte dell'Inghilterra è situata questa città?

Vi ricordate nel capitolo del Marchio della città di Swindon?
Quella città inglese era stata scelta cinque anni fa per sperimentare la carta Mondex, cioè quella carta elettronica simile ad una qualunque carta di credito con cui si potevano fare varie spese nei negozi convenzionati senza necessità di avere denaro liquido in tasca.

Volete sapere dov'è Reading?
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Bene, allora date un occhiata qua.

Quanta "prolificità" da quelle parti !!!

Per concludere aggiungo che avevo già sentito (cioè letto) di questo professore un mese prima della sua apparizione televisiva nel programma del dott. Costanzo.
Precisamente in un articolo del quotidiano "Il Messaggero" del 6 Novembre 1999, che alla pagina 14 (vedi stralcio dell'articolo allegato) riportava l'esperimento del prof. Warwick e i suoi progetti per la futura applicazione del suo oggetto.

E adesso una domanda si impone: considerando la capacità evolutiva del progresso raggiunta nell'ormai passato ventesimo secolo, quanto tempo manca prima che il Marchio del quale parla l'Apostolo Giovanni nel libro dell'Apocalisse divenga realtà?

Ed un altra: è proprio così lontano dall'accadere tutto questo?
 
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