http://www.oocities.org/mapipro . Rituali del primo e del trentesimo grado, detto di "Cavaliere Kadosh". . Uno speciale ringraziamento a . .
“Rituali si chiamano in Massoneria
certi libretti
segretissimi ed introvabili in commercio,
dei quali l’articolo 534 degli Statuti
generali
proibisce
non solo la lettura ma anche la
stampa...” (Dall’introduzione
del
testo cattolico Rituali Massonici... edito dalla Tipografia Cattolica
F.
Chiapperini, in Roma anno 1874, pag.V.)
Nonostante l’alone (forse meglio dire la muraglia) di mistero che ha sempre circondato questi Rituali, la Chiesa Cattolica già da lungo tempo ne è venuta in possesso. Prosegue il Gesuita: “...Noi, grazie alla cortesia di persone le quali è inutile di qui nominare, ma alle quali ci è lecito di presentare i nostri ringraziamenti, noi possediamo tutti i trentatré Rituali stampati segretamente dagli stessi framassoni forastieri ed italiani: i quali, in questo secolo specialmente, noiati ed infastiditi di dover sempre ricopiare a mano i Rituali manoscritti, cominciarono, credendo di far bene (tutti siamo soggetti a sbagliare) a stamparli segretamente e, quello che è peggio, talvolta ancora clandestinamente, perché non ne giungesse la notizia neanche ai governi od alle biblioteche pubbliche, tirandone poche copie e custodendole gelosamente; senza riflettere che avendo essi così violato per primi i loro statuti e commesso -l’alto tradimento- di stampare i riituali, non avrebbero dovuto stupirsi se poi qualche copia ne fosse venuta in mani profane. Il che essendo ora accaduto, noi mettiamo volentieri il colto pubblico a parte del tesoro nascosto e cominciamo col pubblicare in questo libretto il Primo e l’Ultimo dei Rituali della Massoneria.” Queste poche ma significative parole ci -mettono a parte-,
cioè
ci spiegano con chiarezza,
quanto profondo fosse il mistero intorno a questi Rituali nel
secolo
scorso.
“...Lo so...” continua il Gesuita “...che i framassoni italiani, disgustati ed in parte ancora spaventati dall’essere usciti ora dalle loro unghie i Rituali vanno dicendo che questi sono rituali disusati e che presto si stamperanno i nuovi Rituali usati i quali non contengono né le empietà né le goffaggini dei vecchi e disusati. Ed io credo che i framassoni sono capacissimi di far questo ... Ma non potranno mai negare che i Rituali da noi ora pubblicati non siano stati in uso fino a ieri e che non lo siano mentre scriviamo; e molto meno potranno dare ad intendere a nessuno che la loro massoneria si abbia a mutar dall’oggi al domani unicamente perché loro hanno creduto o crederanno di far una nuova edizione dei Rituali -ad usum Delphini- e per corbellare la gente al lor solito. Ond’è che noi consigliamo lealmente i massoni del supremo Consiglio a non far questa spesa inutile della ristampa dei Rituali; giacché quand’anche essi stampassero il Catechismo del Bellarmino e il -de Imitatione- del Tommaso da Kempis, noi tanto e tanto non crederemmo lor niente; e tanto meno quanto più ci volessero vendere od anche regalare i loro Rituali nuovi. Noi crederemo sempre ai vecchi ed ai segreti e non mai a quelli che loro ci vorranno gentilmente favorire per iscambiarci le carte in mano... Del resto tutto ciò non serve: giacché, per ora, i Rituali che pubblichiamo sono gli ultimi stampati: concordano coi più antichi ed autentici di altre lingue: sono in uso ed in vigore in Italia: e perciò i signori framassoni, volere o non volere, bisogna che se li godano. Se poi loro in una nuova stampa... muteranno ai loro Rituali il pelo, non ne muteranno certamente il vizio e la dottrina loro massonica sarà sempre quella che nel Rituale di Primo grado appare vestita da agnello e che nel Rituale di trentesimo grado si scopre come una e molte genti fè già viver grame; vera bestia senza pace che rispinge la gente là dove il sol tace: ed ha natura sì malvagia e ria Che mai non empie la bramosa voglia E dopo il pasto ha più fame che pria Molti sono gli animali a cui s’ammoglia E più saranno ancor infin che il Veltro Verrà che la farà morir di doglia. Questi la caccerà per ogni villa Finché l’avrà rimessa nell’inferno Là donde invidia prima dipartilla.-”
Il Gesuita nella sua predizione di una nuova stampa dei rituali fu profetico. Pochi anni dopo, infatti, la Tipografia Agnelli di Milano stampò tre libretti dei primi tre gradi massonici che data la loro purezza sembran tratti fuori dal Catechismo Cattolico. Il Gesuita continua la trascrizione dei veri Rituali e in fondo alla pag. XII in nota riporta: “Or ecco quello che si legge nel
rituale segretissimo
del 29 grado a pag. 48 : -Quanto
sarebbero degenerati i massonici misteri
se,
volendo tener dietro al programma ‘del volgo dei massoni’, l’iniziato
non
dovesse mai occuparsi né di politica né di religione.-
Inutile quindi ogni tentativo, anche attuale, di chiamar la
Massoneria
fuori dalla politica e dalla religione, dichiarandosi essi stessi, in
questi
veri Rituali stampati nel 1874, come una “cospirazione
contro il dispotismo politico ed il fanatismo religioso.”
E’ pericoloso ritener innocuo ciò che non si vede. Chi infatti conosce o sa cosa sia veramente la Massoneria? E chi ne conosce gli affiliati? E chi è al corrente delle loro trame? E il politico, il magistrato, il
legislatore massone,
E il religioso? E’ vaccinato da tal male? E come potrebbe? Non era Giuda Iscariota uno dei dodici? Non era egli uno scelto dal Cristo? "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!" (Giov. 6:70) dice il Cristo. Sempre a proposito della religione, capitolo VIII: “...la professione di tolleranza di tutti i culti... è il fondamento primo della Massoneria.” E fin qui andrebbe bene. Andrebbe bene se non fosse che, come spiega il Gesuita: “Questa tolleranza infatti, non è già quella civile, politica ed amministrativa ... Ma è la tolleranza teologica e interna la quale consiste nel credere fermamente che tutte le religioni sono buone ossia cattive, allo stesso modo. Il che è un negarle tutte... Infatti secondo il Rituale del Ragon, il Venerabile, dopo interrogato il candidato :-Che cosa sia il Deismo-... dee ammaestrarlo così : -Profano: il Deismo o Teismo è la credenza dell’esistenza di Dio senza rivelazione e senza culto. Questa è la religione della ragione, quella dei grandi intelletti, quella che professerà tutto il mondo quando non formerà più che una sola famiglia, è la religione dell’avvenire: quella che è destinata a surrogare tutti i culti così numerosi che sfigurano la divinità sopra tutti i punti del globo.-” Prosegue il Gesuita: “Dal quale testo si ricava che il -Deismo-, cioè la negazione di ogni rivelazione di Gesù Cristo e di ogni culto, è la religione propria della Massoneria, la quale cerca di propagarla e renderla unica religione del mondo, distruggendo tutte le altre.” Si sarà già notata la
perfetta
corrispondenza tra questa -profezia- del 1874 e quanto asserito a tal
proposito
dal Tommaso Ventura nel suo testo, cioè la sua -esegesi
massonica-
datato 1961 che ho già riportato.
“Nessuno vi inganni in alcun modo!
Prima infatti
dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo
iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e
s’innalza
sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto,
fino a sedere nel tempio di Dio, additando sé stesso come Dio.”
(Seconda
lettera, 2:3-4).
Il massone Marcel Valmy, nel suo testo "I Massoni" edito da Cantini nel 1991, a pag. 28 riporta un passo del Grande Oriente di Francia, fonte questa tutt’altro che irrilevante: “Il postulato metaforico comune al -Grande Orient- e alla -Grande loge de France-, del 1922 (Nota: quasi ai nostri giorni), si accorda ben poco con il pensiero umanitario e tollerante; eccone ad esempio un brano: -Tessiamo conn abili mani il sudario funebre nel quale un giorno verranno avvolte tutte le religioni del mondo! Verrà il tempo in cui il clericalismo sarà annientato e con esso scomparirà dalla faccia della terra la superstizione di cui è causa”. Non mi stancherò di ripetere che una volta scoperti
e svelati
i segreti massonici, la massoneria corre ai ripari ammettendoli
apertamente
e dichiarandoli solo simbolici, come in questo caso infatti il Valmy
dice: “...postulato metaforico...”
E’ un dato di fatto certo e inoppugnabile
che una delle
mire ultime della Massoneria è la distruzione completa e totale
di ogni forma di religione e di culto.
Dal libro dell’Apocalisse 20:4 " La Massoneria ha stampato circa venti anni fa i rituali dei primi tre gradi. Non saprei dire se tali libri siano stati destinati al commercio nazionale oppure se fossero destinati ad una cerchia ristretta di lettori. Io comunque li ho letti e ne possiedo copia per cui presumo che fossero -ufficiali-. Nel testo Emulation Ritual edito dalla Società Erasmo di Roma nel 1976 e curato da Gualberto Ranieri si leggono i tre rituali dei primi tre gradi della scala massonica. Questi primi tre gradi sono quelli di: Apprendista, Compagno e Maestro. Prima di entrare nel vivo spendiamo qualche parola su
queste edizioni,
la Società Erasmo.
Tornando ai Rituali; gli Statuti massonici ne proibiscono la stampa, per cui è incomprensibile il perché si sia infranta questa regola. Si legge infatti testualmente nell’art. 533 che : “Capo 2 - Statuti Generali -
Rituali...
Questo testo è tratto dal libro "Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico e Accettato" pubblicati in Napoli nel 1820, con prefazione di Longino Valbia edito dal dott. Giovanni Bolla nel 1960, pag. 103. Se non altro la stampa di questi Rituali dimostra in modo
inequivocabile
come la Massoneria sia ligia al dovere verso le sue stesse leggi.
Nel testo cattolico Rituali Massonici, già citato, si legge a pag III : “... Di questi -Statuti generali- noi conosciamo in Italia tre edizioni massoniche, tutte tre segretissime e napoletane: la prima del 1808, la seconda del 1820, la terza del 1874 .” Di nuovo la Chiesa Cattolica ci aveva già svelato questi segreti massonici molto prima che i "fratelli" si decidessero per la loro pubblicazione ufficiale. Dicevo quanto fosse strano che tali rituali fossero stati
pubblicati.
Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti, che proprio perché piccole e insignificanti attirano la nostra curiosità ed interesse. Dal testo attualmente in vigore "Emulation Ritual", e in relazione al Sacro Giuramento che fa l’Apprendista durante la sua candidatura (da pag.37): “...Io,... alla presenza del Grande Architetto dell’Universo... sinceramente e solennemente, prometto e giuro che sempre tacerò, celerò e giammai rivelerò alcuna parte o parti, punto o punti dei segreti o misteri propri o riguardanti i Liberi e Accettati Muratori nella Muratoria, sia che io li abbia conosciuti in passato, sia che mi vengano comunicati ora o in futuro, salvo che a uno o più Fratelli certi e regolari e neppure a lui o a loro, se non dopo la prova dovuta, ... Inoltre, prometto solennemente di non scrivere, di non porre su carta, di non scolpire, di non disegnare, di non incidere o altrimenti delineare tali segreti; né di indurre o tollerare che ciò sia fatto da altri e, anzi, per quanto mi sarà possibile, di impedire che altri compiano tali azioni su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la Volta Celeste, sì che nessuna lettera, carattere o figura possa diventare leggibile o intelleggibile a me stesso o a chiunque altro al mondo, al fine di impedire che le nostre arti segrete e i nostri misteri nascosti possano essere impropriamente conosciuti per colpa della mia imprudenza. Io solennemente giuro di osservare questi diversi punti senza accampare pretesti, equivoco o riserva mentale di sorta, pena, violando anche solo uno di essi, di avere la mia g.t. di t., la mia l.s.d.s.r. e s.s.l.r.d.m. a.l.d.b.m. o alla d.du.g.d.r. dove i.f. e r.d.m.a.r.d.v.o. 24 o. oppure sotto la pena più efficace di essere additato come individuo colpevole di spergiuro, privo di valori morali e assolutamente indegno di essere accolto in questa rispettabile Loggia o società di uomini che stimano l’onore e la virtù al di sopra dei vantaggi esteriori del rango e della ricchezza. Che Dio mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio A. e S.G. che ho fatto come A.L.M.” Tutto chiaro, come si vede, chiaro e -alla luce del sole-. Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti. Infatti: che cosa mai possono voler dire le frasi in codice
“g.t.di
t.”, “l.s.d.s.r.” e le altre?
Forse non sono affatto simboliche ? Certo che il buon fratello si difenderebbe abbozzando un
sorrisetto
distratto e dicendo:
Bene! Ma ... vogliamo dare un occhiatina ai rituali che ci sono stati trasmessi dall’abate Capretta fin dal 1847? Ma sì, ... e diamogliela un’occhiatina! Nel suo testo del 1847, che è una raccolta su vari argomenti, l’abate Domenico Capretta include il testo Riti e cerimonie dei Liberi Muratori. A pag. 391 del libro, cioè pag. 33 del testo relativo alla Massoneria è riportato il giuramento dell’aspirante, che dice: “Iddio, Grande Architetto
dell’Universo, che
hai creato tutte le cose... (ecc.
ecc.)
...
Bruciate le labbra, tagliata una mano, strappata la lingua. Poi, durante tutta la cerimonia di ricevimento dei Fratelli Serventi il corpo resti appeso...a terrore degli altri. Domanda: il corpo vivo o morto? Certo che incuterebbe
più
terrore vedere il corpo di un
uomo cui siano state bruciate le labbra, tagliata una mano e
strappata
la lingua ma ancora vivo. In quelle condizioni, poi, arso vivo.
G.t. di t., vuol
forse dire “gola
tagliata
di
traverso” ?
materiale sufficiente per far rispolverare il codice penale. Poi, qui prosegue il rituale: “... oppure, sotto la pena più efficace di essere additato come individuo colpevole di spergiuro...”, e noi tutti, potendo scegliere tra l’avere la gola tagliata e la lingua strappata o essere additati come spergiuri sceglieremmo senz’altro la seconda soluzione, se non fosse che con probabilità questa aggiunta è stata messa lì a bella posta come uno specchietto per le allodole, perché se fosse vero che questa seconda è la pena più efficace, cioè peggiore, ne consegue che le frasi in codice precedenti sono più leggere, e se volete, chi preferisce, può crederlo. Personalmente lo escludo. Ma come è possibile dare credito alla
possibilità che
g.t.di t. possa significare gola tagliata di traverso?
Da questo testo il Giuramento dell’Apprendista è il seguente (da pag. 81): “Io giuro e prometto... (ecc. ecc.) ... di niente scrivere, disegnare, imprimere, o incidere, senza che ne abbia ricevuto espressa commissione e nella maniera che potrà essermi indicata. Prometto... (ecc. ecc.) ... Se io divenissi spergiuro, acconsento che mi sia tagliata la gola, strappato il cuore e le viscere, bruciato il corpo e ridotto in cenere, e le mie ceneri sparse al vento, e che la mia memoria sia in esecrazione a tutti i Massoni. Il Grande Architetto dell’ Universo sia in mio aiuto.” Quasi parola per parola come il giuramento che ci riporta l'abate Capretta. Ora io non sono avvocato e non so quanto legale sia un
giuramento
del genere, per quanto si tenti di farlo passare per -simbolico-.
Obiettando, il "fratello", come questo giuramento sia solo simbolico (forse), non può sfuggire all'intelligenza normale che ciò comunque rèlega il candidato ad una posizione di servitù servile verso i suoi "maestri" da essere equiparata alla schiavitù vera e propria. Ma andiamo avanti.
“... Avvenne che un certo William Morgan dichiarasse di voler pubblicare un libro in cui tutti i rituali e i simboli della Massoneria sarebbero stati disvelati. Alcuni massoni un pò troppo zelanti per impedirlo lo rapirono, e da quel giorno non fu più visto in giro.” Così si esprime il Valmy, con questi termini aberranti: “...alcuni massoni un pò troppo zelanti ... lo rapirono”. L’assassinio di un proprio confratello che
dichiara
di voler rivelare i segreti massoni viene descritto come un gesto
un pò troppo zelante !
Questa è la Massoneria !
Scabrosi poi, i particolari del rapimento e dell’assassinio
del Morgan.
E’ conseguenza di ogni mente logica e razionale l’immaginare che questo “... quanto ... possibile” nel caso in cui l’aspirante sia disgraziatamente un puro e semplice delinquente possa avere dei risvolti inquietanti. E dico -disgraziatamente-, perché se in Massoneria si accettassero intenzionalmente delinquenti, qual altro motivo vi sarebbe se non di usarli come -braccio armato- ? Interessante notare come il simbologismo, secondo il rituali riferiti dal Capretta nel 1847 sia molto simile a quelli riferiti dal signor “N.” nel testo dei primi '800 e pubblicato nel 1991, e che colpisca direttamente la parte del corpo che commette il tradimento: labbra, lingua e mano, e poi l’intero corpo. Le labbra e la lingua in quanto responsabili di aver rivelato il segreto, la mano in quanto resasi responsabile di aver scritto, disegnato o scolpito questi terribili segreti. Dice il Virgilio Gaito, come già detto Grande Maestro Venerabile del Grande Oriente d’Italia, cioè della parte più considerevole della Massoneria Italiana che conta circa sedicimila dei totali ventitremila massoni italiani, che il segreto della Massoneria non è altro che quella intima conoscenza spirituale, quindi astratta, che permette all’uomo, pietra grezza, di elevare se stesso fino al raggiungimento di una specie di stato di grazia che lo porta ad essere un -illuminato-. Che strano! Eppure nell’Emulation Ritual
edito dalla
sua casa editrice l’Apprendista si impegna a non disegnare né
scolpire
tali segreti. Come si fa, io mi chiedo, a “scolpire”un idea astratta
come
quella descritta dal Venerabile?
I segreti ci sono
e possono
essere non solo
Il Gualberto Ranieri ha curato anche la pubblicazione del Rituale dell’Arco Reale, che è il tredicesimo grado della scala massonica, ma in effetti, il quarto rito vero e proprio, poiché in Massoneria solo per alcuni dei trentatré gradi viene eseguito il rito relativo, perché per lo più le -nomine- vengono conferite per -comunicazione-, cioè senza la cerimonia rituale. Il giuramento che presta il candidato al tredicesimo grado
è
il seguente :
A pag. 18 il giuramento che il celebrante fa ripetere al candidato: “... Io ... solennemente prometto e
giuro di
sempre tacere, nascondere e giammai rivelare alcuno dei segreti
appartenenti
a questo Supremo Grado denominato Sacro Arco Reale di Gerusalemme, a
nessuno
nel mondo, salvo che a un Compagno, vero e regolare, dell’Ordine, dopo
essermi accertato, attraverso accurato esame, che egli è tale.
Prometto
inoltre che non mi azzarderò mai di pronunciare il nome S. e M.,
che mi sarà ora comunicato per la prima volta, salvo che in
presenza
e col concorso di due o più Compagni dell’Arco Reale
regolarmente
costituito quando detengo la carica di Primo Principale. Prometto
solennemente
di osservare tutti questi punti, senza accampare pretesti, equivoco o
riserva
mentale di sorta, pena, violando anche
solo
uno di questi, di soffrire la perdita della mia vita con l’essere d . .
. . . t . . o.
Anche in questo rituale la pena è resa oscura dalla
codificazione,
infatti, come si fa ad
immaginare che cosa voglia dire: “d . .
.
. . t . . o”?
e poiché dubito fortemente che un giuramento del genere sia legale, ripeto che per il solo fatto, dovrebbe da chi di dovere essere rispolverato il codice penale ed esaminata la questione. Anche questo Rituale dell’Arco Reale (così il titolo del libretto), è stato pubblicato dalla stessa Società Erasmo, in Roma, nel 1976. Il Gaito è di idee liberali, infatti, vorrebbe
(dice) rendere
palese la Società Massonica.
Volendo però gettare luce sulla ritualità massonica il Gaito non dovrebbe trincerarsi dietro la -codificazione-, perché in questo modo getta invece un ombra di mistero ancora più grande di quella che si prefiggeva di togliere. Fa, come si suol dire -la toppa peggiore dello strappo-. Io domando al Venerabile Gran Maestro Virgilio Gaito : per caso, il codice “d . . . . . t . .o”, vuol dire : “decapitato” ? E sarebbe così gentile da farci leggere anche il rituale del Sovrano Principe di Rosa Croce e il trentesimo, cioè quello di Cavaliere Kadosh ? Forse la risposta sarebbe un secco "no"! Quindi passiamo direttamente a leggerlo, il rituale del trentesimo grado denominato di Cavaliere Kadosh. “Imprendiamo, col piacere di Dio, a pubblicare i documenti autentici e segreti dei framassoni; persuasi che per far odiare e disprezzare la Massoneria basta presentarla al mondo qual’è nel suo segreto ch’essa procura di mostrarci imbellettato, incappucciato e mantellato ipocritamente” (dalla prefazione, a pag III, del testo già citato Rituali Massonici del Primo e del Trentesimo grado detti di Apprendisti e di Cavaliere Kadosh, edito nel 1874 dalla Tipografia Cattolica di F. Chiapperini, in Roma). Da pag. 95 : “Possediamo più di un rituale stampato di questo trentesimo grado. Ma ci atteniamo a quello più recente ed italiano pubblicato testé in Napoli col titolo: -Trentesimo grado di Rito Scozzese detto Cavaliere Kadosch, o Cavaliere dell’Aquila bianca e nera, Napoli, senza nome di Tipografia, 1869- un libretto in 18. di pag. 64. il quale ristampiamo testualmente e quasi integralmente, ad ammaestramento e Vera Luce dei figli della luce: ed a perpetuo scorno della framassoneria e dei suoi tenebrosi figliuoli, che dopo essercisi bugiardamente ed ipocritamente venduti, nel Rituale di Primo Grado, per società di beneficenza che rispetta tutti i culti ed obbedisce fedelmente a tutte le autorità, tanto che è perfino vietato di parlare in Loggia di politica e di religione, ci si svela poi sfacciatamente nel Rituale del Trentesimo grado per società intesa per l’appunto ed esclusivamente a distruggere ogni religione ed ogni autorità con qualsiasi mezzo e specialmente, ed anzi come dicono pedantescamente i Massoni, tassativamente, col pugnale del sicario.” “Il Rituale del Trentesimo grado
comincia con
una prefazione scritta da Domenico Angherà calabrese vivente ed
arciprete che di sacerdote non ha che il carattere da lui profanato.
Egli
è capo della Massoneria napoletana; di grado 33 ... or ecco la
prefazione.
Da pag. 108 inizia il rituale vero e proprio e il maestro fa al candidato Kadosh alcune domande: “D.- ... a quale ora si ha il costume
di aprire
i nostri travagli ?
E qui il Gesuita commenta: “Questo, pare a noi, si chiama parlar chiaro, e si vedrà di qui a un poco che il Rituale parla ancora più chiaro.” Infatti da pag. 116 il Maestro insegna al candidato : “... tu non devi ignorare che qui
tutto è
simbolico; pure questi simboli furono un
tempo,
ed in alcuni luoghi lo sono ancora, delle terribili verità
... il nostro fine fraditanto nel presentare ai tuoi sguardi i simboli
della intolleranza religiosa e della persecuzione politica, è
solo
di farti ben comprendere che ... noi malediciamo ed esacriamo i tiranni
e i despoti che sono stati gli strumenti di questa intolleranza e di
questa
persecuzione.
“... il Gran Maestro
guida il
candidato innanzi ad un cranio coronato di foglie di alloro, e
l’obbliga
a dire con lui: Onore e gloria alla innocenza perseguitata; onore e
gloria
alla virtù sacrificata dal vizio e dalla ambizione.
Poi l’iniziato pronuncia la sua prima Obbligazione, cioè giura di combattere la -tirannia politica e la intolleranza religiosa-. Prosegue il Gesuita: “Fin qui il
rituale italiano:
il quale è già, da per sé stesso, abbastanza
chiaro. Ma diventa anche più
chiaro
quando si paragoni e si confronti con altri Rituali
editi dal Ragon e coi commenti che
questo
ritualista loro appone. Dice infatti il Ragon
(pag.9) che -tutti
i Rituali primitivi ed antichi esprimono lo stesso odio alla monarchia
e
al papato.
Tutti
questi pensieri di vendetta dovettero finire colla rivoluzione francese
del
1793 come non aventi più ragione
di
essere, trovandosi la monarchia abolita e il Papato
perseguitato.- Le quali parole,”
prosegue
ancora il Gesuita “contro ogni intenzione del
povero
Ragon, dimostrano ad evidenza due cose :
1. che la framassoneria è rea
dell’assassinio
di Luigi XVI e di tutti gli altri assassinii di
Re o Principi condannati in questo grado
30
ad essere assassinati dai Cavalieri
Kadosck.
Il Ragon parla anche del rito della decapitazione di un
cadavere
(fatto credere al candidato bendato un nemico condannato a
morte),
come della pecora viva e rasata, dimodoché il candidato,
sempre bendato, toccandola e sentendola calda e palpitante si convinca
di trovarsi davanti ad un nemico da “giustiziare” e trafiggendola con
un
pugnale.
"Simbologismo" dici ancora, "fratello"? Un "simbologismo" che però ti indica fin dall'inizio
il grado
di affidabilità del nuovo iniziato e fino a che punto è
disposto
ad arrivare il tuo "servo".
Prosegue il Gesuita: “Tutto questo narra il Ragon a pagine 65-66 del suo rituale di Kadosck: e dice che queste cose sono ora disusate ... Ma aggiunge questo particolare tacciuto dal ritualista italiano; cioè che il candidato deve espressamente e realmente pugnalare i due crani coronati l’uno di tiara pontificia, l’altro di diadema reale.” Da pag. 136, capitolo VIII sui Templari, dice il Gran
Maestro all’iniziato,
secondo il rituale italiano : “Quella
tomba
che vedi è un omaggio che noi rendiamo alla memoria di Giacomo
de
Molè (Nota: il Gesuita
precisa:
) (Jacobus Burgundus Molay).
Il Re Filippo il Bello e il Papa Clemente V morirono pochi
mesi dopo
la condanna a morte del Giacomo de Molay, -colpiti- dalla
maledizione
che questi scagliò contro di loro dal patibolo, o forse,
e più probabilmente, colpiti da -misteriosa- e vendicativa mano
templare, come fanno capire le parole del rituale sopra
riportate.
“Capitolo XI: Conchiusione
. .
![]() . Mercoledì 13 Maggio 1981.
"Io, l'uomo predestinato, nasco il 9 Gennaio 1958 in un villaggio sperduto della Turchia orientale...", così, con queste parole, esordisce l'Ali Agca a pagina 9 della sua autobiografia -La mia verità-, Grandi tascabili economici Newton, Ottobre 1996. Da pag. 134 : "... il 31 Marzo 1981 c'era stato l'attentato al presidente Reagan ... ... io quel giorno fui invaso da una misteriosa energia spirituale ... ... misteriosi personaggi, provocando l'attentato a Reagan, mi avevano trasmesso, quasi imposto, facendolo tuttavia con naturalezza, il loro ordine dell'attentato al Papa. Sono stato soltanto uno strumento di misteriosi personaggi che io colloco nell'universo assolutamente unico ed irripetibile in tutta la storia mondiale dell'attentato al Papa." Da pag. 138 : "... Che fare? Compiere
al più
presto l'attentato al Papa? Suicidarmi? Scomparire nelle file di tanti
movimenti di liberazione di questo o quel paese del Terzo Mondo?
"... misteriosi personaggi ..."
La scaltrezza di Agca lo mette ben in guardia
dal rischio
di esporsi troppo, e infatti mantiene il massimo riserbo.
Anche Giuda Iscariota fu un "predestinato", ma
di lui
che dice il Cristo?
sul baratro dell'Abisso e la Spada dell'Angelo dell' Eterno sta per recidere l'ultimo filo, debole speranza.
" L'esser il tradimento del Cristo profetizzato
dalle Sacre
Scritture non lo salvò per niente dal giudizio. Egli non fu
"vittima
innocente" solo perché ciò che avrebbe fatto era
già
stato scritto prima della fondazione del mondo, perché nella
insondabile
gloria del mistero di Dio egli, Giuda, fece
ciò
che volle, e tradì il Cristo.
" . . per che cosa sei predestinato?
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