Il silenzio, lo sfiorare del vento
sul caldo manto della neve
come una coltre bianca rinfresca,
nutre la terra sottostante
calpestata dal gracido dolore
delle impronte.
Casette lignee spuntano dal nulla,
piccole orme, scie lontane;
abeti stillanti, riflessi brillanti.
Montagne rocciose
ombreggiate dalla luce del sole
coperte di velo bianco,
nate da movimenti primordiali
si confondono quasi a perdersi fra le nebbie.
Camminare fino alla cima
quasi a toccare il cielo
percepire il frusciare delle parole
purificate da piccole gocce ghiacciate
di forme geometriche perfette e astrali;
squagliarsi per rigenerare
nuove forme fetali.