INVERNO Il 22 maggio 1799 il generale russo Suvarov entro' trionfalmente a Torino con la sua armata di tartari.
La popolazione osservo' stupefatta quegli strani personaggi sfilare in Via Po.
Il vecchio sulla spiaggia osservava il grande mare nero davanti a lui.
"Mi piace ascoltare il mare di notte.Fa viaggiare in altri mondi, in altre epoche".
"Gia'" un altro uomo al suo fianco,ugualmente antico,gli fece eco distrattamente,piu' per farlo tacere che per prendere parte alla conversazione.
Rimasero immobili a sentire il mare e il vento e a vedere le stelle.
Fu una notte molto fredda e molto ventosa ma essi stettero a vedere il mare e il vento e a sentire le stelle nei loro cuori.
La sabbia della spiaggia turbinava in aria ed accarezzava i capelli radi dei due vecchi,si posava sulle loro mani,mollemente distese sulle ginocchia malferme,penetrava dolcemente nei loro vestiti,si induriva,cementata dall'aria fredda.
Orione era alto,nel cielo tipicamente invernale e lassu' da qualche parte teneva al guinzaglio due cani che fremevano per la caccia alla lepre.
Uno scorpione nell'ombra,a ripetere la mortale insidia, sempre la stessa da migliaia di anni.
E poi attorno le magiche Pleiadi, Cassiopea,le corna del Toro con le Iadi...il tutto a milioni di kilometri dal 1799 e da quei due vecchi seduti sulla spiaggia.
Venne l'alba ed un pallido sole ridisegnava tutto cio' che la notte precedente aveva cancellato;il mare,la sabbia,il piatto orizzonte;non riusci pero' a ridisegnare i due vecchi.
Immobili sulla piatta spiaggia due figure di sabbia cementata,dura come acciaio guardavano il mare.
"Mi piace il mare al mattino presto" penso' una delle due figure.
"Gia'" fece eco la seconda.
Il generale Suvarov attraverso' con il suo esercito il ponte in fondo a Via Po e scomparve in una nuvola di impressioni lasciate a meta'.
MATTEO NOVERO