Piero Melograni
Dietro la porta il Novecento (e qualche errore)
"Il Sole 24 ore"
11 febbraio 2005, p. 35.

É possibile che molti studiosi di storia arriccino il naso di fronte a libri di divulgazione storica come questo pubblicato di recente da Bruno Vespa o come quelli pubblicati anni or sono da Indro Montanelli. Ma sbagliano, sia perché questi libri contengono molte informazioni utili, sia perché essendo divulgativi e ben scritti ottengono un vasto successo di pubblico, aiutandoci a capire meglio questo pubblico. L'ultimo libro di Vespa, per di più, reca sul frontespizio il nome del senatore Giulio Andreotti, a riprova del fatto che lo stesso Andreotti ha efficacemente contribuito, nel corso di vari colloqui con Vespa, a chiarirgli le idee su molti avvenimenti recenti ma soprattutto su quelli più remoti accaduti quando l'autore, nato nel 1944, era un bambino e non ancora un giornalista affermato.

D'altra parte, prima di scrivere questo libro, Vespa ha interrogato numerosi altri personaggi di rilievo, come Cossiga, Berlusconi, Prodi, Fassino e Bertinotti per ricordarne solo alcuni. Lo stesso Vespa, da giornalista di successo, ha sempre avuto modo di conoscere tanti uomini politici e apprendere da loro vari retroscena. Le aule di Montecitorio e di Palazzo Madama sono insostituibili perché vi si votano le leggi. Ma, da un punto di vista mediatico possono contare meno di <Porta a Porta>. Nutrite schiere di parlamentari desiderano pertanto di incontrare Vespa, apparire nella sua trasmissione e magari aiutarlo ad approfondire alcune vicende.

Il libro è ricco di notizie e giudizi su numerosi avvenimenti e problemi degli ultimi sessant'anni. Pensiamo fra l'altro al delitto Moro, a Tangentopoli, al l'ingresso di Berlusconi in politica, al ruolo politico assunto dai magistrati. Il pool milanese, secondo Vespa, fu colto da un vero e proprio <delirio di onnipotenza> al punto che Gianni Agnelli sottolineò lo sconcerto degli americani di fronte al proliferare delle carcerazioni preventive: negli Usa prima si processava e poi si condannava alla prigione. In Italia accadeva il contrario.

Vespa ci narra parecchi aneddoti curiosi. Nel gennaio del 1979 Andreotti chiese a due parlamentari democristiani di uscire dall'aula per far cadere il governo da lui presieduto. Il segretario del Pci, Enrico Berlinguer, era terrorizzato dalle dirette televisive: <Non mi gioco quarant'anni di carriera per un aggettivo sbagliato>, confidò un giorno a Villy De Luca. Allorché, nel gennaio 1994, Berlusconi annunciò in Tv che entrava in politica, molti lo derisero. <La banalità al potere>, sentenziò la <Stampa> di Torino. <Scende in campo il ragazzo coccodé> annunciò Eugenio Scalfari nell'editoriale di <Repubblica>. Solo Sandro Viola capì che Berlusconi aveva fatto centro.

Il libro è talvolta un po' troppo minuzioso e molte questioni avrebbero guadagnato a essere trattate in modo più sintetico, riducendo l'ampiezza del volume che arriva alle 732 pagine di solo testo, oltre alle note e alle appendici. L'intento dell'autore è divulgativo, ciò nondimeno la lettura del volume risulta spesso impegnativa per un lettore comune e perfino per uno studioso.

C'è anche qualche disattenzione. Tra gli artisti che collaborarono alle riviste di Giuseppe Bottai è stato elencato Giovanni Fattori. Ma, se si tratta di quel Fattori là, era già morto prima del fascismo. Manca poi una adeguata valutazione delle conseguenze prodotte in Italia dalla spartizione dell'Europa in sfere di influenza. Solo tenendo conto di essa si può capire perché Togliatti si rallegrasse di non aver vinto le elezioni nel 1948. E non è vero che nel luglio di quell'anno, quando Togliatti fu ferito, l'insurrezione socialcomunista si placò perché gli insorti si accorsero che l'attentatore era un isolato. Si placò perché Togliatti non morì e l'ambasciatore sovietico fece sapere che l'Urss, nel rispetto delle sfere di influenza, non avrebbe mosso un dito in favore di nessuno. Vespa ci parla della loggia P2 di Licio Gelli. Ma ho la sensazione che la storia degli ultimi decenni non possa essere capita senza valutare il peso assunto dalle molte altre logge massoniche presenti in Italia. L'argomento è così delicato e misterioso che anche io, finora, ho preferito non occuparmene. Capisco Vespa.

Bruno Vespa, Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi. Con le testimonianze di Giulio Andreotti. 1943 L'arresto del Duce, 2005 La sfida di Prodi, Rai Eri-Mondadori, Milano 2004, pp. 828.