Le Sabbie di Avalon

capitolo XIV

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CAPITOLO XIV - LA PRIMA LEZIONE 

2 Settembre, Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts 

La figura alta e sinistra di Piton si muoveva velocemente all'interno dei corridoi del castello, appena illuminati dal leggerissimo Sole del primo mattino. Il Professore camminava e mugugnava, gli occhi pieni di dissenso e la bocca contorta in una perenne smorfia.

Perché, tra tutte le persone del castello, Silente aveva incaricato proprio lui? Non bastava la presenza di quei due bastardi, oh no, adesso doveva anche andarli a svegliare di persona, e preoccuparsi del mostro. I suoi nervi erano talmente tesi che se qualcuno lo avesse incrociato in quel momento, non avrebbe avuto il tempo di dire "Buon giorno" che si sarebbe ritrovato steso a terra dopo un Avada Kedavra. Arrivò alfine alla porta della camera dove dormivano Black e Lupin, e bussò pesantemente, provando un certo piacere maligno nel pensare che forse li stava buttando giù dal letto con tutto il baccano che stava facendo.

All'interno, Sirius e Remus si svegliarono di soprassalto, e si guardarono in maniera interrogativa.

"Ma sono le sei...tu resta a letto, adesso vado a dirgliene quattro io, chiunque sia" disse Sirius risoluto, alzandosi e camminando a piedi scalzi fino alla porta. Aprì di scatto pronto a inveire contro lo scocciatore, ma la vista di Piton lo fece raggelare.

"Oh...se il buon giorno si vede dal mattino..." mormorò Black.

"Poche storie Black, non fa piacere neanche a me trovarmi qui. Devo parlare con Lupin" disse Piton sbrigativo e secco.

"Accomodati, Severus" fece Sirius, falsamente gentile. Il mago in nero entrò, e nello scorgere Remus nel letto, sotto le stesse lenzuola tra le quali fino a poco prima si trovava anche Sirius, assunse un'espressione disgustata in volto.

Remus si sedette sul bordo del letto, e gentilmente chiese "Cosa c'è, Severus?"

"Silente mi ha chiesto di domandarti se ti serve della pozione per stasera. Ci sarà la Luna piena" il professore parlava con un tal tono che faceva ben comprendere come fosse restio a dire quelle parole. "Ti ringrazio Severus, non mi serve la pozione" rispose Remus garbato.

"Quando è con me non gli serve" precisò Sirius. Piton lo scrutò da capo a piedi con sguardo arcigno, facendolo sentire feccia umana.

"Ora...potresti togliere il disturbo?" chiese Sirius dopo un attimo di silenzio.

"Con grandissimo piacere" sibilò Piton avviandosi alla porta "Oh, Silente vuole che i professori facciano colazione prima degli studenti questa mattina, dovreste scendere" aggiunse prima di uscire.

"Va bene, grazie..." disse Sirius sforzando un sorriso "...e non presentarti mai più, carissimo" aggiunse quando ormai Severus era uscito.

"Sirius..." ammonì Remus dal letto "dovresti essere più gentile con lui".

"Cosa?" Sirius lo guardò stupito "Ma ti sei bevuto il cervello? Avanti, testone, vestiti!" e gli lanciò in mano la casacca, sorridendogli dolcemente.

Arrivarono alla Sala Grande, dove già tutti i Professori erano seduti al loro tavolo, Silente in testa, e discorrevano piacevolmente aspettandoli. Appena si furono seduti, Remus e Sirius notarono che l'unico "adulto" del castello a mancare, a parte Fleur e Dominic, era la Professoressa Cooman.

"Come mai la Professoressa Cooman non ci fa compagnia?" chiese Remus incuriosito a Silente.

"E quando mai quella ci degna della sua presenza?" si intromise stizzita la McGrannitt.

Silente la guardò con aria di rimprovero "La collega purtroppo non si sente molto bene, e preferisce restare nei suoi alloggi per la mattinata, in modo da recuperare le forze per le prime lezioni di oggi" "Già, povera donna, bianca come un fantasma. Ho dovuto darle un sacco di vitamine" spiegò l'infermiera, Madama Chips. Silente aveva uno sguardo preoccupato. Remus lo notò, e si domandò se il preside non sapesse altro sulle condizioni della Cooman che non voleva si sentisse in giro.

Alle nove prese il via la prima giornata di lezioni dell'anno. Sirius e Remus lasciarono Harry e compagni a due ore di Storia della Magia ("Ragazzi, non vi invidio" commentò Sirius), mentre Fleur e Dominic si dedicarono alle Creature Magiche, dando una mano ad Hagrid.

Remus aveva la sua prima lezione alle dieci, con i bambini del primo anno dei Grifondoro, ed era un po' agitato.

"Io vengo con te in classe" disse Sirius d'improvviso mentre Lupin rivedeva per l'ennesima volta i suoi appunti.

"Non se ne parla neanche..." rispose Remus senza nemmeno distogliere lo sguardo dalle sue pergamene. "Dai, non ti ho mai visto insegnare! E poi cosa faccio altrimenti?" si lamentò Black.

"Potresti fare qualcosa di utile" suggerì Lupin.

"Come?"

"Be' come..."

"Come?"

"...come..."

"?"

"Va bene, vieni con me" disse infine Remus con un sospiro.

"Mi sbaglio, o il tuo assenso nasconde una sottilissima malignità nei miei confronti?" chiese Sirius pungente.

"Naaah..." rispose Remus sorridendo ed alzandosi, per dirigersi verso la sua classe.

I giovanissimi Grifondoro aspettavano la loro prima ora di lezione con trepidazione e timore. Erano già tutti seduti ai loro banchi quando Remus entrò nella classe, subito seguito da Sirius. Il leggero vociare dei ragazzi si fermò, e tutti gli occhietti furono puntati sui due maghi.

"Buo--buon giorno" balbettò Remus.

"Buon giorno" risposero in coro gli studenti.

"Io mi chiamo Remus Lupin, e questo..." Remus indicò Sirius "...questo è il mio...ehm..."

"...assistente" aggiunse Sirius facendo un sorriso alla classe.

"Assistente?" chiese Lupin sbalordito.

Sirius gli fece un mezzo occhiolino.

"Bene, ragazzi, per prima cosa permettetemi di darvi il benvenuto ad Hogwarts, questo è il vostro primo anno, un anno importante, dovrete certo impegnarvi molto..." Remus continuò a parlare per quelle che sembrarono ore, mentre tutte le faccette impressionate lo stavano a sentire.

Sirius si era seduto dietro di lui, sulla sedia della sua cattedra, e di tanto in tanto sbuffava. All'ennesima ripetizione di Remus su "Quanto fosse importante per un buon mago una buona preparazione sui libri" Sirius tirò un enorme ed incontrollato sbadiglio, che fece ridere tutti i ragazzi.

Remus si girò e lo guardò torvo "Sirius..."

"Oh, scusa Remus" Sirius si alzò e si andò a sedere su uno dei banchi lasciati vuoti in fondo alla classe, per seguire meglio. Andarsi ad incastrare in una di quelle seggiolette e dietro ad uno di quei banchi lo faceva tornare indietro di secoli, e si aspettava da un momento all'altro di sentire una gomitata nello stomaco, il doloroso modo in cui James era solito attirare la sua attenzione quando erano seduti accanto, oppure gli pareva di potersi girare e vedere al banco accanto al suo Remus, seduto da solo, che gli sorrideva malinconicamente, in uno sguardo d'amore rubato e clandestino...

Finalmente il Professore smise di parlare "...ci sono domande?"

Un bambino con i capelli scuri alzò la mano "Impareremo a far esplodere le cose?" chiese ingenuamente. Remus sorrise "No...non per ora, almeno. Qualcun'altro?"

Una bambina con le treccine bionde ed un sorrisetto smagliante alzò la mano "Ha programmi per la serata, Professore?"

La classe esplose nuovamente in una risata, ed anche Sirius non poté fare a meno di ridere davanti all'imbarazzo di Remus ed alla schiettezza della domanda.

Remus guardò Sirius negli occhi, Sirius lo fissò con i suoi occhi neri ed in tono di sfida "Si, avanti Professorino, cosa fai stasera?" chiese, divertendosi come un bambino.

Sapeva benissimo che in quel momento Remus lo stava odiando profondamente--l'odio più dolce che possa esistere sulla faccia della Terra.

"Niente..niente di particolarmente interessante, temo" ripose Remus arrossendo.

La provvidenziale campana lo salvò dall'imbarazzo. Gli studenti uscirono disordinatamente dalla classe, salutando i due maghi, e dirigendosi verso la successiva ora di lezione. Quando tutti i ragazzini furono usciti, Remus si lasciò cadere sulla sua sedia, Sirius gli si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle. "Stanco?"

"Esausto. E non ho praticamente fatto nulla...sono troppo nervoso"

"Su, rilassati, è andata benissimo" lo rincuorò Sirius prendendo a massaggiargli le spalle.

"Credi davvero?"

"Ma certo. I ragazzi ti amano. Soprattutto le ragazze. Non posso dar loro torto, ai miei tempi non c'erano professori così..." sorrise Sirius, ed avvicinò il suo capo a quello di Lupin.

"Neanche assistenti, se è per questo" sussurrò divertito Remus, prima che Sirius gli chiudesse la bocca con un bacio.

 

CAPITOLO XV - PRIMA DELLA LUNA

 

2 Settembre, Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

 

La cena fu servita quella sera puntuale come al solito. Remus si era seduto a malincuore al tavolo dei Professori, per parlare con Silente, lasciando così Sirius tra i Grifondoro.

"É stata una giornata davvero interessante" esordì Fleur parlando alla tavolata "Io e Nicky ci siamo divertiti un sacco con Hagrìd".

"Già, quei cuscioli di liocorno che ci ha mostrato erano deliziosi" aggiunse Dominic.

"E a voi come è andata oggi, ragazzi?" chiese Sirius rivolto ad Harry.

"É stata una giornata ordinaria...tranne..." prese a parlare Harry.

"Cosa?"

"Oh, nulla...la Cooman" rispose il ragazzino.

"Ah, come sta la vecchia menagramo?" domandò Sirius ridacchiando.

"Non..so...oggi mi è sembrata strana" esclamò Potter.

Sirius mandò al giovane uno sguardo sarcastico.

"Cioè...voglio dire...più strana del solito" si corresse Harry ridendo "...delirava..."

Altro sguardo di Sirius.

"...delirava...in maniera più sconnessa del solito!"

"É vero, faceva quasi paura" Ron si inserì nella conversazione "Un momento la solita sgangherata Cooman...il momento dopo...occhi spiritati, pelle bianchissima, non riusciva neanche a restare in piedi, e nello sguardo..."

"...c'era paura, non la solita aria da ciarlatana..." Harry completò il pensiero dell'amico "...paura vera" "Calì era terrorizzata, avrà pensato che il malore della Cooman significasse morte certa per tutta Hogwarts" disse Ron facendo un mezzo sorriso, ma non nascondendo la sua stessa apprensione. "Secondo me quella ha respirato troppi dei suoi fumi" commentò Hermione scettica.

"Non so Hermione, dovrò parlarne con Remus. Potrebbe davvero avere qualche problema" disse Black preoccupato. Nel pronunciare il nome del suo compagno, Sirius mandò un'occhiata al tavolo degli insegnati. Remus stava chiacchierando con il preside e con il piccolo Professor Vitious, sorridendo, ma lanciando sempre un occhio al tavolo cui era seduto Black. In effetti, a Lupin faceva piacere parlare con vecchi amici. Ma ormai era talmente abituato alla presenza di Sirius che provava una sensazione strana nel non averlo vicino, anche se l'altro era lontano solo pochissimi metri.

Silente stava finendo di raccontargli del suo ultimo viaggio nella Terra dei Nani, quando Severus Piton si fece avanti, con aria assorta, e rivolse la parola a Vitious.

"Scusami Filius, ti dispiace cedermi il tuo posto per alcuni minuti?" disse il Professore con la sua voce pacata "Dovrei parlare con il Preside"

"Oh certo certo Severus" rispose il nanetto guizzante, alzandosi e lasciando il posto all'alto uomo in nero. Il preside si voltò per parlare con Piton, ma Remus attirò nuovamente la sua attenzione "Scusami Severus, vorrei finire di chiedere una cosa a Silente, tra poco devo andare".

"Oh...certo Lupin" rispose Piton ricordandosi della Luna piena.

"Allora caro Professor Lupin, cosa voleva chiedermi?" domandò il preside curioso.

"Vede...venendo qui a Hogwarts, Sirius, io ed i ragazzi abbiamo visto...degli Elfi. Elfi di Luce".

A quelle parole Piton divenne più pallido del solito, ed i suoi occhi neri si infiammarono. Anche Silente sembrò contrariato. I due si guardarono negli occhi, rimasti senza parole.

Proprio in quel momento arrivò alle spalle di Piton Sirius, venuto per prendere Remus ed uscire dal castello. La serata si stava schiarendo, le nuvole si stavano diradando...la Luna avrebbe presto fatto la sua comparsa.

"Remus...oh, scusa, stavate parlando? Mio Dio Severus, sei più brutto del solito, hai visto un fantasma?" Piton guardò Sirius con odio, si alzò di scatto e si allontanò dal tavolo

"Preside...le parlerò dopo"

"Ora vada Professor Lupin, e non si preoccupi degli Elfi...sono creature strane" mentì Silente, seguendo con lo sguardo Piton che usciva dalla sala.

"Elfi? Gli hai parlato degli Elfi?" chiese Sirius a Remus.

"Si ma...ora è davvero ora di andare" rispose Lupin alzandosi e portandosi una mano alla testa. Sirius e Remus si affrettarono verso l'ingresso, Lupin iniziava a non reggersi più in piedi, Sirius lo sosteneva tra le sue braccia.

"Cosa ha detto Silente degli Elfi?" chiese Black mentre attraversavano la sala d'ingresso diretti verso il portone.

"Non...non ha avuto il tempo di rispondermi...mi è sembrato evasivo" rispose Lupin tra gli spasmi di dolore che iniziavano a prenderlo alla schiena. Sirius spalancò il portone, ed appena fuori Remus si gettò in terra, rotolando sul marmo delle scale, contorcendosi tra i vestiti che si laceravano.

Sirius aspettò che la tremenda trasformazione fosse completa, e poi si tramutò egli stesso.

Sirius e Remus si fissarono nei grandi occhi canini, avvicinarono i musi e si strofinarono dolcemente l'un l'altro. Scesero i pochi scalini dell'ingresso, e si ritrovarono sul prato umido che precedeva la foresta.

La Luna illuminava la casetta di Hagrid, ed il grande Platano Picchiatore, e tutti i familiari luoghi che erano serviti da scenografia alle avventure dei quattro Malandrini.

I due grandi animali si diressero verso gli alberi scuri, e con un ululato annunciarono a tutti gli abitanti dell'imponente foresta che Lunastorta e Felpato erano tornati.

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