Le Sabbie di Avalon

capitolo XXI

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CAPITOLO XXI - HALLOWEEN

31 Ottobre, Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

Tutto il mese di ottobre passò senza problemi per Hogwarts. Le giornate si alternavano regolari, le lezioni erano intervallate dalle partite di Quidditch (quell'anno sembrava particolarmente favorita la casa dei Corvonero), e di tanto in tanto da qualche agitazione, dovuta alla professoressa Cooman, i cui attacchi, sebbene molto più rari e leggeri rispetto a prima, comunque si facevano presenti.

Anche tra i fantasmi del castello sembrava esserci una certa aria di generale tensione---non che Silente avesse comunicato a qualcuno di loro il segreto della foresta---ma i fantasmi, per la loro stessa essenza, per il loro status di "abitanti" tra la vita e la morte, sembravano avvertire la presenza della Sabbie, pur non essendo assolutamente consci di quale fosse la fonte di quel loro stato di apprensione.

Le Sabbie, unica presenza Terrestre delle mitiche coste di Avalon, la Terra delle Fate, esercitavano su tutto ciò che era loro intorno un influsso, una sorta di magnetismo speciale ed inumano, che si manifestava sotto varie forme. Le loro proprietà veggenti---motivo principale per il quale erano nascoste e bramate da Voldemort---avevano risvegliato nella Cooman quell'istinto primordiale che pochi, eletti maghi riescono ad avere, e che ancora meno riescono ad utilizzare.

La sola vicinanza di quell'essenza fatata faceva della povera Sibilla una bussola sfasata, incapace di controllare le sue premonizioni.

Queste ed altre cose Remus aveva imparato consultando nel corso di quel mese diversi libri nella biblioteca della scuola, dove passava molte delle ore in cui non era in classe. La sua curiosità nei confronti di quell'argomento era principalmente ravvivata dal desiderio di sapere se Voldemort aveva qualche possibilità nel recuperare le Sabbie.

Sirius lo canzonava per questo suo continuo stato di allarme "Voldemort non può neanche avvicinarsi alle Sabbie" continuava a ripetergli "Se c'è una cosa che ho imparato durante la prigione, è il comportamento di Dissennatori e Mangiamorte. Quei cosi non oserebbero neanche avvicinarsi agli Elfi ed alle Ninfe. La loro luminosità e la loro positività li metterebbero fuori combattimento dopo pochi minuti"

"Si, ma Sirius, guarda qui...su questo libro dice che esiste un antico popolo..." Sirius lo ascoltava scuotendo la testa e sorridendo.

Remus era tanto dolce quando era agitato. Non poteva proprio fare a meno di preoccuparsi di qualcosa. "...ebbene, questi zingari chiromanti, come li chiama qui...c'è scritto che le Sabbie hanno il potere di chiamarli a se in maniera inesorabile. Se avvicinati alle Sabbie, questi zingari non sono più responsabili di loro stessi, assumono poteri contro ogni possibile immaginazione, ed entrano in simbiosi con le Sabbie ed allora non c'è più possibilità di ferma---"

"Lunastorta, calmati!" irruppe risoluto Sirius afferrando le mani di Remus, che continuavano a muoversi mentre il mago spiegava concitato la sua scoperta "Quel popolo è estinto da secoli"

"Ma...e se non fosse così...Sirius...immagina cosa potrebbe fare Voldemort di quella roba. Guardare nel futuro, sapere con precisione matematica tutto ciò che accadrà...potrebbe impadronirsi di qualsiasi cosa..."

Sirius si avvicinò a Remus e lo baciò sulla guancia "Adesso basta testone. Ci sono creature ben più potenti di te e di me incaricate di prendersi cura delle Sabbie. Rilassati, mettiti il mantello buono e scendiamo--non vedo l'ora di gustarmi tutte le delizie che ci sono in tavola. La festa di Halloween a Hogwarts è straordina--" continuò con uno sguardo estasiato, già pregustando i dolciumi della festa. "Solo tu puoi pensare al cibo in un momento come questo" lo interruppe Remus facendo un sorriso sconsolato.

"Solo tu NON pensi al cibo in un momento come questo" controbatté Sirius "forza, andiamo, che i ragazzi ci aspettano!" Remus e Sirius furono presto nella Sala Grande, dove già tutta Hogwarts si era riversata per i grandi festeggiamenti.

Le cinque enormi tavolate erano sovrastate da stendardi fluorescenti, color arancio e blu notte, il soffitto rifletteva un cielo nuvoloso, in cui le poche stelle visibili emanavano una luce rosata e irreale. Ragazzi e professori erano in piedi a chiacchierare, nella confusione generale, le tavole già imbandite e scintillanti, mentre un'orda di fantasmi si muoveva nella stanza leggiadra, da un tavolo all'altro, con movimenti silenziosi.

Lupin e Black cercarono di farsi largo tra la folla per raggiungere la tavolata dei Grifondoro, dove riconobbero da lontano Fleur, Dominic e Ginny seduti vicini, mentre Harry, Ron ed Hermione erano in piedi vicino al tavolo dei Professori, a parlare animatamente con Hagrid.

Mentre tentavano l'impossibile passaggio attraverso un branco di ragazzine del primo anno dei Tassorosso, tutte in adorazione per il loro bel professore di Difesa, un'ombra a loro ben nota si profilò sui loro capi. La figura alta e raffinata della Signora dei Corvonero incombeva sul gruppetto di studentesse, che, intimorite, si sciolsero e lasciarono liberi i due amanti.

Sirius prese un respiro di sollievo, per poi guardare di nuovo su verso il fantasma.

La Dama in Grigio era ancora lì, sospesa a mezz'aria, e li guardava con i suoi bellissimi occhi perlacei, nello splendore del suo abito di merletti, bella ed inquietante proprio come Remus se la ricordava, lei unica confidente dei suoi problemi di cuore ai tempi della scuola.

Remus le sorrise, e lo sguardo altero dello spirito si fece dolce e materno. Li aveva riconosciuti?

"Vi ho lasciati insieme, e vi ritrovo insieme" proruppe d'improvviso la Dama.

Sirius rabbrividì nel sentire nuovamente, dopo tanti anni, quella voce terrificante eppur così aggraziata. "Ci ha riconosciuti" disse Remus con una punta di soddisfazione "E sono passati...tanti anni"

"Caro amico, per chi è condannato all'eternità, dieci anni equivalgono a poco più di una giornata..." sorrise amaramente il fantasma.

"Noi non l'abbiamo più rivista...dopo quel pomeriggio" intervenne Sirius esitante.

"Ho preferito lasciarvi fare da soli...spero solo che abbiate saputo mettere a frutto i miei consigli" la Signora sorrise in maniera ammiccante.

Sirius prese silenzioso la mano di Remus nella sua, prima che questi potesse rispondere, e alzò la stretta in modo che il fantasma potesse ben vedere la loro unione. Remus arrossì lievemente, mentre Sirius sorrideva in sua direzione.

La Dama in Grigio fece un grande sorriso pieno di calore, mentre una lacrima le rigava il volto trasparente "Amici miei...fate tesoro di quello che c'è tra voi, perché non c'è cosa più preziosa..." si portò una mano alla bocca, e mandò ai due un bacio in un soffio, dileguandosi poi lievemente, ma rapidamente.

Remus e Sirius rimasero immobili, e si sentirono avvolti da quella benedizione. Il resto della serata passò quasi secondario--quell'incontro aveva riportato in Lupin ed in Black tutte quelle emozioni e quei contrastanti sentimenti che avevano già provato quando si erano rincontrati dopo tanti anni.

Quella creatura, così triste e malinconica, aveva dato la definitiva approvazione al loro legame, quello stesso legame che proprio per intercessione dello spirito aveva iniziato ad esistere.

Per quella sera, Hogwarts, Harry, Fleur, le Sabbie...tutto sembrava una lontana ombra confusa, senza senso.

A fine cena tornarono subito in camera, rinunciando ai piccoli festeggiamenti che si sarebbero protratti fino a notte fonda nella Sala Grande. Non era ancora mezzanotte quando si misero a letto, stretti più che mai l'uno all'altro.

"É stato bello rivederla dopo tanto tempo..." esclamò Sirius carezzando i capelli di Remus.

"Ci ha dato la sua benedizione" sorrise Remus "Lei lo sapeva fin dall'inizio..."

"Cosa?"

"Che saremmo finiti insieme" rispose Lupin schietto.

La pendola sulla parete della camera rintronò i dodici rintocchi della mezzanotte. La stanza calò nel silenzio, rotto poi dalla flebile voce di Remus "É mezzanotte..."

"L'ora delle streghe" iniziò scherzoso Sirius "attento, potrebbe uscirne una da sotto il letto" "Conoscendoti, la cosa non mi meraviglierebbe tanto" disse Remus serioso "soprattutto se la strega fosse alta uno e ottanta, mora, occhi verdi, gambe da fotomodella, 90-60-90..." continuò pungente. Sirius rise, seguito poi anche da Lupin.

"E così è passato anche questo Halloween" esordì Sirius, smorzate le risate.

"Un Halloween...speciale, in un certo senso. Anche se abbiamo fatto di tutto per non parlarne con Harry" mormorò Remus appoggiando la testa contro il petto di Sirius.

"Quindici anni" sussurrò Sirius "quindici anni precisi..." fece con tono secco.

Ci fu un nuovo momento di silenzio, interrotto questa volta da Sirius "Vedi Lunastorta...si può prendere una vita in un attimo, ma poi il dolore che si causa resta per uno, tre...quindici anni..per sempre" disse amaramente "e noi che siamo qui a preoccuparci di Elfi e Fate, fantomatiche Sabbie e giornaliste impiccione...ma cosa ci importa, Lunastorta? Al mondo ci sono cose così più importanti...al mondo ci sono forze tanto più potenti della magia..." Remus abbracciò forte Sirius, che in risposta gli mise una mano appoggiata sul capo.

"...la forza di due vite spezzate che ancora sopravvivono tra chi le ama, la forza di un bambino come eri tu, pronto ad affrontare ogni cosa che la vita gli mette davanti...la forza..."

"...del nostro amore" Remus completò la frase dell'altro.

"Già" sorrise dolcemente Sirius "Altro che magia...Voldemort non sa neanche cosa vogliano dire queste cose. Ed è tutto ciò che veramente conta...se le persone lo capissero davvero, forse il mondo sarebbe migliore"

Passarono ancora lunghi momenti di silenzio nella stanza buia...e poi i sogni presero il posto della realtà per i due innamorati. Sogni di quel mondo migliore, che Sirius aveva così lucidamente descritto, sogni in cui i problemi diventavano bolle di sapone, e dove tutto si può risolvere con un bacio.

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