Le Sabbie di Avalon

capitolo XXVI

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CAPITOLO XXVI - RICHIESTA D'AIUTO 

15 Aprile, Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

 L'aria della soffocante aula di Diviniazione era talmente carica di fumi profumati ed essenze aromatiche che la testa di Harry cominciò a girare fin dai primi minuti di lezione.

Il ragazzino sedeva vicino a Ron, su una poltroncina su cui erano adagiati innumerevoli cuscini colorati, stretto attorno al piccolo tavolo da tè su cui il suo amico lasciava cadere svogliato delle carte recanti strane ed affascinanti figure disegnate.

"Uff..." mormorò Ron "Solo i tarocchi ci mancavano..."

"Almeno le figurine sono carine" sorrise Harry, mandando uno sguardo alla Professoressa Cooman, che si aggirava sinistra tra i banchi.

Era cambiata dall'inizio dell'anno. Profondamente cambiata. E questo cambiamento non rassicurava certo Harry.

Si era fatta più taciturna, e quelle poche volte che parlava, la sua voce strisciante assumeva un tono di languida malinconia. I suoi occhi erano perennemente socchiusi, le vesti sfarzose non producevano più in lei quell'apparenza di vivacità ciarlatana che faceva tanto divertire i ragazzi.

E poi naturalmente c'erano i suoi "attacchi"...quelle crisi prima violente, man mano sempre più controllate, che ormai gli studenti non sapevano più come spiegarsi. Avevano fatto le ipotesi più disparate ed assurde, ma nessuno poteva neanche sospettare quale fosse il reale motivo di quello strano comportamento.

Quel caldo giorno di Aprile, in cui difficilmente si respirava nell'assfissiante stanza, la strega aveva consegnato loro dei mazzi di carte, e con aria assorta controllava i "segni" che i tarocchi mandavano. "Sembra più stanca del solito" sussurrò Harry a Ron. Il ragazzo si girò velocemente per vedere la Cooman che si sedeva sulla sua grande ed affossata poltrona.

"E quale sarebbe la novità...è diventata più strampalata di quanto già non lo fosse" rispose.

"Mi fa quasi pena. Ed è irritante non sapere cosa le accade...sembra quasi che gli altri Professori, ed in particolar modo Silente, non diano tanta importanza alla cosa..." disse Potter soprappensiero, rimescolando il suo mazzo di carte ed osservando un insetto che nel fumo offuscato ronzava vicino alla Professoressa.

"Forse si sono resi conto di quanto sia pazza..." disse Weasley.

"...o forse non vogliono farci sapere...guarda come si comportano Remus e Sirius"

"Per quanto mi riguarda, meno ne so e me--"

"Guarda" Harry interruppè Ron di scatto, indicando la poltrona dell'insegnate.

Ron si voltò e vide Calì Patil che si era avvicinata alla donna, con in mano un paio di tarocchi. "Professoressa" disse la ragazzina sommessamente, ma dalla poltrona non ebbe nessuna risposta. "Professoressa" ripetè "Vorrei mostrarle una cosa...non so come interpretare queste carte"

Ancora nessuna risposta dalla strega. Sembrava quasi che si fosse...addormentata.

Calì incalzava "Professoressa..." scosse le spalle della donna con le mani, e la reazione della strega la fece trasalire.

La Cooman sbarrò di scatto gli occhi, che apparivano violacei ed irridescenti. Calì si portò una mano alla bocca, spaventata "Oh, no, dinuovo!"

Dalla bocca della donna uscì una parola sussurrata..."Lydia.."

"Ancora quel nome" disse Harry allarmato "Forse dovremmo chiamare aiuto..." ma non si mosse dalla sedia, troppo assorto dalla scena.

Calì si precipitò giù per la scala dell'aula alla ricerca di Madama Chips, lasciando la Cooman agli altri studenti.

"Lydia..." la voce della donna si faceva sempre più forte, ma c'era qualcosa di diverso in questo suo attacco rispetto a quelli precedenti. Non appariva scossa o turbata, anzi, il suo volto era calmo e placido, e le parole erano scandite in maniera perfetta, quasi cosciente.

"Mi sta terrorizzando..." mormorò Ron a denti stretti.

Harry lo zittì. La Cooman aveva ripreso a parlare. "Lydia...aiutatemi...aiutatemi..." era la prima volta che nel delirio dell'insegnante si riuscivano a comprendere così chiaramente le parole che diceva.

La classe la guardava ammutolita, tutti aspettando con ansia l'intervento dell'infermiera, nessuno con abbastanza coraggio da rompere in qualche modo quella trance. Uno scatto del braccio della donna fece saltare l'intero corpo studenti. Ancora fissando il vuoto la Professoressa Cooman strappo da un libro che tenevea su di un tavolo vicino una pagina, cercò arrancando con le mani tremanti una piuma e si mise a scrivere convulsamente.

Non guardava il foglio su cui scarabbocchiava, fissava un punto fermo davanti alla sua fronte, come se qualcun altro stesse in quel momento scrivendo al suo posto. Harry la guardava aggrottando le sopracciglia, Ron era rimasto a bocca aperta, come quasi tutti gli altri ragazzini presenti.

Finito di scrivere, in quello che sembrò un impeto incontrollato e quasi epilettico, la strega chiuse gli occhi nebulosi e persi, e si accasciò sulla poltrona tirando un lungo sospiro.

Una ragazza che sedeva poco distante da lei si alzò timidamente, e si avvicinò con timore. Sfilò il foglio dalle dita deboli della donna ormai svenuta, e lo guardò incuriosita.

"Non...io...non capisco" disse alla classe "Non riesco a leggere..."

In quel momento entrò nella stanza Calì seguita da Madama Chips, la quale subito corse allarmata verso Sibilla. Tutti si radunarono attorno alla poltrona, e la ragazza lasciò cadere la pagina del libro strappato. L'infermiera tastò il polso e la fronte all'insegnante, e disse che sarebbe stato meglio portarla in infermeria. Con l'aiuto di due robusti ragazzi sollevò il corpo lungo e rilassato della Coman, ed in breve sparirono dall'ambiente angusto e claustrofobico dell'aula.

I Grifondoro seguirono Madama Chips fuori dalla stanza.

"Aspetta Ron" mormorò Harry trattenendo per una manica l'amico che già si dirigeva verso l'esterno "Dobbiamo vedere cosa ha scritto!"

"Harry...ci metteremo nei guai..." disse inquieto Weasley, guardandosi attorno.

Harry sembrò quasi non sentirlo. Raccolse da terra il foglio ingiallito. La grafia irregolare era quasi illegibile, contrastando con le scritte stampate della pagina.

Tuttavia Harry riuscì ad individuare alcune parole, scritte disodinatamente con l'inchiostro nero "Lydia" lesse ad alta voce, corrucciando gli occhi "...ancora quel nome..e poi...A---aiu---aiuto..." aggiunse con impeto "Lydia...aiuto...Avalon...Avalon? Ma non è la terra delle Fate?...zingari..." Potter ripose il foglio sul mobile con aria confusa.

"Ha--Harry" disse Ron con voce tremante "....ti prego, dimmi che sono solo i deliri di una vecchia pazza"

"Non ne ho idea Ron" rispose il ragazzo occhialuto "Ma sarà meglio far vedere questo a Remus..." Harry osservò nuovamente il pezzo di carta. Su uno dei bordi strappati, si era poggiato l'insetto che prima ronzava nella penombra dei fumi profumati. Solo ora, vedendolo da vicino, Harry capì che si trattava di...un coleottero.

"Oh no" disse tra se e se, e proprio mentre pronunciava quelle parole lì nella stanza apparve come dal nulla l'alta e longilinea figura di Rita Skeeter.

"No, non adesso, non lei!" esclamò Ron.

Rita, con un gesto felino afferò il foglio che Harry aveva lasciato sul tavolo, un sorriso soddisfatto sul volto "Ora voglio proprio vedere se Silente ha ancora il coraggio di negare...dopo ciò che ho visto...e dopo questo..." disse gracchiante rimirando lo strano messaggio di aiuto.

"Lei è una---" iniziò Harry.

"Basta, piccolo Potter, ormai il gioco è nelle mie mani" lo fermò la giornalista pungente "Su, carissimi, venite con me, sono sicura che anche voi morite dalla voglia di sapere che cosa ha da raccontarci il caro Silente...i misteri sono ormai finiti"

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