Capodanno ad Eastbourne

capitolo VII

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Tornammo a sedere assieme ai nostri compagni nella sala grande: con mia grande sorpresa, vidi Peter annaspare per aria a pochi centimetri dal soffitto, gridando aiuto a gran voce in direzione di James, che dal canto suo gli gesticolava improperi dal tavolo in cui era seduto in compagnia di due membri della squadra di quiddich; possibile che tutte le volte che Wormy combinava un guaio ( vale a dire almeno quotidianamente ), toccasse sempre a uno di noi tre rimediare?

Davanti al posto che prima era occupato dal nostro maldestro amico, stava un bicchiere pieno per metà di una sostanza che esteticamente assomigliava in tutto e per tutto a una burrobirra, ma per quanto riguardava la composizione … beh, meglio lasciare perdere, visti i disastrosi risultati.

Al tavolo degli slytherin, Snape e Malfoy, in compagnia di alcuni membri della loro banda di rompiscatole, additavano il povero Peter, scompisciandosi dalle risate. . .

Non appena Wormy vide me e Moony avvicinarsi a Prongs, iniziò a singhiozzare istericamente:

- Sirius!!! Remus!!! James!!!….. Aiutatemiiiii –

Vidi Remus scuotere la testa in segno di disapprovazione e uno dei compagni di James estrarre la sua scopa dalla custodia per poi porgerla al mio migliore amico.

- Vai a prenderlo và … prima che tutta questa confusione non richiami i prof … - Disse il ragazzo ridacchiando e James non se lo fece ripetere due volte: si alzò in volo agile e veloce come una rondine, dirigendosi verso il nostro piccolo “ topo “, che continuava a galleggiare per aria quasi fosse uno di quei palloncini che si acquistano alle fiere.

Prongs tuttavia non fece in tempo a raggiungerlo, perché davanti a lui si parò quell’impiastro di Snape, guardandolo con la sua solita aria da grand’uomo.

- Che ci fai quassù Potter? Sei venuto a giocare con me a “ pallalardo “? – Chiese sogghignando, riferendosi chiaramente alla figura … beh, come dire … non troppo slanciata di Peter, mentre sotto di lui tutti gli slytherin presenti cominciarono a sghignazzare senza ritegno.

- Togliti dalle Scatole Snape – Rispose James con decisione - … Ho di meglio da fare che stare a sentire le tue stupidaggini! –

Il maledetto però non gli rispose neppure, si limitò a ridergli in faccia e ad ammiccare in direzione dei suoi compagni, che ora lo incitavano: quel bastardo non perdeva occasione per mettersi in mostra davanti agli altri, soprattutto se questo poteva creargli l’occasione per attaccare briga con Prongs … o con me.

In breve anche Malfoy e altri due loro amici; Rosier e Lestrange se non sbaglio, salirono sulle loro scope e presero a svolazzare per tutta la sala grande, dando man forte al loro degno compare, che avvicinatosi all’ancor galleggiante Peter, lo aveva colpito con un gran calcio, spendendolo in direzione di Lucius.

- E’ stata davvero una fortuna aver portato con noi le nostre scope per allenarci più tardi in giardino … - Disse quest’ultimo afferrando il povero Wormy e passandolo a un soddisfatissimo Rosier, mentre James cercava di intercettare il nostro amico.

- Hai ragione Lucius! – Rispose Lestrange ridendo di gusto - … Stavolta possiamo anche allenarci con una palla gigante! –

Vidi Peter fare un’ennesima evoluzione in aria prima di finire con la scarpa di Snape di nuovo stampata sul didietro: il poveretto aveva le lacrime agli occhi, per la rabbia e l’umiliazione.

- Smettetela! Siete solo un branco di stupidi!!! – Mi girai verso Moony ( era stato lui a parlare ) : lo vidi estrarre la bacchetta con la rapidità del fulmine e puntarla, in uno splendente scintilio dorato,verso Peter il quale si bloccò immediatamente in aria, nel posto in cui si trovava.

I quattro slytherin si lanciarono sguardi stupiti, fino a che Severus non scese quasi a terra e arrivato davanti a Moony rimase a studiarlo per qualche attimo, evidentemente incerto su come rispondergli e sicuramente sorpreso dal comportamento del mio amato lupo mannaro: era raro che Moony prendesse parte ai nostri continui litigi; diceva di trovarli stupidi, noiosi e senza senso, ma evidentemente quella volta i nostri antagonisti avevano davvero esagerato.

- Scusa Lupin … dicevi? – Chiese Severus retoricamente

Remus lo fissò con gli occhi che scintillavano per la rabbia

- Avete superato ogni limite … - Rispose - … e poi siete in quattro contro uno, dovreste vergognarvi! –

Vidi Severus fremere per l’irritazione, dovuta in parte al fatto di essere stato rimbeccato di fronte a tutti e probabilmente anche perché, evidentemente, non riusciva a trovare argomentazioni valide per ribattere all’accusa di Moony.

- Non permetto che un morto di fame come te mi venga a dire cosa devo o non devo fare – Buttò lì, non trovando niente di meglio da ribattere …

Non vidi né Moony irrigidirsi, cercando dal trattenersi di usare la bacchetta per schiantare Snape, né lo stesso Severus abbassare il capo arrossendo imbarazzato ( evidentemente si era accorto di avere detto qualcosa di estremamente sgradevole ), ma accecato dalla rabbia scattai come una molla in avanti, parcheggiando un destro tremendo sull’occhio di quel bastardo.

Nessuno, dico nessuno poteva permettersi di insultare il mio Remus davanti a me, senza pagarne le conseguenze.

Il colpo fu talmente tremendo che il mio nemico cadde a terra tramortito, prontamente raggiunto dagli altri slytherin e da Malfoy, che decise di vendicare il suo migliore amico con una battuta ancora più infelice:

- Hey Lupin… Sai, mio padre mi ha detto cosa fa tua madre per mantenervi … a quanto pare l’hanno vista passeggiare per le strade di Londra … - Disse - … a notte fonda … - aggiunse poi malignamente

Questo era davvero troppo! Mi alzai per fronteggiare anche lui, ma sentii la voce di James gridare dall’alto:

- Te la sei cercata, Malfoy! Ti disintegro!!!! –

… Ma il mio amico non fece in tempo a concretizzare la sua minaccia, perché per la seconda volta un fascio di luce dorata scintillò fuori dalla bacchetta di Moony, colpendo in pieno Lucius e mandandolo a sbattere contro la parete.

Mi voltai a guardare Remus: era pallidissimo e stringeva i pugni con rabbia malrepressa.

- Il lavoro di mia madre è più che onesto …– Esordì con voce bassa ma ferma - … E chiunque oserà sostenere il contrario dovrà vedersela con me … -

Detto questo si voltò verso il portone d’ingresso della sala e uscì di corsa; io ovviamente feci per rincorrerlo, ma James mi bloccò appoggiandomi una mano sulla spalla.

- Lascialo solo per un po’ … - Disse con aria molto seria, prima di restituire la scopa che aveva utilizzato prima, al suo legittimo proprietario.

- Ma … Prongy … - Cercai di ribattere; Remus aveva una vera a propria adorazione per sua madre: era l’unica persona oltre noi che fosse veramente importante per lui e chissà cosa stava provando ora, dopo avere sentito quegli idioti parlare male di lei in quella maniera così infame.

Il mio amico dalla chioma ribelle, tuttavia non mi diede retta: scosse il capo e presa la bacchetta la puntò verso Wormy, facendolo scendere finalmente a terra.

- Meglio tagliare la corda prima che arrivi Gazza attirato dalla confusione! … Non vorrei prendermi una punizione proprio il primo giorno di vacanza! – Disse rivolto a me e a un notevolmente sollevato Peter.

In effetti nella sala si era creato un gran tumulto, specie tra i membri dello slytherin che si stavano affollando attorno a Malfoy che era ancora svenuto, mentre le ragazzine lanciavano gridolini sul fatto se si fosse ferito seriamente … figurarsi! Come dice il proverbio l’erba cattiva non muore mai …

Seguimmo James con riluttanza fuori da una porta secondaria, proprio mentre si sentì la chiara voce del custode gracchiare

- Che succede qui ???? … -

Camminammo in silenzio su per la scala che portava al nostro dormitorio: James sembrava molto teso, evidentemente era preoccupato per Moony almeno quanto me! Chissà dove era fuggito Remus? Probabilmente nella nostra camera.

Quando arrivammo nella stanza che dividevamo però, del mio adorato non vi era alcuna traccia.

- Dove sarà andato? – Chiesi con apprensione guardandomi nervosamente intorno, come se il mio Remus avesse potuto spuntare improvvisamente da sotto i letti.

- Smettila di fare quella faccia, Paddy – Mi rimbeccò James guardandomi storto – Neanche si fosse gettato sotto un treno … -

- Prongy ha ragione – Disse Peter con aria rassicurante - … Di sicuro voleva starsene un po’ solo! -

Mi sedetti sul letto sospirando; Prongs e Wormy avevano ragione! Mi stavo preoccupando troppo!

- Vale la pena aspettarlo qui – Intervenne di nuovo James - … tanto prima o poi dovrà tornare per prendere i bagagli! –

Annuii alla proposta del mio amico, mentre Peter si sedeva al mio fianco, tirando fuori dalla tasca un mazzo di carte magiche.

- Dai, facciamo qualche partita mentre lo aspettiamo – Disse con entusiasmo cominciando a mescolarle

- Ma Peter, siamo in tre, in assenza del quarto uomo, uno deve rimanere fuori! –

- Beh, pazienza, vorrà dire che giocheremo a turni! –

All’improvviso dal mio baule si sentì una botta tremenda, che ci fece sobbalzare tutti e in breve il coperchio dello stesso si spalancò, lasciando uscire una piccola sveglia tra un groviglio di pantaloni e divise che finirono sparse in terra

* NOOOO devo rimettere via tutto * Pensai con frustrazione vedendo tutto quel caos: mi ero quasi dimenticato di quel maledetto fantasma chiacchierone che infestava la sveglia regalatami da mio padre.

Rubens apparve seduto di fronte a noi con l’inseparabile pipa tra le labbra e un’aria assai esaltata.

- Chi l’ha detto che vi manca il quarto uomo? – Disse allegramente fissando Peter e James che lo squadravano sbalorditi.

- Chi …chi … chi è questo ? – Riuscì a biascicare Prongs, mentre Peter era ancora a bocca aperta.

- Vi presento Rubens: il fantasma della sveglia … fantastico regalo del mio amato paparino– Risposi con rassegnazione mentre Rubens si era alzato e accennando una buffa riverenza aveva aggiunto

- … Per servirvi … -

- Emh … piacere – Replicarono i miei due amici con aria incerta osservando con sospetto lo spirito, che nel sorridere loro aveva rivelato la sua dentatura a dir poco … agghiacciante.

Mentre Peter distribuiva le carte e Rubens si vantava del fatto che al torneo dell’osteria del suo paese, duecento anni prima, avesse vinto una capra e una gallina; giunsi alla drastica decisione di eliminare fisicamente mio padre.

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