Capodanno ad Eastbourne

capitolo VIII

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Giocammo per circa un’ora, quando dopo avere per l’ennesima volta aspirato il pestilenziale fumo proveniente dalla pipa di Rubens, peraltro perennemente accesa ( qualcosa mi fa pensare che sia morto di una malattia non troppo dissimile da un tumore al polmone, dato che fuma quanto una ciminiera ), mi allontanai dal terzetto composto dal fantasma e dai miei due amici, con la scusa di andare a rubacchiare qualche bibita in cucina.

Certo … rubare si fa per dire, visto che giu nelle cucine gli elfi domestici fanno a gara a chi ti offre più cibo; una volta ci avevano talmente caricato di ogni sorta di ben di Dio, tanto che non riuscendo a tenere tutta la roba sotto al mantello della invisibilità, dovemmo trasportare con la magia il tutto facendolo galleggiare in aria con la magia. Ricordo che in quell’occasione, Gazza quasi si prese un colpo vedendosi svolazzare tutta quella roba davanti e si mise a strillare come un’aquila; ovviamente io e James fummo costretti a scappare lasciando tutto il bottino nelle mani del custode, che per fortuna ricollegò il tutto a uno dei soliti scherzi di Pix, addossandogli tutta la colpa, senza minimamente sospettare di qualche studente.
Uscii dalla torre del grifondoro e con aria cupa percorsi un primo pezzo di corridoio.

In realtà, nonostante la scusa che avevo trovato con i miei amici e quell’impiastro di Rubens, la vera ragione per la quale mi ero assentato era soltanto quella di trovare Remus …

Sospirando mi affacciai ad un’ampia finestra e con la mano pulii il vetro, leggermente appannato. Aveva smesso di nevicare gia da qualche giorno, ma davanti a me si stendeva una candida distesa di neve, mantenuta intatta dal freddo intenso di quei giorni e più in fondo il lago ghiacciato faceva da confine tra il territorio di Hogwarts e la foresta proibita.

Mi sarebbero mancati quei luoghi, in cui avevo passato oramai cinque anni della mia vita, nonostante si trattasse di stare via solo un paio di settimane.

In quella scuola passavo la maggior parte dell’anno, avevo vicino tutti i miei migliori amici … e potevo avere accanto la persona che tra tutti mi era più cara: Remus.

* Chissà dove si sarà cacciato *

Non saprei dire quanto tempo rimasi fermo, appoggiato al davanzale di quella finestra fantasticando di me e Moony insieme, prima che una voce alle mie spalle mi chiamasse, facendomi sobbalzare.

- Paddy … -

Mi voltai rapidamente, riconoscendo la voce che apparteneva all’oggetto dei miei pensieri e mi si strinse il cuore, trovandomi di fronte un Remus dall’aria triste e addolorata, con gli occhi rossi e lucidi … sicuramente aveva pianto, anche se non lo avrebbe ammesso neppure per tutto l’oro del mondo.

- Remus … - Azzardai non sapendo come poterlo confortare - … Ti cercavo … -

Il mio amico non rispose, ma chinò lo sguardo rimanendo immobile a pochi passi da me; sembrava nervoso e indeciso …

- Remus … - Ripetei, facendo un passo verso di lui. Mi feriva immensamente vederlo in quello stato, avrei voluto dirgli tante cose, fargli sentire quanto gli ero vicino … ma non sapevo come.

* Accidenti a me … perché devo essere sempre così indeciso …. *

Il mio Moony però mi precedette e con una sorprendente prova di audacia a dispetto della sua solita timidezza, prima che io potessi proferire parola, si gettò tra le mie braccia, affondando il viso tra i miei capelli corvini.

Dio mio … sentii il suo calore … quella dolce sensazione che avevo sempre sognato di provare quando immaginavo di stringerlo forte sul mio petto …

* Paddy, non fartelo scappare … non fartelo scappare … *

Ripeteva una voce nella mia testa, mentre sentivo esplodermi nelle viscere un calore mai provato prima, una sensazione che mi faceva fremere dalla testa ai piedi.

* E’ così vicino … così vicino … *

Il profumo dei suoi capelli freschi di shampoo mi invase le narici, un odore così inebriante che mi invitava a sollevare il suo viso verso il mio, accostare le mie labbra alle sue per poi socchiuderle e assaporare finalmente il dolce miele della sua bocca.

Sollevai le braccia che avevo tenute accostate al corpo per la sorpresa e lasciai scivolare una mano tra i suoi capelli ramati, cercando di accarezzarlo quanto più teneramente possibile.

* E’ la persona che amo … e ora ha bisogno di me … ha bisogno di sentire quanto mi è cara …*

- Scusa Paddy, non volevo che ti preoccupassi per me - Disse Moony senza guardarmi in viso - Il fatto è che … il fatto è che … -

Lo sentii fremere quasi impercettibilmente: sapevo benissimo come si stava sentendo in quel momento, era ovvio che stava soffrendo.

- Non ti devi scusare - Risposi continuando ad accarezzargli il capo, cercando di calmare i miei bollenti spiriti; non era il momento nè di perdermi nelle solite fantasie, nè tantomeno quello di rilasciare qualche rivelazione riguardo ai miei sentimente : Remus era gia abbastanza sconvolto senza che io intervenissi a turbarlo ancora di più.

- Snape aveva ragione, noi siamo così diversi … davvero non capisco come possiate essere amici di uno …. Uno come me … -

Moony mi si strinse ancora di più addosso; il contatto così profondo con il suo corpo mi fece battere ancora di più il cuore e … sentii che anche qualcosa d’altro, in parti solitamente poco esposte alla luce, stava cominciando a reagire, così per evitare una terribile figuraccia dovetti a malincuore allontanarmi da lui.

- Non devi assolutamente dare credito a cio che dicono quell’idiota e i suoi compari!!! - Gridai afferrandolo per le spalle, obbligandolo così a sollevare il volto; i suoi occhi erano sempre rossi, ma ora ai lati di quelle splendide iridi d’ambra, si poteva notare qualcosa di umido luccicare - Noi tutti ti vogliamo bene perché sei una persona speciale!!! -

Scorsi l’ombra di un sorriso spuntare agli angoli della sua bocca

- Non potrò mai ringraziare abbastanza te, James e Peter per il modo in cui vi prendete cura di me … - Rispose con la sua solita tonalità di voce bassa e calma - … e invece non faccio che assillarvi con i miei problemi … -

- Stupido! - Ribattei, sorridendogli a mia volta

Il mio amico sospirò profondamente e chinò lo sguardo

- Non mi ha ferito tanto il fatto che Snape mi abbia insultato … - Disse con voce tremante - … ma non ho potuto sopportare quando Malfoy ha detto quelle cose disgustose su mia madre; lei è sempre stata onesta, non ha mai fatto nulla di mele, ha sempre lavorato onestamente e duramente per potermi crescere … lei è una persona meravigliosa e io … io … -

Remus emise un piccolo singhiozzo e strinse i denti

- Lo so Moony, lo so … - Cercai di confortarlo - Nessuno ha dato credito alla parole di quel maledetto -

Vidi il mio amato passarsi una mano sugli occhi, probabilmente per togliere una lacrima dal suo splendido volto.

- Remus, ti prego; non posso vederti in questo stato … - Dissi avvicinandomi e prendendo il suo volto tra le mani, in modo da essere a pochi centimetri dal viso del mio dolce amico.

Moony annuì e fissò lo sguardo sul mio, guardandomi con gli occhi animati da uno strano scintillio

- Grazie Paddy … - Sussurrò - … Grazie davvero … -

Fu in quel momento che accadde qualcosa che non avrei mai creduto possibile: Remus socchiuse gli occhi e molto lentamente lo vidi accostare il suo volto sempre più vicino al mio; il mio cuore ebbe un sussulto quando sentii dapprima il suo caldo respiro scaldarmi la mucosa attorno alla bocca e poi le sue labbra posarsi febbricitanti sulle mie.

Non saprei dire quanti secondi passarono durante i quali potei godere di quel contatto sublime … ma ero talmente sorpreso e talmente incredulo, che nonostante avessi voluto abbracciare il mio Remus, approfondire il bacio, così come avevo fatto tante volte nei miei sogni e dirgli finalmente tutto cio che avevo nel cuore, non feci altro che rimanere fermo, imbambolato, totalmente rigido.

Il mio amico si staccò da me in un breve attimo, quasi come se il contatto con il mio corpo potesse scottare e si allontanò di qualche passo senza smettere di fissarmi, con gli occhi d’ambra spalancati.

Evidentemente nemmeno lui stesso si capacitava di cio che aveva appena fatto.

- S.. scusa Paddy - Balbettò - Scusa, giuro che non succederà mai più … - E detto questo si girò e fece per fuggire via, ma io lo bloccai rapido prendendolo per un braccio.

- Remus … - Sussurrai.

* Che cosa devo dirgli? *

- Ti prego Sirius, lasciami … -

Per tutta risposta , strinsi ancora di più le mie dita sulla sua pelle

- Paddy, per favore - Pregò lui disperatamente, mentre le sue guance diventavano sempre più rosse.

- Adesso calmati - Risposi lentamente e lasciando la presa lo abbracciai da dietro stringendo le mie braccia attorno al suo addome e accostando la mia bocca al suo orecchio.

- Ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare -

Remus sussultò e si abbandonò tra le mie braccia; restammo così per pochi attimi… muti. Entrambi dovevamo elaborare cio che era accaduto poco prima … sapevo che Remus era una persona controllata e riflessiva; sicuramente voleva riflettere bene su cio che era accaduto; non me la sentivo di forzarlo a sentire una dichiarazione alla quale probabilmente non era ancora del tutto pronto.

- Andiamo Paddy, ti prego, o perderemo il treno - Mugolò di nuovo.

Si, non era ancora il momento per parlare a fondo dei nostri sentimenti …

- Andiamo - Annuii lasciandolo libero dal mio abbraccio - .. Prongie Wormy e quel dannato spettro si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto tutti e due -

Remus sorrise e si avviò senza dire una parola verso il nostro dormitorio; Non gli passò neppure per la testa di chiedermi a chi mi riferissi riguardo al “ dannato spettro “ … aveva ben altri pensieri in questo momento …

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