Capodanno ad Eastbourne
capitolo XI
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Scartai rabbiosamente un pacchetto di caramelle tuttigusti+1 e feci velocemente sparire uno dei dolciumi in bocca, mentre in cuor mio maledivo me stesso per non essere ancora riuscito a spiaccicare con Remus una parola di tutto il bel discorso che mi ero preparato.
Lui, dal canto suo appariva estremamente tranquillo e giocava a scacchi con la solita flemma.
Mpf … non saprei dire se la cosa mi urtasse o mi sollevasse: da un lato ero felice per il fatto che il mio licantropo non fosse arrabbiato per la mia infelice trovata di poche ore prima … ma dall’altro lo invidiavo un po’ … io non sarei mai riuscito a mantenere la calma e il sangue freddo come solo lui sapeva fare.
Decisamente non ero bravo a mascherare le mie emozioni, nonostante fossi così maldestro nell’aprirmi agli altri riguardo i miei più profondi sentimenti.
Alcuni, specie le nostre compagne femmine, mi accusavano di essere troppo superficiale. Chissà, probabilmente, in un certo senso, avevano ragione: in effetti amavo passare le giornate a fare scherzi stupidi con James e gli altri … senza contare che le discussioni più accese a cui prendevo parte, riguardavano puntualmente il campionato di quiddich o si risolvevano in culturalissime discussioni su chi doveva rubaracchiare dalla cucina le burrobirre o il cibo per le nostre festicciole clandestine al dormitorio.
Si, in effetti agli occhi di chi non mi conosceva a fondo potevo davvero apparire un tipo frivolo, ma dopotutto non facevo altro che comportarmi come la maggior parte dei ragazzi della mia età; la pensassero come volessero quelle pettegole… per lo meno non passavo le giornate come Snape e i suoi compari a giocare a fare il death eaters e a insultare la gente soltanto per la sua provenienza babbana.
Mi divertii a pensare la faccia che avrebbero fatto Snape e Malfoy se avessero saputo che Remus era un lupo mannaro … tuttavia, ripensandoci, credo che più grande della sorpresa per la scoperta, sarebbe stato lo shock derivante dal fatto che uno dei mostri da loro tanto disprezzati, avesse potuto non solo essere trattato da essere umano, ma anche amato da qualcuno; ah! ah! ah! Probabilmente non avrebbero retto all’idea e si sarebbero suicidati … con mia grande gioia peraltro.
Il pensiero dei due serpenti a sonagli che tentavano di impiccarsi per la disperazione nella sala comune, tra le solite orde di ragazzine gracchianti, mi divertì non poco e quasi senza accorgermene ridacchiai sommessamente.
Vidi con la coda dell’occhio Remus distrarsi dal gioco e sorridermi sollevando lo sguardo
- Che c’è? - Chiese con aria curiosa - … Scommetto che come al solito hai trovato una caramella al gusto di caccola -
In effetti avevo preso a masticare rabbiosamente, totalmente preso dai miei pensieri e non avevo prestato la benché minima attenzione a null’altro, neppure al sapore della tuttigusti+1.
Solo in quel momento mi accorsi che una volta tanto ero stato fortunato: in bocca non sentivo sapori disgustosi, ma un al contrario una dolce frescura alla menta mi stava deliziando le labbra.
* Un segno del destino … * Pensai sogghignando; dopotutto non facevano un sacco di pubblicità su tipi che mangiavano chili di mentine e si prendevano tonnellate di baci? Perchè la cosa non poteva essere valida anche per il sottoscritto.
- Sbagliato … - Risposi a Remus che ora mi osservava con attenzione, evidentemente cercando di individuare la vera causa della mia ilarità - … Stavolta è al gusto di burrobirra … -
Moony trasalì lievemente sbuffando con aria divertita rivolgendo nuovamente lo sguardo sulla scacchiera
- Ma và … Sei sempre il solito - Disse ridendo, mentre con una delle sue meravigliose mani affusolate mosse un cavallo che senza tanti preamboli fece in mille pezzi uno dei miei pedoni.
Giuro … non so che mi successe in quell’occasione! Fu come se le labbra si fossero mosse autonomamente … il fatto è che dalla mia bocca uscì una frase talmente audace che sorprese anche me ….
- Se non vuoi credermi puoi sempre verificarlo tu stesso … - Dissi con aria maliziosa, ma subito dopo, resomi conto di quanto avevo appena dichiarato, rimasi fermo e muto arrossendo come un semaforo; come avrebbe reagito Remus? Di sicuro l’avrebbe presa come una battuta.
Ma quando il mio amico sollevò nuovamente il capo, mi accorsi che al contrario di quanto mi ero aspettato, aveva assunto un’aria molto seria. Mi trovai a fronteggiare i suoi meravigliosi occhi color ambra, che ora scintillavano come animati da un fuoco … un fuoco che non avrei potuto lasciare spegnere … non quella volta …
No, stavolta non potevo e non dovevo sbagliare.
Mi avvicinai guardingo, mentre Remus seguiva con lo sguardo ogni mio spostamento, non sapendo cosa avrebbe dovuto aspettarsi. Lentamente mi sedetti al fianco del mio amico, senza dire una parola … e sempre senza dire nulla gli sfiorai delicatamente la guancia, lasciando poi scivolare l’indice fino al suo mento,sollevandolo … finchè le nostre labbra non si unirono, per una seconda volta in quel giorno, in un meraviglioso ed emozionante bacio.
Aprii gli occhi, che avevo tenuto chiusi e la vista di Moony così vicino a me … così attaccato al mio corpo … fece crescere nel mio animo un’emozione indescrivibile: un calore che dalla gola mi scendeva al cuore e ai visceri … un calore che non dava tregua e che ora mi spingeva a chiedere di più.
Sentendomi fremere, lasciai scivolare la punta della lingua fuori dalla sua usuale collocazione e dolcemente la feci scorrere per il labbro inferiore del mio compagno.
Inizialmente Remus si irrigidì a quel contatto inaspettato, ma poi parve rilassarsi e avvertii chiaramente le sue mani posarmisi leggermente sulle spalle, mentre un dito prendeva a giocherellare con una ciocca dei miei lunghi capelli.
Bastarono pochi attimi per abituarmi a quel dolce oblio e mi stupii di trovare tutto così semplice e naturale; in fondo cio che mi aveva sempre detto James si stava rivelando giusto: una volta rotto il ghiaccio, le cose si facevano estremamente semplici.
Lentamente avvertii le labbra di Moony premere delicatamente contro le mie, evidentemente cercando di approfondire ulteriormente il bacio; io lo lasciai fare, assaporando ogni attimo di quel momento così magico.
Le nostre bocche rimasero a lungo unite, fino quando il mio adorato lupo mannaro non interruppe il bacio, allontanandosi da me di pochi centimetri. Lo guardai intensamente e fui estremamente felice di constatare che il suo sguardo esprimeva la mia stessa passione e il mio stesso amore …
- Hai mentito … - Disse ad un tratto Remus, risvegliandomi dal torpore in cui ero scivolato.
- Cosa? - Chiesi senza capire, ancora frastornato dall’appassionato bacio che ci eravamo appena scambiati.
Il mio amico ridacchiò fissandomi maliziosamente
- Non era alla burrobirra … -
- Co … -
- La caramella … - Specificò il mio amato sorridendo - … Non era al gusto di burrobirra … -
Ah … la caramella … non ci ero arrivato tanto ero frastornato.
- Si, hai ragione, ti ho imbrogliato - Risi - Potrai mai perdonarmi per questo Remus Lupin -
Moony assunse di nuovo quell’espressione maliziosa che mi faceva impazzire
- Certo che ti perdono - Mi sussurrò all’orecchio sfiorandomi volutamente la guancia contro la mia - … Dopotutto era una bugia detta per una giusta causa, non è così? -
- Si, è così - Risposi lasciando scivolare le mani sui suoi fianchi e spingendo il mio amico a sdraiarsi lungo il vellutato sedile dello scompartimento.
Mi chinai piano verso il mio meraviglioso licantropo, quasi sdraiandomi completamente su di lui, per poi posargli piccoli delicati baci sul suo collo candido mentre Remus mi circondava il collo con le braccia, stringendomi contro di sé in una doce e inebriante prigionia.
Mi sentivo bene … mi sentivo come mai prima di allora. Tutto cio che fino a quel momento avevo soltanto sognato era diventato realtà e la realtà era che il mio Remus … la persona che desideravo da tanto … troppo tempo, era innamorato di me così come io lo ero di lui.
Unii di nuovo le mie labbra a quelle del mio amico, sprofondando le dita tra i suoi capelli ramati, così soffici e profumati … mentre un insolito calore stava facendo capolino dai miei visceri … o più sotto?
Tuttavia non ebbi il tempo di riflettere sulle mie sensazioni, perché improvvisamente qualcosa dall’alto mi cadde dritto sulla testa e con mio grande disappunto, davanti a noi apparve un Rubens decisamente corrucciato.
- Ragazzino, dove diavolo hai ficcato casa mia? - Disse stringendo tra le mani un logoro mazzo di carte da gioco.
Maledizione! Quel dannato fantasma era sempre tra i piedi!
- Accidenti a te! - Sbottai furioso, massaggiandomi energicamente la parte del mio povero capo, dove era finita la valigia cadendo dal portabagagli - … Ma è possibile che te la devi prendere sempre con la mia testa? -
- Non dirmi che ti sei fatto male, tanto dentro non c’è niente … è tutt’osso! - - Ridacchiò quello con la sua solita aria beffarda spostando lo sguardo su Remus che lo fissava esterrefatto; in effetti lui non aveva ancora avuto il DISPIACERE di conoscere lo splendido regalo di mio padre: un fantasma da guardia!
- Bhe, non mi presenti al tuo amico? - Replicò il fantasma sorridendo giovialmente verso Moony
- Si, hai ragione …Remus , ti presento Rubens … starà con me per un po’ - Dissi con aria seccata
- Rubens il mago del Poker ah ah ah … - Disse quello gasatissimo
- Pia … piacere, io sono Remus - Rispose il mio amico guardando prima lui e poi me con aria stralunata.
- bene! - Esordii - Adesso che abbiamo fatto le presentazioni puoi anche togliere il disturbo GRAZIE! -
Il fantasma si sollevò nel vuoto e velocemente mi fu sopra la testa dandomi un pugno in mezzo al cranio.
- AIAHHHH!!! Ma che ti piglia? -
- I bambini educati non rispondono a questo modo a quelli più vecchi di loro … -
- Che io sappia, non è neppure educato interrompere i discorsi degli altri … e soprattutto è molto scortese gettare valigie sulla testa della gente … - Lo rimbeccai con rabbia
- Va bene, va bene … - Disse Rubens ridendo - Siamo Uno a uno, Ok? … Comunque sono venuto per prendere una cosa dalla mia sveglia … sai, ho pers … ehm … devo saldare un debito di gioco -
- Fortuna che eri il mago del poker - Dissi aprendo il mio bagaglio ed estraendo la piccola sveglia sotto gli occhi curiosi di Remus.
- Pfui … lo conosco quel tipo … è un baro! -
- Se sapevi che era un baro, allora perché ci hai giocato? -
- RAGAZZINO! Vogliamo smetterla di polemizzare? -
- Ok, scusa, scusa - Risposi sorridendo, mentre il fantasma si rendeva evanescente ed entrava nella sveglia, per poi riuscirne dopo pochi minuti, recando con se una specie di orribile candelabro.
- Oh, me misero … ho perso il mio bellissimo candelabro d’argento - Disse con aria melodrammatica - Beh, ora ti saluto ragazzino, fai il bravo durante la mia assenza, siamo intesi? -
- Potrei dire il contrario - Risposi sfacciatamente, mentre Rubens svaniva recandosi a pagare il suo debito di gioco .
Il viso di Remus, da sorpreso che era, sembrava ora piuttosto divertito
- Più che argento sembrava ferro … - Rise - … e pure un po’ arrugginito -
- In effetti … - Commentai sorridendo - Ma ora dimentichiamoci di lui, abbiamo lasciato un discorso in sospeso, se non mi sbaglio
- Infatti non sbagli - Confermò Remus tirandomi verso di se - … Ma prima o poi dovrai spiegarmi come sei finito nelle mani di quel tipo -
- Non mancherò … - Conclusi attirando Remus in un nuovo, appassionato bacio.
Improvvisamente la porta si aprì e facemmo appena in tempo a ricomporci prima di vedere far capolino dalla porta il viso di una delle nostre compagne di classe.
- Ciao ragazzi! E’ libero qui? - Chiese l’importuna con uno straordinario sorriso
Io e Moony ci guardammo a vicenda
- Emh … -
- Veramente … -
- Oh, meno male! - Fece quella senza neppure starci a sentire - RAGAZZEEEEEE … QUI E’ LIBEROOOOO!!!!! -
E in breve il nostro scompartimento fu invaso da un’orda di ragazzine vocianti di tutte le età.
Vidi Remus prendersi la testa tra le mani, mentre una di quelle piccole intriganti gli stava chiedendo non so che cosa in merito a non so quale incantesimo e io fui attorniato da un paio di tasorosso del secondo anno che continuavano a fissarmi con aria adorante e occhi sbarrati, neanche fossi un pezzo da museo.
Bah … quello sarebbe di sicuro stato un lungo viaggio, ma cio che veramente importava era il fatto che il ghiaccio ormai era stato rotto e ora più nulla avrebbe potuto separarci.
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