Capodanno ad Eastbourne
capitolo XII
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Ormai eravamo quasi giunti a Londra. Quelle pestifere ragazzine non ci avevano mollato un secondo, così io e Moony avevamo dovuto sopportare per tutto il tempo del viaggio i loro schiamazzi e cio che era peggio, eravamo stati obbligati a sorbirci migliaia di pettegolezzi su persone da noi assolutamente sconosciute.
Non appena potemmo vedere dai finestrini la famigliare visuale del binario nove e tre quarti, io e il mio amico scattammo in piedi in fretta e furia, salutando velocemente le importune che avevano disturbato le nostre effusioni.
MALEDIZIONE! Proprio quando finalmente avevo preso coraggio!!!!
Ma non era importante; avremo avuto molte altre occasioni per stare soli … o almeno era quello che speravo!
Mamma mia!!!! Io e Moony abbracciati a baciarci sui divanetti del treno; quasi non riuscivo a credere che fosse successo tutto davvero!!!
Mentre, ancora sul vagone aspettavamo che il treno si fermasse e gli sportelli venissero aperti, la calda mano di Moony che con delicatezza sfiorava la mia, mi distolse dai miei pensieri facendomi realizzare che tutti gli avvenimenti di poche ore prima erano accaduti sul serio.
- Paddy, tutto bene ? - La voce di Remus risuonò melodiosa e tenera nelle mie orecchie.
Sorrisi al mio amato lupo mannaro incrociando con la mia la mano con cui mi aveva sfiorato pochi attimi prima.
* E me lo chiedi? * Pensai …
- Mai stato meglio … - Risposi sollevando le sue dita affusolate verso la mia bocca, baciandole teneramente.
Remus arrossì e chinò lo sguardo verso il basso, mentre io continuai a mangiarmelo con gli occhi: da quanto tempo sognavo questo momento? Da mesi… anni… forse dal primo momento che lo avevo incontrato. Si … decisamente l’avevo desiderato dall’inizio; anche se a quell’epoca non volevo ammetterlo neppure con me stesso.
Era stato James ad aiutarmi ad aprire gli occhi riguardo ai miei sentimenti … il mio caro vecchio James … chissà che faccia avrebbe fatto non appena avesse saputo che finalmente il ghiaccio tra me e Remus era stato rotto. Di sicuro avrebbe fatto i salti mortali dalla gioia … di non sentire più le mie lamentele ovviamente ^__^’
Mi ripromisi di scrivere al mio migliore amico non appena arrivato in quella benedetta cittadina dimenticata da Dio; dopotutto, aveva il diritto di sapere cio che era successo visto che aveva fatto il tifo per me fin dall’inizio.
Finalmente il treno si fermò e in un paio di minuti fummo assediati da una moltitudine di altri studenti, tutti dei primi anni, che si accalcarono di fronte agli sportelli, spingendo e urlando come pazzi.
Fu una vera impresa riuscire a scendere senza che nessuno si frantumasse qualche osso e nella calca persi Moony, che era rimasto indietro per aiutare una ragazzina del primo anno che, spinta dalle retrovie, aveva rischiato di scivolare dai gradini, facendosi male sul serio.
Una volta raggiunto un punto relativamente meno affollato, mi fermai per attendere il mio amico, che arrivò un paio di minuti dopo, reggendo la borsa sulla testa per occupare meno spazio tra tutta quella calca.
Moony aveva un’aria talmente stravolta che mi cacciai a ridere
- Dio mio Moony, dovresti vederti … sembra che tu sia stato inseguito da un troll inferocito -
- Faresti meglio a non ridere tanto - Replicò il mio amico con aria risentita - Ti devo forse ricordare quella volta in cui per scendere tu e James siete caduti dal treno a faccia a terra in una pozzanghera? -
- Lascia perdere quella volta … - Risposi ripensando agli ululati di mio padre dopo che mi aveva visto conciato come un avvicino delle paludi - … E poi ti rammento che eravamo stati spinti da Malfoy e Snape … che poco dopo hanno fatto la stessa fine -
Remus rise di gusto
- Si in effetti avete avuto una bella prontezza di spirito a trascinarveli dietro mentre cadevate - Disse divertito - Ma avete anche corso un bel rischio … - Continuò con aria di rimprovero.
- Gia - Replicai con orgoglio - … Sai che storia se Snape si impiantava con il naso nel fango? E chi lo tirava più fuori di là? -
Ma questa volta non ci fu il tempo per ridere della battuta, perché la voce della madre di Moony ci raggiunse tra la folla; di sicuro la donna stava cercando il figlio e in mezzo a tutta quella moltitudine di persone non riusciva a vederci.
- Mamma!!!! - Gridò il mio amico a gran voce - Sono qui!!! -
La donna da lontano gli fece cenno di averlo visto e spintonando e strattonando ci raggiunse abbastanza velocemente, abbracciando calorosamente il figlio e salutando me cordialmente.
- Allora ragazzi, avete fatto buon viaggio? - Disse con il suo solito sorriso, che ricordava tanto quello di Moony..
Io e Remus ci guardammo arrossendo vagamente
- Beh … si, direi di si - Disse il mio amico cercando di apparire il più naturale possibile
- … Anche se ad un certo punto siamo stati … come dire … disturbati - Intervenni ridacchiando, mentre Moony mi fulminava con lo sguardo.
- Ah si? E chi vi ha disturbati? - Chiese la donna che ovviamente non poteva immaginare a cosa era rivolta la mia allusione
- Emh … mamma - Si affretto Remus a cambiare discorso - Sai che Sirius sarà in vacanza nella stessa città dove andremo ad abitare? -
- Davvero? - Replicò la donna con aria felice. Di certo era molto contenta del fatto che il cambio di residenza per il proprio figlio sarebbe stato decisamente meno traumatico se questi avesse avuto un amico al fianco.
* Amico … * Pensai sorridendo. Ora quella parola che aveva sempre significato moltissimo per me, sembrava decisamente limitativa se comparata a cio che era nato tra noi due.
Mentre guardavo la strega parlare col figlio, non potei fare a meno di notare per l’ennesima volta l’amore che i due provavano l’uno per l’altra. Nonostante le diverse difficoltà economiche, Moony e sua madre erano davvero molto uniti e questo ai miei occhi faceva di loro le persone più ricche di questo mondo.
Ma ora non era il momento di perdermi in pensieri di questo tipo, dovevo cercare i miei … figurarsi se mio padre si sarebbe scomodato a venirmi incontro!
Mi congedai quindi da Moony e sua madre, facendomi dare l’indirizzo della loro nuova abitazione, con la promessa di farmi vivo non appena arrivato nella cittadina.
Mentre mi perdevo nella folla, alla ricerca dell’uscita, mi resi conto di quanto Remus mi mancava di già nonostante sapessi che molto probabilmente ci saremo visti subito il giorno dopo.
Ma che importanza poteva avere questa certezza, se ora lui non era con me?
In credibilmente, da lontano, vidi la snella figura di mia madre agitare le braccia in mia direzione; incredibile che fosse venuta anche lei, soprattutto prima della partenza per un’avvenimento così esclusivo. Mi ero infatti aspettato di saperla dedita al suo sport preferito: girovagare per i negozi, svaligiando tutte le boutique più esclusive, mentre mio padre mi aspettava di fuori sulla macchina, imprecando contro le mani bucate della moglie.
- Tesoruccioooooo - Gridò mia madre avvolta in uno dei suoi preziosi cappotti di cachemire.
Le corsi incontro vagamente preoccupato; che fosse accaduto qualcosa di brutto?
- Mamma! - Dissi correndole incontro - Che è successo? Dov’è papà? -
Lei si gettò su di me abbracciandomi e inondandomi il viso di baci
- Oh tesoruccio, sono così contenta di vederti - Disse con la sua consueta aria gettandomi le braccia al collo.
- Mamma … ti ho chiesto dov’è papà! - Cercai di replicare, assediato dal suo abbraccio un po’ troppo caloroso.
Mia madre finalmente parve starmi a sentire e si staccò da me osservandomi attentamente dai piedi fino alla punta dei capelli.
- Oh … tuo padre … - rispose con aria vaga estraendo dalla fine borsetta una bomboletta di dubbia natura - … E’ gia partito per quella cittadina … come ha detto che si chiama? -
- Eastbourne … - Risposi con aria seccata guardandola spruzzarmi una manica con quella strana roba che a quanto pareva era una sorta di magico smacchiante istantaneo.
- Oh già … ah se non avessi te cucciolino mio!!! - Disse appioppandomi un altro dei suoi formidabili baci al rossetto chanel - … Comunque tuo padre è stato richiamato prima e mi ha detto di raggiungerlo non appena tu fossi arrivato … ha già mandato un’auto a prenderci -
- Bene, allora che spettiamo? - Chiesi con aria speranzosa pulendomi la guancia dal rossetto; non avevo nessuna voglia di farmi chiamare con altri assurdi appellativi in mezzo ai miei compagni di scuola.
Mia madre sorrise fregandosi le mani
- ma puccino mio … c’è tempooo - Cinguettò - Perché non approfittiamo dell’assenza di tuo padre e facciamo un salto a vedere qualche negozio, senza che ci sia lui a sbraitare per ogni zellino speso? -
- Ma mamma … - E io che non vedevo l’ora di partire per raggiungere Remus il prima possibile
- No, no, niente ma … e poi tu hai bisogno di un nuovo abito da cerimonia!!!! - Rispose afferrandomi per il braccio e trascinandomi via, ignorandomi del tutto mentre le dicevo che di abiti da cerimonia ne avrò avuto una quindicina …
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