Capodanno ad Eastbourne

capitolo XV

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Il tempo che mi separava dalla cena, passò relativamente in fretta e quando l’elfa domestica passò a chiamarmi per accompagnarmi nella sala da pranzo, non avevo ancora finito di prepararmi.

Mi infilai in fretta e furia il primo abito che mi capitò tra le mani, che per fortuna, me ne accorsi solo dopo, era anche uno dei preferiti di mia madre … meno male, altrimenti avrei rischiato di vere addosso i suoi sguardi di disapprovazione per tutta la serata!

Appena uscii dalla porta, l’elfa mi lanciò uno sguardo di sbieco, ma non disse nulla … di sicuro le avevo fatto perdere un sacco di tempo prezioso e dentro di lei mi stava lanciando chissà quali imprecazioni, anche se da brava elfa domestica non avrebbe mai osato esprimere i suoi pensieri.

Passamo velocemente al piano di sotto, arrivando lungo un corridoio il cui pavimento era impreziosito da un bel tappeto rosa antico dall’elegante foggia; alle pareti numerose appliques d’oro si accendevano al nostro passaggio.

Mentre mi guardavo intorno entusiasta, sentii una porta chiudersi alle mie spalle e una voce nota chiamare il mio nome con sorpresa.

- Sirius! -

Mi voltai trovandomi a fronteggiare Amber Ann, la ragazzina che avevo conosciuto il pomeriggio scorso. Portava un grazioso abito azzurro un po’ scollato.

- Amber Ann! - Dissi muovendo un passo verso di lei - Come ti senti ora? - Chiesi poi, ricordandomi di quanto era apparsa affaticata nel parco. -

Prima che potesse rispondere, l’elfa si precipitò verso di lei riprendendola con voce disperata

- Padroncina non esce … padroncina avuto febbre alta … - Gracchiò afferrando un lembo della veste di Amber Ann e cercando di trascinarla via,con scarso successo.

- Ohhhh smettila Nelly! Possibile che mi stiate tutti addosso a questo modo? - Rispose Ann con aria seccata - Sto benissimo adesso! Una volta che abbiamo ospiti, non vorrai che me ne stia rintanata in camera mia a cenare da sola?-

- No no no!!! - Ripetè l’elfa- Padrone ha ordinato che padroncina non muoversi dalla propria stanza e Nelly fare in modo che … -

Con un’agilità che non mi sarei mai aspettato da una ragazza dall’aria così debole, Amber Ann si svincolò dalla presa di Nelly e correndo verso le scale mi fece cenno di seguirla

- Vieni Sirius! Ti accompagno io !!! - Disse con voce argentina e io non me lo feci ripetere due volte; non mi erano mai stati simpatici gli elfi domestici, con la loro ossessione dell’obbedienza, ma quella Nelly, quanto ad antipatia, li batteva veramente tutti quanti!

Corremmo velocemente lungo le scale, inseguiti da una Nelly strillante e piagnucolosa che supplicava la sua padroncina di tornare indietro, ma grazie alle nostre gambe molto più lunghe, seminammo l’elfa dopo poche rampe.

Arrivati all’ingesso di una grande porta, la mia amica si fermò ansimante

- Sia .. siamo arrivati - Disse con il fiato in gola, indicando il grande portone - Qui dietro si cena -

- Bene! - Affermai facendo per aprire la porta, ma Amber Ann mi afferrò per un avambraccio.

- Aspetta … un attimo … - Replicò -

- Amber Ann, sei sicura di sentirti bene? - Le chiesi incerto; nonostante la corsa, era più pallida che mai

- Si … ora mi passa … - Rispose - … E’ che non sono abituata a correre … - Ridacchiò poi e senza togliermi la mano dal braccio mi condusse verso la porta e l’aprì.

Quello che vidi mi ricordò immensamente Hogwarts: davanti a noi apparve un’enorme salone, addobbato a festa in occasione del Natale; l’unica differenza era che al posto delle quattro enormi tavolate, una per ogni casa, ve ne era una unica, già occupata da parecchie persone.

La mia attenzione fu attirata dalla enorme vetrata in fondo alla sala, da cui si poteva godere la vista del mare sottostante; davanti ad essa troneggiava un grande albero di Natale, adornato con palline di cristallo finissimo, nei colori del blu e dell’argento. Anche tutto il resto della sala era dopotutto addobbato con gli stessi colori; anche la grande tavolata era impreziosita da una tovaglia di un fine tessuto blu notte e da piatti, stoviglie e zuppiere del più scintillante argento massiccio.

Cercai con lo sguardo i miei genitori e li trovai dal lato opposto alla grande vetrata, in compagnia dello zio di Amber Ann che sedeva capotavola.

Io e la mia amica andammo loro incontro e dopo le lamentele e una breve ramanzina dallo zio, Amber Ann ebbe il permesso di rimanere, a patto che dopo cena fosse filata diritto nella sua camera.

Ci sedemmo vicini, non distante dai miei genitori e discorremmo per tutta la serata, finchè per Amber Ann non fu l’ora di ritirarsi. Mi offrii volentieri di accompagnarla, specie per risparmiarle la presenza dell’elfa Nelly, la quale da mezz’ora non faceva altro che rivolgere inchini e scuse al Barone ( lo zio della mia amica ), cercando piagnucolando di scusarsi per avere lasciato fuggire Amber Ann dalla sua stanza.

Ma c’era anche anche un altro motivo per il quale desideravo rimanere solo con la mia nuova amica: se quella notte dovevo uscire dal castello per incontrarmi con Remus, dovevo assolutamente trovare il modo per potere uscire e rientrare dal castello senza essere scoperto; pena la mia certa decapitazione per opera di mio padre … e Amber Ann era di sicura la persona più indicata per avere questo tipo di informazione, dato che come lei stessa aveva affermato, conosceva alla perfezione ogni angolo del maniero e dell’immenso parco sottostante.

Percorremmo in fretta il percorso che ci separava dal salone alla stanza della ragazza e arrivati davanti alla soglia Amber Ann mi invitò ad entrare …

- Ti va di tenermi compagnia per altri cinque minuti? - Chiese allegramente - Prometto che poi per stasera non ti seccherò più … -

- Scherzi? - Risposi sorridendo - Se non ci fossi tu, qui sarebbe una noia mortale -

Amber Ann parve molto felice del mio commento; sorridendo aprì la porta della sua stanza e con un inchino mi fece segno di entrare

- Prego … - Disse

Con una punta di eccitazione obbedii; era la prima volta che entravo nella stanza di una ragazza! Certo, io e James eravamo andati varie volte nei dormitori delle femmine con indosso il mantello dell’invisibilità, chiaramente, più per vedere le ragazze ( e in particolare Lily ) in biancheria intima che per altro, quindi più che nelle stanze da letto ci infilavamo negli spogliatoi dove tenevano il guardaroba eh eh eh …; una volta ci avevano pure beccato e per poco la McGrannitt non ci toglieva cento punti a testa! … vecchia befana!

Quella volta però era diverso … ero molto curioso di sapere se era vero che le ragazze erano veramente così ordinate e perfettine come amavano descriversi!

Appena varcai la soglia mi guardai quindi intorno con grande curiosità; in effetti l’ambiente non era poi tanto diverso da come me l’ero immaginato: le pareti erano coperte da una bella carta da parati rosa pastello, che si intonavano perfettamente sia con i colori delle tende che con le fini lenzuola del piccolo letto. Non vi erano però pupazzi o altri giocattoli in giro, se non una bellissima bambola, di quelle in porcellana, posta sul comodino accanto al lume da notte.

Su una cassettiera dalla parte opposta al letto vi erano però diverse boccette bianche, che non avevano l’aria di essere unguenti o profumi; Immaginai fossero medicinali, dato che Amber Ann aveva detto di non stare bene.

- Che fai lì in piedi? Vieni a sederti - Disse la mia amica entusiasta sedendosi a gambe incrociate sul letto; nonostante avesse detto non era molto abituata ad avere visite di estranei, non mi sembrava per nulla imbarazzata dal fatto di avere un ragazzo nella sua camera!

Estrasse da un cassetto del comodino un mazzo di carte da gioco e le posò sulla coperta.

- Ti piace giocare a carte? - Mi chiese

- Si, certo! - Risposi; non mi sembrava carino chiedere il suo aiuto senza almeno accontentarla: sembrava che la mia presenza la rendesse molto felice e io mi trovavo molto bene con lei! Poi c’era ancora tempo prima che Rubens mi venisse a chiamare …

Giocammo e ridemmo per un’ora buona, finchè non mi feci coraggio e decisi di chiederle cio che volevo sapere.

- Sai Ann … - Cominciai incerto - C’è una cosa che ti voglio chiedere … -

- Dimmi … - Ripose lei tutta intenta a scegliere la carta da gocare

- Tu hai detto di conoscere il castello alla perfezione vero? -

Amber Ann sollevò lo sguardo dalle carte, fissandolo su di me con aria interrogativa

- Si … infatti - Ribattè

- Vedi, io … dovrei assolutamente uscire dal castello … c’è una persona che mi aspetta … -

Mi sentii il cuore in gola e uno strano calore avvamparmi al viso; maledizione! Possibile che non riuscissi a pensare a Moony senza avere sempre queste sgradevoli reazioni? Dovevo cercare di controllare maggiormente le mie emozioni!

La mia amica parve sorpresa

- Conosci qualcuno qui a Eastbourne? - Chiese

- Beh, per la verità è un mio carissimo amico che frequenta la mia scuola e si è appena trasferito qui . Così .. beh … sapendo che io avrei passato il natale in questa città, ci siamo dati un appuntamento! -

- Ah! - Esclamò Amber Ann Ridendo - dalla faccia che avevi fatto credevo si trattasse … che ne so … della tua fidanzata! -

- Eh?????!!!! - Esclamai cercando di apparire il più sorpreso possibile … Bhe, in effetti Amber Ann aveva centrato in pieno la questione, solo che invece di una fidanzata di trattava di … un fidanzato! Pensai divertito.

Ad ogni modo mi ripromisi di tenere maggiormente sotto controllo i miei sentimenti, anche se dato il mio carattere impulsivo, sapevo già in partenza che non sarebbe stata una facile impresa!

- Comunque non ti devi preoccupare! - Continuò Amber Ann - Conosco giusto un passaggio che va dal giardino a un piccolo parchetto nel centro della cittadina! … Io non l’ho mai utilizzato, ma mio fratello lo ha adoperato parecchie volte con il suo migliore amico.

- Hai un fratello? - Chiesi; ecco perché le sembrava naturale invitare un ragazzo a giocare a carte sul suo letto! … La maggior parte delle ragazze che conoscevo barricavano le loro stanze con degli antipatici incantesimi, in modo che nessuno entrasse! Specie mia cugina Bellatrix! … Quella diventava davvero una belva anche se vedeva soltanto qualcuno razzolare nei paraggi! Manco ce l’avesse solo lei!!!

Amber Ann ridacchiò di nuovo:

- Si, è un tipo un po’ particolare - Disse raccogliendo le carte e riponendole sul comodino - … A volte sa essere più antipatico di Nelly quando ci si mette, però non è cattivo! Eh eh eh … lo conoscerai domani, quando arriverà con i miei genitori! … Sai, è molto bravo a scuola, frequenta . …. -

Ma Amber Ann non finì il discorso perché si sentì un forte schiocco e alle nostre spalle apparve Rubens. Pareva piuttosto soddisfatto e portava la solita pipa tra le labbra, stranamente spenta.

- Allora moccioso, sei pronto? - Esordì allegro - … Ho appena vinto una partita con un fantasma del castello e … Ah! Ma anche questa graziosa signorina è appassionata di gioco? - Disse entusiasta posando lo sguardo prima su Amber Ann e successivamente sul mazzo di carte sul comodino.

- Emh … adoro giocare a carte - Rispose lei

- Sei davvero un impiastro, spettro invadente e maleducato! Ti sembra il modo di piombare nella stanza di una signora senza nemmeno presentarti? - Gli dissi con arroganza

- Però … vedo che ti sei dato una svegliata in fretta marmocchio! …Adesso ti trovo steso sul letto di una donna, mentre qualche ora fa, sul treno … eh eh eh pensi che non ti abbia visto ih ih ih ? - Mi rimbeccò il fantasma con fare allusivo.

- Piantala! - Lo stoppai bruscamente; accipicchia! Allora stamattina aveva visto me e Remus fare … accidenti a lui! - Amber Ann … ti presento Rubens, il mio fantasma da guardia! -

- Ah ah ah!!!!! fantasma da guardia??? - Rise lei - Ti prego, non parlarene con i miei o ne assumeranno uno anche per me … -

- Nelly basta e avanza - Ribattei strizzandole un occhio con complicità

- A proposito di Nelly … - Disse Ann - Sarà meglio che ti porti subito dal passaggio , prima che l’elfa venga a fare il suo solito giro i sorveglianza; … e se non mi trova in camera sono guai! -

Annuii, così io e Rubens, con alla testa Amber Ann uscimmo di soppiatto dalla stanza, fino ad arrivare davanti a un bell’arazzo, situato in una elegante saletta poco distante.

- Qui dentro non ci viene mai nessuno! - Puntualizzò la mia amica sorridendo - Mio fratello ha sparso in giro la voce che la stanza è infestata da uno spirito violento e intrattatabile, che lancia maledizioni a chiunque entri! In questo modo lui può utilizzare il passaggio indisturbato!

- Dovrò ringraziare tuo fratello allora … - Dissi soddisfatto - … Ma dov’è il passaggio segreto? -

Amber Ann indicò il grande arazzo davanti a noi, che rappresentava un parco con diverse panchine in pietra, illuminato dalla luna.

- Questo è una passaporta - Disse - Basta toccare il lato destro della cornice e pronunciare la parola “ violante “ per apparire proprio nel centro del parco di cui ti ho parlato … che è poi lo steso rappresentato dalla tela! .. per tornare indietro non dovrai fare altro che sederti sulla panchina dove capiterai e ripetere la stessa frase. -

Sentii la bocca dello stomaco contorcersi: di lì a poco avrei rivisto il mio Remus!!!!

- Grazie mille Ann! - Esclamai stringendole la mano

- Figuarati! - Replicò lei - … ora và, io devo tornare di corsa nella mia camera! … Domani mi racconterai tutto ok? -

- Eh eh eh puoi scommetterci! - Dissi fuori di me dalla gioia, mentre lei usciva guardinga dalla sala.

- Con o senza i particolari piccanti? - Sussurrò Rubens al mio orecchio pochi attimi dopo.

- Sta zitto imbecille!!!! - lo rimbeccai, rimediando un colpo in testa ben assestato … che fantasma permaloso!!!

Ma era giunta l’ora di andare: non volevo perdere un solo minuto in più, dato che non stavo più nella pelle all’idea di rivedere il mio Moony!

Toccai dunque il lato destro della cornice e recitai:

- Violante ! -

In un primo momento non successe nulla, poi mi sentii solleticare il viso da un vento freddo che turbinò intorno a me, finchè non mi sentii trascinare dentro al quandro, con una stranissima sensazione come di caduta nel vuoto.

Chiusi gli occhi pregando che il viaggio fosse di breve durata.

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Quando riaprii gli occhi, pochi attimi dopo, mi ritrovai seduto su una panchina di marmo bianco; come aveva detto Amber Ann, io e Rubens eravamo finiti in un parco del tutto simile a quello rappresentato nell’arazzo: gli alberi, le panchine … persino i lampioni erano esattamente posti nella stessa maniera. L’unica differenza consisteva nel fatto che la luna non era piena, ma era al suo primo quarto … eh eh eh potevo stare certo di non essere azzannato dal mio affascinante lupo mannaro mentre ci scambiavamo baci appassionati!

- Hey Rubens! Dove ci aspetta Remus ? - Chiesi con impazienza al mio fantasma da guardia

- Hey moccioso! Con calma e per favore! - mi rimbeccò lo spettro estraendo dalla giacca una specie di bussola arrugginita - … dunque, se non sbaglio … il nord è di là vero, quindi … -

Mi sentii mancare dallo sdegno

- … mi stai dicendo … MI STAI DICENDO CHE NON SAI DOVE CI STA ASPETTANDO REMUS???? -

- Abbassa la voce piccolo maleducato! - Disse Ruben indispettito; il fatto è che questo parco non l’avevo ancora visto e … beh basta che troviamo la strada principale del paese e siamo a cavallo! -

- Te lo do io il cavallo!!! - Lo rimbeccai irritato - Sei sempre il solito, non ci si può minimamente fidare di te! -

- Bella riconoscenza bamboccio! Dopo che mi sono preso la briga di farti tutti questi favori … a rischio di venire licenziato oltretutto! Se tuo padre scopre che ti aiuto ad andartene in giro di notte mi fa un cu … -

- PADDY! -

Una inconfondibile voce mi chiamò da pochi metri di distanza … no, non poteva essere … Mi voltai e davanti a me apparve il bellissimo volto del mio adorato Moony.

- REMUS! Allora … -Moony corse al mio fianco e mi prese le mani tra le sue, mentre un brivido mi percorse tutto il corpo, dal collo fino alla punta della spina dorsale, non appena avvertii il contatto tra la mia e la sua pelle vellutata

- Vi aspettavo gia da un po’ e non vedendovi arrivare ho fatto un giro nei paraggi per cercarvi -

- Siamo molto lontani da casa tua? - Gli chiesi curiosamente

- Al contrario! - Rise Remus, - la locanda di mia zia è proprio dietro al parco, a cento metri da qui! -

Lanciai un’occhiataccia verso Rubens, che nascosta la bussola, si schiarì la voce e disse:

- Eh eh eh stavamo giusto per arrivare! -

Guardai rapito il mio licantropo ridere: era più bello che mai! E così senza quasi accorgermene mi ritrovai tra le sue braccia, intento ad assaggiare le sue labbra, mentre Rubens, imbarazzato mi raccomandava di non fare troppo tardi e spariva nella solita nuvoletta di nebbia.

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Ci crogiolammo ancora per qualche minuto nella calda certezza del nostro abbraccio; era una sensazione incredibile essere lì, in quel parco deserto ricoperto di neve e sentirmi avvolto nel tepore del corpo di Moony. Baciandolo, tenevo le mie mani adese al suo volto, con possessività, deliziato di notare il modo in cui il mio amato lupo mannaro stava rispondendo ai miei appassionati baci. Finalmente, potevo avvertire la sua pelle, liscia e vellutata, scorrermi tra le dita, mentre esploravo il suo volto e il suo collo, accarezzandolo dolcemente.

Non avrei mai immaginato che il mio sogno più grande e più proibito si sarebbe realizzato; in nessuno dei desideri più proibiti, avevo mai preso in considerazione che tutto cio al quale anelavo di più, ossia amare Remus, si fosse concretizzato. Invece ora lui era qui, fra le mie braccia, mentre io mi perdevo nel suo profumo …

Si, lui era qui …

Mi divertii a accarezzarlo lentamente, lasciando scorrere la mano sempre più in basso … sempre più in basso …

Quando però posai le mie dita sul suo sedere … e che sedere! Moony le allontanò da sé ridacchiando:

- Dai Paddy … siamo in un luogo pubblico, non mi va che ci vedano! -

- Ma se sei rimasto incollato alla mia bocca per un quarto d’ora buono! Mi sembrava di avere una ventosa attaccata alle labbra! - Lo presi in giro, mentre il mio cuore sobbalzò alla occhiata maliziosa che lui mi indirizzò …

- Dai - Sussurrò prendendomi una mano nella sua. - Voglio farti vedere la mia nuova casa! -

Potevo non accontentare una creatura così bella? Dico io!!! Poi, in effetti, avevo una gran voglia di vedere come si erano sistemati lui e sua madre; dopo tante tragedie e difficoltà economiche, entrambi avevano trovato finalmente un equilibrio e gli ultimi anni passati ad Hogwarts, erano stati per Remus i più sereni della sua intera vita. Nell’arco di poche settimane però questa tranquillità era stata rotta dal licenziamento della madre e i due avevano dovuto trasferirsi in quella cittadina, su invito di una lontana parente, che aveva offerto lavoro e alloggio alla madre di Remus. Dentro di me speravo ardentemente che le cose per loro si sistemassero al più presto e nel migliore dei modi; già diverse volte avevo visto il mio adorato Moony soffrire e tutte quante mi avevano ferito in un modo tale che le ricordavo tutte ad una ad una: all’inizio della scuola, in cui ero rimasto rapito dai suoi occhi così malinconici eppure ardenti come il fuoco, quando se ne stava silenzioso senza dare confidenza a nessuno; quando io Peter e James avevamo scoperto il segreto riguardo alla sua natura di lupo mannaro … oh, quanto aveva pianto Remus in quell’occasione; per paura di perdere noi, gli unici veri amici che avesse mai avuto. E per ultima due giorni prima, dopo l’annuncio riguardante il licenziamento della madre. Tante, troppe volte avevo visto Remus disperato e altrettante volte lo avevo confortato come potevo: come qualsiasi buon amico avrebbe fatto. Ora però, avevo la possibilità di stargli accanto concretamente e giurai a me stesso che il mio Remus avrebbe sempre trovato in me un rifugio e un aiuto.

Sarei stato la sua forza e la sua salvezza … sempre.

Il freddo era intenso, mentre percorrevamo il piccolo parco, ma io non sentivo altro che il calore della mano di Remus nella mia; il mio compagno sembrava veramente eccitato e felice, mentre mi conduceva in quella che sarebbe stata la sua nuova casa.

Giungemmo infine all’alta cancellata di metallo che circondava i giardini, per poi entrare in un bel viale di discreta ampiezza, illuminato da diversi giochi di luce, posti come ornamento per il Natale. Le case che ci circondavano erano in pietravista e costituite da pochi piani, la strada era stata coscienziosamente liberata dalla neve, che ora giaceva accumulata in numerosi mucchi ai lati dei marciapiedi. Rimasi veramente colpito da quanto quella cittadina sembrasse pulita e perfettamente ordinata; se James fosse stato presente, di sicuro avrebbe trovato il tutto a “ misura di Remus “. Eh eh eh … il mio migliore amico aveva sempre preso in giro Moony a causa della sua mania per l’ordine! Pur volendo molto bene al nostro adorabile lupo mannaro, James lo considerava troppo corretto e perfettino, anche se spesso aveva ammesso che la coscienziosità di Moony ci aveva tenuto lontani da non pochi guai in svariate occasioni!

- Eccoci … Siamo arrivati - Disse improvvisamente Remus risvegliandomi dai miei pensieri.

Di fronte a noi vi era una piccola palazzina a tre piani, sempre in pietravista; l’entrata era costituita da una porta verde, non molto grande, ai cui lati erano poste delle lanterne e al centro, in alto, troneggiava l’insegna “ Locanda della luna nuova “. Tuttavia cio che mi colpì di più fu vedere che sul davanzale di ogni finestra, era stata posta una candela, che dava all’intera struttura un aspetto davvero romantico.

- Che insolito scherzo del destino, eh? - Disse Moony alludendo al nome della locanda di sua zia, mentre un’ombra di tristezza oscurò per un attimo il suo volto.

- Si … - Dissi io sorridendogli - … Ma perché alle finestre ci sono tutte quelle candele? -

Remus sospirò

- Paddy … è la vigila di Natale! - Esclamò il mio compagno alzando gli occhi al cielo - In molti paesi è tradizione porre una candela accesa sul davanzale della finestra come buon augurio … -

- Ah! - Commentai - … Buona a sapersi … secondo me è tutta una scusa, chissà che staranno combinando nelle camere … eh eh eh … -

- Ma dai … - Ribattè Remus - Piuttosto, entriamo! Voglio farti vedere la mia nuova camera! -

Entrammo nella taverna della locanda e ai miei occhi apparve una grande sala, arredata interamente di mobilio in legno; In fondo ad essa, si ergeva una bella scalinata illuminata a festa per il natale: sicuramente portava alle camere dei clienti che desideravano pernottare nella cittadina. I diversi tavoli, disposti ordinatamente a occupare tutto lo spazio del salone, erano occupati da maghi che bevevano e giocavano a carte ( mi immaginai quanto Rubens avesse apprezzato quel posto, quando era venuto a cercare Remus! ), mentre al banco una signora rotondetta, dall’aria simpatica, stava versando diverse burrobirre nei rispettivi bicchieri.

- Angela! Cinque burrobirre al tavolo cinque! - Gridò rivolgendosi a una strega che con fare affaccendato si avvicinò al banco per caricare il vassoio delle bibite: la madre di Moony!

La donna si accorse di noi quasi subito e rivolgendomi un caloroso saluto con la mano e uno straordinario sorriso, continuò il suo lavoro.

- Remus! - Chiamò la donna al banco facendoci segno di avvicinarci - E’ l’amico di cui mi hai parlato questo? -

Remus mi condusse verso la simpatica e paffuta strega

- Si zia! - Rispose - … Zia Avelin, ti presento Sirius … Sirius, zia Avelin … -

- Ma che bel ragazzo!!! - Disse la donna stringendomi giovialmente la mano

- Emh, piacere signora! - Risposi imbarazzato; mi sentivo un po’ come uno che viene presentato per la prima volta ai famigliari della propria fidanzata …

- Porto Sirius in camera mia zia, prometto che non combineremo guai! - Disse Remus ridendo

- Purchè non mi tiriate giù il palazzo … - Rispose la donna sorridendo, poi rovistando sotto il bancone, ne estrasse due fresche bottiglie di burrobirra. - Queste le offre la casa! - Continuò porgendole a me e Moony.

Ringraziai e seguii Moony oltre una porticina in legno, trovandomi poi in un minuscolo corridoio, alla cui destra sorgevano pochi gradini, che portavano di sotto, verso le cucine e alla sinistra vi erano le scale che conducevano alle stanze del personale.

- Io sto al terzo piano - mi informò Remus percorrendo di corsa la scalinata - Avanti seguimi, che aspetti?! -

Obbedii con gioia; la felicità del mio amato era davvero contagiosa e ora che avevo visto con i miei occhi di quanto quel luogo fosse positivo per Moony, ero decisamente più tranquillo.

Percorremmo di volata la strada che ci separava dalla camera del mio lupo mannaro, finchè il mio amico non si fermò dinnanzi a una porta ed estratta la bacchetta recitò

- Aloho mora -

La porta si aprì consentendoci di entrare. La stanzetta era piccola, ma ben arredata; alle pareti erano poste due mensole, che Moony aveva gia provveduto a riempire di libri e sopra al letto troneggiava un poster della squadra di quiddich del Grifondoro al gran completo. Dall’immagine tutti i nostri compagni ci salutavano a braccia aperte, mentre James, mi indirizzava boccacce e gestacci con una mano, mentre con l’altra attorniava affettuosamente il collo al me stesso della foto, che tirava le trecce a una delle nostre battitrici: Janet Johnson, Una tizia che mi veniva dietro dal primo anno.

Moony intercettò il mio sguardo verso il poster e sorrise:

- Ti sta davvero sempre appresso quella Janet, non è vero? - Chiese cercando di mascherare una punta di gelosia.

- Ma và - Risposi con un gesto di noncuranza - Piuttosto, sono ammirato! … in camera tua pensavo di trovare il poster di qualche famoso Auror, o .. che ne so? Di un ricercatore di magia, non certo quello della nostra squadra di quiddich … - Scherzai.

Con mia grande sorpresa, Moony non rise, nè rispose alla provocazione; in genere si arrabbiava moltissimo quando io e James gli davamo del secchione. Era davvero insolito questo suo comportamento, ma divenne chiaro non appena egli mi si avvicinò e posandomi delicatamente le mani sulle spalle avvicinò il volto al mio, sfiorandomi le labbra con le sue.

- Non immagini il perché? - Replicò guardandomi intensamente - … É bello svegliarsi con il volto della persona che ami … -

Era per me che Moony teneva quel poster in camera; per me soltanto … mi sentivo scoppiare il cuore nel petto per la felicità.

Remus era mio … era tanto perso per me quanto lo ero io per lui; dunque …

Mentre lo baciavo, posai le mani sul suo bacino e premetti leggermente contro di lui, fino a spingerlo contro il bordo del letto.

- Remus … - Sussurrai staccandomi per un breve attimo da quelle labbra soffici

- Ssstttt - Rispose Moony, socchiudendo gli occhi che fino ad allora aveva tenuto chiusi . Estrasse di nuovo la bacchetta e con un rapido tocco spense la luce, lasciandoci nella tenue illuminazione della candela posta sul davanzale, la cui fiammella danzava ritmicamente nella fredda notte che avvolgeva l’esterno del nostro piccolo paradiso.

Mi lasciai travolgere dalla calda emozione che stavo provando, gettando letteralmente Moony sul piccolo lettuccio alle sue spalle per poi sdraiarmi lentamente sopra di lui, affondando il mio viso tra i suoi capelli, in modo tale che la sua bocca fu appena a qualche centimetro dal mio collo. Il suo respiro, che oramai aveva perso la normale ritmicità, scaldava il tratto di pelle che avevo esposta, rendendo ancora più intensa la sensazione di profondo eccitamento in cui ero rapidamente scivolato. Sentivo tutto il mio corpo fremere e gridare perché rispondessi all’estenuante richiamo che la mia natura umana mi stava rivolgendo.

Con mani tremanti cominciai a sbottonare la camicia del mio compagno, esponendone il petto, non muscoloso, ma dalla eccitante solidità. La risposta di Moony non si fece aspettare: il dolce lupo mi tolse febbricitante il maglione, per poi passare a sbottonare anche la mia camicia; a quel punto, il suo modo di fare si fece molto lento e sensuale. Le sue candide mani sganciarono dapprima due bottoni, poi si introdussero tra le stoffa per accarezzare ogni centimetro di pelle che trovavano sulla loro strada; questa operazione durò a lungo, finchè Remus non mi ebbe privato del tutto del capo d’abbigliamento … Così dolce … così sensule … Era tutto incredibilmente eccitante …

Guardai Moony : il suo volto e il suo petto ormai nudo, erano percorsi dagli innumerevoli giochi di luce e ombra che provenivano dalla candela portafortuna, posta sul davanzale della finestra.

Sorrisi, pensando alla possibile origine della tradizione di porre candele accese sui davanzali delle finestre la notte di natale; magari l’aveva ideata qualcuno che la notte della vigila, chissà quanti secoli prima, era dedito alla stessa nostra attività.

- A che stai pensando? - Chiese Moony con voce appena percettibile

- … Penso a quanto mi piaci - Risposi, baciandogli il collo con foga.

Remus soffiò graziosamente di piacere, mentre sempre più eccitato, lasciai scorrere una mano ad esplorare parti decisamente intime e poco solite a visite di esterni. Accarezzai delicatamente il cavallo dei suoi pantaloni, constatando con soddisfazione che anche il mio compagno stava gradendo non poco le mie effusioni.

Senza smettere di assaporare la pelle della sua gola, lottai con la cerniera dei jeans del mio amato: volevo rimirarlo in tutta la sua interezza, desideravo togliere gli abiti che ora mi separavano dalla celestiale visione della persona che amavo completamente nuda. Le mani di Moony, giunsero in mio aiuto, sfilando parzialmente i pantaloni dal proprio corpo e calando i boxer.

- Paddy … toccami … - Fece lui, ansante e io lo accontentai, toccandolo prima con imbarazzata indecisione, poi con maggiore fermezza … dopotutto Remus era come me … non dovevo fare altro che lasciarmi andare e fare tutto cio che sapeva dare piacere anche a me.

Moony sembrava totalmente abbandonato nelle mie mani: si stava donando a me con tutto l’amore e la passione che aveva: non avrei potuto desiderare da lui maggiore coinvolgimento.

Pian piano anche la mano del mio amante cominciò a farsi strada tra la stoffa dei miei pantaloni, fino a che, anche Moony riuscì ad accarezzare me nello stesso modo con cui io mi stavo prendendo cura del suo sesso.

La sensazione di intenso piacere che mi provocò il solo tocco del mio amato, fu talmente profonda che non riuscii a trattene un grido

- Paddy … - Sussurrò Remus diventando improvvisamente teso; eh eh eh in effetti aveva ragione, qualcuno avrebbe potuto sentirci.

- Scusa amore … - Risposi baciandogli di nuovo la bocca, mentre le nostre mani continuavano a darci vicendevolmente piacere.

Quel calore … quell’eccitazione … mai avrei potuto immaginare che essere in intimità con la persona amata potesse dare una così forte eccitazione. Era qualcosa di straordinario e di sconosciuto; qualcosa che a ogni carezza, a ogni tocco, mi spingeva a chiedere sempre maggiore intimità … sempre maggiore piacere … volevo possedere Remus e farlo mio …

…. totalmente e irrimediabilmente mio.

Lentamente mi mossi fino a sedermi tra le sue gambe divaricate, mentre lasciai scivolare un dito in prossimità della inesplorata apertura nascosta tra le natiche del mio amore.

Questa volta però Moony si irrigidì, interrompendo il bacio e bloccandomi il braccio.

- Paddy … io … -

Nonostante vedessi poco il suo volto, potendo scorgere soltanto cio che i giochi di luce della candela mi concedevano, lo percepii arrossire furiosamente.

- Io … io - Continuò - … Lo vorrei tanto, davvero … però ecco … ti prego, non te la prendere … -

Era buffo vedere il mio Remus, solitamente così calmo e riflessivo, diventare così agitato e spaurito quando si trattava di questioni così intime.

In effetti non aveva torto; praticamente stavamo insieme soltanto da due giorni e non sarebbe stato giusto da parte mia forzarlo in alcun modo … e in ogni casomai mi sarei sognato di costringerlo a fare qualcosa di cui non era convinto.

- Paddy - Disse con una nota d’inquietudine; sembrava avere davvero paura che mi arrabbiassi a causa del suo rifiuto.

- Va tutto bene Moony - Risposi baciandolo sulla fronte - … Va tutto bene … -

Il mio amato lupo mannaro parve tranquillizzarsi e timidamente riprese ad accarezzarmi nella stessa maniera di prima, annebbiandomi ancora una volta i sensi e facendomi perdere completamente la testa.

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Non so per quanto tempo rimanemmo lì, in quel piccolo angolo di paradiso, donando l’uno all’altro cio che di meglio avevamo da offrire; forse due ore o forse più …

So che mi ritrovai disteso nel letto del mio Remus, a deliziarmi del contatto della sua pelle contro la mia. Dopo l’esplosione di passione che aveva seguito le nostre intime carezze, ci eravamo infilati sotto al caldo piumone che avvolgeva il letto di Moony e ora stavamo abbracciati l’uno all’altro, a raccontarci sciocchezze e a sussurrarci dolci parole.

Era molto, molto di più di quanto avessi potuto desiderare; anche se non eravamo arrivati fino in fondo, non avevo mai abbandonato me stesso in un’estasi simile; non mi ero mai regalato a qualcun altro con tanta passione e senza falsi pudori … tutto cio che era successo quella notte, era in definitiva la cosa più magnifica che mi fosse mai capitata fino a quel momento in quindici anni di vita.

- Forse è meglio rivestirsi - Disse Remus ridendo a una mia sciocca battuta; una stupidaggine che avevo sentito dire da un compagno agli allenamenti di quiddich una settimana prima. - Credo che tra poco mia madre salirà a dormire e di sicuro passerà a salutarti … non credo che si aspetti di trovare NOI stesi a letto … - Continuò poi con un sorrisetto malizioso.

- Eh eh eh , hai ragione - Risposi gettando la coperta verso i piedi del letto - Sarà meglio ricomporsi … -

Ci rivestimmo in fretta, cercando di renderci il più presentabili possibile, cosa che a dire la verità non fu del tutto facile: i nostri visi erano rossi come papaveri e gli abiti alquanto stropicciati; senza contare che a me ancora tremavano le mani … Fu una vera letizia potermi bere la burrobirra che ci aveva regalato la zia di Moony!

Dopo pochi minuti, giusto il tempo che impiegammo per riabbigliarci e sederci sul letto di fronte agli scacchi magici, qualcuno bussò energicamente alla porta: Remus aveva visto giusto, di sicuro sua madre era salita per salutarmi, dato che non l’aveva fatto prima, durante il lavoro.

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