Capodanno ad Eastbourne

capitolo XVI

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- Ragazzi! - Esclamò la madre di Remus da oltre la porta, bussando sommessamente.

Il mio amato lupo mannaro mi indirizzò uno sguardo divertito e alzatosi, si diresse verso l’ingresso, dove la donna attendeva di entrare, ignara di tutto.

- Ragazzi, guardate cosa vi ho portato! - Disse una volta fatto capolino dall’uscio; tra le mani recava una sorta di paniere contenente degli ottimi dolcetti alla crema, che posò sul letto a fianco degli scacchi magici, con i quali stavamo fingendo di giocare.

- Spero ti piacciano Sirius! - Disse allegramente - Li ha fatti zia Avelin questo pomeriggio … -

- Grazie mille signora! - Dissi arraffandone prontamente uno … eh eh !!! tutta l’attività di prima mi aveva mosso un certo appetito …

- Sono contenta che ci sia anche tu in questa cittadina - Continuò - Spero rimarrai qui per tutto il tempo delle vacanze … così sarà più facile per Remus ambientarsi di nuovo … -

- Non so per quanto tempo io e i miei genitori ci tratterremo - Risposi continuando a divorare un dolce dietro l’altro, imitato da Moony che a quanto pareva, aveva tutta l’intenzione di recuperare le energie perdute …

Rimanemmo a chiacchierare per una decina di minuti, finchè, con un profondo sbadiglio, la donna si congedò da noi, ritirandosi nella sua stanza.
Rimasti di nuovo soli, io e Moony continuammo placidamente a mangiare le focaccine alla crema, in religioso silenzio, finchè Remus non prese la parola.

- Sono contento di essermi trasferito qui … - Disse lentamente - … Il posto è bello, gli zii sono meravigliosi e … beh, la mamma sembra molto più serena … -

Diedi un sorso di burrobirra dalla mia bottiglia, senza staccare lo sguardo dal mio amico. Mi sentii improvvisamente in colpa, vedendo Moony intristirsi: ero stato talmente felice ed eccitato all’idea di trovarmi a passare una vacanza vicino a lui e mi ero lasciato trasportare così tanto dagli eventi degli ultimi giorni, che quasi mi ero dimenticato dei problemi personali del mio amato. Ero stato veramente insensibile! Dopotutto se Moony si trovava in quella cittadina era perché sua madre era stata licenziata dal vecchio lavoro ed entrambi era stati obbligati a cambiare città.
Mi mossi verso di lui circondandolo con le braccia e facendo aderire una della mie guance alla sua, in modo che potesse sentire il mio calore irradiarlo per tutta la metà del volto.

- Hey, che ti prende adesso? - Gli chiesi dolcemente - … Siamo qui, siamo insieme e qualunque cosa possa accaderti, mi avrai sempre al tuo fianco, sono stato chiaro? - Gli dissi strusciando le mie labbra contro il lobo dell’ orecchio.
Avvertii il suo polso aumentare di frequenza, mentre si stringeva ancora di più a me, quasi volesse tenermi legato a lui per non farmi mai più andare via …
Remus lasciò su di me una scia di piccoli baci, partendo dal collo, fino ad arrivare all’apice del mento, per poi risalire lentamente e inesorabilmente verso la mia bocca, dove le sue dolci labbra si posarono sulle mie prima timidamente, per poi approfondire il bacio in maniera sempre più appassionata.
Ricambiai con tutto me stesso, lasciando che le nostre lingue giocassero tra loro in un muto e caloroso turbinio, approfittandone per accarezzare ancora per i pochi attimi che ci rimanevano, il volto meraviglioso del mio lupo mannaro.
Mentre ero nuovamente perso nella stessa estasi di prima e nella mia mente stavano cominciando a prendere di nuovo piede, pensieri assai poco platonici, Sentti Remus sollevare lievemente il volto e sussurrarmi

- Paddy … Ti prego solo di una cosa; non giocare con me … per favore … -

Mi venne quasi da ridere; IO prendere in giro il MIO Moony? … Dopo tutte le notti che l’avevo sognato; dopo tutte le estati che avevo passato a pensare a lui, dopo tutti i momenti che trovatomi accanto al suo corpo, avevo desiderato di avvinghiarmici contro, di prenderlo tra le braccia e baciarlo … di fare l’amore con lui.

- Sciocco … - Gli risposi sorridendo - … Lo sai benissimo che ti amo … -

Remus annuì felice, per poi abbandonarsi in un’altra serie di appassionati baci.
Rimanemmo lì distesi a scambiarci effusioni d’amore per qualche attimo ancora, finchè il mio amato lupo mannaro non si mise a sedere a cavalcioni sulle mie cosce, interrompendo il quieto e rilassante massaggio che stava effettuando ai miei capelli, prese a massaggiarmi il petto, soffermando di tanto in tanto le dita sui miei capezzoli, gia turgidi, costringendomi a sussultare e a controllare ogni possibile gemito …

- Si è fatto tardi … devi andare … - Disse Moony all’improvviso, proprio mentre io avevo gia preso la decisione di afferrarlo e gettarmi nuovamente sopra di lui, spogliandolo di tutto cio che aveva indosso.

- Stai scherzando - Risposi sollevandomi col busto, fino ad arrivare a sfiorare le sue labbra con le mie - … Non vorrai mica farmi uno scherzo simile … -

Remus mi prese il volto tra le mani accostando la fronte alla mia

- Voglio portarti in un posto … - Disse sorridendo

Guardai i suoi occhi luccicare di mille meravigliosi riflessi dorati, dandomi l’impressione di osservare due veri frammenti d’ambra … Come potevo negare qualcosa a una creatura così bella?

- Mhfff… - Sbuffai, riallacciandomi la mia camicia - … Ok, ti accontento, ma la prossima volta non mi scappi ok? -
Remus annuì divertito, cercando il suo maglione tra le lenzuola increspate e rialzandosi definitivamente.

- Vedrai, ti piacerà … - Concluse riallacciandosi la cintura dei pantaloni e facendomi l’occhiolino.

Chissà che aveva in mente?

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Pochi minuti dopo uscimmo nuovamente in strada, imbacuccati nei nostri caldi mantelli. Il freddo intenso della notte mi raggiunse le ossa, facendomi rimpiangere il dolce tepore in cui mi ero abbandonato soltanto fino a pochi attimi prima, disteso sul letto del mio compagno. Istintivamente cercai la mano di Remus:

- Hai freddo? - Mi chiese lui sorridendo, accogliendo la mia mano nella sua e infilando entrambe nell’ampia tasca del suo mantello.

- Non ti preoccupare - Gli risposi; in realtà stavo gelando, ma mi bastava ricordare cio che era successo quella notte tra noi due, perché un bizzarro calore mi raggiungesse partendo dai visceri, fino a riscaldarmi tutto il corpo.

Percorremmo le stradine imbiancate dalla neve, chiacchierando del più e del meno. Avrei voluto chiedere a Moony che cosa aveva provato durante quella serata trascorsa insieme. Per la prima volta eravamo stati più uniti e intimi che mai … desideravo mi dicesse che era stato bene, che era stata la notte più fantastica della sua vita, ma sapevo perfettamente che il mio Moony era molto timido e riservato; forse tutte quelle cose le stava pensando, a giudicare dal dolce sorriso che gli incorniciava il volto, però non avrebbe mai avuto il coraggio di dirmele in faccia … non ora in ogni caso.
Sorrisi … che tipo complesso era Remus Lupin .. Così misterioso, così riservato …e terribilmente affascinante.

- Eccoci, siamo quasi arrivati! - Disse Remus prendendomi sotto braccio.
Eravamo arrivati in fondo alla strada, e una folata di vento gelato mi raggiunse al volto, facendomi battere i denti; davanti a noi si estendeva il mare: un’ombra scura nell’oscurità della notte.

- Guarda … - Disse Remus cingendomi i fianchi con le sue braccia, avvinghiandosi strettamente a me. - Non è impressionante? -

In effetti, guardandomi alla destra, mi accorsi che ci trovavamo giusto sotto l’immenso dirupo che avevo avuto modo di ammirare quel pomeriggio, in compagnia di Amber Ann. La notte rendeva però tutto ancora più grottesco, facendo apparire la grande montagna, sede della villa del cliente di mio padre, come un immenso gigante scuro, battuto da altissime onde.
Sotto di noi il mare batteva violentemente sugli scogli, spruzzandoci di tanto in tanto di fredda acqua salmastra.

- Vieni - Disse Remus prendendomi nuovamente per mano - Più in là si scende fino a una piccola spiaggia … -

Lo seguii col fiato in gola, chiedendomi perché il mio amore aveva insistito per trascinarmi li in piena notte.
Proseguendo, notai che la piccola strada costeggiante il mare si restringeva sempre più divenendo via, via sempre più stretta e ripida, per poi terminare in una specie di scala in pietra dall’aria scoscesa e scivolosa, tanto che per proseguire, dovemmo disporci in fila indiana.

- Fai attenzione … - Mi informò Moony passando davanti a me - Qui è molto facile scivolare e … - Ridacchiò, facendomi l’occhiolino - … Un bagno in mare a quest’ora non sarebbe un’avventura molto eccitante neppure per noi marauders -

- Penso anch’io … -

Risi dentro di me, vedendomi davanti l’immagine di James che mi rinfacciava di quanto ero cretino a starmene su di un sentiero scosceso, col rischio di farmi un bagno gelato in mare, invece di darmi da fare a letto con Moony.

Finalmente arrivammo alla nostra meta: la ripida scala in pietra finì in una minuscola ma graziosa spiaggetta, molto intima in verità … si sarebbe detto un posto da coppiette se non fosse stato per il clima rigido.
Remus mi trascinò in riva al mare e mi abbracciò. Io cercai istintivamente le sue labbra accostandomi ancora di più al suo corpo e prendendogli il viso tra le mani.

- Sei gelato … - Gli dissi con aria di rimprovero - Ti prenderai un malanno … -

Remus mi guardò con uno strano sguardo: sembrava molto turbato.

- Baciami … - Disse - Baciami e stringimi, te ne prego. -

Come non acconsentire alla sua invitante richiesta? Senza pensarci un solo attimo, posai la mia bocca sulla sua, e socchiudendola , feci scorrere la mia lingua sulla mucosa interna delle sue labbra, eccitandomi enormemente, sentendo il suo corpo vibrare tra le mie braccia.
Continuai a tormentarlo con quella dolce tortura per qualche altro attimo, finchè Remus, impaziente di approfondire il bacio, non aprì la bocca, forzandola contro la mia, spezzandomi il fiato e rendendo ancora più roventi i miei sensi.
Per l’ennesima volta quella sera, qualcosa, nelle parti più intime del mio essere, reclamò l’urgenza di afferrare Moony, di stendermi sopra di lui e di farlo mio in tutte le maniere possibili …
Ma non era né la situazione né il luogo adatto per mettere in pratica le mie intenzioni; Moony mi aveva fatto capire che non era ancora del tutto pronto e forse aveva ragione, dopotutto era passato troppo poco tempo, dovevamo conoscerci ancora più a fondo … il mio dolce e coscienzioso Moony doveva essere ben certo dei miei e dei suoi sentimenti prima di affrontare un passo tanto importante.
Improvvisamente, Remus stacco il suo volto dal mio, fissandomi intensamente.

- A che pensi? - Mi domandò con una sottile vena di nervosismo.

Risi sommessamente, baciandolo sul collo e lasciando una via di piccoli e teneri baci, fino ad addentare con tenerezza e passione il lobo del suo orecchio destro

- Stavo pensando a quanta voglia ho di fare l’amore con te … - Sussurrai, in maniera appena percettibile - E mi chiedevo se anche tu desideravi la stessa cosa. -

Moony tremò e clinò leggermente il capo dall’altro lato, in visibile imbarazzo.

- Paddy … io … - Disse piano, in un tono quasi di scusa.
Il suo riscontrabile nervosismo mi fece tenerezza; non volevo assolutamente che lui stesse male per causa mia e sentii l’esigenza di dargli sicurezza

- Non ti preoccupare - Mi affrettai a dire accarezzandogli il pallido viso - Lo so che è giusto non bruciare le tappe … ci siamo appena rivelati i nostri sentimenti e ci sono ancora tante cose da dire … -

Remus chiuse gli occhi e tremò visibilmente, appoggiando la fronte contro il mio petto.

- Hai freddo? - Gli chiesi, cercando di avvinghiarlo alla meglio nel mio mantello

- No … - Sussurrò mentre un singhiozzo lo scosse da capo a piedi - … Non è quello … -

Mi sentii gelare dentro, maledicendo la mia boccaccia! non avrei mai voluto rovinare quella notte così speciale … dovevo essere stato veramente insensibile …

- Mi dispiace amore, scusami volevo solo… - Gli dissi quanto più dolcemente mi riuscì; che cretino ero stato! Non era giusto forzare Moony a fare o a parlare di qualcosa di cui al momento non si sentiva.

- Paddy … - Mi interruppe il mio amato sollevando lo sguardo: i suoi meravigliosi occhi d’ambra erano arrossati dal pianto - … Non ti sei chiesto perché ti ho portato in questo posto? -

Lo strinsi ancora più a me.

- Che c’entra questo? - Dissi con calma, senza capire.

* Moony … perché stai soffrendo in questa maniera? *

Il mio Remus chiuse di nuovo i suoi meravigliosi frammenti d’ambra, ora resi ancor più scintillanti dalle lacrime, e reclinò nuovamente il capo sul mio petto; sembrava un cucciolo in cerca di protezione…

- Non è la prima volta che vengo in questa cittadina. - Sussurrò Moony - In verità ci ho trascorso gran parte della mia infanzia … -

Lo guardai sorpreso… Dove voleva arrivare?

- Qui è dove è successo … - Disse con voce strozzata - E’ stato qui … -

Nella mia mente prese forma un’unica terribile ipotesi : che quel luogo fosse …ma no, non poteva essere!
Moony esitò per qualche attimo ancora, respirando affannosamente, come se parlare gli dovesse costare un’enorme fatica, poi infine socchiuse le labbra e ciò che ne uscì mi lasciò senza fiato:

- Mio padre è morto proprio qui … dove siamo fermi in questo momento … -

Sentii il mio cuore fare uno strano sobbalzo; allora era come per un folle attimo avevo pensato poco prima: se qui Remus aveva assistito alla morte di suo padre, allora voleva dire che quello era anche il luogo in cui aveva ricevuto il morso del lupo mannaro che gli aveva trasmesso la sua stessa maledizione.

- Hai capito cosa voglio dire, adesso? - Chiese Remus, sollevando il volto, ma evitando accuratamente il mio sguardo.

- Si - Risposi cautamente; avevo capito benissimo che cosa era successo lì tanti anni prima, ma mi sfuggiva il motivo per il quale Remus aveva voluto trascinarmici. Perché rivivere nuovamente quegli attimi così dolorosi? - Perché mi hai portato qui? - Chiesi tristemente, immaginando il dolore che doveva provare il mio amato.

Remus si morse le labbra ricacciando indietro un singhiozzo e cercando di frenare le lacrime

- Non sarei mai riuscito a tornare qui da solo … - Disse mantenendo lo sguardo fisso sulla scura sabbia - …Quando ho saputo che dovevamo tornare qui in questa città dopo tanti anni, mi sono sentito morire … avrei voluto urlare e rompere tutto quello che c’era nella stanza … capisci? - Disse Remus con voce tremante, sussultando in maniera innaturale - … Ma quando ho saputo che per un miracolo del destino tu mi avresti raggiunto, allora tutto dentro di me è cambiato … Ho sentito che accanto a te avrei potuto affrontare ogni cosa … tutto e tutti … anche questo luogo maledetto! - Esclamò forzando le ultime due parole.

Un’onda più potente delle altre si abbattè sulla spiaggia con maggiore forza, bagnando assieme a gran parte della battigia, anche le mie scarpe e l’orlo dei pantaloni.
Ma né io né Moony ce ne accorgemmo; niente avrebbe potuto distogliere la mia attenzione dal volto sofferente del mio compagno.

* La sua forza e la sua salvezza … la sua forza e la sua salvezza … * Questo avevo giurato a me stesso di essere per lui … e avevo tutta l’intenzione di portare fino in fondo la mia intima promessa.

- Insieme affronteremo ogni cosa, Remus - Sussurrai prendendogli il volto tra le mani e asciugandogli le lacrime dagli occhi col palmo. - Insieme … io e te … per sempre … -
Mi avvicinai per cercare di nuovo le sue labbra con la bocca e mi stupii quando, per la prima volta, Moony scostò il suo volto, rifuggendo il bacio.
Sorpreso lo fissai con aria interrogativa …

- Cosa? … -

- Paddy … Io ti amo … ti amo da morire … - Disse abbandonandosi ad un pianto disperato e lsciandosi cadere in ginocchio - E per questo non posso chiederti di starmi accanto … -

Mi inginocchiai davanti lui, mentre un’altra onda ci raggiunse velocemente, inzuppando anche i nostri mantelli

- Ma che stai dicendo? - Gli chiesi disorientato

- Ma come puoi non capire? - Gridò lui guardandomi con occhi gonfi di pianto - Lo vuoi sapere perché non ho voluto fare l’amore con te? -

Istintivamente lo presi per le spalle attirandolo contro di me; Remus cercò di opporre una debole resistenza, ma poi si abbandonò morbidamente tra le mie braccia, come se tutta la pena che stava provando lo avesse prostrato profondamente.

- Perché? - Sussurrai sentendo lo stomaco contorcersi dall’ansia

- Quando eravamo stesi sul mio letto, ho provato delle emozioni incredibili, davvero … ero così felice… più di quanto avessi mai sperato di esserlo in tutta la vita … - Disse con aria stanca - … E in quel momento mi sono venute in mente tante cose … -

- Quali cose? - Intervenni baciandolo dolcemente sul capo, intuendo improvvisamente dove voleva arrivare.

Remus esitò un attimo prima di parlare:

- Non credere che sia stato tanto facile per me trattenermi - Affermò - Anche io ero preso da impazzire … in quel senso. Se ho voluto fermarmi non è stato certo perché non mi reputassi sicuro dei tuoi sentimenti per me, nè tantomeno perché non fossi sicuro dei miei nei tuoi confronti … Il fatto è che mi sono chiesto se mi stavo comportando nella maniera giusta con te. Mi sono sentito egoista … egoista e ingiusto. -

Mi venne quasi da ridere, ma mi trattenni per timore che Moony si potesse sentire preso in giro da me.

- Ingiusto? … verso di me? - Ripetei al colmo della sorpresa

- Paddy! - Esclamò Remus con fermezza - Io sono un licantropo e tu lo sai … non posso chiederti di amarmi, addossandoti la mia maledizione! … Questo è il MIO destino, è la MIA condanna e io non sopporterei di vederti soffrire per causa mia … -

Sorrisi silenziosamente; avrei dovuto immaginarmelo … il mio dolce, altruista e nobile Moony avrebe sacrificato anche la sua felicità per chi amava; fosse il suo amato o anche un semplice amico. Come fargli capire che ero pronto ad affrontare le prove a cui la vita ci avrebbe messo di fronte?

- Remus … io ti amo … sono diventato un animagus per te … solo per starti accanto, come puoi pensare che per me, la tua condizione possa essere un peso? Se ho condiviso la tua maledizione da amico, posso farlo benissimo anche come … il tuo amore -

Remus deglutì, e tirò un lungo respiro

- Paddy, questo non è un gioco … non è una delle nostre avventure … qui si parla del nostro futuro - Fece una breve pausa di pochi secondi … ma che a me parvero eterni - Paddy, io non potrei sopportare se un giorno tu mi dovessi dare la colpa per averti condannato a portare assieme a me … il peso di tutto questo dolore… .

Lo afferrai saldamente per le braccia, sollevandolo verso di me e fissando i suoi occhi con rabbia

- Mi credi tanto debole? … - Dissi furioso - Se credi che io sia tanto immaturo e smidollato da non potere sopportare tutte le difficoltà a cui ti riferisci … allora è davvero meglio che ci lasciamo! -

Remus sgranò gli occhi, e socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono; sembrava spaventato … aveva paura di perdermi?

- Dimmi che pensi! … - Gli chiesi piano, alzandomi - Hai ancora un minimo di fiducia in me o devo andarmene? -

- No! - Gridò Moony disperatamente precipitandosi verso di me - Sirius! -

Lo accolsi in un caldo abbraccio, mentre si gettava verso di me, chiedendomi se avessi mai avuto veramente il coraggio di interrompere la nostra relazione … e chiaramente la risposta fu negativa.

- Io non volevo dire questo … non è vero che non ho fiducia in te! E’ che io voglio difenderti … DEVO proteggerti da me, capisci? -

- Tu non devi proteggermi da nulla - Sussurrai al suo orecchio - … Se proprio devi proteggere qualcosa, allora difendi il nostro amore … -

Remus mi guardò; nel suo sguardo lessi tutto l’amore che il mio ragazzo provava per me e tutta la gioia che gli avevano donato le mie parole … mi avvicinai a lui per assaggiare le sue splendide labbra e quella volta Remus ricambiò con tutto il cuore; ora sapeva che sarei andato contro tutto e contro tutti per la nostra storia.

- Promettimi che affronteremo ogni cosa insieme e non ci terremo mai nulla nascosto … - Disse lui con dolcezza

- Te lo prometto … - Dissi e abbracciati ci dirigemmo verso la ripida scalinata di pietra, per tornare in paese.
Di certo quella parte della serata era stata molto penosa e dolorosa per entrambi, tuttavia ero felice e mentre salivo la fredda pietra, gioivo di una nuova, soddisfacente consapevolezza: Se grazie al mio aiuto, Remus era riuscito ad affrontare il dolore di trovarsi nel luogo che era stato teatro della sua condanna, allora di certo avevo raggiunto il mio scopo.

Ero stato e sarei stato davvero anche in futuro … la sua forza e la sua salvezza.

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