Il Ciondolo delle Tre Ametiste

capitolo VII

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Severus Snape spense la lampada posta sulla scrivania e rimase solo, nella larga stanza illuminata solo dalla luce della luna.

Dopo cena era rimasto un poco a parlare con i suoi compagni nel soggiorno dell’albergo; durante il giorno e la notte precedente, tra gli assalti di quel maniaco di Black e le stupidaggini di Lupin, della Cooman, Lockart e di quell’altro impiastro di un ciondolo, non aveva avuto tempo per pensare ai suoi problemi … e questo era un bene.

Gli seccava ammetterlo, ma quel viaggio si stava sviluppando meno peggio di quanto non avesse previsto.

Sospirò e si avvicinò alla finestra scostando lentamente la tenda: stava cominciando a piovere. Guardò silenziosamente la luna sparire dietro una nuvola, lasciando la stanza quasi completamente al buio… proprio una bella serata.

Con mano incerta sbottonò l’accollata camicia del suo fin troppo castigato abito ed estrasse una sottile catena d’oro da cui penzolava graziosamente una fede dello stesso metallo.

“ Chissà dove … “

… Ma no … non doveva pensare a lui, non doveva …

Improvvisamente la sua attenzione fu catturata da uno strano rumore proveniente dalla porta; l’insegnante di pozioni fece riscivolare il gioiello al suo posto.

 

- Chi è? - Chiese seccamente

 

Per tutta risposta udì soltanto una specie di picchiettio sulla porta d’ingresso.

Con fare irritato si precipitò a spalancare la porta gridando

 

- Black, se è un altro dei tuoi scherzi io … -

 

Ma davanti a sé non vide né Black, ne nessun altro dei suoi pazzi compagni.

Il professore guardò con un sorriso amaro Fawkes, la fenice di Dumbledore emettere il suo armonioso verso, quasi per salutarlo e volteggiare leggiadra nell’ aria prima di entrare nella sua stanza.

Rientrò nella camera chiudendosi la porta alle spalle, addossandosi ad essa per qualche attimo.

 

Chi aveva sperato di trovare? Black e Lupin sicuramente avevano ormai fatto pace e … magari adesso stavano facendo l’amore. La Cooman aveva detto che sarebbe rimasta a studiare tutta la notte i libri di divinazione che aveva trovato nella biblioteca dell’albergo ( tutti i fascicoli di Astrella dagli anni ’80 a oggi ) e si era chiusa nella sua stanza. Lockart sicuramente stava scrivendo il suo libro di memorie o stava ideando qualche altra assurda barzelletta.

Snape sorrise … in quel momento anche la storiella del nano che entra nel caffè non gli pareva poi così male;… sentiva un gran nodo alla gola, che proprio non voleva andare giù.

Non che gli dispiacesse stare solo, era abituato alla solitudine … però … Se ci fosse stato qualcuno, magari avrebbe evitato di avere in mente sempre lo stesso chiodo fisso …

 

“… Dove sei? Cosa stai facendo? Mi stai odiando? … “

 

La fenice richiamò di nuovo la sua attenzione emettendo un altro lieve strillo, andandosi ad appoggiare diritto sulla spalla del mago bruno.

 

 

- Meno male che ci sei tu Fawkes … - Disse l’uomo sorridendo e accarezzando il capo del fatato volatile.

 

 

La bestiola parve apprezzare molto le coccole, sfregando la testolina contro le dita del mago, guardandolo con i profondi occhi neri.

 

 

- Sai qual è il mio problema Fawkes? - Disse Snape rivolto alla fenice - … che penso troppo! … vedi invece Black e Lockart, come sono sempre allegri? -

 

 

Il mago ridacchiò pensando a quanto si sarebbe offeso quel maledetto canide. Lockart invece, sicuramente non avrebbe capito la battuta e l’avrebbe assillato per tutta la sera chiedendogli di spiegargliela.

La bestiola parve sorridergli con lo sguardo, prima di spiccare il volo precipitandosi fuori dalla finestra che per magia si era aperta per lasciare il passaggio libero all’animale incantato.

 

Severus corse a chiudere le imposte per non fare entrare pioggia nella stanza, ma oramai anche quella si era dileguata come Fawkes … nel cielo sopra i palazzi si intravedevano squarci di sereno e la luna era tornata a illuminare con il suo chiarore la stanza del professore.

 

Il mago respirò profondamente l’aria umida della notte e parve sentirsi un po’ meglio; si chiese se le fenici potevano curare oltre che le ferite del corpo, anche quelle dell’anima.

 

Estrasse la bacchetta e fece accendere il piccolo lume sul comodino, stendendosi poi sul letto ancora vestito; avrebbe letto un po’ prima di dormire, come era solito fare nel suo sotterraneo a Hogwarts: il libro che gli aveva prestato Vitious era assai soporifero, gli avrebbe conciliato il sonno.

Bastarono infatti solo un paio di pagine di lettura e professore di pozioni chinò il capo sul volume, vinto dalla stanchezza.

 

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Severus non seppe dire per quanto tempo dormì di un sonno senza sogni, ma si svegliò con uno strano “gnick gnack” nelle orecchie… e questa era un’indubbia certezza…

Ancora mezzo assopito si levò a sedere sul letto e si mise in ascolto …

A quanto pareva il rumore era cessato; la stanza era sprofondata di nuovo nel silenzio.

Si accorse di essersi addormentato mentre leggeva il libro e completamente vestito. Con uno sbadiglio fece sparire il volume dentro al cassetto del comodino; era troppo stanco per alzarsi e spogliarsi così sprofondò di nuovo il capo sul cuscino, certo che il sonno non avrebbe tardato.

 

GNAK GNAK GNIK GNAK …

 

- Ma porc … - Disse il mago balzando di nuovo a sedere mentre un pensiero prendeva forma nella sua mente: BLACK e LUPIN!!!

 

- Stavolta quei due non la passeranno liscia!!! - Gridò il professore, mentre con la bacchetta in pugno si precipitava fuori dalla stanza.

 

Ma era possibile che quei due finissero SEMPRE, INESORABILMENTE e COMUNQUE a fare i loro comodi sulla sua testa … e tassativamente con un letto scricchiolante?

Uscì di corsa, imboccando il corridoio buio che portava alle scale; evidentemente l’illuminazione si era guastata, ma quello era talmente furioso che non si curò neppure di illuminarsi la strada con la bacchetta.

Raggiunti gli scalini, non percorse neppure mezza rampa prima di imbattersi in qualcuno che scendeva le scale; il professore non fece in tempo a frenare la sua corsa e precipitò sul malcapitato, facendo perdere l’equilibrio ad entrambi.

Severus cadde steso sopra lo sconosciuto mentre si sentiva morire per l’imbarazzo.

 

- Mi scuso tantissimo, dovete perdon …!!!!!!!! -

 

Sentì calde mani posarsi sui suoi fianchi e l’inconfondibile voce di Sirius Black che ridacchiava

 

- Sev … finalmente hai deciso di sfogare la tua carica sessuale su di me! -

 

Snape rimase a bocca aperta, tanto che non ebbe il tempo di replicare nulla mentre l’animagus gli mordeva il collo lasciandogli uno degli inconfondibili marchi che lasciano i baci … accidenti, si era dimenticato di avere la camicia mezza slacciata!

 

- Ma .. ma .. ma che fai imbecille??! Lasciami immediatamente! - Gridò il mago bruno diventando del colore dei capelli dei Wesley, cercando di divincolarsi dalla stretta dell’altro che mentre gli slacciava più a fondo la camicia diceva con aria teatrale:

 

- No, ti prego Sevvy non mi costringere a fare questo!!! Non posso tradire Remus!!!! Non mi violentare!!! -

 

- Ma che diavolo dici idiota!!??? Stai facendo tutto tu! -

 

D’improvviso Black lo afferrò saldamente per le braccia e rullò sopra di lui, vincendo la resistenza del professore .

 

- Allora ti violento io … - Disse con un sorriso sornione l’animagus

 

Severus si sentì inquieto, lo scherzo si stava facendo decisamente troppo … troppo cosa? … Troppo!

 

- Si può sapere che ti passa per la testa brutto imb.. umf ffmmm -

 

Black gli aveva tappato la bocca posando le labbra contro le sue.

 

Severus spalancò gli occhi sorpreso; cosa saltava in mente a quel pazzoide, voleva davvero …

 

Sirius staccò le labbra da quelle del suo antico rivale e cominciò a slacciargli la cintura, mordicchiandogli sensualmente il collo

 

Il maestro di pozioni fremette e mosse debolmente le braccia per tentare di spingere lontano da se l’altro mago, ma quello fu pronto a bloccargli entrambe le braccia sopra la testa.

Maledizione! Quel bastardo riusciva a tenerlo bloccato con una sola mano mentre con l’altra gli stava lentamente scoprendo le parti più intime del suo corpo … Non lo avrebbe mai immaginato così forte fisicamente.

 

- Sirius … ti prego fermati … potrebbero vederci … Remus … potrebbe scendere … - Severus quasi stentò a riconoscere la sua stessa voce; aveva pronunciato quelle poche parole con un’insolita voce sottile, impercettibile, quasi implorante … e si odiò per questo.

 

Guardò Black sorridergli mentre più in basso qualcosa di caldo e turgido si posizionava all’entrata del suo corpo.

Chiuse gli occhi e reclinò il capo di lato

 

- N..no … - Sussurrò preparandosi all’inevitabile …

 

Sentì l’ex prigioniero di Azkaban cominciare a ridere incontrollabilmente, chinando la testa sul suo petto

 

- Ma cos … -

 

Black intanto continuava a ridere come un pazzo, liberandogli finalmente le braccia dalla stretta delle sue mani.

 

- Dio Sev … dovevi vedere che faccia avevi … - Disse tra una risata e l’altra.

 

Il professore di Pozioni sentì montare la rabbia e quasi senza accorgersene parcheggiò sul viso dell’altro un formidabile ceffone, prima di rialzarsi e di risistemarsi gli abiti.

Anche con la guancia rossa quell’impiastro non la smetteva di ridere … che faccia tosta!

 

- Dai, ti sei arrabbiato? -

 

- Ti sembrano scherzi da fare ? - Ribattè Severus irritato, ma ripensando alla situazione non potè fare a meno di sorridere - … Piuttosto … che ci fai qui in giro a quest’ora di notte? -

 

Black si mise a sedere su un gradino sorridendo sornione

 

- Beh … Remus mi ha sfrattato dalla camera, così mi sono fatto una passeggiata … e tu? Che ci facevi sulle scale e tutto scamiciato per giunta? -

 

Severus lo guardò dubbioso; allora i rumori non potevano essere opera loro!

 

- A dire la verità ho sentito degli strani rumori provenire dal piano superiore; pensavo foste tu e Remus, ma a quanto pare mi sbagliavo … -

 

Black ridacchiò

 

- Scommetto che ci stavi venendo a fare una ramanzina, mi sbaglio? -

 

- Umf .. - Sbuffò il professore.

 

- Comunque non eravamo certo noi due, sarò uscito da un’ora ormai e a meno che Brunello non abbia messo le mani addosso a Moony … -

 

- Che cret … -

 

- Ssstt … - Lo zittì Black - Hai sentito? -

 

- No, cosa? -

 

Rimasero entrambi in ascolto, finchè non avvertirono dei ben distinti rumori provenire dal piano di sopra? -

 

- Che diavolo è? - Fece Sirius incuriosito.

 

- Credo sia meglio andare a dare un’occhiata - Replicò Snape precipitandosi su per le scale, seguito da un riluttante Black.

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