Il Ciondolo delle Tre Ametiste
capitolo X
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I tre maghi percorsero rapidamente e per tutta la sua lunghezza il buio cunicolo, finchè non si trovarono di fronte a un corridoio altrettanto oscuro, ma dalle dimensioni normali.
- Per fortuna il percorso si allarga - Sbuffò Gilderoy sollevandosi in piedi e lisciandosi le lunghe vesti appartenenti alla Cooman, piene di pendagli e amuleti di ogni tipo che tintinnavano a ogni movimento del vanesio mago.
- Vuoi toglierti quei campanacci di dosso?!? - Disse Snape con aria nervosa, spolverandosi a sua volta l’abito - Ogni volta che fai un passo sembra che si stia mobilitando una mandria di mucche! -
- Sei impazzito Sev ? - Ridacchiò Sirius mentre con l’aiuto della bacchetta illuminava l’oscuro corridoio - Abbandonare i nostri portafortuna? Dopo che Sibilla se ne è generosamente spogliata, a suo rischio e pericolo, per proteggerci dalla malasorte? -
- Sirius ha ragione - Rispose Lockart convinto - Sibilla in persona li ha confezionati, oseresti forse mettere in discussione la sua abilità di veggente e esperta di presidi per l’ amplificazione della fortuna? -
- Giammai … - Sghignazzò il professore di pozioni squadrando il biondo mago con sospetto - … A proposito, non è che ti sei preso una cotta per la portajella? … non fai che difenderla -
- Sciocchezze - Ribattè l’altro mentre le sue gote assumevano una strana tonalità rosea
- Allora perché arrossisci? - Replicò Black con indiscrezione
- Emh … è il nuovo phard di cui sono il testimonial - Replicò l’ex insegnante di difesa fingendo nonchalances
- Ahhhhhhhhhh -
- Beh, alloraaaaaa -
- Smettetela di prendermi in giro, non c’è niente tra me e Sibilla - Sbottò il vanesio mago con aria risentita, sorprendendo non di poco gli altri due compagni: Lockart che recepiva le battute???? Incredibile!!! Dovevano davvero averlo toccato sul vivo …
Improvvisamente la luce proveniente dalla bacchetta di Sirius traballò stranamente, si accese e si spense a intermittenza per qualche secondo e successivamente si esaurì completamente lasciando i tre maghi immersi nelle tenebre.
Vi fu un gran trambusto: Sirius che sbatteva la sua bacchetta contro il muro, Severus che cercava la sua, Lockart che cercava di districarsi da una infernale catenella guarnita di ciondoli a forma di quadrifoglio che gli si era impigliata a chissà che cosa inchiodato al muro.
- Aiutoo!!! Mi sto impiccando con questa maledetta collana … -
- Maledizioneee!!! Che gli è preso alla mia bacchettaaa ??? -
- Un attimo che cerco la mia … ma dove l’ho ficcata? -
- Aspetta … ti do una mano a cercarla … -
- Ma … che diavolo??? BLACK TOGLI SUBITO LE TUE SPORCHE MANI DA SOTTO IL MIO MANTELLO!!!!!!! -
- Ma come sei … volevo solo aiutare … -
- Aiutoooo!!!! Non riesco a sbrogliarmi!!! -
- Ma dove … TI HO DETTO DI SMETTERLA CANIDE DEPRAVATO!!! -
- Dai Sevvy, non fare tutte queste storie … Ah! eccola, l’ho trovata! Ho appena afferrato qualcosa di lungo e rigido … -
SCIAAFFFFF …..
- Aiah!!! Ehm … qualcosa mi dice che non si trattava della bacchetta … -
- Umpf … -
- Allora in fondo ti piace quando ti tocco … ih ih ihi hi -
####### * SBOING * ########
Mentre Black era alla ricerca dei suoi canini, andati persi sul pavimento, Severus estrasse infine la sua bacchetta magica e con voce forte e limpida recitò
- Lumos! -
Una candida luce illuminò l’oscurità del corridoio, facendo tirare un sospiro di sollievo al professore di pozioni, il quale solo in quel momento si rese conto che all’appello mancava una persona alla compagnia.
- Dove si è cacciato Lockart? - Chiese rivolto più a se stesso che al mago dai lunghissimi capelli neri al suo fianco, che scuoteva a più non posso la bacchetta per verificare eventuali segni di vita da parte di quest’ultima, evidentemente con scarso successo.
- In effetti in mezzo a tutta quella confusione a un certo punto non ho più sentito la sua voce, ma al momento ero troppo impegnato per occuparmene - Rispose l’animagus ammiccando maliziosamente in direzione del professore di pozioni, che dal canto suo, diede fondo a tutte le sue riseve di self control, per resistere all’insano impulso di schiantarlo lì su due piedi.
- C’è poco da scherzare, adesso che si fa? -
- Che domande, si procede, vedrai … l’imbecille sarà incappato involontariamente in qualche passaporta … o passaporca, o quel che è … chissà, magari arriverà pure prima di noi … -
- Umh … in effetti non ha molto senso starsene qui a cercarlo … sicuramente lo ritroveremo strada facendo … -
- Beh, non essere così pessimista … - Rispose l’ex galeotto ridacchiando - … Può anche darsi che stavolta ce lo siamo tolti dalle scatole definitivamente -
- Magari … - Rispose il mago bruno sbuffando - E continuo a incrociare le dita anche per quanto riguarda il togliersi di mezzo CERTE coppie di parassiti che dilapidano lo stipendio altrui … -
- Signor Lupin … Signor Lupin, prego svegliatevi … -
Remus si mosse lentamente nel sonno, disturbato dalla voce che lo stava chiamando e altrettanto lentamente aprì gli occhi, trovandosi all’interno di una piccola stanza vuota, seduto su una piccola sedia, con i polsi legati dietro la schiena.
Di fronte a lui stavano due figure: la persona che aveva pronunciato il suo nome, col volto bene illuminato dalla luce delle candele, era il conte Iacula, posizionato a un metro di distanza dal suo corpo, mentre più indietro, nella penombra, vi era un uomo molto più basso e più magro del nobiluomo, che lo fissava muto.
- Wormtail! - Gridò Remus cercando istintivamente di balzare in avanti, quasi volesse aggredire il suo vecchio amico d’infanzia.
La minuscola seggiola su cui il licantropo era imprigionato vacillò sotto il suo impeto di rabbia, ma le corde resistettero e il mago dovette arrendersi all’evidenza: era prigioniero di quel misterioso individuo che li aveva ospitati nella locanda e la presenza di Peter al suo fianco non prometteva nulla di buono: era un chiaro segno di un’implicazione del signore oscuro nell’intera faccenda.
Maledizione! Che fossero al corrente della loro missione? Ma come? E quanto sapevano?
- Calmatevi mio caro Remus - Replicò il conte guardandolo con il suo consueto sguardo tanto bello quanto inquietante - Non avete motivo di agitarvi tanto, siete qui soltanto per rispondere ad alcune domande … se collaborerete non vi sarà fatto alcun male … -
- Cosa diavolo volete che vi dica? - Lo aggredì Lupin - Io non ho assolutamente nulla di cui discutere né con voi, né tantomeno con questo verme! - Aggiunse poi alludendo a Wormtail che continuava a guardarlo senza proferire parola.
Il conte ridacchiò e rivolgendosi a Peter gli rivolse un cenno. L’animagus annuì estraendo qualcosa dalla tasca interna della giacca e la consegnò poi al conte, dopo essersi guardato intorno con circospezione.
- Non sapete nulla del perché vi abbiamo trattenuto qui, non è vero? … Dunque cosa mi dite se vi mostro questo? … -
Remus guardò con curiosità l’oggetto che l’affascinante mago gli fece scorrere dinnanzi agli occhi: era una scintillante pietra viola, né troppo grande né troppo minuscola.
- Di cosa si tratta? - Chiese sinceramente interessato
Il conte ridacchiò di nuovo
- Non prendetemi in giro signor Lupin … sapete bene cosa rappresenta questa pietra … e abbiamo ragione di credere che sappiate anche come usarla -
- Sbagliate … - Rispose Remus sempre più perplesso …
* vuoi vedere che … *
Un lieve movimento di un qualcosa appeso al suo torace confermò i suoi sospetti: Brunello lo stava avvertendo, sforzandosi di non dare nell’occhio : quella era una delle pietre che stavano cercando …
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