Le Due Facce della Stessa Medaglia
capitolo I
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Anche se il cielo si aprisse sopra di me
E le montagne sparissero
Anche se i mari si prosciugassero, trasformati in polvere
Anche se il Sole si rifiutasse di sorgere
Ancora troverei la mia strada
Attraverso la luce che vedo nei tuoi occhi
Il mondo che conosco può anche sparire, ma tu resterai
Quando la Terra reclamerà il suo compenso
Ed il suo ciclo comincerà di nuovo
Noi vivremo, sempre
Nell'amore che abbiamo condiviso prima del Tempo
Anche se gli anni portassero via tutti i ricordi che ho di te
Ancora troverei la strada che mi condurrà al tuo fianco
La Stella del Nord può anche morire
Ma la luce che vedo nei tuoi occhi brucerà sempre
Alimentata dall'amore che abbiamo condiviso prima del Tempo
Quando la foresta si trasformerà in giada
E le storie che abbiamo creato si dissolveranno
Una luce splendente rimarrà ancora
Quando abbandoneremo la nostra pelle terrena
E la nostra vita reale inizierà
Non ci sarà rimpianto
Ma solo l'amore che abbiamo condiviso prima del Tempo.*
1 AGOSTO, casa di Remus Lupin
La pioggia di una fredda notte di inizio Agosto batteva sulle finestre della piccola casa nelle prossimità della foresta. La luna era solo uno spicchio nel cielo nero e nuvoloso...Remus non doveva preoccuparsi di nulla durante queste serate, l'animale che era nascosto in lui non si sarebbe svegliato per il momento. Era là, seduto al suo tavolo da lavoro, la mente immersa nel libro che stava studiando, mentre la penna magica accanto a lui scriveva i brevi appunti che il mago dettava con voce annoiata.
Da quando aveva lasciato il suo posto di insegnante a Hogwarts, Remus scriveva brevi saggi sulla Magia Nera per riviste specializzate, ma quell'impiego non lo entusiasmava. Inoltre "1001 Modi per Smascherare una Strega Nera" di Samantha Stephens non era certo la lettura ideale per quell'orario, ma doveva finire del lavoro, e così cercava di allontanare la noia e la stanchezza giocherellando con la sua bacchetta, con cui tormentava una malcapitata mosca che si aggirava nei dintorni. Né quello, né la bella foto dell'autrice, un'affascinante strega bionda che gli faceva l'occhiolino dalla copertina del libro, riuscivano a fargli tenere gli occhi aperti. Remus guardò l'orologio a pendolo appeso sul camino spento...erano le undici passate, ormai era troppo stanco, avrebbe continuato l'indomani.
Ma qualcosa attirò la sua attenzione. Un rumore, qualcosa che ripetutamente sbatteva contro i vetri della finestra. Non poteva essere la pioggia, era troppo forte: "Avrà iniziato a grandinare" pensò, e così lentamente si alzò per andare a chiudere le imposte. Ma ciò che vide fuori della finestra era tutto fuorché grandine. Un grande gufo argentato continuava a sbattere il becco sul vetro, ad una delle zampe aveva attaccato un piccolo foglio di pergamena. Remus aprì la finestra e lo fece entrare. Era tutto zuppo, le grandi ali appesantite dall'acqua. Il mago lo fece accomodare su un trespolo, e dopo avergli dato un po' di pane secco ed un'energica asciugata, prese il messaggio legato alla zampa dell'animale.
La piccola pergamena era sigillata con ceralacca rossa, su cui campeggiava una grande "H"...era l'inconfondibile sigillo di Hogwarts. Remus aprì il messaggio rompendo la cera con la sua bacchetta, e si apprestò a leggerne il contenuto. In quel periodo, con il secondo avvento di Voldemort che sconvolgeva il mondo dei maghi, tutte le notizie da Hogwarts erano di massima importanza.
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, 31 Luglio
Caro Remus,
purtroppo non ti scrivo per comunicarti notizie positive, quindi andrò diritto al punto. E conoscendoti, so che non mi biasimerai per questo. Come certamente saprai l'avvento di Voldemort sta facendo dilagare paura ed apprensione nel nostro mondo. La nostra scuola ha subito gravi danni, come avrai letto sulla "Gazzetta del Profeta"...la morte del giovane Cedric Diggory é stato un duro colpo per tutti noi, e soprattutto ha gettato sugli alunni un tale sconforto che molti dei genitori non vogliono più che i loro figli tornino a Hogwarts. Il primo giorno del nuovo anno scolastico é ormai prossimo; tutto il corpo insegnanti si sta dando da fare per proteggere la scuola e far sì che anche quest'anno si svolga regolarmente. Come potrai ben immaginare, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile...ecco perché ti chiedo di tornare d Hogwarts, per aiutarci con la tua esperienza contro le Arti Oscure.
E giacché abbiamo bisogno di tutti, proprio di tutti...ho deciso di chiamare anche Sirius Black.
Sirius ci sarà necessario, il castello deve essere protetto con tutti gli incantesimi possibili. Avrà bisogno di un alloggio, qui non possiamo ospitarlo, non voglio che i Dissennatori terrorizzino di nuovo gli studenti. Insomma, non voglio negarti che la prima persona a cui ho pensato sei tu. La tua casa é ben protetta ed isolata, Sirius sarebbe al sicuro. E poi ricordo che eravate molto uniti da ragazzi.
Spero che accetterai di aiutare il tuo vecchio amico. Arriverà tra circa due settimane. Ti prego di rispondermi subito via gufo. Ti ringrazio anticipatamente.
Con sincero affetto,
Albus Silente, Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Le mani di Remus tremarono. La pergamena gli cadde in terra, un sudore freddo gli bagnava le tempie argentate. Si chinò per raccogliere il foglio, i suoi occhi ambrati erano come ipnotizzati dalle belle lettere nere scritte con penna d'oca. Le pupille fisse su una sola parola...Sirius...Sirius...dopo tanto tempo, dopo tanti anni, dopo tante parole non dette...Sirius...il suo Sirius...
1 SETTEMBRE di molti anni fa, King's Cross Station di Londra
Come ogni anno il binario 9 3/4 della King's Cross Station era affollato dalla più incredibile marmaglia di maghi e streghe, ognuno con figli o nipoti al carico. Enormi bauli, ragazzi e ragazze di tutte le età, libri, pentoloni, scope magiche...la confusione era tale che si riusciva a mala pena a respirare. Inoltre, miagolii, starnazzi, urla di gufi spaventati rimbombavano come nel più bizzarro dei serragli.
Uno spettacolo davvero unico per il piccolo Remus, un ragazzino solitario, che fino ad allora non aveva avuto altri amici fuorché sua madre. La signora Lupin era anche più eccitata del figlio, continuava a salutarlo, abbracciarlo, baciarlo, stringendolo così forte che quasi lo strozzava. Ma Remus non le faceva caso...era molto più attirato dalla gente che lo circondava, giovani futuri maghi, come lui, con cui avrebbe condiviso i prossimi sette anni della sua vita. I piccoli occhi color ambra andavano da mantello in mantello, da persona a persona, scrutando tutto nei minimi dettagli.
Poi, d'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ecco che lo vide. I suoi occhi si posarono per la prima volta sulla persona che avrebbe cambiato la sua esistenza.
Era un ragazzo più alto degli altri, ma dal viso si capiva benissimo che non poteva avere più di undici anni, proprio come Remus. I capelli neri d'un nero lucido e corvino erano abbastanza lunghi da poter essere trattenuti in una coda che scendeva sul collo. E sotto quei capelli, gli occhi più belli che Remus avesse mai visto, due perle nere incastonate in un viso pallido, completato da un irresistibile sorriso beffardo. La signora Lupin continuava ad abbracciare il figlio, mentre questi era come incantato da ciò che aveva visto. I suoi occhi rimasero incollati sullo sconosciuto per quella che sembrò un'eternità. Si trattò in realtà di pochi secondi, bruscamente interrotti da un suono assordante che segnava la partenza del treno. Remus fu così distolto dai suoi pensieri, salutò la madre e si apprestò a salire sul treno, portandosi dietro il pesante baule. Era talmente grosso, e Remus era un ragazzo abbastanza minuto. Non riuscì proprio a trattenerlo mentre saliva le scalette del vagone, e così il baule scivolò andando a colpire un ragazzino che aspettava di entrare. "Ma che combini, razza di idiota?" sbraitò il bambino, caduto a terra. Remus lo fisso bene: non era molto più grande di lui, ma decisamente più magro, ed aveva lunghi capelli di un biondo platino, che incorniciavano un viso sottile, allungato, pallido, su cui si stagliavano due grandi occhi quasi grigi. L'espressione sul suo viso era cattiva, e cattive furono le sue parole, mentre si rialzava e sdegnato entrava nel vagone, dando uno spintone a Remus.
Egli si abbassò, cercando di riprendere il baule, con aria un po' imbarazzata per la scenata appena avvenuta, quando sentì da sopra le spalle una voce "Non te la prendere per quello, é un Malfoy, sono scontrosi di natura!". Remus alzò gli occhi per vedere chi stava parlando con quella voce roca e simpatica, e per la prima volta nella sua vita incrociò lo sguardo dello sconosciuto che aveva visto prima. In un solo attimo tra gli occhi scuri e profondi del ragazzo e quelli ambrati di Remus si creò un'alchimia destinata a durare per sempre.
"Vieni, ti aiuto a portare il baule, il mio é già dentro" disse il bambino dai capelli neri. "G-grazie..." farfugliò Remus, e lo seguì sul vagone. "Qui ci sono dei posti liberi, ti va di sederti accanto a me?"..."D’accordo" rispose Remus, e i due si accomodarono su un accogliente divanetto.
"Io mi chiamo Sirius Black, e tu?". Sirius...Sirius Black ripeté nella sua mente Remus, soprappensiero...poi, tornato alla realtà, strinse la mano che Sirius gli aveva posto, e rispose..."Io mi chiamo Remus Lupin".
Nessuno dei due poteva sapere che quell'incontro suggellato da una stretta di mano avrebbe portato a qualcosa di molto più profondo.
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* "A Love Before Time", musica di Jorge Calandrelli e Tan Dun, testo di James Shamus, interpretata da CoCo Lee, dal film "La Tigre e il Dragone" (Crouching Tigers, Hidden Dragons di Ang Lee)