Le Due Facce della Stessa Medaglia
capitolo IV
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UNA SETTIMANA DI METÁ AGOSTO, casa di Remus Lupin
Quella fu la notte più intensa e piena di emozioni che Remus avesse mai trascorso nella sua forma umana. Passarono tutta la sera sempre insieme, fino all'alba, sdraiati sullo stesso letto, a parlare dei tempi andati, a sperdersi tra i ricordi e tra le lacrime che questi comportavano, a fare l'amore, a sussurrarsi parole che per troppo tempo erano rimaste non dette.
Dopo quella notte così importante la vita di Remus prese una diversa piega. Ora non era più il lupo solitario che faceva paura ai vicini, non era più l'uomo sempre malinconico. Ora poteva condividere ogni giorno della sua esistenza con colui che amava...il lupo aveva finalmente ritrovato il suo compagno.
Lunastorta e Felpato, uniti da un legame tanto forte da poter resistere anche alla potenza devastatrice dei Dissennatori, che negli anni di prigionia avevano fatto di tutto per succhiare ogni pensiero, ogni frammento di vita dalla mente di Sirius. Ma Remus no, non lo aveva mai dimenticato. Ogni pensiero, ogni sogno e speranza per un domani da uomo libero erano rivolti verso Remus. Fosse anche l'ultima cosa che avesse fatto, Sirius sarebbe riuscito a parlare con Remus un'ultima volta, per dirgli ciò che davvero provava per lui.
Ed ora tutto ciò era diventato vero, ora poteva svegliarsi ogni mattina e vedere il bel volto del suo amante, non c'era più bisogno di sognarlo, non c'era più bisogno di scavare tra le memorie per ricordare il tono della sua voce, il suo profumo...ora tutto ciò era lì davanti a lui, reale, palpabile, e per sempre suo.
I giorni che seguirono l'arrivo di Sirius passarono veloci--troppo veloci forse. I due ormai si erano quasi dimenticati del perché del loro incontro, di Hogwarts, di Silente, di Voldemort, di Harry...tutto era passato in secondo piano. Ora tutta la loro concentrazione era rivolta verso l'un l'altro.
Almeno fino alla sera in cui arrivò un terzo gufo dalla scuola. Il messaggio di Silente invitava i due a recarsi a Hogwarts la prossima notte di luna piena, nelle loro forme canine. Era più sicuro per tutti, aveva scritto il Preside.
Quel giorno erano entrambi decisamente nervosi. Tornare alla loro vecchia scuola. Come sarebbero stati accolti? Sirius in particolar modo era preoccupato circa la reazione degli insegnati...dopo tutto lui era ancora un ricercato. Silente era riuscito a convincere tutti della sua innocenza?
"Sirius...io...io credo che sia meglio non rivelare a nessuno che noi...be' che noi siamo..."
"...innamorati? Cos'é, hai paura di dirlo? Non sei stato tu il primo a dirmi che mi ami forse?" e nel dire ciò Sirius corrucció le labbra come farebbe un bambino indispettito, un particolare della sua personalità che Remus conosceva molto bene. A quell'espressione non si poteva resistere.
"Ma cosa dici...no...no...ma, si, io credo...insomma, noi, tu...Sirius, tanti problemi..."
"Sshhhh" lo azzittì Sirius ponendogli delicatamente un dito sulle labbra. "Basta testone. Ho capito, non preoccuparti. Ci sono altre cose a cui adesso dobbiamo pensare. Le nostre avventure amorose adesso preoccupano ben poco Silente e tutti gli altri. Il lavoro é lavoro, nessuno può intrufolarsi nella nostra vita privata." Sirius sorrise e diede un piccolo bacio sulla guancia di Remus, per poi alzarsi e prendere del tè dalla teiera poggiata sul tavolo.
"Un'altra cosa..."
"Che c'é adesso?" domandò Sirius con aria annoiata, mentre si versava il tè in una grande tazza di porcellana blu. Il modo in cui Remus trovava sempre qualcosa di cui preoccuparsi gli faceva quasi tenerezza.
"H-harry..."
"Harry?" questa volta il tono di Sirius era sorpreso.
"Tu pensi che Harry dovrebbe sapere di noi due?...insomma, tu sei l'unica vera famiglia che gli é rimasta..."
"Ci penseremo quando sarà il momento. Non vedremo Harry per un po' di tempo, credo. Continuerò a scrivergli, ma per ora non dirò nulla di noi. Se lo deve venire a sapere, e meglio che non lo venga a sapere via lettera."
"Credo che tu abbia ragione.....Sirius...é quasi il tramonto..." la voce di Remus era diventata più grave.
Si tolse il mantello e la camicia e li porse a Black. Insieme uscirono. Mentre Sirius chiudeva la porta, Remus già era in terra, a quattro zampe, aspettando l'inevitabile. Quando finalmente il sole calò del tutto, e la luna piena schiarì il cielo, Remus era già in preda a terribili fitte di dolore che gli laceravano la schiena, gli arti.
Malgrado lo spettacolo fosse terribile, Sirius non poteva fare nulla per il suo amato. Il dolore era parte integrante di questa maledizione che affliggeva Remus.
Eppure Sirius non riusciva a vederla come una maledizione, almeno non del tutto. Lui lo aveva sempre definito un dono speciale, e c'era qualcosa di eccitante e di entusiasmante nel vedere il corpo della persona che amava dimenarsi e cambiare, trasformarsi in un animale selvaggio, un essere a contatto stretto con la nuda terra. Questa idea lo aveva sempre affascinato. Anche prima di sapere che Remus era un Lupo Mannaro, Sirius era sempre stato attratto dal suo amico perché sentiva che dentro quel corpo bellissimo e fragile si nascondeva un altro essere, selvaggio, libero.
Quando la trasformazione fu completa, Sirius si avvicinò all'animale e lo accarezzò affettuosamente. "Lunastorta...quanto tempo"..erano anni che Sirius non vedeva quel magnifico lupo un tempo fulvo, ora argentato, proprio come la chioma di Remus.
La nostalgia per i tempi dei Malandrini si fece sempre più forte...
UN MATTINO DI NOVEMBRE di molti anni fa, Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts, camera di Lupin, Black, Minus e Potter
Erano ormai le cinque del mattino e Remus non era ancora nel suo letto. Peter, Sirius e James erano seduti sui loro letti, con le candele accesse. Si erano da tempo accorti che il loro amico si assentava durante la notte, ripetutamente, e spesso la cosa andava avanti per settimane. Avevano deciso di scoprire cosa accadeva durante quelle notti. Quando i tre sentirono la porta aprirsi spensero le candele e rimasero in silenzio. Remus entrò nella stanza lentamente, cercando di non far rumore. Improvvisamente una luce accecante gli illuminò la faccia. Dalla bacchetta di James era partito un fascio luminoso che invase tutta la camera. Remus era rimasto pietrificato, non riusciva a dire una parola. I tre guardarono il loro amico con aria inquisitoria...lo spettacolo non era dei migliori: il giovane mago aveva il viso sporco e ferito, i capelli rossi erano impregnati di sudore misto a polvere, il mantello sgualcito ed infangato.
"Ma DOVE DIAVOLO ERI?? E non solo questa notte...ma anche ieri, e l'altro ieri...e due settimane fa!!" esclamó Sirius con voce arrabbiata.
Remus finalmente riuscì a parlare, sedendosi sul suo letto, mentre con una manica si asciugava il sudore sulla fronte "Io---io ero"..."Avanti Remus, chi ti ha ridotto così?" chiese gentilmente James.
"R-ragazzi...io...io credo che sia giunto il momento di dirvi la verità"
"Lo credo bene!!" sbraitò Sirius. La sola idea che Remus potesse avere dei segreti per lui era insopportabile.
"Be'...é una storia lunga..."
"Abbiamo tempo" disse seccamente Sirius.
"Tutto...tutto é cominciato una sera anni fa. Avevo solo sei anni ed avevo insistito perché il mio fratello maggiore mi portasse con lui a caccia di gnomi nella foresta vicino casa". Suo...fratello? I suoi amici non avevano mai sentito parlare di lui...
"Mio padre amava i boschi e le foreste, e le creature selvagge...ecco perché la nostra casa é proprio nelle prossimità di una foresta. Era buio, la luna piena illuminava il sentiero. D'un tratto sentimmo un forte ululato dal folto della foresta. Mio fratello estrasse la bacchetta, era preoccupato. All'improvviso un'enorme bestia nera spuntò dal nulla e ci attaccò. Mio fratello cercò di fronteggiarla, ma la bacchetta gli cadde di mano. Io ero disperato, piangevo, ma nessuno poteva sentirmi. Il mostro aveva addentato il collo di mio fratello ed in pochi minuti lo aveva...lo aveva..." un singhiozzo gli ruppe la voce. Piangeva a dirotto mentre ricordava quella terribile notte. I suoi amici lo guardavano a bocca aperta.
"Nonostante la bestia stesse puntando verso di me, io non feci nulla. Ero paralizzato di fronte al corpo di mio fratello martoriato e senza vita. Sentii un forte dolore al braccio, l'animale vi aveva affondato i denti dentro. Sentii delle urla da lontano. Mia madre era venuta per dirci di tornare in casa, perché la cena era pronta. Terrorizzata e piangente, corse verso di me, raccolse la bacchetta di mio fratello da terra e scatenò dei lampi di elettricità verso la bestia che scappò via lasciandomi con il braccio sanguinante. Quell'animale era un Lupo Mannaro. Io...io sono..."
"...un Lupo Mannaro" disse Peter, con la bocca spalancata e gli occhi fissi, impauriti.
James e Sirius non ebbero neanche la forza di aprire la bocca.
Remus continuò il suo racconto: "Da quel giorno mi trasformo ogni notte di luna piena, proprio come quella appena trascorsa. Mia madre divenne iperprotettiva dal giorno dell'incidente. Non voleva che io uscissi di casa, non voleva che conoscessi gente. La mia condizione di...diverso la terrorizzava, ma non per questo era meno affettuosa con me, anche durante le notti di plenilunio, quando anche per lei era un pericolo restarmi vicino. Attorno a lei ruotò tutta la mia infanzia, era la mia unica amica. Fino al giorno in cui Albus Silente ci scrisse invitandomi ad iscrivermi a Hogwarts. Malgrado avesse tutti contro, Silente insistette...piantò il Platano Picchiatore e fece costruire un tunnel che porta alla Stamberga Strillante a Hogsmeade...é li che passo quelle terribili notti, lacerandomi la pelle con i mie stessi morsi...E il resto...be' il resto lo sapete"
James ancora non sapeva cosa dire, Minus era diventato più pallido del solito. Solo Sirius, forzando un sorriso, disse qualcosa "Be'...be' a me sembra un dono davvero speciale, Remus" e mentre parlava si sedette sul letto vicino al suo amico, avvolgendone le spalle con il suo braccio in un atteggiamento affettuoso e amichevole, che servì a sdrammatizzare il momento. Sirius era un maestro della sdrammatizzazione. "Pensa, potersi trasformare in un animale, deve essere una cosa affascinante. Vivere a contatto con la natura..." per alcuni istanti sembrò pensieroso, poi aggiunse con allegria "ehi ho un'idea, Jim, Pete! Perché non proviamo a diventare Animaghi? Così potremo passare le sere di luna piena con Remus, insieme nella foresta. Così non ti sentirai più solo" disse incontrando lo sguardo malinconico di Lupin. "Penso che sia una grande idea, anche se non sarà facile. Imparare a trasformarsi richiede molto tempo ed esperienza, e noi siamo solo al secondo anno" dichiarò James con il suo solito tono paterno. "Possiamo sempre provarci però, abbiamo ancora tanto tempo da trascorrere qui!" e mentre Sirius diceva ciò gli occhi di Remus sembrarono ritrovare un po' di serenità. "F-forse hai ragione. Mi piacerebbe trasformarmi in un topo. Mi piacciono i topi: sono piccoli e possono intrufolarsi ovunque, e poi sarà più semplice trasformarsi in qualcosa di così piccolo." disse Peter.
"Io proverei con un cervo...adoro i cervi. Sono così nobili ed eleganti, e forti e veloci..." disse sognate James.
"Ed io..." iniziò Sirius, lanciando uno sguardo di complicità a Remus "Io proverò con un bel cane, una cane nero dal pelo felpato. É un animale molto simile al lupo, così potrei andare d'accordo con Remus!"
"Ragazzi...non importa se riuscirete o no. Vi ringrazio lo stesso per tutto. Per essere le persone più importanti della mia vita" e dichiarando ciò Remus finalmente sorrise e i begli occhi ambrati si illuminarono di speranza.
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