Sguardi

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Sapevo che eravamo destinati ad essere insieme
Già da molto prima che conoscessi il tuo nome
E l'unica cosa che desideravo
Era un segno che provasse che anche tu sentivi la stessa cosa

In qualche modo conoscevo ogni tuo segreto
Solo guardandoti negli occhi
Dal primo momento in cui ti ho incontrato
Io giá pensavo al resto delle nostre vite

Dimmi solo...

Io ti amerò fino alla fine del tempo
In qualche modo due cuori hanno fatto del tempo un amico
L'eternità, l'eternità e dalla nostra parte

Non ho paura di dire "per sempre"
Tu mi fai sentire così sicuro
Perché so che durerà per sempre
E non ho mai provato questa sensazione prima

Continua a dirmi...

Io ti amerò fino alla fine del tempo
In qualche modo due cuori hanno fatto del tempo un amico
L'eternità, io ti amerò per l'eternità
Catturato dalla marea
Che mi ha portato da te
Ora so che i sogni possono diventare realtà

Io ti amerò fino alla fine del tempo
In qualche modo due cuori hanno fatto del tempo un amico
L'eternità, l'eternità e dalla nostra parte

L'eternità, io ti amerò per l'eternità.*

"Il trambusto che sentivo attorno a me era assordante. Mai nella mia vita avevo visto tanta gente tutta insieme, ognuno con il suo baule, la sua gabbia, il suo calderone...Mia madre mi stringeva forte, come se non avesse voluto lasciarmi andare. Era molto preoccupata. Il pensiero che Silente si sarebbe occupato di me a Hogwarts la sollevava un po', ma comunque pensava che poteva essere rischioso, visto ciò che ero...ciò che ancora sono...

I miei occhi erano totalmente rapiti da ogni particolare: il treno rosso porpora, che risplendeva al Sole, le mille facce diverse che mi passavano avanti, mentre tenevo appoggiato il mento sulla spalla di mia madre. Non sapevo se essere felice o spaventato. Non avevo mai avuto amici, in tutta la mia vita. Ero sempre stato il "lupo solitario" della famiglia, in tutti i sensi. Mi avrebbero accettato come loro amico tutti quei ragazzi? Sarei stato capace di conoscere qualcuno che mi capisse davvero?

Poi...Bastò un attimo.

Un istante.

Ciò che vidi mi tolse il fiato. A qualche metro da me, mentre chiacchierava con altri ragazzi, lo vidi. Era decisamente più alto della media, aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda. Non aveva assolutamente nulla che lo facesse essere più interessante degli altri: vestiti un po' trasandati, fisico snello, un viso che aveva in se dolcezza e allo stesso tempo forza, un sorriso beffardo. Eppure...cosa c'era in lui che mi faceva sentire così strano? Sotto una frangetta disordinata, erano incastonati gli occhi più belli e profondi che avessi mai visto. Ecco cos'era. Il suo sguardo, mi faceva raggelare e riscaldare allo stesso tempo. Una sensazione che non avevo mai provato prima...era come se tutta la mia vita fosse stata proiettata verso quel breve, intenso momento. Non avevo la minima idea di chi fosse, non sapevo ancora il suo nome e giá sentivo che, in qualche modo, eravamo destinati a diventare amici, e forse anche di più...

Un rumore tuonò lungo tutto il binario 9 e 3/4. Era il segnale di partenza. Distolsi lo sguardo dal ragazzo, l'incanto era finito, eppure dentro di me un sentimento che non avevo mai provato prima cominciava a serpeggiare...Possibile che si trattasse di amore?

Mia madre mi abbracciò ancora, finché mi divincolai da quella stretta insopportabilmente sdolcinata. Le diedi un bacio sulla guancia, e poi, a passo deciso, mi allontanai spingendo il carrello sul quale troneggiava il mio baule, il calderone, la gabbia con il mio piccolo gufo fulvo.

Arrivai davanti una portiera, dentro il vagone sembrava quasi vuoto. Riposi la gabbia ed il calderone, poi con grande sforzo trascinai il pesantissimo baule sulle scalette. Non sono mai stato un ragazzo forte, io. Ed il baule era davvero enorme per me. Ero quasi riuscito a farlo entrare tutto quando le maniglie mi scivolarono dalle mani, ed il baule con un grande trambusto cadde, andando a colpire un bambino dai capelli biondi che aspettava di entrare. Scesi subito per scusarmi, ma il ragazzo, il viso pieno di sdegno, rifiutò le mie scuse e mi scaraventò via dandomi dell'idiota. Ero molto imbarazzato, non lo avevo certo fatto a posta. Altri ragazzi e ragazze si erano riuniti per vedere cosa accadeva. Mi sentivo bruciare il viso per quanto stavo arrossendo. Poi dietro di me sentii una voce, calda, roca, dolce..."Non te la prendere per quello, é un Malfoy, sono scontrosi di natura!"

Girai lo sguardo. Era lui, lo sconosciuto di prima. I suoi splendidi occhi neri mi fissavano, ricambiai lo sguardo, ed in qualche modo, durante quell'eterno istante in cui i nostri occhi si concentrarono l'uno sull'altro, ogni dubbio, paura, ogni preoccupazione o imbarazzo svanirono.

"Vieni, ti aiuto a portare il baule, il mio é già dentro" disse lui. Io riuscii a mala pena a farfugliare un grazie. Salimmo, trovammo dei posti liberi e ci sedemmo accanto. Lui si presentò per primo "Io mi chiamo Sirius Black, e tu?" sussurrai il mio nome, mentre nella mia testa ripetevo il suo. Non lo avrei scordato facilmente."

 

"Mamma mia quanta gente! La mia testa scoppiava per il gran trambusto, eppure ero abituato ad essere circondato da tante persone, non ero certo un tipo solitario. Ma qui non si trattava del solito circoletto di vecchi amici, quando ci si scambiavano le figurine delle caramelle, o si volava un po' sulla scopa di papà...qui si parlava di centinaia di ragazzi, ed io non ne conoscevo a mala pena un paio. Non che fosse difficile farmi degli amici, ma comunque mi sentivo un po' a disagio. Perché, dopotutto, tutte le persone che avevo fino ad allora conosciuto non mi conoscevano davvero bene...avevo avuto tanti amici eppure non c'era mai stato qualcuno che mi capisse, qualcuno a cui raccontare i miei segreti. Ma ve lo immaginate, Sirius Black, colui che faceva girare la testa a tutte le bambine del circondario, si sentiva a disagio. Forse perché, per la prima volta nella mia vita, sentivo che non sarei stato più al centro dell'attenzione, non era possibile, con tutti quei ragazzi. E poi...Hogwarts e la mia vita futura...come sarei cambiato durante quei sette anni?

Il suono assordante del treno che annunciava la partenza interruppe di colpo la conversazione che stavo avendo con alcuni ragazzi circa l'ultimo campionato di Quidditch.

Presi il mio baule e tutte le altre cose, mi avvicinai ad un vagone che sembrava vuoto, caricai le mie cose e scesi di nuovo per salutare mio padre, che nel frattempo era andato a parlare con il capo stazione, un suo vecchio amico. Gli diedi un bacio sulla guancia, lui mi augurò buona fortuna e poi sparì tra la folla, cercando di arrivare il più puntuale possibile al suo impegno di lavoro.

Stavo per salire sul vagone quando vidi una cosa che mi fece salire i nervi a fior di pelle. Quell'idiota di Lucius Malfoy stava maltrattando un ragazzino dai capelli rossi, che accidentalmente gli aveva fatto scivolare il baule addosso. Se c'é una cosa che assolutamente odio é la prepotenza verso chi non é in grado di difendersi. Andai a controllare. Per fortuna Malfoy era giá entrato, altrimenti gli avrei dato un bel pugno sul naso. Mi avvicinai al piccoletto con i capelli rossi, che guardava sbigottito ciò che era accaduto. "Non te la prendere per quello, é un Malfoy, sono scontrosi di natura!" gli dissi per rincuorarlo. Lui si girò, ed i nostri sguardi si incontrarono. E fu davvero...speciale. Non avevo mai provato nulla di simile. I suoi occhi ambrati fungevano da calamita sui miei, non riuscivo a capire cosa stava succedendo dentro di me. Deglutii. "Sveglia Sirius!!" dissi a me stesso "Che fai ti invaghisci di un ragazzo adesso??" tornai alla realtà. Ma a che cosa stavo pensando? Ero forse ammattito??

Mi offrii gentilmente di portare il suo baule dentro, e ci sedemmo nello stesso scompartimento. Ci presentammo...si chiamava Remus Lupin. Non riuscivo a fare a meno di guardarlo. Ma perché? Perché? Non era il suo aspetto fisico che mi attirava, non solo...i suoi occhi...quelle due pietra d'ambra che luccicavano sotto i capelli rame...in qualche modo guardando dentro i suoi occhi riuscivo a carpire tutti i suoi segreti. Tranne uno. Tranne quel qualcosa che rendeva il suo sguardo così malinconico. Ero irresistibilmente attratto da quel mistero che aleggiava attorno al suo sguardo. Ero totalmente rapito dalla dolcezza del suo sorriso...cosa mi stava succedendo...un ragazzo...mi piaceva un ragazzo??"

Guardando te
Guardando me
Amando lo sguardo d'amore che vedo in te
Riesco a trovare quando guardo a profondo nei tuoi occhi
Riflessi di me.*

FINE

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* "Eternity", musica di Lex De Azevedo, testo di David Zippel, interpretata dai Dreams come True, dal film "L'Incantesimo del Lago" (The Swan Princess, di Richard Rich)

* "All of my Life", musica di Barbra Streisand, testo di Alan e Marilyn Bergman, interpretata da Barbra Streisand, dal film "Le Due Facce dell'Amore" (The Mirror has two Faces, di Barbra Streisand)