A Chi Mi Dice...

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Interpretata dai Blue

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“Professore…” Remus sollevò lo sguardo dai compiti che stava correggendo e sorrise a Ron e Hermione. “C’è qualche problema, ragazzi?” chiese. “No…cioè…non proprio…” “Ehm…possiamo entrare?” fece Ron passandosi una mano fra i capelli rosso fuoco. Remus ridacchiò e posò i fogli. “Ma certo, venite. Accomodatevi”

Detto questo fece apparire due sedie davanti alla sua scrivania. Hermione e Ron avanzarono un po’ titubanti e andarono a sedersi. Si scambiarono qualche occhiata e rimasero in silenzio. “Allora” esordì perplesso Remus “Perché siete qui?”

“Si tratta di Harry” disse la ragazza. “Cioè, non propriamente di lui” aggiunse Ron “Ma di una cosa che crediamo gli appartenga”

“E perché non ne parlate con lui?” domandò il professore sorridendo. “Perché…beh, perché Harry l’ha distrutta, signore” “Noi l’abbiamo trovata e aggiustata. Lei sa di che cosa si tratta?” fece Hermione tirando fuori un oggetto rotondo dalla borsa e tendendolo verso Remus. Il sorriso sparì dalle sue labbra quando si rese conto che cos’era. Impallidì. “Professore, si sente bene?” chiese preoccupata la ragazza. Remus deglutì a fatica e prese lo specchietto tra le mani. “Sei sicura che sia di Harry?” disse con un filo di voce. Hermione guardò Ron e il ragazzo annuì. “Quest’estate, prima che partissimo per tornare a casa, sono salito in dormitorio. Subito dopo di Harry. Avevo dimenticato una cosa in un cassetto…” “Ron, per favore!” borbottò seccata Hermione. “Ehm, sì, scusa…Dicevo, sono entrato in camera e ho trovato lo specchio a pezzi. Sono sicuro che prima che lasciassi Harry lì da solo non ci fosse. E poi era ai piedi del suo letto. A che cosa serve, professore?” Remus fissò intensamente lo specchio riaggiustato, da Hermione probabilmente. Aveva fatto un buon lavoro, il riflesso era quello di sempre, quello di tanti anni prima.

“Non lo so, ci darò un’occhiata stasera, ve lo prometto. Ma magari è solo un semplice specchio” Hermione socchiuse gli occhi fissandolo.

*Non si direbbe. Ho visto la faccia che hai fatto*

“Ora andate pure. Vi assicuro che appena scoprirò qualcosa ve lo dirò. Buonanotte, ragazzi” “Buonanotte, professore” risposero i due. Mentre uscivano Hermione lanciò un’ultima occhiata allo specchio e al suo insegnante.

*No, tu sai benissimo che cos’è*

Si rigirò l’oggetto tra le mani per diversi minuti. Lo accarezzò. Povero Harry, pensò. Doveva averlo distrutto dopo aver tentato di chiamare Sirius. Evidentemente lui non l’aveva con se quando è caduto. Era strano però, Sirius e James non si staccavano mai da quegli aggeggi. Era il loro mezzo per comunicare quando erano in punizione separati…cioè praticamente sempre. Sorrise. Quei due amavano cacciarsi nei guai. Guardò il retro dello specchietto. C’era una piccola J sbiadita, scritta con l’inchiostro magico. Era quello di James. Sirius lo aveva raccolto dalle macerie della casa di Ramoso quando lui e Lily…Quando erano morti.

Mentre l’altro… *Sirius*

Voltò lo specchietto. Era una follia. Aveva già provato Harry, ed era stato inutile. Perché tentare anche lui? Perché voleva farsi del male ancora? Ma era un impulso troppo forte, a cui non sapeva resistere. Una volta, una volta soltanto, e poi basta. La voce gli uscì spontanea.

 “Sirius” Non accadde nulla. Remus abbassò la testa e sorrise sommesso. Era contento adesso? Andava bene così? Non l’avrebbe più rivisto, ecco tutto. Poi però, ad un tratto, il riflesso dello specchio cominciò a mutare. Perse la sua lucentezza, divenne grigio e torbido. Poi l’immagine si fece meno sfocata, i contorni più delineati. E lui apparve, con i suoi capelli lunghi sciolti sulle spalle. E gli occhi azzurri ridenti come sempre. Gli sorrise. “Sirius” Sorriderai E ti rivedo come sei Incrocerai Lo sguardo mio per poi dirmi addio E mentirei Se ti dicessi “ora vai” Oramai…oramai Quel sorriso. Lo riportò indietro nel tempo, quando erano ancora due scavezzacollo innamorati, che si divertivano a scappare di notte per cercare i posti più segreti e romantici. Quando ancora brillava il sole del divertimento puro nei suoi occhi.

E adesso…Gli occhi azzurri di Sirius si incatenarono a quelli ambrati di Remus e il professore non riuscì a distogliere lo sguardo. Sentì le guance umide. Senza rendersene conto stava piangendo. Lo sapeva che era l’ultima volta, l’ultima occasione che gli era stata concessa per rivedere il suo Felpato. E poi basta. Lui doveva riposare in pace, e Remus avrebbe dovuto farsene una ragione.

*Ora vai* Non poteva dirlo, non lo voleva.

Voleva restare ancora un po’ così, a guardare il suo migliore amico, il suo compagno…tutto ciò che Sirius era stato per lui. Perché poi sarebbe sparito per sempre. A chi mi dice Che tornerai Non credo oramai Oh…a chi ti dice che sto male pensandoti Tu sorridi voltandoti Verso lui Sirius si era girato. Ora parte della tristezza di Remus si era trasformata in curiosità. L’immagine di Felpato sparì dallo specchietto per un secondo e poi apparve una figura che non si sarebbe mai aspettato di vedere. Sprofondò ancora di più nella sedia. Strabuzzò gli occhi, già tutti rossi.

*Non è possibile, non può essere lui!* “James?” Il suo amico dallo specchio sorrise e annuì felice. Era rimasto così giovane, il suo viso non era segnato e i suoi occhi nocciola non erano ancora velati dai problemi. “Mio Dio…” Una mano si posò sulla spalla di Ramoso e accanto a lui riapparve Sirius. I due migliori amici, i due fratelli, erano finalmente riuniti, e stavolta niente e nessuno li avrebbe più potuti separare. Nemmeno lui che lo voleva tanto. Nemmeno Harry. Sirius sorrise di nuovo. “Se Harry potesse vedervi adesso” mormorò Remus accarezzando con un dito l’immagine dei due. Ma né Sirius né James ebbero una reazione. Continuavano a ridere, come se tutto fosse un gioco. Ma probabilmente per loro era così. Forse da morti si perdevano tutti i ricordi tristi per conservare quelli belli. Meglio così, avevano diritto a un po’ di serenità. Soprattutto Sirius, dopo tutto quello che aveva patito. Lo fissò di nuovo. Indosserai Sorrisi, allegria ma senza magia Non piangerai Perché tu non riesci a perdere mai Ma lo sai… Ho perso tutto e tu non perdi mai Oramai…oramai Alla fine il momento giunse. James lo salutò e sparì. Poi venne il turno di Sirius. Per un attimo sembrò che qualche cosa, un ricordo forse, balenasse nei suoi occhi azzurri. Ma durò un attimo. Sollevò una mano. Le sue labbra si mossero per dire qualcosa. *Addio Lunastorta* “Addio Felpato” mormorò Remus con la voce rotta da un singhiozzo. Sorridendo si asciugò una lacrima e posò lo specchietto. “Ci rivedremo…un giorno”

Sorriderai

Nulla ha più senso, ora no

E girerò le città

Ma non ti scorderò

I can’t breathe easy

Can’t sleep at night

Till you’re by my side

No I can’t breathe easy

I can’t dream yet another dream

Without you lying next to me

There’s no air

No, no, no

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Indietro!

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