![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
INCHIESTA: IL FUTURO DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE EUROPEA | ||||||||
![]() |
||||||||
QUINTA PUNTATA Quinta e ultima puntata della nostra inchiesta sulla Politica Agricola Comune. Oggi spostiamo la nostra attenzione sulle priorità in materia della presidenza francese dell'Unione Europea. La Politica Agricola Comune in Europa ha alimentato nei decenni veri e propri paradossi: uno, sottolineato poche settimane fa da "Il Sole 24 Ore", riguarda gli incentivi offerti agli agricoltori, che sono svincolati dalla produzione: tra i 400 e i 600 euro per ogni ettaro improduttivo. Tuttavia, la presidenza francese dell'Unione Europea, che ha iniziato il suo mandato all'inizio di luglio, cercherà di difendere il modello agricolo comunitario all'interno dei negoziati Wto del cosiddetto "ciclo di Doha". Negoziati che prevedono la liberalizzazione del settore agricolo. Le premesse ci sono già tutte: proprio il primo luglio Nicolas Sarkozy ha criticato il Commissario Europeo al Commercio Peter Mandelson, accusandolo di voler sacrificare il 20% della produzione agricola europea per conseguire un accordo in sede Wto. La difesa a oltranza della PAC da parte di Parigi non deve tuttavia sorprendere più di tanto, soprattutto se pensiamo che proprio la Francia e i suoi agricoltori ricevono ogni anno quasi 10 miliardi di euro di sussidi. Sono in questo i primatisti assoluti. L'Italia è solo quarta, con poco più di metà della cifra. Il calcio d'inizio per la revisione della Pac nel semestre francese è fissato per la fine di settembre: l'obiettivo transalpino è quello di difendere l'attuale livello di spesa all'interno del bilancio europeo, giustificandolo con il costante incremento globale dei prezzi delle materie prime. Milano, 1/8/2008 |
||||||||
![]() |
||||||||