BLAIR PRESIDENTE DELL'UNIONE
GIOVEDI' 23 GIUGNO 2005, A SOLI CINQUE GIORNI DAL FALLIMENTO DEL VERTICE DI BRUXELLES, IL PREMIER TONY BLAIR, PROSSIMO PRESIDENTE DI TURNO DELL'UNIONE EUROPEA, HA ESPOSTO IL PROPRIO DI PROGRAMMA DI LAVORO (LUGLIO-DICEMBRE 2005)

"Sono un europeo appassionato. Lo sono sempre stato". Fedele all'insegnamento che non esiste una difesa migliore dell'attacco, il premier britannico Tony Blair ha preso di petto oggi -di fronte all'Europarlamento- la crisi in cui è sprofondata l'Europa dopo il
doppio "no" franco-olandese alla Costituzione Europea e dopo il fallimento dell'ultimo vertice di Bruxelles. Blair, accusato da Lussemburgo, Francia e Germania di essere il principale responsabile del mancato accordo sul prossimo budget comunitario, ha respinto al mittente le accuse di chi lo dipinge come un promotore di un'"Europa libero
mercato".

"Credo nel progetto politico europeo. Credo in un'Europa con una forte dimensione sociale. Non accetterei mai un'Europa che fosse solo un mercato economico". Blair ha difeso le proprie posizioni sul bilancio europeo all'ultimo summit, spiegando di non aver mai preteso una revisione dell'intera politica agricola comune in una sola notte: ha
anzi rivendicato di essere stato il primo premier britannico a mettere in discussione il rimborso di cui gode il suo Paese. "Ho solo puntato ad avviare un processo che porti a una struttura di bilancio più razionale, e che questo potesse avvenire già dal 2010", ha osservato. Poi l'affondo: "che tratti avrebbe un'agenda politica diversa per l'Europa?", si è chiesto Blair.

"Modernizzare il modello sociale", ha risposto. Investire in conoscenza, innovazione, istruzione, riformare le politiche del lavoro, aiutare le piccole imprese. Blair ha chiesto che il prossimo bilancio europeo rifletta queste realtà, assottigliando gli enormi sussidi per l'agricoltura; ha chiesto una reale implementazione dell'Agenda di Lisbona e ha auspicato un quadro macroeconomico disciplinato e flessibile. Blair ha quindi elencato i principali dossier che occuperanno l'agenda del suo semestre: accordo sul bilancio, Direttiva sulla liberalizzazione dei servizi, continuazione del processo di allargamento a Turchia e Croazia, avvio di un dibattito inclusivo sul futuro dell'Europa.

E a un'Europa che soffre di una crisi di leadership politica, Blair propone di dare proprio una guida salda, anche perchè, dice, "gli ideali sopravvivono attraverso il cambiamento, muoiono per l'inerzia di fronte alle sfide".

Replicando a Blair, il presidente della Commissione Josè Barroso ha descritto l'attuale fase politica europea come "turbolenta", e ha chiesto alla prossima presidenza britannica un'azione decisa per trovare un accordo sul bilancio comunitario e per lanciare l'Agenda di Lisbona per le riforme economiche. Ha chiesto quindi a Blair un contributo a un'Europa che sia politica ed economicamente dinamica.

I principali capigruppo all'Europarlamento hanno evitato polemiche dirette con Tony Blair, pur mostrando un atteggiamento critico: ''non vogliamo nuovi assi in Europa tra grandi stati: tutti i cittadini e gli stati' devono  avere le stesse opportunità": ha detto il
capogruppo dei  popolari Hans Gert Poettering. Poettering si e' riferito anche alla questione dell'allargamento. ''Dobbiamo riflettere sui confini dell'Unione e non pensare che qualunque Paese voglia aderire possa entrare, altrimenti perderemmo l'identità dell'Europa''.
Il socialista Martin Schulz ha invece assicurato a Blair l'appoggio del suo gruppo, ma gli ha chiesto coerenza.  
"Lei deve dimostrare che la Gran Bretagna è europea, non solo che sta in Europa", ha infine attaccato il connazionale e leader liberale Graham Watson.
Il premier britannico Tony Blair all'Europarlamento
LEGGI
IL
DISCORSO
INTEGRALE
DI
TONY
BLAIR
L'OPINIONE DI ALASDAIR MURRAY, VICEDIRETTORE DEL CENTRE FOR EUROPEAN REFORM DI LONDRA...

Penso che risultati concreti ce ne saranno pochissimi. Se guardiamo ai temi attualmente sul tappeto, la maggiore attesa è per progressi sui dossier più difficili, quali il bilancio europeo o la direttiva sulla liberalizzazione dei servizi... insomma i capitoli più controversi. A Londra piacerebbe molto fare passi avanti sulla direttiva servizi, nonostante l'opposizione francese. C'è quindi da attendersi una battaglia, che renderà improbabile una sua approvazione. Idem per il bilancio, dove la Gran Bretagna ha molti intreressi in gioco, a causa del rimborso di cui gode. Al di là della  retorica, quindi, bisogna attendersi risultati modesti dalla prossima presidenza: occorre invece sperare che il dibattito sul futuro delll'Europa -di cui ha parlato Blair- registri progressi significativi e venga condotto in modo maturo, dialogando con gli alleati ma anche con gli avversari, come la Francia, per puntare a chiudere accordi già nel 2006.
Alasdair
Murray