ALLARGAMENTO: L'EUROPA FRENA
LA CRONACA DEL CONSIGLIO EUROPO DEL DICEMBRE 2006: L'EUROPA RALLENTA SULL'ALLARGAMENTO

di Sergio Nava

Tutto è cominciato con una festa: nella centralissima Rue Madeleine di Bruxelles gli espatriati bulgari e rumeni festeggiano il 14 dicembre con i loro presidenti e primi ministri l'ingresso in Europa. Ma non si suona solo Beethoven, tranne che per le foto ricordo.

La mattina di giovedì, che precede l'inizio del tradizionale summit di fine anno dei leader europei, segna anche la tappa finale di avvicinamento dei due Paesi ex-socialisti all'Europa. Mentre due tra le band di maggior successo che spopolano a Bucharest e Sofia animano la ventosa mattinata brussellese, l'Europa guarda già avanti. C'è però tempo per un piccolo slancio europeista. Dal palco il presidente rumeno Traian Basescu guarda i giovani del suo Paese presenti sotto il palco, additandoli come il futuro. "Li abbiamo cresciuti come europei", dice, mentre il premier bulgaro Sergey Stanishev non dimentica di ricordare che questo è un evento storico per il suo Paese.
Intanto, nella vicina Grand Place, i turisti corrono ad ammirare il presepe natalizio e si infilano nelle accoglienti brasserie.

L'Europa guarda appunto già avanti. Certo, c'è spazio anche per un po' di nostalgia nelle parole del presidente uscente dell'Europarlamento Josep Borrell, che a gennaio lascerà la carica. Nella prima conferenza stampa del vertice, Borrell, rispondendo a chi gli chiede quale messaggio sull'Europa intenda lanciare ai cittadini dei 25 Paesi, pone l'accento sull'Europa sociale. Forse è quella che ha fermato la Bolkestein, o forse -si spera- sarà quella che riuscirà a salvare il welfare state senza intaccare la crescita.
Intanto, mentre Borrell parla ai giornalisti, i 25 leader europei discutono di cose ben più terrene: c'è infatti un problema. L'Europa è in crisi da oltre un anno, ma intanto continua a espandersi. Se le regole interne non funzionano più anche perché il testo che le doveva riscrivere è stato doppiamente bocciato, ha senso continuare ad aggiungere inquilini al condominio? La risposta è no, almeno per il momento.

In un sintomatico riferimento all'opinione pubblica europea, il presidente della Commissione Josè Barroso rileva che la politica da seguire d'ora in poi sull'allargamento è quella delle tre "C": consolidamento, condizionalità ma anche comunicazione. In termini più concreti, l'Europa deve continuare a essere in grado di lavorare con l'ingresso di ciascun nuovo Membro, senza abbassare i propri standard e convincendo un'opinione pubblica ostile che l'allargamento è nel suo interesse.

Ma se l'allargamento frena, ciò dipende anche dalla mancata entrata in vigore di regole certe per il buon funzionamento dell'Unione Europea. Quelle che -almeno in teoria- sono scritte nella Costituzione. Il presidente di turno dell'Unione, il premier finlandese Matti Vanhanen, annuncia di aver fatto rapporto ai colleghi sulla serie di colloqui bilaterali riservati tenuti con i Paesi membri. Pur nell'inusuale contesto di riservatezza mostrato al proposito dal solitamente trasparente Governo finlandese, si intuisce che l'orientamento è quello di salvare almeno le parti più significative del Trattato. Vanhanen non si fa illusioni, e vede ancora l'orizzonte della seconda metà del 2008 come possibile snodo risolutivo per le sorti del Trattato Costituzionale. Anche se si comincia a intravedere un orientamento di fondo. L'Europa si è resa conto che deve fare prima ordine in casa propria. Poi può pensare ad allargarsi.

Venerdì arriva il momento di tirare le somme: alla conferenza stampa di chiusura il premier Romano Prodi prende atto della nuova clausola sulla 
capacità di assorbimento, introdotta dall'Europa prima di integrare nuovi Paesi, ma nega che si tratti di un nuovo criterio imprescindibile.

L'Italia ha provato a mettere sul tavolo il futuro europeo della Serbia e dei Balcani, ma con risultati solo parzialmente positivi: il tema è così entrato nelle conclusioni del vertice. Le quali però recitano: "la Serbia resta la benvenuta nell'Unione, ma prima collabori con il Tribunale Penale Internazionale".

Passi più concreti si sono registrati sul fronte
dell'immigrazione: nessun varo di una politica comune, ma diversi progetti operativi: soprattutto si parla di una migliore gestione dei confini europei, con la creazione di una rete di guardia costiera permanente nel Mediterraneo. Ma i passi sono stati anche politici, con l'annuncio di un vertice Europa-Africa nella seconda metà del 2007.

Ultimo tema in agenda, quasi forzatamente,
il Medio Oriente, anche a causa dei gravi fatti di cronaca avvenuti in contemporanea allo svolgimento del Consiglio Europeo. Ne hanno discusso i Ministri degli Esteri.

Alle 13 di venerdì 15 dicembre il vertice si chiude: cala così il sipario su una scolorita presidenza finlandese. A gennaio si riparte con la Germania: tutti gli occhi sono su Frau Merkel. A lei e al suo Paese è affidato il rilancio dell'Europa. Partendo dalla Costituzione.
Foto di famiglia al Consiglio Europeo del 14 e 15 dicembre 2006.
LE CONCLUSIONI DEL VERTICE